venerdì 28 febbraio 2014

Matematica e amore


(foto da internet)

La chimica, intesa come feeling, pare stia tramontando nell'amore. 
Al suo posto ecco pronta la statistica. Almeno questa è la tesi di Amy Webb, autrice di Data. A love story: How I Gamed Online Dating to Meet My Match, nonché consulente digitale, considerata una delle donne capaci di cambiare il mondo.
Forte dell'ultima esperienza amorosa (disastrosa!) sui siti d'incontri, la Webb elaborò, nel 2005, un algoritmo capace di trovare un fidanzato online!
Il tutto iniziò con una lista con le caratteristiche che avrebbe dovuto avere il partner ideale.
Le qualità maschili vennero suddivise dalla signora Webb in base a tre categorie: 
a) cosa salvi dalle relazioni precedenti; 
b) cosa ritieni importante; 
c) cosa la tua famiglia ritiene importante.
Il risultato: una lista con ben 72 desideri.


(foto da internet)


Da qui l'anima informatica della Webb concluse che se gli algoritmi dei siti di incontri si basavano principalmente sull'appartenenza geografica e su alcune parole chiave, il suo sistema, invece, doveva attribuire a ciascuna qualità (ad esempio: intelligente, divertente, ebreo, mai stato sposato...) un punteggio che andava da un minimo di 700 a un massimo di 1.800 punti.
La signora Webb agì in questa maniera: agli uomini da 700 punti avrebbe mandato una mail, a quelli con 900 avrebbe dato un appuntamento, mentre i fortunati possessori dei 1.500 punti sarebbero stati adeguati per pensare a una relazione futura.
La precisione scientifica del metodo Webb andò oltre una semplice statistica: se per cercare marito in rete serve la statistica, per adescarlo ci sarebbe voluto il marketing!
Webb arrivò a questa fredda conclusione dopo aver creato dieci profili finti di uomini per interagire con le donne più popolari in rete e poter capire le ragioni del loro successo.
L'autrice scoprì così alcune regole universali per il ciber-universo da rimorchio:
a) scrivere descrizioni brevissime;
b) usare al massimo cinque foto scelte con cura;
c) non includere passioni che richiedono spiegazioni;
d) bandire l'autoironia;
e) non avere paura di fare la prima mossa e non menzionare il proprio lavoro.


(foto da internet)

Grazie ai profili falsi, l'autrice dell'algoritmo fece scoperte esilaranti: le donne con i capelli ricci venivano scartate più facilmente, gli appassionati del batti il cinque! avevano un lessico sgrammaticato, gli avvocati tendevano a controllare il cellulare il 67% di volte in più degli insegnanti, quelli che bevevano tanto scotch durante gli appuntamenti avevano la tendenza a parlare subito di sesso...
Lo studio della Webb è tutto vero. Ah! La signora ha oggi 38 anni, due figli e un marito di nome Brian conosciuto, ovviamente, grazie alla statistica e al marketing...


(foto da internet)

Tenendo conto della fede cieca (informatica o no) nella scienza, forse le famose canzoni d'amore italiane dovrebbero cambiar titolo: ad esempio, Il cielo in una stanza di Gino Paoli si potrebbe intitolare Il cubo in un stanza, La donna cannone di De Gregori La donna campione e Albergo a ore di Herbert Pagani Algebra a ore...
Chissà.




mercoledì 26 febbraio 2014

Sotto una buona stella



(foto da internet) 

Cosa succederebbe se un uomo d'affari, divorziato, con una bella casa, una vita agiata, una ragazza mozzafiato, si trovasse improvvisamente costretto a fare il Mammo casalingo con due figli ventenni ed una nipotina a carico? 



Più o meno questa è la storia di Sotto una Buona Stella. Il film racconta la storia di un padre (Carlo Verdone, nel ruolo di Federico Picchioni) che si è separato dalla moglie quando i figli erano ancora piccoli. Nel corso degli anni, grazie ad una brillante carriera in una holding finanziaria, non ha fatto mai mancare nulla alla famiglia ma la sua totale assenza, affettiva e fisica, specialmente verso i figli, è stata imperdonabile. L'improvvisa morte della moglie ed uno scandalo finanziario che lo riduce quasi in rovina, cambieranno drasticamente la vita di Federico. Non potendo più permettersi di pagare l’affitto ai figli, è costretto a farli andare a vivere a casa sua. L’equilibrio casalingo è messo a dura prova dalla convivenza forzata ed è proprio in questo momento che ingrana la comicità ed entra in scena la nuova vicina di casa, Luisa, (Paola Cortellesi) alla sua prima collaborazione con Verdone. “Ho sempre avuto il sogno di lavorare con lui, lo considero un maestro, un punto di riferimento nella carriera di chiunque voglia intraprendere il mio mestiere” ha detto l’attrice, che qui interpreta una “tagliatrice di teste” costretta a licenziare in nome della crisi. 



A due anni da Posti in piedi in paradiso e a quattro da Io, loro e Lara, Carlo Verdone è tornato a scrivere e dirigere una commedia ammiccando al cinema dei suoi esordi. Da quando il comico romano ha iniziato a lavorare dietro la macchina da presa ne è passato di tempo. Precisamente 35 anni dal suo primo lavoro alla regia, Un Sacco Bello, prodotto nientemeno che da Sergio Leone, al quale il cineasta romano deve molto del suo percorso. Ventiquattro titoli, tra pellicole a volte indimenticabili, a volte meno riuscite, come ha ammesso lo stesso regista più di una volta. Il pubblico ha sempre risposto con grande entusiasmo a ogni sua fatica cinematografica, ma bisogna riconoscere che i suoi ultimi film non erano riusciti a eguagliare i primi, quei lungometraggi che sono diventati a pieno titolo dei cult nella storia del cinema nostrano.

lunedì 24 febbraio 2014

Luoghi d'Italia (isole V)


(foto da internet)

L'Elba è la più grande delle isole toscane. Appartiene amministrativamente alla provincia di Livorno. L'isola è ricca dei ricordi del suo passato, di miniere di ferro, di tracce degli etruschi e dei romani, di incursioni piratesche, di sanguinose battaglie per dominare questo piccolo ma importante territorio.
Dalle vicende dell'isola possiamo constatare che il destino dell’Elba è sempre stato determinato da due fattori: la sua posizione strategica e la ricchezza di minerali del sottosuolo. Per queste caratteristiche fu spesso terra di conquista per le varie potenze che si affacciarono sul Mediterraneo.
Per gli Etruschi costituì un’inesauribile fonte di ricchezza ed il ferro elbano contribuì al prosperare della loro civiltà. 
I Romani apprezzarono l’Elba per il suo ferro, ma anche per i fanghi curativi.
Il Medioevo vide la dominazione pisana, di cui restano alcune importanti e suggestive costruzioni a difesa del territorio, che dimostrano quanto il possesso dell’isola fosse importante.


(foto da internet)

Cosimo de’ Medici edificò la sua Cosmopoli (oggi Portoferraio), cingendola di mura possenti che salvarono gli abitanti dalle incursioni piratesche.
Gli Spagnoli si insediarono a Porto Azzurro ed anch’essi posero mano alla difesa del loro territorio con una costruzione imponente: il forte di S. Giacomo che ancor oggi, divenuto casa penale, domina il paese.
L’Elba interessò anche gli inglesi, i tedeschi ed i francesi, che si sfidarono con la diplomazia e con le armi per impadronirsene.
Ma il periodo storico che rese quest’isola famosa, proiettandola sul palcoscenico mondiale, fu il breve esilio di Napoleone, che vi rimase dieci mesi prima dell’avventura dei cento giorni.
La fama dell’Elba, in Italia e in Europa, è poi affidata alla produzione vinicola, che vanta una lunga tradizione.
Ma è ovviamente il turismo balneare che maggiormente attrae turisti sull'isola da maggio a settembre inoltrato, grazie al clima caldo ma ventilato e alla bellezza e varietà delle spiagge dislocate nei suoi 147 km di coste. 


(foto da internet)

Le bellissime spiagge e gli scogli levigati fanno dell'Elba una meta turistica importantissima.
L'economia isolana è basata anche sul vino. I vini da tavola più robusti, come il Procanico e il Sangioveto e i vini da dessert come l’Ansonica Passita, il Moscato e l’Aleatico, hanno ricevuto premi e citazioni dalla stampa specializzata.
La cucina dell’isola d’Elba è da considerarsi parca anche nei piatti più elaborati.
Le invasioni saracene sull'isola, che si susseguirono frequenti, ed i pirati barbareschi, lasciarono dietro a sé anche una traccia gastronomica, come, ad esempio, la schiaccia briaca, originariamente astemia (visto il Corano), che raccoglie ingredienti tipici della cucina orientale con pinoli ed uvetta di Smirne. 



(foto da internet)

Altri piatti poveri come lo stoccafisso entrarono a far parte della cucina dell’isola d’Elba importati direttamente dagli spagnoli o attraverso i soldati napoletani che costituivano la guarnigione di presidio della parte sud orientale dell’isola, sottoposta al governatorato spagnolo.
Antichissima è la maniera di preparare le imbollite, delle focaccine a base di fichi grasselli che abbondano in questi luoghi. 
La sportella è invece un dolce che la tradizione vuole oggetto di scambio tra fidanzati durante le festività pasquali. La forma, che richiama il simbolo dei due sessi, vuole essere di auspicio per una futura fertile stagione.


(foto da internet)

La grande quantità e la buona qualità del pesce favorisce la preparazione di piatti come il polpo lesso, la zuppa di pesce, i totani e le seppie cucinati in vari modi, le minestrine di pesci di scoglio e bietole, e il famoso cacciucco.
Molto ricercate dai buongustai sono le aragoste che i pescatori pescano in primavera.
Buon viaggio!


venerdì 21 febbraio 2014

Altezza mezza bellezza?



(foto da internet)


Dice un proverbio italiano che altezza è mezza bellezza. Il detto è usato dalle persone piuttosto alte per sottolineare la fortuna di avere qualche centimetro in più che esplicita, per la società, quanto sia importante essere alti per essere considerati piacenti. 
Secondo questa sentenza, l’aspetto di una persona di statura alta è considerato gradevole ed autorevole a prescindere dalla sua effettiva bellezza.
Secondo una ricerca americana, tale motto varrebbe perché gli uomini alti sono più propensi a tradire la loro compagna, grazie alla loro maggior sicurezza ed al fatto di essere consci che l’arma dell’altezza spiana la strada della conquista.
Inoltre, secondo recenti studi, le persone più alte avrebbero un maggior successo in campo lavorativo, dato dalla condizione arcaica che le persone alte sarebbero più forti e capaci nel superare le avversità ed i pericoli della vita. 
Nel mondo della moda, le modelle ed i modelli devono rientrare nei canoni di una scala d’altezza minima sopra la media, perché chi è alto spicca e attira più facilmente l’attenzione di coloro che guardano. 


(foto da internet)


Così è. Ma che succede al cinema o al teatro, quando esattamente nella poltrona davanti a noi, c'è uno spilungone o un signore con un alto cespuglio di capelli o peggio ancora una signora col cappello?
Subito scatta il meccanismo del cosiddetto tergicristallo: muoviamo la testa di qua e di là costringendo, chi sta dietro a noi, a fare lo stesso.
Ebbene, il Piccolo Teatro di Milano ha deciso di lanciare un programma sperimentale mediante il quale chi vorrà prenotare un posto a teatro dovrà dichiarare, prima di scegliere il posto sulla pianta della sala, i propri centimetri, evitando così di finire alle spalle di qualcuno più alto.
Il meccanismo computerizzato riprende il vecchio sistema scolastico che si usava un tempo in classe affinché tutti potessero vedere la lavagna: i piccoli davanti e i grandi dietro. 




(foto da internet)

Al Piccolo gli spettatori più bassi si piazzeranno nelle prime file a pochi metri dagli attori, mentre saranno meno fortunati i giocatori di basket e gli spilungoni in genere, i quali  si accomoderanno in fondo.
Il dubbio che sorge riguarda proprio la dichiarazione dei centimetri dello spettatore: tutti, al momento di fare la prenotazione online, diranno il vero? O ci abbasseremo, mentendo, la statura? Un consiglio: per chi volesse acquistare il biglietto al botteghino, sotto gli occhi attenti dell'addetto, sarà meglio piegare leggermente le ginocchia...



mercoledì 19 febbraio 2014

Il ritorno del flipper


(foto da internet)

Ha il fascino dell’analogico che non passa mai di moda il flipper, un oggetto d’altri tempi, ingombrante e rumoroso, bisognoso di attenzioni e manutenzione. Puro antiquariato nel’era della Playstation e delle App per smartphone e tablet. 
Eppure, di appassionati il vecchio pinball ne ha ancora tanti.  "Intendiamoci: il flipper su iPad è l’ombra del gioco vero. Un fac simile tecnologico. Il vero giocatore vuole “sentire” la macchina, non digitare con i polpastrelli su uno schermo" racconta Marzio Bonaccorsi uno degli organizzatori di Extraball Pinball Tournament, l’evento che lo scorso 15 febbraio ha radunato a Roma i fan italiani e non solo. "Siamo una grande nicchia di culto» continua Bonaccorsi. "Il flipper è ancora molto popolare, nonostante negli ultimi 20 anni sia praticamente scomparso dai bar. Se ne trovano soltanto in alcune sale da gioco mirate. Basti dire che ad oggi, nel mondo, esiste una sola fabbrica che ancora li produce: è l’americana Stern"

(foto da internet)

Tutto il resto è mercato vintage, fatto di pinball “storici” che risalgono anche a 50 anni fa. Intrattenimento o sport? «ll flipper è diventato uno sport» spiega Bonaccorsi «grazie alla International Flipper Pinball Association che vanta circa 130 Leghe aderenti in tutto il mondo (i prossimi Mondiali si svolgeranno a Denver, in Colorado, a maggio". 



lunedì 17 febbraio 2014

Luoghi d'Italia (isole IV)


(foto da internet)

Scoperta dai greci, Ponza, in provincia di Latina, nel Lazio, fu terra dei fenici e degli aurunci. A Ponza morì San Silverio, venerato patrono dell’isola, eletto papa nel 536. I romani la chiamarono Palmarola e Omero ne fece dimora della maga Circe
Ponza era considerata un posto dove gli abitanti erano pigri e si lasciavano affascinare dalle fanciulle. La leggenda vuole che la maga Circe trasformasse gli uomini in animali e la donne in sirene, per attirare i navigatori e farli cadere nella sua trappola. Omero racconta che proprio a Ponza -allora chiamata EeaUlisse venne trattenuto dalla maga Circe. Sull'isola, l'eroe greco trascorse circa un anno ed ebbe un figlio da lei: Telegono.
Ponza, oltre alle maghe, fu anche luogo di domicilio per coloro i quali avevano commesso reati contro lo stato, per le donne indesiderate e per i cristiani perseguitati. 
Molti secoli dopo divenne luogo di penitenza per i nemici dei Borboni. Nel periodo fascista fu luogo di confino per gli oppositori al regime.




(foto da internet)


La principale attività economica dell'isola è incentrata sul turismo: Ponza ha, infatti, 41 meravigliosi km di coste molto frastagliate, con rocce tufacee, con insenature, cale e faraglioni. 
Uscendo dal Porto si possono ammirare le cosiddette Grotte di Pilato di epoca romana. Subito dopo i Faraglioni della Madonna
Da non perdere la splendida spiaggia di Lucia Rosa famosa per i suoi tramonti. Poco lontano c'è la baia di Cala Feola con le sue Piscine Naturali accessibili a piedi. 
A Ponza si può ammirare il Palazzo Tagliamonte del XVIII secolo.
La festa patronale in onore di San Silverio si tiene il 20 giugno.



(foto da internet)

Da assaggiare i piatti caratteristici a base di pesce: l'aragosta, la cernia, il dentice, la ricciola e il pesce spada.
Buon viaggio!

venerdì 14 febbraio 2014

Chi ama, baci!



(foto da internet)

Due notizie sui Baci Perugina: la prima, e c'era da aspettarselo, vede la fabbrica umbra, dopo la Coca Cola e la Nutella, alle prese col Bacio personalizzato. La Perugina, che da sempre ha fatto delle frasi ad effetto il segreto del suo successo planetario, mette infatti a disposizione l’e-commerce più romantico della rete.
Si chiama I miei baci per te e permette di poter personalizzare i bigliettini che avvolgono i famosi cioccolatini al fine di poter regalare a chi si ama una confezione unica, originale ed emozionale. Da oggi, quindi, per raggiungere il cuore del partner, destinare un pensiero a genitori o figli, o esprimere i propri sentimenti agli amici, basterà collegarsi a al sito della Perugina e decidere se scrivere un unico messaggio, tanti o una composizione. Si creerà così una dedica per raccontare i propri sentimenti, e la propria scatola verrà confezionata a mano presso la fabbrica del cioccolato Perugina e arriverà direttamente a destinazione.
L'idea non solo può aiutare a trovare la giusta soluzione per un regalo legato alle ricorrenze (ecco San Valentino!) più importanti ma che, grazie alla possibilità di creare il proprio dono su misura, permette di stupire chi si vuole bene o si ama. 
Tutto ciò non può che riportare all’antica tradizione dei Baci. Era il 1922 quando Luisa Spagnoli creò il famoso Bacio Perugina. La tradizione vuole che i bigliettini, nascosti all’interno dell’incarto argentato, fossero il modo in cui Luisa e il suo amato Giovanni Buitoni si scambiavano messaggi d’amore. 


(foto da internet)

Federico Seneca, direttore artistico di Perugina, decise quindi di aggiungere i bigliettini anche nei baci Perugina destinati al pubblico. Da più di 90 anni i Baci Perugina racchiudono al loro interno aforismi e citazioni che li rendono il dono perfetto per comunicare i propri sentimenti. 
La seconda: l’esposizione che si terrà a Roma, dal 13 febbraio al 23 marzo dedicata ai famosissimi Baci.
La mostra nasce con l’obiettivo di dare al grande pubblico l’opportunità di conoscere le diverse sfaccettature che compongono una storia italiana, quella del cioccolatino più famoso al mondo, raccontando anche i passi che, dal 1922 a oggi, questo piccolo grande esempio del made in Italy.
L'esposizione racconterà come i Baci Perugina hanno seguito, passo dopo passo, la storia del nostro Paese, ne hanno fatto parte, ne hanno subito le conseguenze positive e negative, rimanendo costantemente i cioccolatini dell’amore, del sentimento. 
Hanno dato vita alla Festa di San Valentino, hanno accompagnato gli amori adolescenziali, la feste della mamma e quelle del papà, sono ancora un dono piacevole da ricevere in qualsiasi occasione.


(foto da internet)

Le campagne pubblicitarie sono la dimostrazione di quanto la celebre ditta abbia saputo seguire le esigenze degli italiani periodo dopo periodo, con particolare accortezza a seguire ogni fascia d’età, ogni condizione sociale: da “Ovunque c’è amore c’è un Bacio Perugina”, passando per “Tubiamo?” e “A casa aspettano un Bacio” fino a “Chi ama, Baci”. 
I Baci verranno raccontati nella mostra  attraverso la pubblicità e la comunicazione. Manifesti, video e documenti di ogni tipo racconteranno la storia del famoso cioccolatino con uno sguardo sempre attento alle vicissitudini del nostro Paese, facendo emergere quanto ogni evoluzione nella comunicazione Baci Perugina sia stata dettata dai cambiamenti e dalle esigenze di un determinato periodo storico.
L’esposizione, promossa da Nestlé, è organizzata da Comunicare Organizzando in collaborazione con l’Archivio Storico Perugina, presso il Complesso del Vittoriano. 

mercoledì 12 febbraio 2014

Olimpiadi alla moda

(foto da internet)

Giorgio Armani accompagna l’Italia alle Olimpiadi di Sochi 2014. Dopo aver firmato le divise del team degli sport invernali grazie alla linea Armani EA7 con cui lo stilista veste gli atleti delle nazionali olimpica e paraolimpica (collaborazione che avverrà anche per Rio 2016), il Re della moda lancia online su Armani Live, in televisione e sulla pagina Facebook di Armani, il filmato della campagna “Sport: valori in azione”diretto dal fotografo americano Kurt Markus.



 
(foto da internet)

"L’Italia è costruita sulla passione del paese per lo sport, un passatempo che promuove valori positivi e unisce le persone. Sono estremamente lieto di rinnovare la mia collaborazione con il CONI per le Olimpiadi Invernali del 2014 e le Olimpiadi del 2016, due occasioni importanti per i nostri atleti, che avranno il nostro massimo sostegno“, ha dichiarato Armani.




(foto da internet) 
E il sostegno dello stilista viene espresso nel filmato in una sequenza che sottolinea come lo sport diventi linguaggio del corpo, un valore che dona a ogni singolo gesto significati in grado di superare l’azione stessa. Determinazione, tenacia, amicizia e forza sono i valori a cui lo stilista dedica la sua prima campagna istituzionale, centrata sulla forza e il significato evocativo delle immagini girate in super 8 che danno la sensazione di movimento e fatica reali e grazie a cui si ottiene quella particolare corposità caratteristica delle vecchie pellicole. Equilibrio, eleganza, spirito di gruppo e sacrificio sono racchiusi in 34 secondi di immagini in bianco e nero che riscoprono le infinite possibilità di espressione del corpo umano.

lunedì 10 febbraio 2014

Luoghi d'Italia (isole III)


(foto da internet)

Non il bel fiore profumato, ma la capra (igilion in greco) sembra essere all’origine del nome del Giglio, latinizzato poi in Gilium. Infatti, su questa, come sulle altre isole dell’arcipelago toscano, vi erano molte capre selvatiche, ancora presenti a Montecristo.  
Giglio Castello, che ancora conserva la cinta muraria che gli ha dato il nome, era un tempo chiamato La Terra.
Da vedere a Giglio Porto, pittoresca località dalle case multicolori, la Torre del Saraceno, costruita da Ferdinando II nel 1596, e la Caletta del Saraceno con i resti, visibili a pelo d’acqua, della peschiera annessa alla villa romana dei Domizi Enobarbi.
Si prosegue in autobus sino al borgo medievale di Giglio Castello,  arroccato su una collina a 400 metri sul livello del mare. 
Passeggiare a Castello significa lasciarsi accarezzare dal vento, incrociare l’azzurro del mare tra scorci e vicoli suggestivi. Il Tirreno, il mare degli etruschi, offre dalla strada esterna alle mura la visione delle isole Giannutri, Elba, Montecristo, Corsica e di un buon tratto della costa continentale.



(foto da internet)

Eretto dai Pisani nel XII secolo, più volte ampliato e restaurato dai Granduchi di Toscana, Giglio Castello è ben conservato al suo interno. Le vie strette, le scale esterne per accedere alle abitazioni, l’imponente Rocca Aldobrandesca (o Pisana) del XII secolo. donano all’abitato il fascino del borgo costruito in funzione difensiva, considerato il costante pericolo proveniente dal mare. Gli spazi abitativi sono protetti da una possente cinta muraria. Le tre porte d’ingresso al Castello sono addossate a grossi massi di granito. Costeggiando le mura si arriva alla graziosa Piazza dei Lombi e, proseguendo, alla Casamatta. 


(foto da internet)

Più o meno al centro del Borgo, sul lato ovest, si trova la Chiesa di San Pietro Apostolo del Quattrocento, anche se il suo attuale aspetto, grazie a rifacimenti successivi, è settecentesco. Uscendo dalla chiesa, sotto il piazzale si vede la cisterna fatta costruire intorno al 1800 da Ferdinando III per consentire un’adeguata riserva idrica, utile in caso di assedio.
Il prodotto principale dell'isola è il robusto e ambrato vino Ansonaco, che si può degustare nelle numerose cantine in cui viene prodotto e conservato. Apprezzabili anche il miele e il panficato, un dolce con fichi e frutta secca.



(foto da internet)

Da assaggiare il coniglio selvatico alla cacciatora, cucinato con pomodoro, spezie che crescono nella macchia mediterranea e un po’ di peperoncino. Per il resto, la cucina delle isole toscane è quella tipica del Mediterraneo: piatti poveri ma saporiti basati su pesce e crostacei, aromatizzati con i profumi di macchia e accompagnati dal vino locale.

venerdì 7 febbraio 2014

Gnammers di tutto il mondo, unitevi!



(foto da internet)

Spopola sul web una nuova tendenza: si chiama Social eating, e chi lo conosce bene lo definisce un modo di mangiare fuori dal comune. Perché, in pochi click, permette di riunire attorno al tavolo di casa propria un gruppo di sconosciuti come se si fosse in un qualsiasi ristorante. Persone mai viste prima, curiose delle cose del mondo ma soprattutto desiderose di fare nuove amicizie. 
Un meccanismo che unisce due modi di socializzare: uno, più moderno, ovvero internet, e l’altro, classico e intramontabile: il cibo. 
Tre giovani italiani, Gianluca Ranno, Walter Dabbicco e Cristiano Rigonlegati all'Incubatore delle Idee innovative del Politecnico di Torino, hanno creato Gnammo, che, dopo aver conquistato il Regno Unito e il Nord America, si sta affermando anche in Italia. I tre ideatori, hanno importato il modello dei supper club londinesi, circoli underground dove i frequentatori fraternizzano tra loro durante una portata e l’altra, trasferendolo sul web. 



(foto da internet)


Il risultato è una piattaforma attraverso la quale gli utenti sponsorizzano eventi culinari - pranzi, cene a tema, aperitivi, degustazioni - a casa propria aperti a tutti. 
Gli gnammers che decidono di partecipare pagano una quota, in parte destinata alla piattaforma e in parte al cuoco, proprio come accade per tutti i siti di e-commerce. 
Una volta che l’organizzatore ha accettato l’ospite, per quest’ultimo si aprono le porte di casa sua che, per due o tre ore, si trasforma in un ristorante casalingo 2.0! 
Dal 2012 a oggi, Gnammo ha organizzato oltre 800 eventi. La piattaforma conta circa 15mila iscritti. 
Secondio i creatori il bello del progetto è l'esaltazione dell'italianità culinaria: collegandosi al sito, un turista straniero che si trova bel Belpaese ha la possibilità di cenare a casa di un italiano autentico. 



(foto da internet)

In Spagna esiste una piattaforma analoga, chiamata Eat With che si basa sullo stesso meccanismo. 
Un'altra iniziativa interessante è anche Peoplecooks che si rivolge al vasto pubblico degli studenti e dei lavoratori fuorisede, con pochi soldi a disposizione e zero voglia di cucinare, proponendosi come un mezzo di mutuo soccorso: si uniscono le forze e ciò che resta nella credenza per mettere insieme un pasto dal costo necessariamente sotto i sei euro a testa.   
Insomma, tutto ciò è social eating. Ovvero, uno degli esempi più noti di sharing economy, il modello economico che si basa sulla condivisione. Del proprio tempo e interessi e delle proprie abilità ai fornelli. E poi chi mangia risparmia e chi cucina arrotonda lo stipendio...  

mercoledì 5 febbraio 2014

Un monolite abusivo al Circo Massimo


(foto da www.repubblica.it)

Un cubo colorato al centro del Circo Massimo. L'opera "Il Monolite bifronte", di Francesco Visalli, è spuntata alcune settimane fa: un omaggio a Mondrian che ha conquistato, senza che nessuno dicesse nulla, uno dei palcoscenici più prestigiosi di Roma. 



Certo, una provocazione artistica, un esperimento urbano, ma anche, così come spiega lo setsso artista,  una denuncia nei confronti dell'amministrazione capitolina e delle istituzioni culturali "impotenti" davanti al materializzarsi della scultura. 



(foto da www.repubblica.it)

Racconta Visalli che, per intere settimane, nessuno è andato a bussare alla sua porta per chiedere cint di quell'installazione così moderna a due passi dal Colosseo, di fronte agli antichi Palazzi Imperiali. Nessuna denuncia, nessuna verifica, nessun controllo, né sulle autorizzazioni, né sul versante sicurezza. 

(foto da www.repubblica.it)


Avverte l'artista sul suo sito: "Pronti i disegni per un totale di 4 installazioni in altrettante piazze". 

lunedì 3 febbraio 2014

Luoghi d'Italia (isole II)



(foto da internet)

A Giovanna T., con affetto

Castelsardo fu fondato nel 1102 dalla famiglia ligure dei Doria col nome di Castel Genovese, fu chiamato Castell'Aragonese nel 1448 dagli Spagnoli e infine fu ribattezzato Castelsardo nel 1769 dai governanti sabaudi.
Arroccato su un grande promontorio affacciato sul mare, Castelsardo con il suo quartiere della Cittadella, o Casteddu, offre una visione di gran fascino.
Infatti, da qualsiasi prospettiva lo si guardi Castelsardo regala vedute da cartolina, in particolare dal Castello.
 Con i suoi innumerevoli scalini e il dedalo di stradine su cui si affacciano le tipiche abitazioni sviluppate in verticale e le piazzette, il centro storico conserva l'impianto di oltre 900 anni fa.
Tra i monumenti più importanti spicca la Cattedrale di S. Antonio Abate, patrono della città, visibile dal mare anche da diverse miglia, grazie al suo campanile in maioliche colorate.
La chiesa¸ del 1503, conserva uno dei più preziosi retabli della Sardegna, realizzato dal Maestro di Castelsardo


(foto da internet)

Poco oltre, circondata da alte mura che fanno da quinta alla piazzetta antistante, si trova la Chiesa di S. Maria, dalla quale prendono avvio le antichissime sacre rappresentazioni della Settimana Santa. 
Il territorio di Castelsardo presenta interessanti tracce archeologiche, come, ad esempio, i numerosi nuraghi eretti nell'area circostante e le Domus de Janas.



(foto da internet)

Una di queste, la Roccia dell´Elefante, così chiamata per il particolare aspetto che nel tempo le hanno dato gli agenti atmosferici, risale all'età del Rame.



(foto da internet)

Dalla parte occidentale il promontorio di Castelsardo, allungandosi sul mare verso l´isola dell'Asinara, offre ai naviganti un sicuro riparo, mentre nella parte opposta degrada sul mare. E' qui che gli antichi romani hanno realizzato uno dei loro approdi, Cala Austina, ancora oggi una bellissima baia.
Sedute sulle scalette dei vicoli del borgo, è possibile vedere le donne intrecciare cestini in palma nana, seguendo una tradizione tramandata di madre in figlia che risale al XIV secolo.
I pescatori più anziani invece costruiscono con il giunco le nasse, una sorta di cestini conici utilizzati per la pesca dell'aragosta.



(foto da internet)

Da assaggiare gli spaghetti con i ricci oppure con la rinomata aragosta, e in generale tutti i piatti a base di pesce.
Il periodo migliore per gustare i ricci è quello invernale, da gennaio a marzo, mentre per le aragoste è preferibile attendere l´estate.
Buon viaggio!