lunedì 23 gennaio 2012

La cicerchia


(foto da internet)

I romani la chiamavano "cicercula", e nelle regioni centrali e del sud ne conoscevano circa venti varietà che con il tempo si sono sempre più andate assottigliando. Infatti, se non fosse per la volontà dei contadini produttori di cicerchia, difficilmente potremmo trovare questo legume, prezioso in molte epoche di carenza di cibo per il suo contenuto proteico, se non nella standardizzata versione industriale.


Nella seconda metà del secolo scorso, per esempio, erano rimasti pochissimi contadini di Serra de' Conti, nell'anconetano, a coltivare la varietà minuta e giallognola locale, che ha bisogno di un ammollo di cinque/sei ore e cuoce in una quarantina di minuti.
Per evitarne la definitiva scomparsa, un gruppo di giovani agricoltori ha dato vita alla cooperativa "La Bona Usanza" proprio per salvare la cicerchia di Serra de' Conti, che tra le sue qualità presenta una buccia poco coriacea e un gusto meno amaro delle altre varietà. Dalla cooperativa arriva voce che sia "ottima in zuppe e minestre, ma anche cucinata in purea o servita come contorno dello zampone". In più, con la farina di cicerchie, si preparano maltagliati e pappardelle.

Ma anche nel napoletano, nella zona dei Campi Flegrei, vi è una lunga tradizione che lega i contadini a questo legume. Da queste parti si semina all'inizio dell'anno per essere raccolto tra luglio e agosto. La cicerchia dei Campi Flegrei si presenta spigolosa, di piccole dimensioni e con colorazioni che vanno dal grigio al marrone chiaro, ed è famosa per avere una forte resistenza alle condizioni anche molto difficili. La raccolta è ancora manuale, e per separare il seme dal baccello si usa il vivilo, un antico attrezzo contadino.
Per chi volesse cucinare la cicerchia, bisogna ricordare, prima di metterla in ammollo di fare attenzione ad individuare eventuali sassolini, che potrebbero confondersi per forma e colore con le cicerchie.

Un'altra maniera interessante di gustare le cicerchie in cucina, oltre alla classica zuppa, proviene dal Conero. In quella zona, infatti, si usa servirle con un guazzetto di calamari, con cipolle e pomodoro.

Buon appetito!

venerdì 20 gennaio 2012

Il modello Barça


(foto da internet)

Il giornalista sportivo Sandro Modeo ha pubblicato un interessante libro, intitolato Il Barça, con prefazione di Paolo Condò e postfazione di Irvine Welsh. Il testo si propone una rilettura del totaalvoetbal di scuola olandese ma utilizzando, come strumenti della narrazione, la biologia, la fisica quantistica, la neuropsicologia, la letteratura, la musica, l'arte, la storia e la geografia! La tesi di Modeo è assai semplice: "il calcio è l'unico fenomeno culturale innovativo in un'epoca così ripetitiva". Secondo il giornalista italiano, il calcio va analizzato come un'opera d'arte. Il Barcellona di Guardiola, i giovani della Masia diventano i protagonisti di un'avventura letteraria che stabilisce dei parallelismi con degli organismi geneticamente modificati.

Perché? Perché il cosiddetto "calcio totale" nato al di fuori della Catalogna, si sviluppa lì, seguendo la teoria di Modeo, "in quel luogo, in quel tempo e da quel polo di attrazione", fino a raggiungere la perfezione. Così esiste una linea sottile che unisce Vic Buckingham, Rinus Michels, Johan Cruijff, Bobby Robson e Lobanovskij, che rappresentano il patriarcato del calcio totale, fino a scendere a Sacchi, Zeman, Van Gaal, Rijkaard, che ne sarebbero i degni apostoli, e infine c'è Guardiola: colui che ha condotto il calcio totale all'eccellenza.
Scive Modeo: "il Barça è come il quantum di luce della fisica quantistica: non c’è un qui e un lì, ma una schiera di stati intermedi corrispondenti a miscele di quelle possibilità". La metafora più affascinante a cui ricorre Modeo per rappresentare le dinamiche del gioco del Barcellona è quella del Barça come il quantum di luce della fisica quantistica: ovvero, la continuità assoluta delle parti continue e di quelle discrete.


(foto da internet)

Afferma il giornalista italiano: "non c’è un qui e un lì, ma tutta una schiera di stati intermedi corrispondenti a miscele di quelle possibilità: un po' di qui e un po' di lì, sommati tra loro. E così il gioco del Barça è un continuum composto da parti discrete". Il calcio totale assume una dimensione polifonica e diventa una mistura di generi.

Modeo mette anche a confronto le due tendenze calcistiche più importanti attualmente: il sistema-Barça e la prospettiva-Mourinho. Secondo Mondeo siamo in presenza di due modelli culturali, paralleli e opposti. Il sistema-Barça è la massima espressione del calcio totale, nell'accezione più pura; la prospettiva-Mourinho si muove su parametri diversi: giocatori funzionali e congeniali al suo metodo, con i campioni ma non coi prodotti del vivaio, gioco attendistico, corsa e forza fisica. Il sistema-Barça è, secondo Modeo, più completo e flessibile, sembra avere risorse infinite, lancia talenti e valorizza la Cantera, ha il senso dello spazio e la dominante del possesso della palla.

Chi ha detto che il calcio è solo un gioco?

mercoledì 18 gennaio 2012

KindleItalia



 
(foto da internet)
Lo scorso è stato il Natale del lettore di e-book targato Amazon, arrivato in Italia a 99 euro e con 16 mila titoli. Gli e-book stanno diventando il modo più comodo e più economico per leggere i libri, adesso anche in Italia. Sembrano ormai destinati a imporsi nelle abitudini degli italiani e a incidere su come gli editori creano e vendono i libri.   
Addio, quindi, ai passi falsi del passato: è definitivamente sbocciata la primavera dell'e-book italiano!
La differenza la fa soprattutto una notizia, che tutti gli esperti considerano il segno di svolta per l'e-book italiano: Amazon, il leader mondiale del mercato e-commerce ed e-book, a dicembre ha lanciato anche nel Belpaese  il Kindle, con il modico prezzo di 99 euro. È arrivato in Italia il più famoso lettore di e-book e ora gli italiani possono comprarlo con facilità e a un prezzo accessibile per molti. Subito dopo, Telecom Italia ha risposto portando a 99 euro il proprio lettore e-book, Biblet. Entrambi hanno anche un browser per navigare e leggere le notizie. 


(foto da internet)
«È cominciata la rivoluzione e-book. Tutti i tasselli sono al posto giusto. È arrivato il Kindle e al tempo stesso tutti i principali editori italiani ormai si sono convinti che questo è il futuro del libro», dice Andrea Rangone, docente a capo degli Osservatori Ict (sul mercato tecnologico) del Politecnico di Milano. Il Kindle semplifica la lettura. E non solo perché - come gli altri lettori - ha uno schermo che simula in tutto e per tutto l'effetto della carta e dell'inchiostro, per non stancare gli occhi. Ci sono altri aspetti importanti: si acquista su Amazon.it e arriva a casa già configurato;  si accende e saluta con nome e cognome; riconosce il proprietario grazie all’account di Amazon; con un clic  ci si collega  alla propria libreria digitale e si acquista un libro con la stessa facilità di un'applicazione per iPhone, senza alcun bisogno di inserire di nuovo la carta di credito, giacché il Kindle ricorda quella impostata sull’account.


(foto da internet)

Altri motivi del successo del Kindle: è possibile avere un'anteprima gratuita dei libri e  leggerne le prime pagine, prima di comprare; si può prestare il volume a un amico con un clic. L'utente si ritrova, in automatico, su altri dispositivi gli e-book acquistati dal negozio del Kindle. Basta solo installare una specifica applicazione di Amazon. 

Insomma, per comodità è tutto l'opposto rispetto a quell'esperienza farraginosa che è stato fino a poco tempo fa l'e-book in Italia, dove la paura degli editori di perdere il controllo sul mercato li ha portati a fare una serie di errori: libri con il lucchetto, cioè con protezioni che  ne impedivano il prestito; niente anteprime; possibilità di comprarli solo su Internet dal computer, che poi l'utente con tanta pazienza doveva collegare al lettore per trasferirvi i file.  Inoltre, il Kindle era acquistabile solo dagli Usa e comunque aveva solo una frazione degli e-book italiani (pochissimi, fino a pochi mesi fa), i cui prezzi, peraltro, si discostavano poco da quelli della carta. Insomma, bisognava essere davvero molto motivati e sperimentatori per adottare l'e-book.


(foto da internet)

Adesso è cambiato tutto e secondo gli esperti i frutti della rivoluzione saranno ancora più evidenti nel 2012. Si sono imposti, per comodità, i lettori e-book direttamente connessi a librerie digitali, grazie alla spinta dei giganti americani. Non solo Amazon, ma anche Apple, che a settembre ha lanciato in Italia la propria libreria, accessibile da iPhone e iPad. Gli utenti possono quindi usarli anche come lettori e-book.

Quale sarà il futuro dell'editoria nell'era di Internet sono in molti a domandarselo e in particolare editori, librai e autori che, il prossimo 2 e 3 febbraio a Milano, parteciperanno alla conferenza internazionale
IfBookThen, promossa e organizzata da Bookrepublic!

Ma leggete anche il consiglio di Umberto Eco!

lunedì 16 gennaio 2012

Cucinare in lavastoviglie



(foto da internet)

Cucinare dove sembrava impossibile: forse non ci avete mai pensato, ma il calore che una lavastoviglie sviluppa durante un lavaggio può essere utilizzato anche per cuocere i cibi. Le temperature all’interno dell’elettrodomestico, costanti e non troppo elevate, permettono di ottenere una perfetta cottura a bassa temperatura, simile a quella praticata dagli chef professionisti: l’ideale per esaltare profumi e sapori del cibo.
Cucinare in lavastoviglie è ecologico, perché non si utilizza altra energia oltre a quella adoperata per il lavaggio; è sicuro, perché le analisi chimiche hanno dimostrato che gli alimenti non vengono contaminati dalle sostanze detergenti; è facile, perché si possono utilizzare contenitori presenti in ogni casa.
Questa è la conclusione alla quale è giunta Lisa Casali, autrice di un libro di successo, Cucinare in lavastoviglie (Gribaudo), appunto, che fornisce tutte le indicazioni necessarie per imparare a cucinare nella lavastoviglie e cambiare quindi radicalmente le proprie consuetudini in cucina. Il libro propone delle ricette, suddivise in base alle temperature sviluppate nei vari tipi di lavaggi, per creare 15 menú di successo.


(foto da internet)

Questa è la scommessa ecologica di Lisa Casali, detta Lisca. Ha poco più di 30 anni ed è romagnola. Vive da anni a Milano. Ha un master in scienze naturali. E'appassionata di cucina e paladina della difesa dell'ambiente.
Alcuni anni fa, iniziò a fare esperimenti nella sua cucina. Sperimentando, girando e confrontandosi con esperti di nutrizione, chef e amici, Lisa Casali scoprì che buona parte del cibo che normalmente buttiamo via, i cosiddetti scarti, è perfettemente commestibile e che, in molti casi, non ha nulla da invidiare alle parti nobili.
Decise, dunque, di mettere a punto tecniche gastronomiche e di creare ricette per utilizzare tutto quello che gli altri, di solito, buttano via.
Nacque così Ecocucina, un laboratorio di cucina a costo (quasi) zero, il cui obiettivo è quello di ridurre l'impatto ambientale in cucina.
Lisa Casali è disponibile al confronto di idee e accetta ben volentieri i contributi esterni al suo blog.
Le condizioni per prender parte al progetto sono tre e semplicissime:

  • La base di ogni piatto è uno scarto o un avanzo.
  • Gli ingredienti extra necessari per la realizzazione di ogni ricetta sono le cose che si trovano comunemente in ogni dispensa come olio, latte, uova, pan grattato, erbe aromatiche, aglio e cipolla.
  • La preparazione deve essere semplice e alla portata di tutti.

Meditate, gente, medidate!

mercoledì 11 gennaio 2012

Nuovi propositi


 
(foto da internet)

Abbiamo inaugurato la routine del 2012 e, è inevitabile, l'amaro in bocca che si ha per questa "benedetta" crisi che fa sempre più vittime e oscura un inizio anno sempre caratterizzato dall'ottimismo e dall'ossessione della dieta. Nessuno, infatti, nomina che da lunedì scorso ha iniziato la dieta. nell'aria c'è preoccupazione e la parola d'ordine è: cauto e morigerato
Poi leggiamo che sul The HuffingtonPost, un blasonato giornale e blog, sono stati pubblicati i 12 buoni propositi per il 2012. Sono essenzialmente piccole regole di saggezza e buon senso, proprio come si potrebbero leggere sul calendario di Frate Indovino, che un tempo era un compagno onnipresente nelle case di tutti gli italiani.


(foto da internet)

La verità è che mai un anno si è presentato così adatto a propositi minimali: tutti sono d’accordo che solo si potrebbero impegnare le certezze in modesti corroboranti alla sopravvivenza, schiacciati globalmente da crisi finanziaria, foschi scenari di guerra e cruenti catastrofi naturali. Come se non bastasse, ricordate che c’è anche l’incombere della profezia Maya, che ci vorrebbe al lumicino tra 12 mesi.

Per questo la lista non è da sottovalutare. Nel 2012, anno di vacche magre per tutti, non sarà più l’ossessione per la dieta a monopolizzare la classifica delle buone intenzioni. Molto meglio quindi porsi micro-obiettivi  per un benessere low-cost.



1.Belle dormite:  fanno risparmiare perché chi dorme non spende. Sono finite le ore piccole! (che quasi sempre comportano una spesa notevole!). Che dalla sua ha anche il vantaggio di svegliarsi freschi e splendenti il giorno dopo (così si può risparmiare sulle creme, sia per le donne che per gli uomini).


2. Postura: conviene migliorarla, soprattutto per chi lavora davanti a un monitor. Forse così si risparmierebbero i soldi del pilates, osteopata ecc.



3. Respirare: respirare bene una buona boccata d’aria permette il contatto con la parte più sommersa degli esseri umani. Sarebbe opportuno dedeicare allo yoga dieci minuti quotidiani. 


(foto da internet)

4. Giorni di vacanza: riposare e goderli a pieno. Ciò  vuol dire di evitare il faticosissimo lavoro di scelta del luogo con l'implicito obbligo al divertimento coatto.


5. Consumi alimentari: conviene astenersi dalle bevande colorate, frizzanti e dagli snack, che si ingeriscono solo per sfizio. Questi possono essere sostituiti dal cibo spazzatura che, come diversivo, pare  atrofizzi il piacere del palato.

6. Altre regole: staccare i telefoni dieci minuti al giorno. Andare in bicicletta almeno una volta a settimana. E chi non può usare la bicicletta come mezzo di trasporto che vada a piedi, che, in fondo, ci può andare chiunque e si può andare ovunque.  Vero è che correre pagare la palestra per correre sul tapis roulant è completamente vietato. 



(foto da internet)

Forse la rabbia della crisi e dei tagli a cui più o meno tutti siamo esposti ci servirà per apprezzare quelle piccole cose di cui troppo spesso ci dimentichiamo!

lunedì 9 gennaio 2012

Rattarira



Per tutti i chiodini (vicini e lontani) melomani, una buona notizia: è appena uscito il nuovo singolo di Mina. Il titolo accattivante, Rattarira, riprende tutti i luoghi comuni che, ultimamente, alcune popstar ci propongono: jazz/dance, ritornelli ripetuti e martellanti e testi abbastanza banali.
Rattarira si riferisce al suono incessante dei cellulari che è entrato a far parte della nostra vita quotidiana. Il brano forma parte dell'album Piccolino che è uscito in Italia nel novembre del 2011.

Buon divertimento!