sabato 30 giugno 2007

Vacanze!






    Get a Voki now!





Cari chiodini vicini e lontani, siamo giunti alla fine dell'anno scolastico. Vi comunichiamo che Chiodo Schiaccia Chiodo prenderà due mesi di ferie (ce le siamo meritate, no?). Torneremo online il primo settembre, con più idee e con alcune novità. Abbiamo ingaggiato un segretario virtuale che, come avete visto, si occuperà del blog mentre siamo al mare.

Prima di chiudere vorremmo regalarvi alcune soprese: la prima è un libro online che abbiamo allestito per ricordare, assieme ai nostri studenti, alcuni momenti dell'anno scolastico 2006/07. Ci auguriamo che tutte le proposte siano state di vostro gradimento.


Gli allievi di 4º ci hanno fatto pervenire un video (la qualità, purtroppo, non è delle migliori), in cui si dimostra come gli insegnanti d'italiano (e non) arrotondano lo stipendio esibendosi nelle feste dei paesi. Ecco a voi il cast: mandolino: Bea B.; chitarra: Gianpiero Pelegi; coro e percussioni: allievi di 4º; capogruppo musicale: Veva, M.

La canzone in questione s'intitola Niní Tirabusció (leggi il testo>>)

Vi auguriamo buone vacanze! Arrivederci a settembre!

venerdì 29 giugno 2007

Ci vuole un'altra vita?

Ti sei mai ritrovato a fantasticare su una vita diversa? Cosa sarebbe successo se avessi intrapreso un'altra strada?

(Foto da Internet)

Adesso, se vuoi, puoi costruirti un'altra identità con Second Life, un mondo in tre dimensioni dove avrai la possibilità di creare il tuo alter ego virtuale.


(Foto da Internet)

Potrai trovarti un lavoro per vivere, degustare un bel bicchiere di vino, frequentare locali alla moda, fare un casting per un video (leggi il testo>>) e molto altro ancora.

(Foto da Internet)

Questo mondo alternativo sembra aver catturato anche l'attenzione di Antonio Di Pietro che ha annunciato recentemente di aver acquistato su Second Life un'isola per il suo movimento politico, l'Italia dei Valori.

Il professor Degli Antoni, noto per la sua profonda conoscenza del mondo dell'informatica e per la sua capacità di leggerne gli sviluppi, espone in questo video alcuni punti di vista sul Web 2.0 e su Second Life.

Che ne dici, ti piacerebbe provare a vivere una seconda vita?

giovedì 28 giugno 2007

Sagunt, città del desiderio (letterario)?

(foto da internet)

Nel post di ieri abbiamo parlato delle città visibili e abbiamo accennato a un famoso testo di Italo Calvino. Oggi vorremmo parlarvi di quelle invisibili e della nostra cittadina, seguendo il percorso tracciato dal famoso scrittore italiano. Nel 1972 l'editore Einaudi diede alle stampe un libro di 170 pagine. La copertina ha come illustrazione un dipinto di Magritte. Il titolo è Le citta invisibili. Calvino ritornava alla pubblicazione dopo tre anni, reduce da un altro libro anomalo che, nel 1969, comparve con il titolo de Il castello dei destini incrociati. E a distanza di tre anni l'autore sorprende i suoi lettori ancora una volta, proiettando la sua creatività verso una dimensione narrativa del tutto inedita per le lettere italiane. Le città invisibili era allora una novità assoluta, un'opera capace di disorientare ma nello stesso tempo di affascinare il lettore. Il libro non ebbe però il successo che meritava. Tuttavia, nel tempo, questo testo anomalo è entrato nel cuore di tanti lettori. Il testo propone più domande che risposte, procede discutendo se stesso e interrogandosi, si può percorrere in più direzioni, si costruisce come una forma compiuta che ogni lettore può scomporre e ricomporre seguendo il filo delle sue ragioni e dei suoi umori. Ogni città porta un nome di donna. Il libro rimanda a un oriente favoloso, quasi da Mille e una notte che poi si mescola, con una suggestione senza pari, con le città d'oggi. Da un capitolo all'altro è come se Calvino tracciasse una rotta, o meglio rintracciasse il senso d'un percorso, d'un viaggio. Forse dell'unico viaggio ancora possibile: quello che si svolge all'interno del rapporto tra i luoghi e i loro abitanti, dentro i desideri e le angosce che ci portano a vivere le città.

(foto da internet)

Ma torniamo alla nostra cittadina: la prossima settimana si terrà a Sagunt la Setmana de cultura i animació lectora, organizzata dal Cefire di Sagunt. Nel programma (vedi>>) sono previste molte sorprese creative per l'applicazione didattica della letteratura con la partecipazione di contastorie, musicisti, registi e attori valenzani. Nell'ambito di questa manifestazione la casa editrice Bromera presenterà le cosiddette valigie didattiche elaborate dalla Fondazione omonima e si terrà una mostra dei laboratori didattici che si svolgeranno durante tutta la settimana.

Se volete iscrivervi alle Jornades, fate click qui>>.

In una delle attività proposte, il contastorie valenzano Domingo Chinchilla terrà un'interessante attività che ha un rapporto diretto col discorso sulle città (in)visibili con cui abbiamo aperto questo post: Allò que ens ensenyen les ciutats, una sorta di rivista orale itinerante sulla memoria della nostra cittadina, gli angoli segreti di Sagunt, le pietre ricche di storia che comunicano, un passato-presente che si fonde in un solo elemento orale narrativo. Sagunt, allora, come città del desiderio (letterario), alla stregua di Dorotea, Anastasia, Despina, Zobeide e Fedora, le città raccontate magistralmente da Calvino. Da non perdere!

Buon divertimento!

P.s. Se non avete ancora letto Le città invisibili, correte subito in libreria a comprarlo: è senz'altro un'ottima lettura per l'estate!

mercoledì 27 giugno 2007

La Genova che verrà

(Foto da Internet)
Genova, città industriale, insieme a Milano e Torino faceva parte del triangolo industriale italiano, città portuale e crocevia dell’emigrazione verso il sogno americano, ex Repubblica marinara, capoluogo della Liguria: qui si trovano Sanremo, patria del canto e dei fiori, Portofino, esclusivissima località turistica e le suggestive Cinque Terre. Ed è proprio una geografia così spettacolare che rende la città, dal punto di vista urbanistico, alquanto difficile, stretta tra un mare troppo profondo e montagne troppo alte.
Cittadino illustre, l’architetto Renzo Piano, genio italiano dell’architettura, il quale, dopo aver girato il mondo con il suo lavoro e, dopo aver progettato la risistemazione del porto antico di Genova, vuole lasciare in eredità una città, la sua città, restituita a una dimensione umana di vita e di speranza, di lavoro e di grandezza europea. «Con gli anni scopri di avere radici che non si sono mai spezzate. Da giovane non te ne rendi conto, eppure mentre disegnavo i tubi del Beaubourg avevo il porto di Genova nell’anima, nel cuore, nella mente». Vuole salpare su una barca ancorata accanto al Museo del Mare per un viaggio creativo, con una ciurma formata da giovani architetti e ingegneri reclutati nelle università di tutto il mondo. Per «approdare», dopo 15 anni di lavoro, ai moli che puliscono il mare della Genova che sarà. Progetto e barca si chiameranno appunto GeNova, «per riallacciarmi al logo del 2004, quando la città è stata capitale europea della cultura».

(Foto da Internet)

«Senza nemmeno una colata di cemento» assicura, e senza rinunciare alla visione dall’alto che incanta ogni viaggiatore, Piano vuole disegnare l’idea della città, partendo dall’immediata necessità di un trasporto pubblico adeguato, in grado di liberare il centro dalle auto, che dovranno essere lasciate nei parcheggi di cornice.
In questi giorni la Triennale di Milano presenta Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili una grande mostra monografica sull’opera di Renzo Piano che ha aperto la Festa per l’Architettura -IV edizione. Il sottotitolo della mostra è ispirato all’opera di Italo Calvino, uno degli autori che più hanno influenzato la sensibilità dell’architetto. Le città visibili lancia un’interpretazione dell’opera di Renzo Piano imperniata sulla centralità della visione urbana attraverso i progetti, raccolti in alcuni nuclei fondamentali: la città delle arti, la città della musica, la città delle acque, le città d’affezione (Parigi, New York, Genova, Milano). Ovunque, in tutte le città in cui ha lavorato, a Milano come a New York o a Genova o a Roma, le tracce del passato non sono rimosse, bensì reintegrate.

La Spagna non è nuova a questi tipi di interventi, e architetti riconosciuti a livello mondiale, regalano alla propria città progetti importanti: Oriol Bohigas, a Barcellona, con la Villa Olimpica, ha restituito il mare ai catalani e Santiago Calatrava, a Valencia, ha ideato un complesso la Città delle arti e delle scienze che, attualmente, è il richiamo turistico per antonomasia della città del Turia.
Sarà adesso la volta di Genova e Renzo Piano?

martedì 26 giugno 2007

Mille bolle blu

(Foto da Internet)

Le mille bolle blu (leggi il testo >>) è il titolo di una canzone che Mina presenta a Sanremo nel 1961.

Carlo Alberto Rossi, autore della canzone, rilascia un’intervista in cui parla della polemica suscitata dalla presenza della cantante all'undicesima edizione del Festival:

Nel 1961 vinsi a Sanremo come discografico, con Luciano Tajoli (Al di là), e fui sconfitto come compositore con Mina. Quell’anno, la favorita del Festival era la giovanissima Mina che cantava la mia Le mille bolle blu in un’eccezionale arrangiamento di Ennio Morricone. La nostra vittoria era tanto scontata che la mia casa discografica ricevette 700 mila prenotazioni per il disco di quella canzone. Intorno ai nostri nomi c’era dunque un’aria di grande attesa, ma assai poca simpatia... Molta gente non riusciva a digerire l’immenso successo di una ragazza che aveva solo vent’anni e che faceva strada perché aveva due doti soprattutto: l’istinto e l’ignoranza. Naturalmente la ritrosia della tigre era scambiata per arroganza e divismo. Mina cercò di rimanere calma in mezzo alla tempesta, ma arrivò al festival stremata, sia fisicamente che moralmente... Cantò ugualmente e con molta classe, ma arrivò quinta... I fedeli del galateo scoprirono che aveva accompagnato con un gesto volgare il vocalizzo iniziale della mia canzone (il celebre blblblblbl inventato dal paroliere Vito Pallavicini). I moralisti conclusero infine che la nostra sconfitta era una punizione più che meritata per Mina, perché aveva voluto fare la diva, e per me, che mi ostinavo a scrivere canzoni raffinate, rarefatte.


(Foto da Minafanclub.it)

Amareggiata e delusa, Mina decide di non partecipare mai più al Festival e si vendicherà in un modo un po’... particolare: ripescherà tutti gli anni uno o due brani non particolarmente fortunati del festival, incidendoli nella sua personale interpretazione e ottenendo risultati sorprendenti sia in termini artistici che commerciali. Emblematico a tale proposito sarà il successo di E se domani, passata inosservata nelle versioni di Fausto Cigliano e Gene Pitney, e da lei trasformata in un vero e proprio successo.

(Foto da Internet)

Questo suo vezzo si materializzerà nella raccolta Mina Sanremo:

  1. La voce del silenzio (guarda il video>>) (leggi il testo>>)
  2. E se domani (leggi il testo >>)
  3. Il posto mio
  4. Canzone per te (leggi il testo >>)
  5. Come mi vuoi (leggi il testo >>)
  6. Non c'è che lui
  7. Almeno tu nell'universo (leggi il testo >>)
  8. Deborah (leggi il testo >>)
  9. Che vale per me
  10. Un'ora fa
  11. Ma che freddo fa (leggi il testo >>)
  12. Sarà per te
  13. Ancora (leggi il testo >>).
  14. When you let me go
  15. Rose su rose (guarda il video>>) (leggi il testo >>)
Secondo voi si tratta di desiderio di vendetta, di un violento attacco di presunzione o di ... qualcos'altro?

lunedì 25 giugno 2007

Un pezzetto di Oplepo a Valencia

(logo della Giornata europea delle lingue)

Cari lettori (insegnanti) e cari colleghi, abbiamo il piacere di comunicarvi che i Cefire della provincia di Valencia -nell'ambito della celebrazione del 26 settembre, data fissata dall'Unione Europea come Giornata europea delle lingue -hanno organizzato degli incontri dedicati alla didattica delle lingue. Gli incontri si terrano il 28 e il 29 settembre, a Valencia, presso l'IES Benlliure, Carrer Carmelites 13.

Come abbiamo scritto nel titolo, potremmo avere un pezzettino di OPLEPO nella nostra città. Oplepo è l'acronimo di Opificio di Letteratura Potenziale.

Opificio è un luogo nel quale si opera, si produce, si fa e Letteratura è da intendersi qui in senso lato. L'opificio è, quindi, una fabbrica di strutture, di metodi, dei quali interessa dimostrare la potenziale capacità di produrre qualsiasi tipo di testo.
L'Oplepo è nato a Capri nel 1990 ad imitazione del gruppo francese dell'OULIPO.

Nelle suddette giornate, avremo il piacere di avere tra di noi Beatrice Parisi , curatrice della edizione italiana di Verbalia, e collaboratrice di Màrius Serra (vedi>>), membro dell'Oplepo, la quale terrà due incontri durante la sua visita a Valencia: il primo, si terrà in italiano, e s'intitola La lingua batte dove il dante duole (il gioco nell'insegnamento della lingua italiana. Spunti ed esercizi pratici); il secondo, invece, si terrà in spagnolo e s'intitola Enseñar a jugar con las lenguas, para enseñar las lenguas jugando (vedi programma>>).
(foto da internet)

Particolarmente interessante ci sembra anche l'incontro che terrà, sulla didattica dell'inglese, il nostro amico Tim Herdon.

Se volete iscrivervi alle giornate, fate click qui, e se volete conoscere le inziative che si terranno in Europa, in occasione della Giornata Europea delle Lingue, il click va fatto qui>>.
Per finire vi offriamo un contributo, tratto da Verbalia, sui cognomi e le professioni:

(...) segnalando i nomi incredibili (ma garantiti autentici) di alcune ditte italiane, riportati nel libro"Siamo tutti umoristi" (Bietti, Milano 1971) di Umberto Domina: “Fratelli Fermo”, corriere espresso; “Fratelli Rutto”, fabbrica bibite gassate; “Angelo Del Vivo”, onoranze funebri; “E. Malattia”, fabbrica cofani mortuari (via Massacra, 9). Dal canto mio, segnalo la “Polleria Fratelli Galli”, che si trova in via Gallia (a Roma).

E' un'occasione da non perdere! Vi aspettiamo! Più cortile!

domenica 24 giugno 2007

Questione di business


(Foto da Internet)

Dopo la notte di san Giovanni, prende ufficialmente l’avvio l’estate. E, ovviamente, non potevano mancare le novità o le tendenze della stagione 2007. In pole position la culla del turismo nostrano: la Riviera Romagnola, che, questa volta, introduce l’apartheid. Riccione, al bagno 134, ha aperto una spiaggia per sole donne, e qui è severamente proibita l’entrata agli uomini.
Già l’anno scorso da queste parti, fra polemiche da mare, si inventarono un bagno con tendoni riservati alle ricche musulmane che si trasformarono in uno stupendo spot mediatico. Dopo la family beach di ambiente familiare, e la spiaggia di tendenza per i giovani, adesso è la volta del gentil sesso. Le quote rosa dilagano e la perla dell’Adriatico si adegua: in Germania stanno nascendo banche per sole donne, in Svizzera l'albergo Lady's First è praticamente off-limits per gli uomini, a Londra, sempre un albergo, ha riservato un intero piano alla clientela femminile, e anche il trend dei taxi per sole donne e dei parcheggi riservati al colore rosa si sta pian piano diffondendo.
La spiaggia in questione si chiama «Miss Muretto beach», perché è anche abbinata ad un concorso di bellezza. Ma miss a parte, donne sono le frequentatrici e le dipendenti , con una sola eccezione: il salvataggio, perché, sostiene, Fausto Ravaglia, il patriarca titolare dei bagni 134, 135 e 136, per salvare una donna ci vuole un uomo. Sarà questione di muscoli?
Nell’”angolo proibito”' ci sono una cinquantina di lettini e sdraio, con una quindicina di ombrelloni. All'interno dell'area le donne possono prendere il sole liberamente e farsi belle: a loro disposizione ci sono infatti hair stylist e truccatori per una 'remise en forme' post-spiaggia. Uno speciale menù, creato ad hoc per le ragazze e curato da una dietologa, si trova al ristorante sul mare, per tutte coloro che non vogliono rinunciare alla forma fisica ma che cedono a qualche tentazione. Poi ci sono i corsi di fitness, di cucina e altre amenità etniche. Il colore rosa avvolge la spiaggia, ed è la tinta dominante dello stabilimento, arredato in perfetto stile vintage con un forte richiamo alla “dolce vita”. Francesco De Biase, organizzatore del concorso di Miss Muretto, prova a dare un’anima alla spiaggia rosa: «E’ un esperimento che vuole valorizzare l’universo femminile con progetti per sole donne». Ma con o senza anima, le previsioni dicono che nei prossimi giorni la ”riserva indiana” della 134 sarà affollata, infatti secondo una statistica commissionata da un'agenzia matrimoniale, quest’anno in vacanza il 60 per cento dei turisti è single e il 20 per cento è composto da donne.
Lo show è cominciato, e chissà se quest’altra scommessa riccionese sarà uno degli spot dell’estate 2007!

sabato 23 giugno 2007

Guggolando

(Foto da Internet)

Comparso in sordina nel mondo dei motori di ricerca su Internet, nessuno avrebbe mai immaginato che, in soli 7 anni, Google potesse irrompere nella vita di milioni di persone. È stata una sorpresa anche per loro, Sergey Brin e Larry Page (23 e 24 anni rispettivamente), fondatori dell’azienda Google, che, dopo essersi laureati, ebbero la brillante idea di creare una formula capace di trovare qualunque cosa sul Web.


(Foto da Internet)

Google debutta on-line a fine settembre 1999, dopo oltre un anno di test. La sua principale caratteristica è quella di selezionare i risultati di ricerca valutando l'importanza di ogni pagina web con metodi matematici, in base ad un controllo di oltre 500 milioni di variabili e di 2 miliardi di termini. Questa tecnologia, chiamata PageRank ed attualmente in fase di brevetto, controlla non solo il contenuto della pagina web, ma verifica anche altri eventuali siti che hanno un link verso la pagina: la valutazione più o meno alta del sito dipenderà dalla quantità e dal tipo di link.

In pochissimo tempo questo motore di ricerca, prima ancora di incassare migliaia di dollari e puntare trionfalmente alla Borsa, si è ritagliato il ruolo di icona mondiale, tanto da cambiare definitivamente linguaggi e abitudini.

Utilizzato dal 75% degli Internauti del pianeta per cercare sulla rete qualsiasi cosa, Google è riuscito a imporsi non solo come strumento efficiente ma, soprattutto, come una risorsa indispensabile. Per milioni di navigatori sparsi per il mondo 'ricercare qualcuno o qualcosa su Internet' si dice semplicemente 'to google' e i vocabolari americani hanno già inserito il neologismo nelle loro pagine, gli italiani invece preferiscono il termine ‘guggolare’.

(Foto da Internet)

Ma da dove viene questo nome così strano? Pare che la parola Google derivi da googol (il numero intero esprimibile con 1 seguito da 100 zeri, pari cioè a 10100), termine creato per illustrare la differenza fra un numero intero e l’infinito e che riflette la volontà della società di organizzare l'immensa quantità di informazioni disponibili sul Web. Inoltre il termine viene associato con un gioco di parole alla parola "binocolo" (in inglese goggles) infatti il motore permette di "guardare da vicino" la rete.

Diteci un po’: ‘guggolate’ anche voi? Vi sembra uno strumento di ricerca utile o potreste tranquillamente farne a meno?

venerdì 22 giugno 2007

I bambini sono di sinistra

(foto: http://www.deejay.it/)

Nella penultima sessione del corso Italiano per principianti, organizzato dal Cefire di Sagunt, e nell'ambito della riflessione sull'importanza del teatro in aula, abbiamo avuto il piacere d'ospitare l'attore valenzano Albert Iborra, il quale, oltre a parlarci della Smorfia e di Massimo Troisi, ci ha regalato un testo di Claudio Bisio, poco conosciuto in Spagna, intitolato I bambini sono di sinistra.

Bisio è nato nel 1957 in provincia di Alessandria ed ha debuttato, nel 1981, al Teatro dell'Elfo con Sogno di una notte di mezza estate. Versatile e graffiante, il popolare comico ha pubblicato nel 1993 presso Baldini&Castoldi il libro Quella vacca di nonna papera, seguito da Prima comunella poi comunismo, dato alle stampe nel 1996.

La notorietà è giunta con il cinema. Bisio ha preso parte a numerosi film, tra i quali ricordiamo: I Picari di Mario Monicelli (1987), Scemo di guerra di Dino Risi (1985), Strana la vita (1987) e I cammelli (1988) di Giuseppe Bertolucci, fino al sodalizio con Gabriele Salvatores. Insieme girano: Kamikazen. Ultima notte a Milano (1987), Turné (1989), Mediterraneo (1991, vedi>>), Sud (1993), Puerto Escondido (1992, vedi>>) e Nirvana (1997, vedi>>). Nel 1996 Bisio è diretto da Francesco Rosi ne La tregua (vedi>>), tratto da libro omonimo di Primo Levi , e da Giovanni Veronesi (2006, vedi>>) in Manuale d'amore 2.



(foto da internet)

Sul piccolo schermo Claudio Bisio ha partecipato a diverse trasmissioni comiche di successo, tra le quali ricordiamo: Cielito lindo (Raitre, 1993), Facciamo cabaret (Italia 1, 1997), Mai dire gol (Italia 1, dal 1997 al 2000) e Zelig (Italia 1, 2000).
Attualmente è il capocomico di Zelig Circus .

Vi offriamo lo sketch I bambini sono di sinistra (leggi il testo>>).

Buon divertimento!!

giovedì 21 giugno 2007

Bandiera gialla


(Foto da Internet)

Oggi comincia ufficialmente l’estate, e nell’aria c’è profumo di vacanze, di relax, di spensieratezza. Ricordiamo il solstizio d’estate con la musica degli anni ’60, probabilmente gli anni d’oro della canzone, con motivi che raccontavano il desiderio di rivedere le facce estive dopo un anno di lontananza (Stessa spiaggia stesso mare), facevano assaporare il sapore del mare (Sapore di sale), associavano il mare con la parola amore (Con le pinne, fucile ed occhiali), e inneggiavano all’abbronzatura (Abbronzatissima -all’epoca non c’era il buco dell’ozono, o meglio, nessuno credeva che il sole potesse far male).
A proposito di canzonette orecchiabili, ascoltate Bandiera Gialla, l’inno musicale degli anni sessanta, e punto di riferimento dei giovani che volevano ballare. Ma Bandiera Gialla è stata anche la prima trasmissione radiofonica interamente dedicata ai giovani e alla loro musica, nata da un’idea di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni. La prima puntata risale al 16 ottobre 1965.

(Foto da Internet)
Il successo della trasmissione di Gianni Boncompagni e Renzo Arbore ebbe fin dall'inizio un tale seguito da influenzare l'ambiente musicale. Prima di allora, infatti, cogliere un brano musicale giovane, fresco, appena uscito, e presentato in modo adeguato e competente, era praticamente impossibile. Per la prima volta i dischi dei Rolling Stones, Beatles, Manfred Mann, Beach Boys, Otis Redding, Wilson Pickett, James Brown - insieme alle novità italiane avevano nella consueta programmazione musicale il loro giusto spazio.
La capacità di spedire i dischi in classifica da parte di "Bandiera Gialla" era veramente prodigiosa. La trasmissione, in onda il sabato su Radiodue dalle 17,40 alle 18,30, presentava dodici brani a puntata, divisi in quattro terne, da cui usciva un finalista. Alla fine i quattro finalisti gareggiavano fra loro e si proclamava il vincitore, il "disco giallo", scelto dai ragazzi in sala, i quali avevano una bandierina gialla che veniva alzata per esprimere il gradimento. E furono proprio i ragazzi, con il loro reale entusiasmo, con la voglia di urlare le loro preferenze, con la loro passione ad assicurare il successo di "Bandiera Gialla".
Ancora un altro simbolo dell’epoca, il locale da ballo Piper, spesso definito "balera", ma in realtà è stato molto di più, emblema di un passaggio d'epoca, un punto di aggregazione, un riferimento per tutto ciò che era "giovane", "nuovo", "divertente", una pista di lancio per nuovi talenti nell'Italia dinamica dei secondi anni '60, e anche un mezzo per l'affermazione della nuova musica, e non solo di quella commerciale. L’idea del Piper era quella di trasferire il modello delle balere estive nella grande città e al di fuori del periodo delle vacanze, ma soprattutto doveva essere accessibile a tutti, visto che all’epoca c'erano ancora alcuni night club tradizionali, esclusivi per costi e frequentati solo da personaggi dello spettacolo, imprenditori o altra gente facoltosa, ma sostanzialmente preclusi ai giovani.

mercoledì 20 giugno 2007

Negramaro

(Foto da Internet)

Negroamaro è un vitigno pugliese che deve il suo nome per la radice negro ai monaci benedettini che lo usavano per la notevole concentrazione di colore. Il termine amaro si deve invece al fatto che in epoche passate la macerazione delle bucce era molto prolungata e al termine della fermentazione erano state rilasciate molte sostanze amaricanti.

Ma Negramaro è anche il nome di una band salentina che ha preso in prestito il nome da uno dei vitigni della propria terra d’origine. Quest'epoca ci sembra molto appropriata per proporvi il video (diretto da Silvio Muccino) della canzone Estate (leggi il testo>>), tratto dall'album Mentre tutto scorre (leggi il testo>>). Le riprese si sono svolte a Porto Cesareo, una delle spiagge più note del Salento.

Che ne dite, vi piace?

martedì 19 giugno 2007

La panzanella



(foto da internet)

La panzanella è un piatto estivo: semplice e spontaneo; un piatto contadino per usare il pane avanzato e così non sprecar nulla. Attualmente viene servita nei ristoranti ed è molto gradita nella sua semplicità perché nella calura estiva è fresca, sazia ed è ricca degli elementi necessari a nutrire con leggerezza. Potremmo definirla como una specie di gazpacho non frullato?
Allora, per cominciare, parliamo del requisito fondamentale: il pane dovrebbe essere di campagna, possibilmente cotto nel forno di mattoni e con il fuoco di fascine ma, se non è possibile, che sia almeno pane toscano raffermo: una volta il pane si cuoceva una volta a settimana (qualcuno, forse, se ne ricorderà). Le verdure devono essere freschissime, appena colto dall'orto: la cipolla è quella rossa nostrana (in estate è ammesso il cipollotto fresco). Le altre verdure possono essere la lattuga, il sedano, il prezzemolo, i cetrioli, i pomodori, il basilico e altre ancora. Quando nelle campagne si mangiava la panzanella, essa si accompagnava con il cosiddetto acquerello, una sorta di vinello leggero e frizzante ottenuto dalle bucce e dai raspi delle uve rimaste dopo la spremitura e fatte fermentare con aggiunta di acqua. Una ricetta antichissima è questa:
affettate il pane e bagnatelo con acqua, quindi strizzatelo con delicatezza
perché non si spezzi. Conditelo con il basilico spezzettato con le mani, l'olio,
l'aceto ed il sale. Fate riposare in luogo fresco per almeno un'oretta prima di
servire.
Ci sono, però, ricette più ricche che prevedono l'aggiunta di pomodori a pezzetti, cetriolo fresco. Le ricette delle zone al confine con la Toscana hanno tra gli ingredienti abbondante cipolla.
Boccaccio la chiamava pan lavato e, nel 1500, Agnolo Tori, detto il Bronzino (pittore fiorentino, poeta burlesco e accademico della Crusca), dedicò alla panzanella alcune rime divertenti:

Chi vuol trapassar sopra le stelle/en’tinga il pane e mangi a
tirapelle/
un’insalata di cipolla
trita/
colla porcellanetta e
citriuoli/
vince ogni altro piacer
di questa vita/
considerate un po’ s’aggiungessi bassilico e
ruchetta

Il Bronzino, nella sua ricetta, non citava i pomodori perché ai suoi tempi non erano ancora conosciuti come frutto mangereccio, ed erano considerati piante da ornamento.


(foto da internet)

L'etimo della panzanella è incerto. Il termine secondo alcuni, deriva dalle parole pane e zanella (da zana: cesta, conchino, piatto fondo o zuppiera); secondo altri dalla parola panzana che in origine voleva dire pappa.

D'estate, se vi capita di mangiare a Valencia, fate attenzione al menú del nostro buon amico Steve Anderson, alma mater del ristorante Seu Xerea: a volte diletta i commensali con una panzanella dal tocco moderno e personalissimo.

Buon appetito!

lunedì 18 giugno 2007

Il premio Strega

(Foto da Internet)
«Se la strega ha una scopa, la letteratura deve avere uno scopo»: uno slogan con un preciso programma culturale, e un’urna, illustrata da Mino Maccari, con l’immagine di una fattucchiera divertita, con scopa d’ordinanza in una mano e bottiglia del liquore dall’altra.
Stiamo parlando del Premio Strega, giunto alla 61ª edizione, assegnato a un libro di narrativa in prosa di autore italiano, pubblicato tra il 1 maggio dell'anno precedente ed il 30 aprile dell'anno in corso.
Sin dal 1944, il salotto Bellonci, nato dalle riunioni nella casa romana dei Bellonci, (il gruppo, gli «Amici della domenica», era formato da scrittori, giornalisti, critici, pittori, sceneggiatori, insomma, uomini e donne impegnati nella cultura) e il Premio Strega hanno rappresentato il primo tentativo culturale di tornare alla normalità, così come la Fondazione Bellonci è nata con l’obiettivo di diffondere la letteratura italiana nel paese e all’estero. Da questa «alleanza culturale degli spiriti», nel 1947 nacque in Maria l’idea di dar vita al Premio Strega, in collaborazione con il giovane industriale e amico Guido Alberti. Da allora si tiene ogni anno a Roma.

(Foto da Internet)

Tra le novità innestate su una struttura rigorosamente immutata, la Fondazione, da qualche anno ha reso itinerante la presentazione dei candidati attraverso le più belle città d’Italia, proprio per avvicinare il Premio ai lettori di tutta la penisola. Madrina della 61° edizione è la città di Caserta, e la sede della presentazione il suggestivo Belvedere di San Leucio.
Da pochi giorni gli “Amici della Domenica” hanno designato la cinquina della 61ª edizione, manifestando la loro preferenza tra i tredici autori candidati. Come di routine la prima votazione ha avuto luogo nella sede storica della Fondazione Bellonci, a Roma, tra le terrazze fiorite e la biblioteca che raccoglie un patrimonio librario, vincolato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di oltre 22.000 libri, tra rare prime edizioni e volumi arricchiti da dediche autografe dei protagonisti della letteratura italiana del Novecento.
La cinquina sarà, poi, protagonista a Milano, giovedì 28 giugno, in un appuntamento organizzato da Telecom Progetto Italia. E, prima dell’attesa serata finale del 5 luglio, nella tradizionale cornice del Ninfeo di Villa Giulia a Roma, quando sarà proclamato il vincitore del 61° Premio Strega, mercoledì 4 luglio presso l’Accademia dei Lincei a Roma, la Fondazione Bellonci e la casa editrice Utet presentano il progetto «100 capolavori. Collezione Premio Strega»: una collana dall’alto pregio tipografico che presenta i 60 Premi Strega e una selezione di 40 opere concorrenti.

domenica 17 giugno 2007

Vivi l'Italia

Vi piacerebbe visitare l'Italia senza uscire da Valencia? Vi assicuriamo che il vostro desiderio può diventare realtà: se visitate i giardini del Palau de la Música, avrete l'occasione di vivere dal vivo le tradizioni, le feste e la gastronomia del Bel Paese ne "El día de Italia", organizzato da Viva Valencia.

(Foto da Internet)

Durante la giornata di oggi potrete assistere all'esibizione degli Sbandieratori di Arezzo, ammirare i famosi costumi ricamati in oro e ornati di merletti tipici della Sicilia o degustare i famosi cannoli siciliani e gli arancini tanto cari a Montalbano.

(Foto da Internet)

Ma, purtroppo, non potrete assaggiare gli arancini che piacciono a lui, quelli che prepara Adelina, la sua cameriera. Leggete quello che, secondo il famoso commissario, rende inimitabile questa prelibatezza:

Gesù, gli arancini di Adelina! Li aveva assaggiati solo una volta: un ricordo che sicuramente gli era trasùto nel Dna, nel patrimonio genetico. Adelina ci metteva due jornate sane sane a pripararli. Ne sapeva, a memoria, la ricetta: Il giorno avanti si fa un aggrassato di vitellone e di maiale in parti uguali che deve còciri a foco lentissimo per ore e ore con cipolla, pummadoro, sedano, prezzemolo e basilico. Il giorno appresso si prìpara un risotto, quello che chiamano alla milanisa (senza zaffirano, pi carità!), lo si versa sopra a una tavola, ci si impastano le ova e lo si fa rifriddàre. Intanto si còcino i pisellini, si fa una besciamella, si riducono a pezzettini gna poco di fette di salame e si fa tutta una composta con la carne aggrassata, triturata a mano con la mezzaluna (nenti frullatore, pì carità di Dio!). Il suco della carne s’ammisca col risotto. A questo punto si piglia tanticchia di risotto, s’assistema nel palmo d’una mano fatta a conca, ci si mette dentro quanto un cucchiaio di composta e si copre con dell’altro riso a formare una bella palla. Ogni palla la si fa rotolare nella farina, poi si passa nel bianco d’ovo e nel pane grattato. Doppo, tutti gli arancini s’infilano in una padeddra d’oglio bollente e si fanno friggere fino a quando pigliano un colore d’oro vecchio. Si lasciano scolare sulla carta.

Andrea Camilleri, Gli arancini di Montalbano

sabato 16 giugno 2007

Cinema Jove e Sergio Leone




(foto da internet)

Oggi si inaugura a Valencia la 22esima edizione del Festival Internazionale di Cinema Jove. Giovani registi provenienti da tutto il mondo si daranno appuntamento nella città del Turia. Nel programma vi sono due sezioni a concorso: i film che vengono presentati per la prima volta in Spagna e i cortometraggi più importanti del cinema internazionale.

Nell'ambito di questa manifestazione verranno proiettati, in versione originale, alcuni film di Sergio Leone (vedi programma>>), il fondatore e nome più illustre del cosiddetto spaghetti western. Leone ha girato numerosi film caratterizzati da sceneggiature violente ma anche pervase di ironia, da un montaggio serrato, da lunghi silenzi carichi di contenuto e, spesso, anche da ambientazioni rustiche (le campagne abruzzesi divennero ben presto uno dei set preferiti dai registi del genere). Con questa nuova formula, disegnò anche nuovi personaggi e diede la svolta alla carriera di numerosi attori, come Clint Eastwood (interprete della famosa trilogia dell'uomo senza nome) e Lee Van Cleef. Dal punto di vista strutturale i western di Leone dovevano molto a quelli classici americani, ma anche ai film giapponesi di samurai di Akira Kurosawa. Il tocco ironico di Leone ne fece tuttavia un prodotto assolutamente originale che, anzi, divenne ben presto imitato su entrambe le sponde dell'Atlantico e gli diede fama internazionale (leggi l'intervista>>). Altrettanto famose sono alcune colonne sonore (ascolta>>) dei suoi film composte da Ennio Morricone.


(foto da internet)

Vi offriamo alcune informazioni sui film di Sergio Leone che verranno proiettati durante il Festival di Cinema Jove:


1. Il colosso di Rodi (scheda>>).


2. Per un pugno di dollari (scheda>>/spezzone>>).


3. Per qualche dollaro in piú (scheda>>/spezzone>>).


4. Gli ultimi giorni di Pompei (scheda>>).



Buon divertimento!




venerdì 15 giugno 2007

La casta

(Foto da Internet)

Gian Antonio Stella (coadiuvato in questo libro dal giornalista economico Sergio Rizzo) mette nero su bianco numeri e dati inconfutabili sul “malessere” della politica italiana, sugli sprechi e sullo sperpero del denaro pubblico. La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili non è solo un caso editoriale, visto che a pochi giorni dalla sua uscita, è diventato un best-seller; il libro sta diventando anche un caso sociale e politico.
Il reportage denuncia come una certa politica, o meglio la sua caricatura ingorda, sia diventata un'oligarchia insaziabile e abbia coinvolto l'intera società italiana. Storie assurde, numeri da bancarotta, nonché aneddoti spassosi: un dossier impressionante, ricchissimo di notizie inedite, che scottano. Le auto blu dilagano, gli stipendi prevedono cifre da capogiro, gli organici sono così numerosi che sembrano quelli di una grande, anzi grandissima, nazione.
Ed ecco che le perplessità dei cittadini diventano sempre più forti. Dall’analisi emerge che la situazione era ben diversa, in un passato non tanto lontano, ovvero prima degli anni Ottanta, quando la sobrietà, o, in alcuni casi, addirittura, la tirchieria, erano la regola dei parlamentari e dei governanti. Gli autori cercano di analizzare quanto sia stata dannosa la politica degli anni Ottanta- anni dell’apparenza che vinceva sulla forma- per l’economia nazionale che ha visto il debito pubblico crescere in maniera esponenziale e le casse dello Stato svuotarsi spaventosamente, tanto che oggi c’è un debito superiore ad ogni Paese europeo e la Legge Finanziaria ha chiesto ai cittadini pesanti sacrifici per cercare di ristabilire un po’ di ordine, almeno nei conti?
Se molti inglesi si lamentano delle spese della Corona, che cosa dovrebbero fare gli italiani, dato che gli innumerevoli costi della Presidenza della Repubblica sono tanto, ma proprio tanto, superiori a quelli della monarchia inglese? Senza assumere un atteggiamento qualunquistico, Stella fa dei distinguo, continua a sottolineare che certamente non tutti i politici sperperano i soldi, anzi, molti ci rimettono di tasca loro, eppure… eppure non sono in grado di fermare, o di battersi per fermare, l’emorragia del denaro pubblico. Le tabelle che chiudono il libro rappresentano lo “scandalo” della cattiva amministrazione, e il confronto con tanti altri paesi, europei e no, ci fa sentire vergognosamente incapaci di uscire dalla cultura dello sperpero e dell’arroganza.
E poi ci chiediamo perché la politica è in crisi e tanto lontana dai cittadini!
Sarà questo uno stimolo affinché la classe dirigente possa dire basta?
I fantasmi del passato ritornano, ma ci si domanda, se siamo al punto di non ritorno, in che cosa potrà consistere la svolta? Se precedentemente l’onda anomala ha portato la Lega, ha esaltato e osannato il giudice Di Pietro e ci ha castigato con Berlusconi, adesso che cosa potrà succedere?

giovedì 14 giugno 2007

Versione originale o fanfic?

(Francisca Solar, foto da Astrolabio)

Siete fan di Harry Potter ma non vi è piaciuto molto l'ultimo libro della serie? E allora riscrivetelo voi! Potreste avere la stessa fortuna di Francisca Solar, autrice della fanfic Il declino degli Alti Elfi, diventata famosissima fra gli internauti di tutto il mondo.

Ma chi sarebbe questa ragazza? Lei si presenta così:

Mi chiamo Francisca Solar, ho ventiquattro anni e sono cilena. Frances Káesar è il mio pseudonimo, che poi sarebbe un anagramma del mio vero nome. Sono giornalista e scrittrice e il prossimo anno vorrei studiare Criminologia.

(Foto da Internet)

Francisca legge Harry Potter e l'ordine della Fenice (vedi trailer del film>>) a 21 anni: "Lo lessi in 19 ore- racconta la Solar- "Non dormii, non mangiai e... non mi piacque". Dopo aver riflettuto su tutti quelli che, per lei, erano i difetti del libro, la giornalista decide quindi di scrivere una versione che li corregga e che proietti la storia oltre il punto i cui J.K.Rowling è arrivata a narrare le imprese del famoso mago. Pubblicato on line a episodi a partire dal giugno 2004, questo libro ha subito attirato l'attenzione della Random House Mondadori. Questa casa editrice, inizialmente, aveva progettato di pubblicare 'Harry Potter y el ocaso de los altos elfos' su carta; poi, realizza che le implicazioni in termini di diritto d'autore non l'avrebbero mai consentito (a meno di cambiare i nomi, i luoghi e gli aspetti del romanzo immediatamente riconducibili alla saga di Harry Potter), e vi rinuncia, raccomandando però a Solar di sottoporgli qualsiasi altro lavoro non derivativo che la giovane dovesse scrivere in futuro. Questo lavoro, La Séptima M, verrà presentato il prossimo 6 ottobre alla Fiera del Libro di Francoforte.

Avevate già sentito parlare del fenomeno fanfiction? Cosa ne pensate?


mercoledì 13 giugno 2007

Il meme di Lu


(foto da internet)

Lourdes Doménech (Lu) ci ha girato un meme. E, come abbiamo detto tempo fa, per un blogger un meme è sacro. Chi è Lourdes Doménech, direte voi? Ebbene, è una collega bravissima che insegna lingua e letteratura spagnola a Blanes (Girona) che abbiamo avuto il piacere di conoscere a Barcellona durante l'incontro organizzato dall'Associazione Espiral l'8 e il 9 giugno scorsi.

A Barcellona abbiamo rivisto con piacere i vecchi amici Felipe e Sergi e abbiamo iniziato ad assegnare un volto ai colleghi che sinora conoscevamo solo via mail: Juanmi, Isidro...

E poi tutti gli altri, in una giornata piene di cose nuove, di idee, di chiacchiere da caffè, di chiacchiere a tavolino, di affetto, di voglia di star insieme e di condividere le nostre esperienze.
In questo contesto abbiamo conosciuto Lourdes, Bea, Mar, Tiscar, Paco, Xavier, Antonio, e tanti altri.
Sabato pomeriggio abbiamo ricevuto il premio Espiral 2007 in una cerimonia divertentissima che sembrava tratta da un film dei fratelli Marx.
Di ritorno a casa abbiamo ricevuto il meme di Lourdes che dice così (la traduzione è nostra):

Immagina che un collega, che insegna la tua stessa materia e che vuol lavorare con le TIC il prossimo anno scolastico, ti si avvicina -sa che tu hai un blog- per chiederti dei consigli. Che cosa gli diresti? Quali sarebbero i punti su cui costruiresti il tuo ragionamento affinché il tuo collega possa iniziare ad introdurre le TIC?



Ecco la nostra risposta:

Le TIC servono a


a) creare un nuovo rapporto docente/discente; b) fomentare il sapere collettivo che permette d'imparare (nel nostro caso una L2) in maniera diversa; c) creare un oggetto (o vari oggetti) di desiderio (blog, wiki, riviste online, ecc.); d) creare un vero desiderio e cioè un desiderio condiviso da altri (Deleuze dixit).

Il meme in questione noi lo giriamo a:

Paolo Gimmelli di Italiano, Toni Navarro di Ámbit Lingüístic, Giovanna Tonzanu e Denis Zamaro di Obló(g), Pilar Codonyer di Una finestra sull'Italia, Xelo Gómez di Nonsolingua, Ángels Bargalló di Italiano per tutti, Montse Bernàcer e Alfredo Juan di Magnablog, Felipe Zayas di Darle a la lengua, Ana Ovando di Voces griegas (desde Benicàssim), Sergi Mestre e Paco Rambla di Biogeo, Josep Lluís Guasch di Educació Ambiental Castelló, e last but not least, Antonio Solano di Re(paso) de lengua.

Non siamo mica pochi, no? Come arricchireste questo meme?

martedì 12 giugno 2007

E la Ducati vola...

(Foto da Internet)

I giornali e i telegiornali, da domenica, bombardano con lo sport: una primavera-estate bizzarra e anomala che domenica, per coloro che sono rimasti a casa, ha offerto una giornata pazza pazza pazza dedicata allo sport.
Certo, per quanto riguarda lo sport ci sono tre categorie di persone: i disinteressati, i dilettanti, e gli amanti dello sport visto in televisione. Ebbene, per i pantofolai di domenica scorsa è stato un giorno molto impegnato. Senza alcun bisogno di parabolica, ci sono stati tre appuntamenti importanti: Gran Premio di Montmeló (Motociclismo), finale del Roland Garros e Formula 1 in Canada. Il motociclismo di mattina, Nadal e Federer, come al solito, ci hanno impiegato un po’ più di tre 3 ore per proclamare il vincitore e dopo, in tardo pomeriggio, la folle corsa che, questa volta, ha coronato Hamilton. Insomma circa 10 ore in cui (coloro della terza categoria) sono rimasti incollati di fronte agli schermi. E per la prima volta il calcio non l’ha fatta da padrone: nel campionato italiano è già tutto definito, e la Liga è una pura follia, con un presidente (del Real Madrid) che, sabato sera, ha fatto il giro del campo, da solo, senza aver vinto ancora niente.
Ma, tornando alle cose di casa nostra, la notizia sportiva della settimana riguarda il Motocilismo, in particolare la Ducati italiana. Le parole di Valentino Rossi, espresse all’inizio della competizione: «Sinceramente in tutta la mia carriera non ho mai corso con una moto che va così forte, tanto forte più delle altre», sono indicative. Rossi e Pedrosa a parte, la superiorità Ducati è impressionante, quasi incredibile per certi versi. E per la prima volta a memoria di aficionados al motociclismo, il che significa dai tempi della MvAgusta e Giacomo Agostini, i giapponesi sono alle corde. E cercano di capire come diavolo abbiano fatto i bolognesi a fare una moto così veloce.
Ebbene sì, le origini della Società Scientifica Radio Brevetti Ducati (questo era il nome originario della Società) risalgono al 4 luglio 1926 e vanno cercate in un piccolo quartiere di Bologna.
Adesso, le vecchie generazioni stanno rivivendo i fasti di un’epoca che sembrava scomparsa, mentre le nuove scoprono quanto vasta, ricca e importante sia la storia della Ducati. Eccola, la moto che Casey Stoner fa tremare è italiana, e, ci scusi The Doctor, ci fa piacere. Dopo tutto si tratta di una storia di casa nostra.
Ormai, al posto della partita di pallone, le signore si dovranno rassegnare con la televisione!

lunedì 11 giugno 2007

Capolavori da scoprire

Guido Reni, San Matteo e l'angelo, 1635

È iniziata l'8 giugno la terza edizione di “Capolavori da scoprire”: tre grandi famiglie romane, i Diaz della Vittoria Pallavicino, i Patrizi Montoro e i Colonna, aprono le porte dei loro palazzi al pubblico per mostrare per la prima volta i loro musei privati. Un’occasione per ammirare opere straordinarie di artisti inimitabili e per apprezzare il contributo del grande mecenatismo all’arte e alla cultura mondiale.

Guercino, Sibilla Persica, 1647

L'edizione di quest'anno prevede tre mostre che si terranno nei rispettivi palazzi, a distanza di una settimana l'una dall'altra, e che riguarderanno dei quadri inediti di due esponenti della cosiddetta "scuola bolognese": Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, e Guido Reni.

Un dato interessante è che le visite avvengono a titolo gratuito, a differenza di quanto succede in Inghilterra, dove i nobili aprono le loro residenze a pagamento.


Guido Reni, Aurora conduce il carro di Apollo, 1613

Nel 2005 sono state esposte quarantatré vedute di Gaspar van Wittel, uno dei nuclei più consistenti in mani della famiglia Colonna, una Annunciazione, opera inedita di Filippo Lippi a Palazzo Doria Pamphilj, e La Derelitta del Botticelli nel Casino dell’Aurora Pallavicini. La manifestazione ha riscosso un enorme successo di pubblico, raggiungendo complessivamente le 20.000 presenze.

Nel 2006, durante i dieci giorni di apertura gratuita al pubblico delle due esposizioni in programma, sono stati oltre 40.000 i visitatori che hanno ammirato nel Casino dell’Aurora Pallavicini I dodici Apostoli e il Cristo di Rubens e La conversione di Saulo di Caravaggio nell’Archivio di Palazzo Odescalchi.



domenica 10 giugno 2007

E tu che animale sei?


(foto da internet)

Si è celebrata, in questi giorni, una specie di festa della Repubblica della natura: una sorta di affermazione naturalistica di un paese che è ai primi posti in Europa per biodiversità. Grazie all'iniziativa promossa dal Ministero dell'Ambiente e Federparchi il 2 giugno è, da quest'anno, la giornata porte aperte dei Parchi e delle aree marine protette d'Italia. Il maggior numero di visitatori è stato registrato al Parco Nazionale d'Abruzzo, dove sono state organizzate escursioni sulle tracce di specie protette quali l'orso marsicano e il lupo dell'Appennino. Ma ovunque si sono moltiplicate le iniziative che intrecciano la scoperta naturalistica col patrimonio culturale del territorio: accesso gratuito a musei, castelli, rocche, monasteri e ville storiche dove poter imparare ad osservare la natura, ma anche a conoscere l'economia rurale e ad assaggiare i prodotti tipici.


(foto da internet)


Nell'ambito di queste interessanti attività, la sezione italiana del Wwf e il quotidiano La Repubblica, hanno creato il primo test-bestiario.
Si dice in italiano sei magro come una lucertola, o sei chiuso come un riccio; modi di dire che ci ricollegano alla ricchissima diversità biologica del nostro Paese. L'iniziativa ha tentato di dar voce alle piccole forme di vita: fiori, insetti, anfibi, rettili, dai quali attingiamo spesso -linguisticamente- per definire il nostro comportamento al lavoro o nella vita privata. Vi invitiamo a scoprire a quale piccolo animale siete più vicini.

Il test è strutturato su 5 voci:


a) AMORE ; b) LAVORO; c) FAMIGLIA ; d) CASA; e) TAVOLA


Buon divertimento!