domenica 29 aprile 2007

Bzzpek













(Foto da Bzzpeek)


Come dicevamo alcuni post fa, gli animali si esprimono in lingue diverse, in relazione al loro paese d'origine. Anche il rumore dei mezzi di locomozione cambia da paese a paese.

Non ci credete?

E allora visitate questo curioso sito e ascoltateli!

Se volete colorare qualche "animale", cliccate qui e se volete controllare le vostre conoscenze in modo divertente, questo è il gioco che fa per voi.


sabato 28 aprile 2007

Whisky, Soda e Rock & Roll



(Foto da Internet)



La lingua è sempre un argomento di interesse: alcuni giorni fa il blog Una Finestra sull’Italia ricordava la babele di dialetti che è la penisola, ricordando come una buona parte degli italiani propendesse per il dialetto al momento della comunicazione. Oblò(g) e Magnablog, invece, sottolineavano come l’italiano, prima lingua solo degli emigranti, si stia prendendo una rivincita e sia in crescita costante nelle Università americane.
Italia e italiani a parte, oggi, noi chiodini, vogliamo riflettere su alcune parole che sono state prestate all’Italia da sua maestà la Lingua Inglese. Le parole sono fatte per essere capite è vero, così come è vero che nell’uso quotidiano si tende a semplificare il messaggio in nome della comunicazione. Scompaiono migliaia di parole, scalzate da inglesismi o americanismi, da termini del linguaggio informatico e tecnologico, dalla cultura del "blog" e del "sms", del "chat" e del "messenger".

In Spagna, per celebrare la giornata del libro, Zapatero, su iniziativa della Escuela de escritores e della Escola d'Escriptura del Ateneo de Barcelona, fa scattare l’operazione salvataggio: questa volta sarà proprio Internet a riscattare dall’oblìo i termini castigliani caduti in disuso. E mentre a San Millán de la Cogolla studiosi e addetti ai lavori della lingua castigliana si riuniscono per analizzare l’uso dei termini utilizzati soprattutto dal linguaggio televisivo e cercare di sbrogliare la matassa, l’Italia, ancora una volta si rivela una Babele, e adotta parole che, probabilmente, non sono poi tanto chiare a tutta la popolazione. La lingua delle tre corone sta subendo un vero e proprio terremoto!
Guardate un po’ queste frasi:

1. Il prossimo week-end andremo negli States: lascio i bambini con la babysitter e mia madre con la colf. Abbiamo trovato posto in un volo low cost con la chance di fare il check-in on-line in un qualsiasi computer dell’aeroporto o chiamando il call-center. Poi una hostess o uno stewart ci daranno la boarding-card e ci informeranno da quale gate ci imbarcheremo.


2.Il team italiano ha deciso di prendersi un break: si sono presi un po’ di relax in compagnia di alcune teen-ager sexy, molte delle quali erano stagiste dei network internazionali .

3.Un vero e proprio shock: le new, almeno secondo gli ultimi exit poll, danno Nicolas Sarkozy in vantaggio su Ségolène Royal. I media hanno intervistato il premier italiano per analizzare la situation.

4.Non ho con me il documento, ma se vuoi te lo mando per e-mail. Ti mando anche la url del website. Mi raccomando presta attenzione ai link! In attachment ti invio anche la foto. Per qualsiasi dubbio mandami un sms. Ci teniamo in contatto via chat!


5.L’ultimo workshop di design ha consacrato il made in Italy

Ancora il sogno americano! E adesso ascoltate la canzone di Renato Carosone Tu vuo’ fa l’americano: dal dialetto all’inglese e viceversa, l’italiano è un optional !!!

venerdì 27 aprile 2007

Nadia Zorzin


(foto: http://www.massaieveronesi.net)

Cari chiodini vicini e lontani, da tempo non parliamo di fumetti. Lo facciamo oggi per presentarvi il blog-pensiero di Nadia Zorzin.
La Zorzin ha trent'anni, è triestina e, per ora, fa la grafica pubblicitaria e l'illustratrice. Ha illustrato un libro di poesie (Traduzioni perdute di Luca Visentini) e vari racconti e riviste. Da alcuni anni disegna su dei moleskine -il famoso quadernetto di viaggio che l'accompagna nel percorso complesso della vita-, le cui pagine sono diventate dei post illustrati nel suo blog: Solo in linea.

Nadia Zorzin ha raccontato il rumore della vita moderna, poetando e disegnando attorno a cellulari, computer, case, macchine e animali. I suoi disegni girano attorno ad una linea immaginaria in cui la partenza e l'arrivo possono (r)incontrarsi.

In uno dei suoi post illustrati -dei veri e propri spaccati di vita veramente affascinanti- si può leggere: "Mi_ricordo_che_ridere_non_è_mai_stato_uno_sforzo_mi_riusciva_semplice_ e_poi_così_piacevo_a_tutti".

Il pensiero-disegno della Zorzin può essere racchiuso in questa sua dichiarazione: «Non mi piace che le cose ammuffiscano nel cassetto. Preferisco farle incontrare ad altre forme che le rafforzino, piuttosto che isolarle».


Fateci sapere se vi piacciono i suoi disegni!




giovedì 26 aprile 2007

Rock & Premi





















Il Centro Giacomo Leopardi di Valencia ha il piacere d'invitarvi alla conferenza

"Su la testa! 20 Anni di rock in Italia"

a cura del professor Angelo de Castro, venerdì 27 aprile, ore 19.00, Salò de Graus de la Facultat de Filologia de València, Avgda. Blasco Ibáñez, 32.

In attesa della conferenza, vi invitiamo ad ascoltare alcuni cantanti e gruppi rock italiani: Vasco Rossi (Senza parole) Ligabue (Tutti vogliono viaggiare in prima), Litfiba (Gioconda), Bluvertigo (L'assenzio), Subsonica (Abitudine), Carmen Consoli (In bianco e nero), Gianna Nannini (Meravigliosa creatura).

Vi auguriamo un buon ascolto!


E adesso passiamo alla seconda parte del post: i premi dei concorsi a cui hanno partecipato i nostri allievi.

Finalmente abbiamo il nome dei vincitori dei webquest, del concorso di didascalie di Grapheine e del concorso "Microcuentos" organizzato dalla EOI di Sagunt in occasione della Festa del Libro:


Filomena Marturano

1º premio (50€): Pilar Puerto, 1ºA

2º premio (25€): Teresa Arrando, 4ºA

Donne in Nobel


1º premio (50€): Áurea Carrascón, 1ºA
2º premio (25€): Amparo Santaúrsula, 3ºA

Grapheine

1º premio (50€): Ramón Margaix, 2ºA
2º premio (25€): Adriana Creatore, 5ºA

Microcuentos

1º premio (60€): Amparo Grafià, 2ºA
2º premio (30€): Andrea Salotti, 1ºC

Complimenti a tutti i vincitori!

(Foto da Internet)

mercoledì 25 aprile 2007

La festa della Liberazione


(Foto da Internet)
Oggi, 25 Aprile o Festa della Liberazione”, l'Italia ricorda la liberazione dal nazifascismo, dalla dittatura, dalla guerra e commemora la vittoria dei partigiani antifascisti che, scesi dai monti, cominciarono a prendere possesso delle principali città.
I Partigiani erano uomini, donne, ragazzi, soldati, sacerdoti, lavoratori, operai, contadini, socialisti, cattolici, comunisti: insomma, gente di diverse idee politiche o fede religiosa, e di diverse classi sociali. E il 25 aprile del 1945 il Comitato di Liberazione nazionale lanciava la parola d’ordine dell’insurrezione: Milano e le altre grandi città del Nord si liberavano dai tedeschi e dai nazisti mentre le truppe degli alleati americani e inglesi risalivano l’Italia, che riconquistava la libertà e la democrazia.
L'esercito partigiano operava nel Nord, vecchio teatro d'azione delle frazioni più avanzate della borghesia e soprattutto del movimento operaio e contadino che aveva guerreggiato già apertamente con lo squadrismo agrario e fascista. In Italia, probabilmente più che altrove, grandi sono le differenze fra Nord e Sud, città e campagne, uomini e donne. La lotta armata, perciò, avrà come teatro principale l'Italia del Nord, e mobiliterà gli operai agricoli della Valle Padana e i lavoratori dei centri industriali come leva per l'insurrezione e per la mobilitazione sociale. Ma anche nel Sud ci sono avvenimenti che indicano il cambio dei tempi: in Calabria i braccianti e i contadini del Marchesato di Crotone insorgono fin dal settembre del 1943, occupando i feudi dei baroni locali. Anche Napoli si ribella contro i nazisti in un moto dal basso, ad opera del popolo, tra lo spontaneo e l’organizzato, e sarà la prima città italiana a liberarsi dai tedeschi, ormai in ritirata.

In ricordo di questo momento storico così importante per la storia d'Italia, vi proponiamo Bella Ciao, canzone simbolo della Resistenza. Buon ascolto!

martedì 24 aprile 2007

NUVOLE


Vi piacerebbe volare fra le nuvole e ammirare da vicino quello che vedono gli uccelli in cielo?

E allora, benvenuti a CLOUD.



In questo videogioco vivrete nel sogno di un bambino dai capelli blu che sembra uscito da un poetico cartone animato giapponese. Volerete e giocherete con le nuvole, raggruppandole e creando forme. Andando avanti nei livelli, userete le vostre nuvole bianche per pulire l’aria dall'inquinamento, scatenando dei temporali.



Nato da un progetto universitario degli studenti della Division of Interactive Media della prestigiosa Scuola di Cinema e Televisione dell’Università della California del Sud, Cloud è gioco educativo ed esperienza ecologista allo stesso tempo.



È completamente gratuito, dato che si tratta di un progetto universitario, per cui non è pericoloso installarlo, anche se in questo momento è disponibile solo per sistemi Windows.

Dedicato a chi ama i cieli limpidi e le bianche nubi.

(Foto da Internet)


lunedì 23 aprile 2007

Sant Jordi (festa del libro e delle rose)

(foto: alunni della scuola elementare di Monistrol de Calders)




Cari lettori, ricordate una vecchia canzone di Serrat che diceva: "I per Sant Jordi ell li compra una rosa, embolicada amb paper de plata..."? (ascoltate>>).

Oggi è San Jordi (San Giorgio), la festa del libro e delle rose. In Catalogna si tiene, da più di ottant'anni, una festa bellissima: in questa ricorrenza i catalani si scambiano libri e rose, simboli della cultura e della bellezza, d'intelligenza e di affetto.

Da tre anni, a Milano, questa tradizione è stata importata dall’agenzia Amat Comunicazione.
Le vie pedonali del quartiere Brera si animano con bancarelle di libri e chioschi di rose per permettere ai passanti di compiere un rituale che prevede, in questo speciale giorno di primavera, che gli uomini regalino alle donne una rosa e le donne ricambino o anticipino il dono con un libro.

Perché San Giorgio, i libri e le rose? I Catalani onorano il libro il 23 aprile perché in quello stesso giorno ricorrono la morte di Cervantes, quella di Shakespeare e l’onomastico di san Giorgio, il santo guerriero che, dopo aver sconfitto il drago, colse una rosa dal cespuglio di rose germogliato dal sangue del mostro, per donarla a Sabra, la Principessa liberata.


(foto da internet)

Si dice che il giorno di San Giorgio sia testimone della nascita di nuovi amori, ma è il desiderio di celebrare in modo intrigante e coinvolgente la passione per i libri e la lettura il sentimento protagonista di questa tradizione. La Festa di San Giorgio nacque a Barcellona nel 1926 su idea di un editore valenzano (Vicent Clavel i Andrés) e si ripete da allora ogni anno con immutata magia. Il 23 aprile la città si sveglia con un profumo diverso, quello di rose appena colte e ancora bagnate di rugiada. E’ primavera, l'aria è tiepida e frizzante e c’è nell'ambiente quel modo particolarissimo di onorare il libro.

Bella ci sembra l'idea di questa unione rituale: la conoscenza (il libro) con l'estetica (la rosa), con la leggenda religiosa (San Giorgio che uccide il drago). La liturgia è semplice: regalare libri e offrire rose. Per un giorno la letteratura invade le strade, le librerie si trasferiscono all'esterno, gli editori presentano le ultima novità, gli autori firmano centinaia di migliaia di copie.

Chiunque abbia partecipato a quella festa ne è rimasto rapito. E’ successo anche a Ludovica Amat, di origine catalana, che ha deciso di importare la festa a Milano.
Le prime due edizioni dell'evento hanno infatti registrato un’incredibile affluenza di pubblico, entusiasta e coinvolto, oltre che dagli acquisti di libri e rose, anche dalle presentazioni delle novità editoriali.
Cari chiodini, vi invitiamo a partecipare alle attività che la nostra scuola ha organizzato per celebrare la Festa del libro (vedi programma>>), e in special modo allo spettacolo "Romeo y Julieta" che l'attore valenzano Valentí Pinyot rappresenterà, alle 19.15, nell'aula multiuso dell'IES Camp de Morvedre (è il liceo che si trova accanto alla EOI).
Per chiudere vi offriamo un video in catalano molto originale, girato in occasione della Festa del libro del 2003: Cuina per lletraferits, e siccome non possiamo regalarvi una rosa, vi regaliamo un link di un sito nel quale troverete delle rose virtuali da donare ai vostri cari.


Buon divertimento! Fateci sapere quali libri vi hanno regalato (e quali avete regalato)!



P.s.
riceviamo, e volentieri pubblichiamo, un messaggio di saluto che la scrittrice Rossana Campo ci ha inviato per l'occasione:
ESCUELA OFICIAL DE IDIOMAS DE SAGUNTO. Dipartimento di Italiano.
Carissimi tutti, vi mando un saluto e un buon Sant Jordi. L'unico santo che ci piace. Mi raccomando, ricordatevi che nella vita finché vi resta un libro da leggere, qualcosa di buono da ascoltare e un bicchiere da tirare giù niente è perduto! Baci & abbracci al caro Miguel e a tutti voi.
Rossana Campo

domenica 22 aprile 2007

E il Limbo scomparve...


(Foto da Internet)


Come cambierà la lettura de La Divina Commedia adesso che il Limbo non esiste più?
Nella visione medievale di Dante, il Limbo è un luogo buio e nebbioso. Il primo cerchio dell'Inferno, descritto nel quarto canto della Divina Commedia, è un mondo di rimpianto, nel quale l'unica punizione è non poter giungere alla contemplazione di Dio. ”Quivi, secondo che per ascoltare, / non avea pianto mai che di sospiri, / che l'aura etterna facevan tremare; / ciò avvenia di duol sanza martìri / ch'avean le turbe, ch'eran molte e grandi, / d'infanti e di femmine e di viri”. Bambini non battezzati, ma anche moltissime persone virtuose vissute prima della nascita di Gesù o che non hanno accolto il suo messaggio, come lo stesso Virgilio. Nelle anime che popolano il Limbo dantesco ci sono i grandi dell'antichità: dai Patriarchi del Vecchio Testamento a poeti quali Omero, Orazio, Lucano e lo stesso Virgilio, così come Socrate e Platone, riuniti tutti in un castello circondato da sette mura e un fiumicello. Dante chiede a Virgilio, la sua guida, se mai nessuno è uscito da lì per merito suo o di altri. In un'occasione, risponde il poeta mantovano, è accaduto: poco dopo il suo arrivo nel Limbo, “un Possente, con segno di vittoria coronato” (ovvero Gesù,) scese nel primo cerchio dell'Inferno per portare con sé al cospetto di Dio le prime anime salvate.
Duemila anni più tardi, per decisione della Chiesa cattolica, le porte del Purgatorio e quelle del Paradiso si sono aperte di nuovo per accogliere molte di queste anime che fino a pochi giorni fa non avevano nessuna speranza. “Dio può sempre dare la grazia del battesimo anche senza che sia conferito il sacramento, e questo va considerato in particolare quando il conferimento del battesimo fosse impossibile”. Lo afferma un documento della Commissione Teologica Internazionale approvato da Papa Ratzinger, il quale sembrerebbe non esitare a fare modifiche perfino alla Divina Commedia. Forse conviene rileggere i vecchi esemplari, prima che sia troppo tardi...

sabato 21 aprile 2007

Mio fratello è figlio unico

Provate a incrociare l'epoca e i temi de La meglio gioventù - gli anni Sessanta e Settanta, due fratelli che si ritrovano su opposte barricate esistenziali e politiche - con la leggerezza e il disincanto della migliore commedia all'italiana. Mescolate bene i due elementi, spruzzateci su lo stile ironico e vitalistico del regista Daniele Luchetti, aggiungete un bel cast capitanato dal divo sfonda-botteghini, Riccardo Scamarcio, e dal talentuoso emergente del momento, Elio Germano. Mettete come ciliegina sulla torta un titolo accattivante, che è quello di un brano cult di Rino Gaetano... ed ecco a voi Mio fratello è figlio unico, dal 20 aprile nelle nostre sale (leggi l'articolo>>).


Dopo i bellissimi La scuola e Il portaborse, arriva nelle sale il nuovo film di Daniele Luchetti: più di dieci anni di storia italiana, dai primi anni Sessanta a metà dei Settanta, ripercorsi attraverso il rapporto contrastato e violento di due ragazzi di Latina. A partire dal romanzo di Antonio Pennacchi, Il fasciocomunista, il regista compone il ritratto di un neofascista che diventa picchiatore di destra per carenza d'affetto e considerazione.

(Foto da Internet)

venerdì 20 aprile 2007

Calma piatta a Valencia

(Foto da Internet)


Niente vento, rinviato ancora il debutto dell'America's cup. E' tutto pronto: Valencia freme, non vede l’ora che prenda l’avvio la tanto acclamata competizione. In realtà doveva cominciare lunedì la corsa verso la Coppa America, per la prima volta in Europa dopo 31 edizioni disputate in soli tre Paesi (Usa, Australia e Nuova Zelanda) e cinque città (New York, Newport, Fremantle, San Diego, Auckland). Ma la brezza nel golfo di Valencia oscilla fra i 2 e i 3 nodi, contro i 7 necessari per permettere alla giuria di dare il via alle regate di match race.

La 32ma edizione di Coppa è la più internazionale nella storia dell’evento, con 12 team rappresentanti 10 paesi e cinque continenti. Quando Alinghi ha vinto la 31ma America’s Cup ad Auckland, diventando Defender, ha deciso di eliminare le regole di nazionalità, permettendo a tutti i team di assumere le migliori persone disponibili sul mercato, indipendentemente dal loro passaporto. L’Italia ha una lunga e appassionata relazione con l’America’s cup, infatti tra gli 11 challenger in gara, tre sono italiani: Luna Rossa Challenge, Mascalzone Latino Capitalia Team e +39 Challenge.

America’s cup, Louis Vuitton Cup, sono espressioni all'ordine del giorno, diventate di uso comune, ma fino a poco tempo fa a molti di noi non passava nemmeno per l'anticamera del cervello preoccuparsi del significato. La vela è adesso di moda, ma, nonostante l’America’s cup sia una delle competizioni più antiche del mondo, lo sport nautico è sempre stato considerato elitario, e non alla portata di tutti. Ormai anche noi ci siamo arresi all'evidenza e vi invitiamo a cimentarvi con la vela, partendo proprio dal lessico.

Buon divertimento!

giovedì 19 aprile 2007

Un principe chiamato Totò


In occasione dei quarant’anni dalla
scomparsa (15 aprile 1967), la Festa del Cinema di Roma ha voluto rendere omaggio a Totò con la mostra “Un principe chiamato Totò”. La prossima edizione della Festa Internazionale, che avrà luogo dal 18 al 27 ottobre 2007, dedicherà una retrospettiva speciale al principe Antonio de Curtis di Bisanzio.



La mostra, curata da Diana de Curtis, nipote dell’artista, e da Gianni Lichetta, ripercorre secondo un criterio cronologico l’itinerario artistico e vitale dell'attore napoletano.

Liliana de Curtis descrive così la mostra dedicata a suo padre:

Una mostra per dar voce a lui, Totò, e per ascoltare le voci che hanno riempito la sua vita, le voci e le testimonianze colme di emozione di chi lo ha conosciuto come uomo o di chi soltanto ne conosce le vesti di attore (...) Un atto d'amore, verso mio padre, verso Totò, verso i suoi amici e verso i suoi ammiratori.


In mostra i contratti, gli autografi, le lettere d'amore, il vestiario di scena, le locandine di film, gli album di foto, i documenti, le targhe ed i premi, i manoscritti delle canzoni e delle poesie, le foto - anche quelle meno viste – dell’artista. Il percorso si articola in 16 sezioni, tre delle quali raccontano rispettivamente: Totò attraverso il tratto grafico di Federico Fellini; Totò e Pier Paolo Pasolini; Totò ed il grande amico Aldo Fabrizi.

Vi proponiamo la visione di alcuni spezzoni di film protagonizzati dal grande Totò:

Uccellacci e uccellini, Dov’è la libertà, Totò contro i quattro, Chi si ferma è perduto, Siamo uomini o caporali?, Totò, Peppino e i fuorilegge, La banda degli onesti, Miseria e nobiltà, Totò, Peppino e la malafemmina, Totò, lascia o raddoppia?

Buon divertimento!


mercoledì 18 aprile 2007

Tv, radio e tic (attorno al Cefire di Sagunt)





(foto da internet)

Ieri il nostro dipartimento ha iniziato la collaborazione annuale con il Cefire di Sagunt che, puntualmente, prevede l'inizio, nel mese d'aprile, del corso Italiano per principianti.

Nella sessione di ieri, tenutasi nei locali del Liceo Camp de Morvedre di Sagunto, abbiamo parlato dell'utilità delle nuove tecnologie nelle lezioni di L2. Oltre all'importanza della posta elettronica, abbiamo affrontato il fenomeno dei blog in aula e delle risorse che internet offre agli insegnanti e agli studenti.

Per riprendere questo discorso, offriamo, agli iscritti al sopraccitato corso, e anche ai nostri lettori, alcune risorse che ci sembrano particolarmente interessanti.

La prima è la cosiddetta tv in streaming, un servizio che ci consente di vedere un gran numero di tv online, in moltissime lingue, o di vederla solo in italiano.

La seconda risorsa riguarda il fenomeno delle radio in internet. In questo termine-ombrello potrete trovare, per esempio, delle vere e proprie stazioni radiofoniche (vedi la voce "RADIO" nella sidebar del nostro blog), delle radio impostate su trasmissioni che hanno come obiettivo l'apprendimento dell'italiano (Ah, grazie Alberto per averci girato questo sito) e, per ultimo, delle radio-server che ci permettono di ascoltare dei brani musicali e di incollarli nei nostri blog (1>> e 2>>).


Buon divertimento!

martedì 17 aprile 2007

A Bologna ce n'è per tutti i gusti!


(Foto da Internet)
Per coloro che sono coscienti che l’Italia non è solo pizza, mafia e musica da mandolino, oggi vi invitiamo a visitare Bologna, una città effervescente. Bologna la dotta, la grassa, la rossa. Per gli amanti della cultura, Bologna la dotta, perché qui è stata fondata la prima università del mondo occidentale. Per i più golosi, Bologna la grassa, per la cucina tipica fatta di pasta fresca, salumi, formaggi, vino dei colli e tanto altro ancora. Infine, Bologna la rossa, perché da sempre legata al partito comunista, e persino, oggigiorno, con un sindaco sindacalista.
Ma, se vi annoia l'argomento politico e non avete voglia di approfondire la vita culturale, adesso Bologna è anche alla vanguardia nel campo musicale. E' la città dei My awesome mixtape, un gruppo definito una delle cose più entusiasmanti uscite di recente nel belpaese. Nonostante sia un progetto nuovissimo, chi li ha visti dal vivo garantisce che già spaccano: sono dei veri nerd con l'attitudine per il dancefloor e il pallino per l'elettronica di stampo nord-europeo. La band non canta in italiano, ma noi, comunque, vi proponiamo un assaggio di coloro che sono tra i più chiacchierati dai blogger italiani negli ultimi mesi.
C'è chi dice: segnatevi questo nome!

lunedì 16 aprile 2007

La polenta

(Foto da Internet)

La storia della polenta è molto antica e già nell’epoca romana era chiamata con un nome molto simile all’attuale: pultem. Ciò viene testimoniato da Marco Apicio nel suo De Re Coquinaria dove distingue la puls punica, fatta con farina, formaggio fresco, miele e uova, dalle pultes julianae, le polente friulane e venete con la spelta o il panico, con l’aggiunta di olio o latte, formaggio e sughi di carne. Ma fu solo dopo la scoperta dell’America e quindi del mais che il biniomio polenta e mais divenne indissolubile.

Il nuovo cereale, chiamato granoturco a causa del fatto che nel primo ‘500 tutto ciò che era straniero veniva definito “turco”, risolse i problemi di fame e miseria che subiva il Friuli Venezia Giulia.




(Foto da Internet)

Ben presto la polenta diventò il piatto preferito non solo nel Friuli e nel Veneto, ma anche in tutta l'Italia settentrionale e risolse enormi problemi alimentari della popolazione povera, tanto che l'eccessivo ed esclusivo consumo di questo cibo portò in Europa la pellagra.

Per fortuna oggi questo pericolo è scongiurato, grazie ad un’alimentazione moderna ed equilibrata, e la polenta non solo continua ad occupare un posto di rilievo nella gastronomia italiana ma è molto apprezzata anche all'estero, dove è considerata una vera prelibatezza.



domenica 15 aprile 2007

Primo Levi: il dovere della verità e della memoria


(foto da internet)

Voi che vivete sicuri/nelle vostre tiepide case,/voi che trovate tornando a sera/il cibo caldo e visi amici :/considerate se questo è un uomo/che lavora nel fango/che non conosce Pace/che lotta per mezzo pane/che muore per un sí o per un no.
Abbiamo scelto questo brano, con il quale Primo Levi iniziò l'avantesto a Se questo è un uomo, come testimonianza della sua urgente necessità di raccontare l'atrocità e l'inferno dei campi di concentramento nazisti.

In questi giorni si commemora l'anniversario della morte dello scrittore piemontese.

Primo Levi Primo Levi nacque a Torino nel 1919, e morì suicida, gettandosi dalle rampe della scala della sua abitazione, nel 1987. Laureato in chimica, venne deportato nei lager nazisti .
Esordì nel 1947 con Se questo è un uomo (edito da una piccola casa editrice poi scomparsa, la Francesco Da Silva), testimonianza della prigionia patita nei lager e della lotta per la sopravvivenza non solo fisica ma anche della propria dignità di uomo. Il libro-testimonianza, tra i migliori del genere grazie alla sua sobrietà stilistica, fu poi ripubblicato nel 1957 da Einaudi (che lo aveva in precedenza rifiutato) che sarà poi l'editore del resto dei libri di Levi.
La tregua (1963) dà una descrizione lenta e stupita del ritorno alla vita dopo quella atroce esperienza. I racconti di Storie naturali (1966), pubblicati, con lo pseudonimo di Damiano Malabaila, svolgono una critica alla società contemporanea, tra ironia e l'assurdo - la scelta dello pseudonimo derivava anche da questa diversità contenutistica e stilistica rispetto ai primi due libri pubblicati da Levi -. Il sistema periodico (1975) analizza la formazione morale di un giovane ebreo. La chiave a stella narra l'epopea della professionalità di un operaio come scelta di rigore morale. Levi è tornato ai temi della guerra e del mondo ebraico con Se non ora quando? (1982).
Ha pubblicato anche raccolte di poesie: Osteria di Brema (1975), Ad ora incerta (1984). Tra i saggi: L'altrui mestiere (1985) (vedi>>).
La scrittura di Primo Levi è sobrissima, priva assolutamente di retorica. Su essa influisce la formazione scientifica di Levi. Una scrittura non arida, vivissima per la capacità che ha di trasmettere il senso dei valori umani, la tragicità delle esperienze rese ancor più dirompenti proprio da quella sobrietà espressiva.

Lo ricordiamo, con grande affetto, con un bellissimo servizio che La Stampa ha dedicato alla sua memoria, con un suo testo inedito: Noi di Auschwizt, e con un'intervista molto interessante del 1970 (vedi>>).

sabato 14 aprile 2007

Valencia a Firenze

(Retablo de San Martín, Santa Úrsula y San Antón, Gonçal Peris Sarrià)

Valencia a Firenze” è il titolo di una mostra dedicata alla pittura a Valencia dal XIV al XVI secolo, allestita dal 4 marzo al 24 aprile nel Palazzo Medici Riccardi.

La rassegna, curata da José López Frechina, propone circa trenta opere pittoriche su tavola, provenienti perlopiù dal Museo delle Belle Arti di Valencia, eseguiti nel periodo che va dal Gotico Internazionale al primo Rinascimento.

(La última cena, Juan de Juanes)

Si tratta di dipinti che mettono in evidenza gli elementi italiani e fiamminghi nel ricco panorama pittorico di Valencia dalla fine del ‘300 alla metà del ‘500. Riconoscibili nei più antichi gli influssi senesi nelle tavole della fine del '300 e segni di maestri importanti come il fiorentino Gherardo Starnina, che visse a Valencia dal 1395 al 1401. La citta' ospitava in quel periodo una colonia di mercanti fiorentini, soprattutto di tessuti, e sono molte le analogie tra i modelli tessili ricorrenti nelle pitture toscane e valenciane di quell'epoca. Sono esposte importanti opere di artisti rappresentativi come Llorenç Saragossà, Gonçal Peris, Jaume Mateu, Joan Reixarch, Bartolomé Bermelo, il Maestro de Artés, Vicent Macip e suo figlio Joan de Joanes, nonché gli Hernandos, Fernando Llanos e Fernando Yánez, che lavorarono a Firenze accanto a Leonardo prima del loro soggiorno a Valencia per l’esecuzione dei dipinti del retablo maggiore della cattedrale.


(Entierro de San Esteban Mártir, Juan de Juanes)

Per l’occasione vengono esposte anche alcune opere italiane del Museo delle Belle Arti, come un’Incoronazione della Vergine del pittore del Maestro del San Pietro di San Simone, una Madonna con Bambino di Antoniazzo Romano, una Madonna col Bambino di Giovanni Pietro Rizzoli, alias il Giampetrino e una Madonna col Bambino di Andrea del Sarto.

La mostra rientra nel quadro dei 25 anni del gemellaggio fra la Provincia di Firenze e Valencia.

(Foto da Internet)


venerdì 13 aprile 2007

Originale Vegetable Orchestra


Noi il
pinzimonio lo mangiamo, ma c’è chi lo suona. Non ci credete? E allora forse dovreste assistere al concerto che si terrà a conclusione della Festa del Baratto, domenica 6 maggio al Teatro del parco di Mestre, nell'ambito della rassegna Fuori Contesto 2007, dove si esibirà una straordinaria band che per suonare usa solo verdura: la Vegetable Orchestra. Flauti-carote, nacchere-melanzane e l'unione di un peperone, un cetriolo e una carota diventa un atipico flauto.


L'orchestra viaggia senza strumenti perché li acquista la mattina nel mercato della città dove si esibirà. La verdura preferita da questi musicisti è quella non biologica, dalla quale, a quanto pare, si ottiene una migliore sonorità. Il pomeriggio è dedicato alla lavorazione degli strumenti che vengono scolpiti, tagliati e accordati affinché la sera, durante il concerto, suonino al meglio.

Tra i brani in repertorio canzoni dei Kraftwerk o addirittura la marcia di Radetzky. I generi vanno dalla house alla dance, passando per l'elettronica, il free jazz, il noise, il dub ma anche brani di musica classica. Il finale di serata coinvolge pubblico e artisti: la Vegetable Orchestra offrirà al suo pubblico una bella zuppa di verdure, perché anche il palato vuole la sua parte. Per ascoltare qualche brano della band, cliccate qui>>.

(Foto da Internet)

giovedì 12 aprile 2007

Piero della Francesca e le corti italiane

(La morte di Adamo, Piero della Francesca)

Sapevate che Piero della Francesca morì il 12 ottobre del 1492, il giorno in cui fu scoperta l’America? E avreste mai immaginato che questo grande e singolare pittore del Rinascimento italiano non fu mai pagato per il suo lavoro? Ritrasse tutti i potenti del ‘400, gli Este, i Malatesta, i Montefeltro, i Della Rovere, gli Sforza e accettava la loro ospitalità ma non i loro soldi, perché voleva sentirsi libero di consegnare in ritardo i propri lavori senza che nessuno potesse rimproverargli nulla.

Adesso è possibile ammirare da vicino alcune opere del geniale pittore dal 31 marzo al 22 luglio al Museo Statale di Arte Medioevale e Moderna di Arezzo e anche a Sansepolcro e a Monterchi.

Il titolo della mostra: PIERO DELLA FRANCESCA E LE CORTI ITALIANE.


mercoledì 11 aprile 2007

Così è (se vi pare)


(foto da internet)

Abbiamo il piacere di annunciarvi che, dal 10 al 15 aprile, avrà luogo, nel Teatre Principal di Valencia, la rappresentazione dell'opera teatrale Cosí è (se vi pare) (Así es, si así os parece) di Luigi Pirandello, con la regia di Miguel Narros.

La trama: il Signor Ponza, sua moglie e la suocera, la Signora Frola, si sono trasferiti, dopo un terremoto che ha sterminato la popolazione di un paesino della Marsica, dove vivevano, in una cittadina provinciale pettegola e morbosamente curiosa. Il comportamento dei tre forestieri è, a dir poco, strano: il Signor Ponza ha affittato un appartamentino all’ultimo piano di un caseggiato popolare per la moglie, che tiene chiusa a chiave, e un quartierino elegante per la suocera che egli va a trovare tutti i giorni. Questa abitazione è contigua a quella del Consigliere della cittadina e la gente (a cominciare dalla moglie e dalla figlia del Consigliere e dai loro amici e conoscenti) si chiede con curiosità esasperata come e perché la madre non possa andare liberamente a trovare la figlia, ma solo vederla da lontano, e perché quest’ultima non esca mai di casa. Dai vari dialoghi della commedia tra i curiosi, la signora Frola e il genero si delineano due possibilità: o lui è malato di mente, ossessionato dalla gelosia per la moglie, o la suocera è pazza e crede sua figlia la moglie del genero, mentre invece questa è solo la seconda moglie, essendo la prima morta. I pettegoli, ruotando intorno alla prefettura, vorrebbero vedere le carte, i certificati di morte e di matrimonio, ma i documenti ufficiali sono andati perduti nel terremoto e la verità non salta fuori. Unico tra tutti che non si unisce al coro dei pettegoli impiccioni è il fratello della moglie del Consigliere, Lamberto Laudisi, il solo che sa della relatività della realtà legata alle persone, al loro modo soggettivo di pensare e di comportarsi; Lamberto si diverte (e ci fa divertire) a stuzzicare i suoi stessi parenti e i loro ospiti, esasperando la loro ridicola pretesa di diritto a conoscere i fatti altrui. Ma alla fine la curiosità generale rimarrà insoddisfatta. Chiamata a rendere conto di chi essa veramente sia, la Signora Ponza, vestita di nero e velata dirà:

"Io sono sí la figlia della Signora Frola - e la seconda moglie del Signor Ponza –sí; e per me nessuna! Nessuna! Io sono colei che mi si crede".

Cosí termina la Parabola in tre atti di Luigi Pirandello in cui egli ha sapientemente e giocosamente sviluppato la sua tesi che la Verità, ogni Verità resta per l’uomo inconscibile, inafferrabile e che ci si deve accontentare di verità soggettive che mutano al mutare del punto di vista.
Da non perdere!

martedì 10 aprile 2007

Pasquetta: gita fuori porta


(Foto da Internet)

Ieri, Pasquetta, si sono concluse le festività pasquali: il lunedì dell’Angelo allunga le brevi vacanze di Pasqua, e la tradizione vuole che a Pasquetta si faccia una scampagnata all’aria aperta per godere dei primi profumi dell’aria primaverile.
Saranno stati circa 7 milioni gli italiani che hanno fatto una gita fuori porta nel giorno di Pasquetta. Le splendide giornate primaverili hanno invogliato gli amanti dello sci, nonché della tintarella primaverile d'alta quota; gli amanti del mare, invece, hanno optato per le spiagge: si sono prese d'assalto le isole, dalle Eolie a Capri, Ischia e Procida. Un altro milione e mezzo ancora hanno optato per una passeggiata ospitale e rilassante negli agriturismi. C’è poi chi ha scelto le mete d'arte: i Sassi di Matera e le città d’arte hanno registrato il tutto esaurito.
Dalla serata di ieri il rientro è previsto piuttosto faticoso, e la situazione traffico da ieri sera e per tutta la giornata di oggi è da bollino rosso.
Con la chiusura delle feste pasquali finisce anche la tregua nei trasporti e ricominciano gli scioperi.

Buon rientro a tutti!

domenica 8 aprile 2007

Buona Pasqua



(foto da internet)



Il nome Pasqua deriva dall'ebraico Pèsach (passaggio), parola accolta poi dai latino con il termine Pascha. Com'è noto, la data della Pasqua è "mobile". Agli albori dei Cristianesimo, la risurrezione era ricordata ogni domenica. Successivamente, la Chiesa cristiana decise di celebrarla soltanto una volta l'anno, ma parecchie correnti religiose dibatterono tra di loro per stabilire la data dell'evento. Le controversie ebbero termine con il concilio di Nicea dei 325 d.C., che affidò alla Chiesa di Alessandria d'Egitto il compito di decidere ogni anno la data. Come si calcola oggi la Pasqua? Partendo dalle norme dei concilio di Nicea, per le quali la Pasqua doveva cadere la domenica seguente la prima luna piena di primavera, oggi la data si calcola scientificamente, sulla base dell'equinozio di primavera e della prima luna piena. E' da notare come la data della Pasqua ortodossa non coincida con quella cattolica, perché la Chiesa ortodossa utilizza per il calcolo il calendario giuliano, anziché quello gregoriano. Pertanto, la Pasqua ortodossa cade circa una settimana dopo quella cattolica.


Negli ultimi giorni abbiamo parlato della tradizione delle uova di Pasqua. Oggi vorremmo parlarvi dei riti pasquali (leggi>>). Ne abbiamo scelto uno molto spettacolare che si tiene a Firenze: lo scoppio del carro. La domenica di Pasqua, il centro storico di Firenze accoglie il Corteo Storico, che parte dal deposito del Prato per raggiungere Piazza del Duomo. Un carro viene trasportato da buoi bianchi dal piazzale fino al duomo, tra esso e l’altare maggiore viene teso un filo di ferro su cui viene fatta scivolare una colombina con un ramoscello d’olivo nel becco, pronta a portare la miccia al carro per accenderne i fuochi.


Altre manifestazioni religiose si tengono un po' dappertutto il lunedì di Pasqua, detto anche Lunedì dell’Angelo (o Pasquetta), a ricordo di quanto avvenne all’alba quando un angelo rincuorò le donne accorse al sepolcro di Gesù. Ciononostante, la giornata che allunga le festività pasquali si trascorre per tradizione in compagnia di parenti o amici, con una scampagnata, una rilassante gita con attività all'aperto o un tranquillo pic nic sull'erba.
Secondo una vecchia interpretazione legata allo spirito pasquale, la giornata fuori porta nasce per ricordare il viaggio dei discepoli diretti a Emmaus. Il Lunedì di Pasqua si è soliti, infatti, uscire dalla città proprio per ricordare questo viaggio tra i campi, quando, il giorno stesso della Resurrezione, a pochi chilometri da Gerusalemme, Gesù risorto appare a due di loro.
Differenti sono, invece, le tradizioni sviluppatesi nelle diverse realtà regionali. Dalle sagre alle benedizioni di moto e autocarri, dalle iniziative artistiche per i bambini alle gare delle contrade cittadine, in quasi tutte le città si organizzano eventi folcloristici per chiudere in serenità le vacanze pasquali, alla riscoperta di antiche tradizioni e sapori tipici.





Per chiudere offriamo ai nostri lettori due piccoli regali: la ricetta della Torta pasqualina ligure, una squisitezza da gustare in compagnia il lunedì di Pasqua e un uovo di Pasqua online; un uovo da colorare e da decorare, idealmente, con noi.

sabato 7 aprile 2007

Luigi Comencini (in memoriam)

(foto da internet)


Si è spento a Roma, all'età di 90 anni, il regista Luigi Comencini.

Laureato in architettura, nel dopoguerra Luigi Comencini si dedicò al mondo giornalistico e divenne critico cinematografico; lavorò per "L'Avanti!", poi passò al settimanale "Il Tempo". All'età di trent'anni, nel 1946, debuttò alla regia con il documentario "Bambini in città"; due anni dopo firmò, con "Probito rubare", il suo primo lungometraggio. L'inizio della carriera di Comencini fu caratterizzato dalla volontà di realizzare film che parlassero di ragazzi: proprio da "Proibito rubare" (1948, con Adolfo Celi), sulla difficile vita dei giovani napoletani, fino a "La finestra sul Luna Park" (1956) in cui si racconta il tentativo di un padre emigrante di recuperare il rapporto con il figlio, rimasto lontano per molto tempo.
Dopo aver girato "L'imperatore di Capri" (1949, con Totò), il grande successo arrivò con il dittico di "Pane, amore e fantasia" (1953) e "Pane, amore e gelosia" (1954), entrambi con Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida; sono gli anni in cui il cinema si dedicò a quel neorealismo rosa che ebbe notevole fortuna in Italia. E Comencini entrò con questi lavori tra gli esempi più significativi e apprezzati della corrente. Nei primi anni '60 fu tra i protagonisti nella genesi della commedia all'italiana: il suo lavoro più importante del periodo fu "Tutti a casa" (vedi>>) (1960, con Alberto Sordi e Eduardo De Filippo), pungente rievocazione del comportamento degli italiani subito dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943.

Ricordiamo anche i film "A cavallo della tigre" (1961, con Nino Manfredi e Gian Maria Volontè), pellicola carceraria dal forte impatto narrativo, "Il commissario" (1962, con Alberto Sordi), un noir con elementi rosa precursore rispetto ai tempi e "La ragazza di Bube" (1963, con Claudia Cardinale), dall'omonino romanzo di Carlo Cassola.

Comencini firmò anche un capitolo, il quinto, della saga di Don Camillo: "Il Compagno Don Camillo" (1965, con Gino Cervi e Fernandel). In seguito tornò sul tema dei ragazzi; rappresentare l'universo dei bambini sembra essere il suo obiettivo più caro: realizzò così "Incompreso: vita col figlio" (1964), riduzione dell'omonimo romanzo di Florence Montgomery; nel 1971 girò per la televisione italiana l'indimenticabile "Le avventure di Pinocchio" (vedi>>), con un grande Nino Manfredi nel ruolo di Geppetto, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, che interpretarono il gatto e la volpe, e Gina Lollobrigida nei panni della Fata turchina. Poi nel 1984, sempre per la televisione, realizzò "Cuore" (con Eduardo De Filippo). Queste ultime opere, tratte rispettivamente dai romanzi di Carlo Collodi e Edmondo De Amicis, saranno destinate a rimanere nella memoria di generazioni di spettatori.

Nello splendido "Voltati, Eugenio" (1980), il regista indagò nei rapporti fra diverse generazioni, mantenendo un certo dovuto rigore, ma senza mancare della serena ironia di cui era capace. Degli anni '70 sono inoltre da ricordare lavori quali "Lo scopone scientifico" (vedi>>) (1972, con Silvana Mangano e Alberto Sordi), "La donna della domenica" (1975, con Marcello Mastroianni), un giallo satirico, "Il gatto" (1977), "L'ingorgo, una storia impossibile" (1978), "Cercasi Gesù" (1981). Le pellicole successive - "La Storia" (1986, tratto dal romanzo di Elsa Morante), "La Boheme" (1987), "Un ragazzo di Calabria" (1987), "Buon Natale, buon anno" (1989, con Virna Lisi), "Marcellino pane e vino" (1991, con Ida Di Benedetto) - sono forse non troppo convincenti; con il passare del tempo e a causa di problemi di salute, Luigi Comencini abbandonò l'attività.

Le figlie, Francesca e Cristina, intrapresero la professione di regista, e in qualche modo la continuità artistica del padre venne garantita.

Francesca Comencini ha dichiarato: "È come se io e mia sorella Cristina ci fossimo divise la sua eredità in termini di temi e linguaggi. Lui amava molto i personaggi fragili, i personaggi schiacciati dalla società, quelli più deboli come i bambini, del resto. E li seguiva e li accompagnava con grande commozione e partecipazione perché era sempre dalla parte degli antieroi." Sempre nelle parole di Francesca è possibile ritrovare una buona sintesi del significato sociale del lavoro del padre: "Quello che mi ha fatto sempre ammirare il lavoro di mio padre è stata la sua chiarezza e attenzione per il pubblico. Il suo impegno alla divulgazione e all'educazione. Per questo non ha mai snobbato i temi popolari e tantomeno la televisione, come invece hanno fatto molti autori. E per questo credo che abbia avuto il grande merito, insieme ad altri, di aver formato non solo degli spettatori ma anche dei cittadini".

venerdì 6 aprile 2007

Buon viaggio, querido hermano!

(foto da internet)

Vi proponiamo il bellissimo ipertesto Buon viaggio, querido hermano!, allestito dall'istituto comprensivo n.6 di Bologna, che vuol favorire l'integrazione degli studenti stranieri provenienti da culture diverse. L’accoglienza è il primo percorso didattico che si è proposto il suddetto istituto con un interessante ventaglio di interventi educativi, tra cui l’apprendimento della lingua italiana.

Imparare in breve tempo ad esprimersi in italiano significa, infatti, poter comunicare con i compagni e con gli adulti ed è inoltre indispensabile per permettere allo studente straniero di prendere parte alle attività della classe e continuare così il suo processo di apprendimento e di inserimento nel contesto sociale in cui vive.

Crediamo che il sito in questione possa essere d'utilità anche per i nostri studenti.

Buon divertimento!

giovedì 5 aprile 2007

Uova di Pasqua regali

Sapevate che non tutte le uova di Pasqua si mangiano? Ci sono le uova di cioccolata come quelle di cui abbiamo parlato nel post precedente, ci sono anche le cuddure siciliane, le scarselle della Tuscia e le scarcedde pugliesi, che ricordano vagamente "les mones de Pasqua". Tutte commestibili!


Ma le
uova più famose e pregiate furono indubbiamente quelle di un maestro orafo, Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro, la commissione per la creazione di un dono speciale per la zarina Maria.


Il primo gioiello di questo tipo fu un uovo di platino smaltato bianco che si apriva per rivelare un uovo d'oro che a sua volta contenva un piccolo pulcino d'oro ed una miniatura della corona imperiale.


Gli zar ne furono così entusiasti che, fra il 1885 e il 1917, ordinarono all'orefice di preparare 57 di queste uova in oro e pietre preziose, una per ogni anno.

(Foto da Internet)