mercoledì 29 aprile 2015

Guida alla street art della capitale

(foto da internet)

Il progetto della mappa, fortemente voluto dall'assessore alla Cultura, Giovanna Marinelli, unisce centro e periferie, con l'obiettivo di invadere di turisti anche le aree più lontane. Oltre 330 opere, 150 strade e tredici municipi coinvolti. Sono i numeri della mappa della street art romana per raccontare l'arte urbana capitolina a turisti e romani, rendendo di facile fruizione il nuovo museo a cielo aperto nato spontaneamente negli anni tra le strade e i vicoli della città, con il lavoro di 120 artisti da tutto il mondo, di cui oltre la metà italiani e 25 romani. Dalle 18 facciate di Tor Marancia alle opere di Hitnes a San Basilio, passando per lo storyboard onirico di Alice Pasquini in via dei Sabelli, nel quartiere di San Lorenzo, fin fuori dal raccordo, con il murales realizzato da Diavù alla Collina della Pace di Finocchio



(foto da internet)

Nei prossimi mesi 50mila mappe della street art verranno distribuite in tutti i punti turistici della città, ma per il Giubileo il vicesindaco ha in mente "percorsi ad hoc per far conoscere a turisti e romani l'arte dell'intera città, dentro e fuori dai musei, con bus turistici a due piani che si vedranno anche a Tor Bella Monaca o a Ostia". Artribune, insieme a Campidoglio e municipi, ha realizzato l'app "Street art Roma", per smartphone Apple e Android, che permette di muoversi in città geolocalizzando le opere, arricchite da schede informative e dettagli.


(foto da internet)

"Mettendo a sistema il fiorire di urban art regaliamo a Roma un nuovo museo pubblico, volitivo e diffuso, in continua trasformazione", commenta l'assessore alla Cultura, che pensa già a bandi con cui colorare la città con nuovi murales. "Ora Roma può confrontarsi con città come Londra, Parigi e San Paolo, che da anni hanno la loro mappa della street art", commenta , che ha anche in programma di "trasformare il museo Macro nella Casa delle street art, come un centro di documentazione sull'arte urbana in sinergia con quel che avviene nelle strade"


(foto da internet)

"Cambia prospettiva, la strada è il tuo nuovo museo" è lo slogan della campagna rivolta anche ai romani, che sul sito web turismoroma. it già sono attivi nel segnalare all'amministrazione le opere del proprio quartiere ancora non censite, creando un grande archivio digitale (nella sezione "scopri Roma") per muoversi tra i quartieri della street art. E anche il colosso informatico Google si è accorto del fiorire di street art della capitale. Così ha

contattato i romani di NUFactory per accogliere nella piattaforma del Google Cultural Istitute i muri dipinti della città, digitalizzandoli e archiviandoli, per farli resistere al degrado conservandoli nella memoria della rete. 


(foto da internet)

"Abbiamo già immesso oltre 100 opere ad altissima risoluzione - spiega il curatore Francesco Dobrovich - ma entro settembre puntiamo a superare le 300, posizionando Roma subito dietro Londra e Parigi, sul podio delle capitali della street art".

lunedì 27 aprile 2015

La chiameremo Andrea


(foto da internet)

Scegliere il nome per i figli è una decisione importante o è una lotteria?
Il compianto Massimo Troisi, nel film Ricomincio da tre, sosteneva che il nome Ugo era molto adatto per un figlio perché, data la brevità dello stesso, il fanciullo sarebbe stato richiamato facilmente dalla madre, mentre invece, il sofisticato Massimiliano era troppo lungo e quindi da evitare.


E ancora Nanni Moretti, nel film Aprile, organizza una sorta di Champions League  con la compagna per scegliere il nome del figlio.



Recentemente i tribunali italiani hanno dato il via libera anche ai nomi propri che arrivano da culture straniere che non prevedono riferimento al sesso.
La Cassazione ha infatti deciso che anche le bambine in Italia potranno chiamarsi Andrea, accogliendo il ricorso di due genitori che erano stati obbligati dal Tribunale di Pistoia a rettificare il nome della loro figlia in Giulia Andrea
Secondo i magistrati di Pistoia il nome "Andrea ha nella tradizione culturale italiana una valenza esclusivamente maschile, con la conseguenza che, nella situazione attuale e salvo modifiche future, l'imposizione di questo nome in via esclusiva viola la legge, in base alla quale il nome imposto al bambino deve corrispondere al sesso". 




(foto da internet)

La Cassazione, però, ha rigettato questa tesi rilevando che "il nome Andrea, anche per la sua peculiarità lessicale, non può definirsi né ridicolo, né vergognoso, se attribuito ad una persona di sesso femminile, né potenzialmente produttivo di un'ambiguità nel riconoscimento del genere della persona cui sia stato imposto, non essendo più riconducibile, in un contesto culturale ormai non più rigidamente nazionalistico, esclusivamente al genere maschile". 
In proposito la Cassazione ricorda che il nome Andrea ha "natura sessualmente neutra nella maggior parte dei Paesi europei, nonché in molti Paesi extraeuropei, tra i quali gli Stati Uniti, per limitarsi ad un ambiente culturale non privo di influenze nel nostro Paese, unita al riconoscimento del diritto di imporre un nome di provenienza straniera al proprio figlio minore nei limiti del rispetto della dignità personale".

venerdì 24 aprile 2015

Giornata mondiale del libro (Sant Jordi)


(foto da internet)

Per festeggiare, a modo nostro, la Giornata mondiale del libro (Sant Jordi), vi proponiamo due testi poetici interpretati dall'indimenticabile Vittorio Gasmann
Il primo è Non chiederci la parola, di Eugenio Montale.



Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,

ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

Il secondo è Verrà la morte e avrà i tuoi occhi di Cesare Pavese.



Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla

Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.

Scenderemo nel gorgo muti.

mercoledì 22 aprile 2015

Mare Nostro

(foto da internet)

Lo scrittore napoletano Erri De Luca, ospite lunedì scorso a Piazza Pulita, in chiusura della trasmissione in onda su LA7, ha dedicato una "preghiera laica" alle centinaia di migranti vittime dell'ultimo naufragio nelle acque a Sud della Sicilia, che stanno trasformando una meravigliosa costa in un cimitero. 
Le coste siciliane sono argomento in prima pagina di tutti i giornali internazionali, perché prese d'assalto da flussi migratori di profughi che scappano dalla più totale e desolante disperazione. 

(foto da internet)

Non ci sono parole né leggi che riusciranno a fermare quest'esodo, però oggi vogliamo condividere con voi la preghiera, di cui vi proponiamo il testo completo: "Mare nostro che non sei nei cieli"

Mare nostro che non sei nei cieli
e abbracci i confini dell'isola e del mondo
sia benedetto il tuo sale
e sia benedetto il tuo fondale
accogli le gremite imbarcazioni
senza una strada sopra le tue onde
i pescatori usciti nella notte
le loro reti tra le tue creature
che tornano al mattino
con la pesca dei naufraghi salvati

Mare nostro che non sei nei cieli
all'alba sei colore del frumento
al tramonto dell'uva di vendemmia,
Che abbiamo seminato di annegati
più di qualunque età delle tempeste

Mare nostro che non sei nei cieli
tu sei più giusto della terra ferma
pure quando sollevi onde a muraglia
poi le riabbassi a tappeto
custodisci le vite, le visite cadute
come foglie sul viale
fai da autunno per loro
da carezza, da abbraccio, da bacio in fronte
di padre e di madre prima di partire.

lunedì 20 aprile 2015

La pajata (riabilitata)


(foto da internet)


Dopo quattordici anni di bando deciso dall’Unione europea in seguito all’allarme mucca pazza, la pajata (in italiano pagliata) può tornare a tavola, e ridare smalto alla tradizione dei piatti romaneschi. L’Unione europea ha infatti approvato, la modifica del regolamento comunitario sulle misure di prevenzione e controllo della Bse che riammette in tavola la colonna vertebrale dei bovini e l’intero pacchetto intestinale. Un via libera che segue all’assenza ormai dal 2009 di casi di mucca pazza in Italia.
L’evento è stato festeggiato dalla Coldiretti e anche dai ristoratori della capitale, specialmente quelli legati alla tradizione romanesca.




(foto da internet)

Pajata è il termine con il quale si identifica l'intestino tenue del vitellino da latte o del bue, che viene utilizzato principalmente per la preparazione di un tipico piatto di pasta usando i rigatoni.
La pajata fa parte del cosiddetto quinto quarto, ovvero la parte della mucca che un tempo veniva considerata meno nobile, da qui le sue origini umili. La ricetta tradizionale prevede che l'intestino venga lavato, ma non privato del chimo in modo tale che, una volta cucinato, possa dar forma ad una salsa di sapore acre e forte, a cui si aggiunge il pomodoro.
Nelle Marche, si usa fare la pagliata arrostita alla brace detta spuntature.
Ecco a voi la ricetta dei rigatoni con la pajata
Buon appetito!



venerdì 17 aprile 2015

La Val d'Orcia (in treno)




(foto da internet)

La Val d'Orcia è in Toscana, a cavallo tra le province di Siena e Grosseto. E' stata inserita nella World Heritage List dall'Unesco nel 2004. E' un felice connubio di arte e paesaggio, spazio geografico ed ecosistema, ed è l'espressione di meravigliose caratteristiche naturali ma è anche il risultato e la testimonianza della gente che vi ha abitato.
Secondo l'Unesco questa valle è un eccezionale esempio di come il paesaggio naturale sia stato ridisegnato nel Rinascimento e rispecchia gli ideali del buon governo tipici della città-stato italiana, i cui splendidi luoghi sono stati celebrati dai pittori della Scuola Senese, fiorita tra il XIII ed il XV secolo.
Le immagini della Val d'Orcia, ed in particolar modo le riproduzioni dei suoi paesaggi, in cui si raffigura la gente vivere in armonia con la natura, sono così divenute icone dell'epoca rinascimentale.



(foto da internet)

Ne è un esempio perfetto il ciclo di affreschi di Ambrogio Lorenzetti Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo (1338-1339), conservato nel Palazzo Pubblico di Siena.
Si tratta di opere d’arte capaci di andare al di là del valore artistico per trascendere in quello architettonico, ambientale e sociale.
Dolci colline ricoperte da una fitta vegetazione di vigneti, oliveti, cipressi, faggeti e castagneti, interrotta da antichi abitati di origine medievale, case rurali e rocche con torri impervie che si disperdono nell'isolata e tranquilla natura dei luoghi: è questo lo scenario che si presenta agli occhi del visitatore della Val d’Orcia, scenario suggestivo, proprio come ritratto dai maestri della Scuola Senese.
Cinque milioni di anni di storia geologica hanno lasciato il segno su questo territorio che oggi presenta una peculiare varietà di specie vegetali ed animali.


(foto da internet)

Anche i depositi di lava dei vulcani ormai spenti di Radicofani e del monte Amiata hanno contribuito a delineare le forme di quest’area; la lava, induritasi, ha dato vita alle pietre scure conosciute come trachiti. Le rocce laviche si susseguono accompagnando il corso del fiume Orcia che taglia la valle e ne esce attraverso una profonda spaccatura.
La Val d’Orcia ha legato i suoi destini alla via Cassia, la grande strada romana che metteva in comunicazione Roma col nord Italia e che attraversa per intero la valle.
Una strada che, per gran parte del suo percorso, ricalca la storica via Francigena, dove il senso del viaggio ha lo spirito del pellegrinaggio.
Il transito continuo di uomini e merci lungo tale fondamentale via di collegamento decretò l’importanza di alcuni centri abitati dell’area fino a suscitare l’interesse della Repubblica di Siena nel XV secolo.



(foto da internet)

Dopo la metà del '500, la Val d’Orcia entrò nell'orbita fiorentina insieme ai domini senesi, conservando il solo valore di area agricola.
Castiglione d'Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani e San Quirico d'Orcia sono i cinque splendidi comuni che hanno scelto di dare vita al Parco della Val D’Orcia per tutelarne l’ambiente e il territorio e per promuoverne il marchio.
Contignano, Monticchiello, Bagno Vignoni, Rocca d'Orcia, Campiglia d'Orcia, Bagni San Filippo, Vivo d'Orcia, sono altre magnifiche località che in questa zona costituiscono anche un tuffo in un passato affascinante e ricco di suggestioni.
La ricchezza e la varietà del paesaggio non sono gli unici elementi che caratterizzano questo territorio incontaminato, anche la produzione enogastronomica è infatti uno dei punti di forza della Val d'Orcia: il cacio pecorino di Pienza, il miele della Val d'Orcia, l'olio extra-vergine di oliva di Castiglione d'Orcia, i salumi di Cinta Senese.



(foto da internet)

E ancora funghi e tartufi, e uno dei vini più famosi al mondo: il Brunello di Montalcino.
Ebbene, per chi volesse visitare la Val d'Orcia, le Ferrovie dello Stato mettono a disposizione dei turisti un treno d'epoca che percorre la tratta tra Asciano e Monte Antico per 51 km. 
L'itinerario fu inaugurato nel 1872 e venne chiuso al servizio regolare nel 1994. Il percorso si snoda tra le crete senesi e la Val d’Orcia ed è uno dei quattro prescelti dalle Fondazione FS per il progetto di riqualificazione delle linee storiche.  L’obiettivo è permettere lo sviluppo di una particolare forma turistica, che possa, valorizzare l’Italia come un museo diffuso. Il treno utilizzato per il percorso turistico è composto da alcune carrozze risalenti agli anni ‘20 e ‘30, con interni in legno e finiture d’epoca e da due locomotive degli anni ‘60 e ‘70.
Buon viaggio!

mercoledì 15 aprile 2015

Pizza o Happy meal?





(foto da internet)

Sono bastati venti secondi di spot a Mc Donald's per dire che i bimbi preferiscono l'happy meal alla pizza.  E in quei venti secondi sono saltati sulla sedia i maestri della tradizione e i cultori di quel cibo che da Napoli ha conquistato il mondo. La pubblicità della casa americana mostra una famiglia in pizzeria. "E tu che pizza vuoi?", chiede il cameriere al bambino seduto al tavolo con  i genitori. E senza esitare il piccolo risponde: "Un happy meal", lasciando l'uomo a  bocca aperta. Nelle immagini, cambia la location e la famiglia si ritrova felice nel fast food. "Tuo figlio non ha dubbi", dice la voce fuori campo. 

"È blasfemo suggerire che i bimbi preferiscano l'hamburger. Sono senza parole. La pizza non si tocca: è un cibo di qualità, il più conosciuto al mondo" commenta Eduardo Pagnani, uno dei titolari dell'antica pizzeria Brandi di Napoli, luogo in cui si racconta abbia visto al luce la prima Margherita della storia. Pagnani sta promuovendo da tempo una petizione per far riconosce la pizza patrimonio immateriale Unesco. "Non hanno cognizione di quel che dicono, si agganciano alla pizza perché forse sono in difficoltà - prosegue - I bambini sono bombardati da pubblicità di ogni tipo, ma di certo non rinuncerebbero mai a un prodotto genuino amato a livello mondiale. Un prodotto così potente da rendere la parola "pizza" intraducibile, universalmente comprensibile. Il fast food non può competere con la nostra tradizione".

mercoledì 1 aprile 2015

Una bella emozione!

Oggi chiudiamo il nostro blog per vacanze pasquali. Vi auguriamo Buona Pasqua con la speranza di strapparvi un sorriso con il post di oggi. 

(foto da internet)

Qualche giorno fa sui quotidiani di tutt'Italia si leggeva una strana e curiosa notizia: 
Una vecchina di 98 anni non rispondeva alle insistenti chiamate di sua nipote, né al telefono né al campanello, e così la donna, preoccupatissima, si è messa in contatto con i vigili del fuoco. I pompieri si sono recati nel domicilio dell'anziana signora, a Firenze, e, dopo vari tentativi, hanno dovuto sfondare la porta. In realtà le operazioni d'ingresso si sono rivelate alquanto complesse, perché la porta d'ingresso era chiusa con due lucchetti supplementari, ovviamente per ragioni di sicurezza. 
(foto da internet)

Tutti si aspettavano il peggio. Però la vecchietta godeva di ottima salute: era soltanto sdraiata sul letto con delle grosse cuffie alle orecchie, da cui ascoltava a tutto volume le canzoni di Eros Ramazzotti. Certo, i vigili l'hanno dovuta rassicurare, giacché la signora si è presa un bello spavento!!!

Insomma è proprio vero che la musica non ha età, come ha detto il cantante, lusingato! 




Ci rivediamo online mercoledì 15 aprile! 
Auguri dai chiodini!