giovedì 14 dicembre 2006

Gino Paoli: una bella e lunga storia senza fine

Andreu ci suggerisce di dedicare un post a Gino Paoli e conclude: “Chiedo troppo?” Ovviamente, no. Ma nella realtà non è facile scrivere, senza cadere nella banalità, su Gino Paoli. Nel 1991 un giornalista su l’Espresso, in copertina, dedica un reportage a Giulio Andreotti: "L'amore ai tempi di Andreotti" e l'occhiello a Gino Paoli: "Sorpresa d'agosto. L'Italia del malessere canta Gino Paoli. Perché?" L'autore del reportage era Ferdinando Adornato, che voleva capire perché nell'Italia che cambiava solo due persone non avevano abdicato: Giulio Andreotti nella politica e Gino Paoli. Oltre un decennio dopo, con un ribaltone, Adornato è diventato deputato di Forza Italia, Andreotti vive nell’ombra mentre Paoli è ancora lì in prima fila a dimostrare che ha sette vite, come gli amati gatti che per lui sono gli animali più liberi che ci siano. Gino Paoli appartiene alla storia d’Italia, alla traiettoria degli italici sentimenti e costumi. Tra i suoi tanti primati, può vantare di aver battuto perfino la longevità di Andreotti.
In un paese stravagante qual è l'Italia non è azzardato paragonare Gino Paoli a un politico; infatti il cantautore è stato deputato del Pci dal 1987 al 1992, eletto nella circoscrizione di Napoli: un’attività che ha abbandonato perché la politica politicante non si addiceva a chi dichiara tuttora di non sapere, di avere il dubbio come unica certezza e di preferire che a ogni domanda ne segua un’altra.
Non si contano le generazioni che si sono innamorate, divorziate, riconciliate ed arrabbiate con le sue canzoni. Ha fatto conoscere al pubblico italiano le canzoni di Joan Manuel Serrat, Jacques Brel, Piero Ciampi e Leo Ferré.
Nel libro intervista di Gianni Borgna Una lunga storia d’amore, Gino Paoli si racconta. Il dvd: un filmato della durata di 57 minuti con immagini rare che ripercorrono la sua intera carriera, il cantautore racconta, parla e interpreta le sue canzoni. La vita nel capoluogo ligure, gli amori più importanti, le grandi amicizie con i musicisti della scuola di Genova (De André, Tenco, Lauzi -ricordate il post Bruno Lauzi in memoriam del 30.10.06?-, le passioni civili e quelle politiche, le riflessioni sulla società, sul tempo, sull’«autunno della vita». Un ritratto a tutto tondo da cui scaturiscono aspetti imprevedibili della personalità dell’artista e attraverso il quale si ricostruiscono quarant’anni di storia italiana.
Una canzone di Paoli, la si riconosce subito, per il giro armonico, per la costruzione musicale, e, come no, per le parole che esprimono un immaginario preciso. Nella collana Le voci del tempo, così chiamata, perché intende ripercorrere la storia dell’Italia repubblicana utilizzando le canzoni come strumento di narrazione, il libro dedicato a Paoli si intitola Gino Paoli. Storie da ascoltare (scritto da Marco Peroni e Davide Grossi): attraverso i successi del cantautore si parla di alcuni aspetti che riguardano l’identità profonda dell’Italia del “miracolo” economico. L’artista è quindi visto come una voce narrante in grado di raccontare qualcosa del bel paese. Le canzoni non sono viste solo come arte, bensì anche e soprattutto come documento storico, E secondo gli autori: “… Paoli, cantando, assapora le parole. Non è una voce buona per arredare alla meglio un momento vuoto: […] c’è [...], una vena di follia, di inquietudine malcelata, quasi una riga di acqua fredda nel complesso di un’interpretazione invece calda e appassionata. Qualcosa di non detto, a monte delle parole, a monte della canzone. Un ingrediente che però è un fatto storico: con gli anni Sessanta, la realtà irrompe nella canzone, certo, ma anche nella voce. Agli acuti, ai vibrati, all’impostazione ed anche alla “prestazione” dei cantanti melodici tradizionali si sostituisce l’espressività dei cantautori. Vita che resta attaccata alla voce, sigarette che grattano nelle vocali, inquietudine che detta i tempi alle parole: una persona che canta, prima che un cantante…”.

(Foto dal sito ufficiale di Gino Paoli di Daniele Scaramuzza)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravissimo cantante. Aspetto che possiamo ascoltare questa bella voce molti più anni.

Anonimo ha detto...

Grazie tante. Se lo merita. Spero che piú gente conosca questo grande cantante.

Anonimo ha detto...

"Sapore di sale" es la canción de amor más bonita que he escuchado.

Anonimo ha detto...

A me mi piace molto "Senza fine" cantata a duo con ornella vanoni. E' un grande cantante.

Anonimo ha detto...

Adoro Gino Paoli. Come si chiede, io vi avevo chiesto un post dedicato a Battisti, vi ricordate? Scherzo, ma quando potete lo pubblicherete?

Anonimo ha detto...

In You tube c'è una versione di Sapore di sale molto bella, stile anni sessanta, con Gino Paoli molto giovane. Guardatela!

Anonimo ha detto...

La gatta e Il cielo in una stanza (e anche Sapore di sale) sono le sue canzoni più belle.