mercoledì 17 aprile 2019

Le voci di un popolo

Risultati immagini per le voci di un popolo antologia poeti valenzani
(foto da internet)

Lunedì scorso abbiamo avuto il piacere di presentare alla EOI di Sagunt l'antologia di poeti valenzani Le voci di un popolo, Edizioni dell'Orso. Le poesie sono state tradotte in italiano dal nostro chiodino Gianpiero Pelegi, Dionís Martínez, presente nell'antologia sia come poeta che traduttore, e da Giuseppe e Valentina Zirilli. 
Si è scelto di fare questa antologia, perché negli ultimi anni il pubblico italiano ha avuto modo di avvicinarsi anche al variegato mondo della poesia grazie alla pubblicazione di testi di poeti fondamentali della letteratura catalana moderna e contemporanea, dove, però, la poesia valenzana è scarsamente rappresentata. L'obiettivo principale dell'antologia è colmare, almeno in parte, questa importante lacuna e far conoscere al pubblico italiano il caleidoscopico mondo della poesia valenzana. 
Gli autori, nel 2016, avevano già presentato un libro di poesie di Andres Vicent Estellés, il poeta più noto del panoramo poetico valenzano La gioia della strada. Le voci di un popolo. Antologia di poeti valenziani
(foto da internet)

L'antologia di poeti valenzani deve il titolo proprio ai famosi versi di Estellés: 
Assumiràs la veu d'un poble/ Porterai su di te la voce di un popolo. 
E si prefigge di dar a conoscere al pubblico italiano alcune voci poco note in Italia. Gli autori ricordano che non si tratta di un inventario della poesia valenzana moderna e contemporanea, ma vuole rappresentare un primo approccio a poeti, a volte distanti tra loro, a cavallo tra il XX e XXI sec., che testimoniano un'altra espressione di una cultura tutta da scoprire.

Risultati immagini per vicent andrés estellés
(foto da internet)

Poi abbiamo letto alcune poesie con la traduzione a fronte in italiano e abbiamo goduto della lettura delle poesie, fatta da professori e studenti della EOI dei dipartimenti di valenzano e italiano, con musica di sottofondo, grazie alla cortesia di una studentessa musicista che ha amenizzato la lettura con il rabab. 
La presentazione dell'antologia è stata una delle tante attività presenti alla EOI di Sagunt durante la settimana culturale, dal 15 al 17 aprile, con l'intenzione di avvicinare lo studio di una lingua alla cultura di cui le lingue sono portatrici. 

È stato un vero piacere!
Vi auguriamo una Buona Pasqua e ci rivediamo online il prossimo 3 maggio!

lunedì 15 aprile 2019

La Scala Santa restaurata


(foto da internet)

La Scala Santa è la scala salita da Gesù per raggiungere l'aula dove fu interrogato da Ponzio Pilato prima della crocifissione. Ce ne sono molte in giro: Gerusalemme ci sarebbe quella percorsa da Gesù; Lourdes, in Francia, essa è posta all'interno del percorso della Via Crucis; Torino, nella Chiesa di San LorenzoFabriano in provincia di Ancona, si trova nella chiesa di Sant'Onofrio...
Quella più famosa è senz'altro quella di Roma, che in questi giorni è stata riaperta al pubblico dopo lunghi lavori di restauro.



(foto da internet)

Per due mesi i pellegrini potranno percorrere la Scala Santa in ginocchio direttamente sui gradini originari, senza la copertura lignea voluta da Innocenzo XIII nel 1723 e ora in restauro, e potranno inoltre osservare il nuovo volto dei meravigliosi affreschi. La Scala Santa di Roma, fa parte di un complesso denominato pontificio santuario della Scala Santa e si trova nelle immediate adiacenze della basilica di San Giovanni in Laterano.
La leggenda, di origine medievale, afferma che si tratterebbe della scala stessa salita da Gesù per recarsi nel palazzo di Ponzio Pilato, e che sarebbe stata trasportata a Roma da Sant'Elena Imperatrice, madre di Costantino I, nel 326.



(foto da internet)

L'edificio chiamato Scala Santa è un complesso edilizio fatto edificare alla fine del XVI secolo da papa Sisto V come nuovo patriarchìo del vescovo di Roma, in sostituzione del precedente, demolito per la nuova costruzione. 
Realizzato da Domenico Fontana nel 1589, il palazzo comprende la Scala Santa vera e propria, e cioè un insieme di 28 gradini di marmo bianco rivestiti da una protezione di legno, attualmente ritirata, affiancata da altre quattro rampe di scale, due alla sua destra e altrettante alla sua sinistra,  la cappella di San Lorenzo in Palatio, detta Sancta Sanctorum, e cioè la cappella privata del papa, vescovo di Roma, fino agli inizi del XIV secolo; è in questa cappella che è custodita l'Acheropita lateranense, ossia la pala d'altare della cappella papale, e poi ancora  l'oratorio di San Silvestro in Palatio, cui si accede dalla prima rampa di scale a destra; affiancano l'edificio l'oratorio del Santissimo Sacramento al Laterano e il Triclinium Leoninum.



(foto da internet)

La Scala Santa propriamente detta, ha ventotto gradini che furono messi in opera cominciando dall'alto, perché non fossero calpestati dai piedi dei muratori, ma toccati solamente dalle ginocchia dei fedeli oranti.
Nel XVI secolo le pareti furono abbellite da affreschi dipinti da Andrea Lilli, Giovan Battista Ricci, Giacomo Stella, Paris Nogari, Paul Bril, Giovanni Baglione, Prospero Orsi e altri.
Fu papa Innocenzo XIII a voler ricoprire i gradini con tavole di noce, per impedirne l'usura. Ancor oggi molti fedeli cattolici salgono in ginocchio tutta la scala, pregando e chiedendo grazie. Il restauro ha messo in evidenza i segni del passaggio di chi veniva a chiedere perdono, a dichiarare la sua fede, e con la punta del piede faceva pressione al centro del gradino inferiore per salire, in ginocchio, su quello successivo. I gradini sono stati ripuliti e per 60 giorni  saranno privi del tavolato settecentesco che tornerà al suo posto dopo il restauro.



venerdì 12 aprile 2019

Buon compleanno Topolino!




(foto da internet)

Il celebre settimanale a fumetti Topolino compie 70 anni! Il 7 aprile 1949 fu pubblicato nello storico formato libretto. Da allora, ha accompagnato generazioni di italiani e il 3 aprile u.s. è uscito con un numero celebrativo e con un volume che percorre tutta la sua lunga storia. 
In tutti questi anni, il suo formato è rimasto invariato e ha saputo evolversi e adeguarsi ai cambiamenti della società, accompagnando generazioni di italiani dai primi passi nella lettura, a momenti piacevoli di svago, intrattenimento, ma anche di conoscenza e apprendimento.
In occasione dell'anniversario, il settimanale è andato in edicola con una cover disegnata da Giorgio Cavazzano, che rivisita in chiave moderna la celeberrima cover rossa del 1949 in cui Topolino veste i panni di suonatore di banda dalle insolite braghette azzurre. 



(foto da internet)

Nel numero speciale c'è spazio per le storie che ripercorrono la tradizione del fumetto e raccoglie i contributi di alcune personalità del mondo del giornalismo e della cultura, che ricordano il proprio rapporto con il settimanale. In allegato a Topolino i lettori hanno trovato un volume dedicato alla storia del magazine che mette in luce tutti i suoi momenti salienti.
Le celebrazioni sono proseguite con il numero successivo di Topolino, in edicola il 10 aprile, a cui va abbinata la prima delle trenta targhe metalliche da collezione, che riproducono alcune delle più belle copertine del settimanale.
Topolino 70 anni di copertine è invece il volume per collezionisti in edicola che raccoglie 150 cover storiche.



(foto da internet)

L'esordio di Topolino in Italia risale però al 1930, quando sul n. 13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks, e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla
Due anni dopo venne pubblicato il primo libro illustrato: Sua Altezza Reale il Principe Codarello (per Cappelli Editore) e sempre nel 1932, esce il primo numero del settimanale a fumetti Topolino, in formato giornale simile al Corriere dei Piccoli, edito dalla casa Editrice Nerbini. Per l'occasione viene assegnato il nome definitivo a Pippo, spalla di Topolino, che veniva ancora chiamato Medoro...
Le restrizioni all'editoria imposte dal fascismo rimandano la pubblicazione del fumetto nel dopoguerra: le avventure di Topolino ritornano a essere pubblicate ma la crisi del settore impone scelte drastiche e nel 1949 il settimanale viene sostituito da un mensile in formato libretto che successivamente diverrà quindicinale e poi settimanale; questo formato avrà una lunga vita editoriale arrivando a superare i 3000 numeri usciti in 70 anni!
Allora, buon compleanno!






mercoledì 10 aprile 2019

L'Italia in canzoni

Risultati immagini per canzoni

(foto da internet)


Le canzoni sono sempre state specchio della realtà, perché cantano quello che ci gira intorno. Ora una nuova generazione di autori racconta l'Italia attraverso la musica. Una rivoluzione che ci ha abituati a un nuovo linguaggio, nuovi modi di rapportarsi al pubblico, nuovi stili e atteggiamenti.

Risultati immagini per rap italiano

(foto da internet)


Rapper, gruppi e cantautori negli ultimissimi anni rappresentano questa tendenza come non accadeva da tempo, con una prolifica produzione che inonda classifiche e airplay radiofonici.
Il critico musicale di Repubblica Gino Castaldo ha selezionato dieci canzoni, commentando le sue scelte. 
Ascoltate un po' anche voi. Vi proponiamo 25 brani che sembrano raccontare meglio oggigiorno il Belpaese, ognuno con il suo stile e pensiero.
Dieci canzoni per provare a raccontare l’Italia di oggi. Possibile? È una domanda ricorrente, che torna sempre d’attualità perché in fin dei conti è quello che nel bene e nel male si chiede sempre alle canzoni: dire chi siamo, e dirlo senza presunzioni filosofiche, senza arroganza e ideologie. 

Risultati immagini per musica italiana 2019
(foto da internet)

Le canzoni sono e possono essere specchio della realtà, anche solo per la loro insuperabile capacità di intercettare la sensibilità. Approfittiamo anche per proporvi una selezione delle 100 canzoni italiane più belle del ventunesimo secolo. 



Ecco la selezione di Repubblica: 
Lo Stato Sociale "Una vita in vacanza!"
Calcutta "Paracetamolo"
Ghali "Cara Italia"
Thegiornalisti "Felicità puttana"
Sfera Ebbasta "Rockstar"
Coez "La musica non c'è"
Carl Brave feat Francesca Michielin/Fabri Fibra "Fotografia"
Motta "Dov'è l'Italia"
Fedez &J.Ax "Italiana"
Achille Lauro "Rolls Royce"
Mahmood "Soldi"
Franco126 "Frigobar"
Gabbani "Occidentali's karma"
Eramal Meta 6 Fabrizio Moro "Non ci avete fatto niente"
Baby K feta Giusy Ferreri "Roma-Bangkok"
Salmo "90mm"
Myss Keta "Una donna che conta"
Elettra Lamborgini "Pem pem"
Levant feat Max Gazzè "Pezzo di me"
Boomdabash feat Loredana Bertè "Non ti dico di no"
Takagi &Tetra "Amore e capoeira"
Liberato "Tu t'è scurdate 'e' me"
Gazzelle "Sopra"
Maneskin "Torna a casa"

lunedì 8 aprile 2019

L'amicizia dei poeti e Roma



(foto da internet)

Il 29 marzo u.s., si è inaugurata a Roma la mostra Poeti a Roma. Resi superbi dall’amicizia, promossa dalla Regione Lazio e organizzata da AGCI Lazio in collaborazione con LAZIOcrea, presso la sede WeGIL, in Largo Ascianghi 5, a Trastevere
Pier Paolo Pasolini, Attilio Bertolucci, Giorgio Caproni, Sandro Penna, Giuseppe Ungaretti, Alberto Moravia, Giorgio Bassani, Carlo Emilio Gadda, Anna Maria Ortese, Elsa Morante, Amelia Rosselli, Natalia Ginzburg, Alfonso Gatto, Dacia Maraini, Enzo Siciliano, Dario Bellezza, Renzo Paris, tra gli altri, accompagneranno il visitatore, attraverso un percorso di oltre 250 fotografie originali - gli scatti sono di Antonio Sansone, Tazio Secchiaroli, Rodrigo Pais, Dario Bellini, Guglielmo Coluzzi, Francesco Maria Crispolti, Jerry Bauer, Ezio Vitale, Alberto Durazzi, ecc.- che ritraggono gli scrittori e i poeti per le vie della capitale, durante gite, serate di presentazione, cene, feste in casa, fino a giungere al ricordo della morte di Pier Paolo Pasolini all’Idroscalo di Ostia.




(foto da internet)

L'itinerario è accompagnato da prime edizioni, inserti, riviste e rare incisioni discografiche.
L’esposizione, a cura di Giuseppe Garrera e Igor Patruno, è il racconto di un momento davvero incantato della città eterna, tra gli anni ’60 e ’70, quando poeti e scrittori costituirono una vera e propria comunità.
Attraverso le foto e di documenti vengono narrati progetti, pubblicazioni, aiuti e scambi di ammirazione reciproca, e, soprattutto, il girovagare per Roma di grandi poeti della letteratura italiana. In circa 20 anni, giungono nella Roma di Alberto Moravia e Elsa Morante, poeti, scrittori, artisti, spinti dalla ricerca di opportunità, da motivazioni personali, dall’amor di poesia che la città eterna ispira e amplifica.
Le fotografie, la maggior parte di esse inedite, offrono la scia luminosa e viva di questa stagione straordinaria e la forza e lo splendore di legami unici. 
Fiorì davvero, anche se solo in maniera fugace, una civiltà, con al centro la figura poliedrica di Pier Paolo Pasolini, la lucidità di Alberto Moravia, la generosità di Attilio Bertolucci, gli sguardi laterali di Amelia Rosselli, Anna Maria Ortese ed Elsa Morante, e la lezione di felicità di Sandro Penna.



(foto da internet)


Secondo i curatori della mostra, “la violenza, l’intolleranza e l’ottusità del mondo sanciranno la fine di questa avventura. L’uccisione di Pasolini, il massacro del suo corpo, in questa prospettiva, assumeranno il valore di una precisa presa di posizione, di un rancore e di una insofferenza del mondo ad ogni felicità e vita diverse. Il mondo certe cose non le tollera. L’avventura poetica è destinata al lutto, e ad una parabola catastrofica d’amicizia e di felicità, per far più forte una società e le sue certe certezze”. 
La mostra sarà anche luogo di incontri, dibattiti, proiezioni, approfondimenti con protagonisti ed esperti di quella stagione.
Il percorso temporale dell'esposizione inizia con l’arrivo a Roma, nel 1950, di Pier Paolo Pasolini da Casarsa nel Friuli, e termina con il funerale e la traslazione del corpo di Pasolini a Casarsa il 6 novembre 1975.



(foto da internet)

Venticinque anni in cui Roma fa da sfondo alla nascita delle amicizie e il consolidarsi di una comunità che si riconobbe nell’amore per la poesia.
Il 28 gennaio 1950 Pier Paolo Pasolini giunse a Roma, insieme con la madre Susanna"Tu sapessi che cosa è Roma! – scrisse Pasolini, nel 1952, all’amico Giacinto SpagnolettiTutta vizio e sole, croste e luce: un popolo invasato dalla gioia di vivere, dall’esibizionismo e dalla sensualità contagiosa, che riempie le periferie. Sono perduto qui in mezzo".
La mostra sottolinea così il vivere poeticamente dei poeti sopraelencati, in un modello radicale e assoluto, fatto di fedeltà e dedizione, di cura e di comprensione per la parola e per le cose del mondo. 















mercoledì 3 aprile 2019

L'Italia viaggia in bici


L'Italia ama viaggiare in bicicletta. Boom del cicloturismo: +41% in cinque anni
(foto da www.repubblica.it)

C'è un'Italia che pedala e va sempre più avanti. Che attraversa terre senza inquinare e contribuisce ad arricchire il Paese, sia in termini economici che ambientali. E' l'Italia delle due ruote, dove sempre più viaggiatori si muovono in bicicletta: nel 2018 le presenze cicloturistiche rilevate tra strutture ricettive e abitazioni private ammontano infatti a 77,6 milioni, pari cioè all’8,4% dell’intero movimento turistico dello Stivale.  

E' un vero e proprio boom: si calcolano almeno 6 milioni di persone che hanno trascorso una vacanza utilizzando la bicicletta e i cicloturisti sono aumentati, dal 2013 ad oggi, del 41%. 

L'Italia ama viaggiare in bicicletta. Boom del cicloturismo: +41% in cinque anni
 (foto da www.repubblica.it)




In tempi in cui si cercano strategie per arginare l'avanzata del cambiamento climatico e sistemi per ridurre emissioni e inquinanti anche legati ai trasporti, in termini ambientali l'ascesa delle bici è dunque un vero toccasana. E lo è anche in chiave economica: i cicloturisti  generano un valore pari a 7,6 miliardi di euro all’anno. Cifra che porta a quasi 12 miliardi di euro il valore attuale di quello che è chiamato PIB, il Prodotto Interno Bici, ovvero il volume generato da chi si sposta a pedali, dalla produzione di bici sino alle ciclo-vacanze.


Resultado de imagen de viaggio in bici
(foto da internet)

Tutto questo è stato raccontato con orgoglio a Roma durante il BikeSummit2019 nel report realizzato da Isnart-Unioncamere e Legambiente e con la partecipazione di Legambici. Focus del summit sono stati i dati sul cicloturismo italiano, ricordando come questo "potrebbe dare un contributo straordinario al turismo considerando il contesto paesaggistico e territoriale del Paese" e sottolineando che "è ancora troppo poco sviluppato". 

Secondo il Rapporto i turisti che ogni anno in Italia percorrono in bicicletta itinerari completi di cicloturismo sono circa 1,85 milioni, "mentre chi usa la bicicletta a destinazione – avendola al seguito, o noleggiandola sul posto – sono circa 4,18 milioni di persone" ricorda lo studio. 


Resultado de imagen de viaggio in bici
 (foto da internet)


A questi si aggiungono gli oltre 700.000 ciclisti urbani che usano ogni giorno la bicicletta sui percorsi casa-lavoro e che portano il totale a circa 6,73 milioni di persone. Anche a causa di un rete ciclabile insufficiente per ora, nonostante la crescita, in Italia non siamo ancora a livello di altre nazioni europee. Da noi  sono stimate circa 440 bici ogni mille abitanti, mentre nei Paesi Bassi o in Germania il rapporto è quasi di 1 a 1.


Tra le principali regioni di partenza dei cicloturisti "figurano diverse aree del Centro Sud (quasi un quinto dei cicloturisti dichiara di provenire dalla Campania, seguita da Lombardia e Lazio), mentre le principali destinazioni di soggiorno sono tutte collocate nell’area settentrionale del Paese (Trentino, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana). La Germania è, invece, il principale mercato estero di origine dei flussi interessati alla vacanza attiva, seguita da Francia, Stati Uniti e Regno Unito" spiega sempre il report.

Resultado de imagen de viaggio in bici
 (foto da internet)


L'Italia che pedala contribuisce come detto anche alla crescita economica: dal solo il settore produttivo della bicicletta arrivano 1,3 miliardi di euro l’anno, per oltre 1,7 milioni di pezzi venduti, con un export in crescita del 15,2% (dati 2017). Aumentano poi i fondi per implementare il sistema delle ciclovie italiane: "L’attuale governo ha infatti confermato la realizzazione e il finanziamento del sistema delle ciclovie con lo stanziamento di 361,78 milioni di euro per la nascita del Sistema nazionale delle ciclovie turistiche, immaginata come  un’infrastruttura diffusa che promuove la mobilità dolce e il turismo sostenibile" spiegano i relatori del summit.  

Per fare sì che il cicloturismo funzioni però, ricordano i partecipanti, è necessario aumentare la sicurezza delle strade: "È urgente una riforma del Codice della Strada che preveda la definizione di strada ad alta intensità ciclistica per quelle strade secondarie a traffico promiscuo, più utilizzate da ciclisti che autoveicoli nelle strade minori, abbasandone i limiti di velocità e aumentandone la sicurezza di utilizzo per il cicloturismo".

Resultado de imagen de viaggio in bici
 (foto da internet)
"La strada è tracciata, ed è una ciclovia. Ora serve dotare il nostro Paese di un osservatorio per il cicloturismo in grado di produrre un flusso di dati che costituisca un valido supporto per le decisioni politiche e soluzioni concrete e produttive in modo da continuare con decisione e rapidamente il percorso di realizzazione delle infrastrutture avviato negli anni scorsi" chiosa il direttore generale di Legambiente.