mercoledì 31 ottobre 2012

Monumenti a numero chiuso?



(foto da internet)

Numero  chiuso e ingresso contingentato: questo sembra essere lo spettro a cui potrebbe andare incontro tra qualche mese uno dei monumenti più ammirati al mondo, la Cappella Sistina. Infatti, ogni anno, sono oltre 5 milioni i visitatori che ammirano questa mervaiglia, la cui presenza, però, mette a rischio gli affreschi sulla volta e il Giudizio universale di Michelangelo. Insomma è a rischio ciò che si ammira da circa 500 anni, scrigno di rara bellezza "firmato" non solo da Michelangelo, ma anche da grandi maestri del Rinascimento: dal Botticelli al Perugino, dal Ghirlandaio al Pinturicchio, Cosimo Rosselli, Piero di Cosimo. "Se non si interviene subito con l'installazione di un nuovo impianto di climatizzazione - avverte il direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci - il rallentamento forzato delle visite sarà la strada obbligata per preservare l'ingente patrimonio artistico".








Fu papa Giulio II a inaugurare gli affreschi della Volta con il solenne rito dei Vespri della vigilia della festa di Ognissanti, il 31 ottobre 1512. E stasera, alla stessa ora, Benedetto XVI ripeterà quel rito per festeggiare i cinque secoli della Sistina. La giornata di grande festa liturgico-artistica, non farà però dimenticare ai responsabili della Cappella il problema dei danni irreparabili che rischiano gli affreschi. L'allarme del direttore dei Musei Vaticani ne è una prova. "A lungo andare la massiccia presenza di visitatori potrebbe provocare danni a causa di polveri, pressione antropica, anidride carbonica, temperature eccessive, sbalzi climatici, elementi nocivi che ogni visitatore porta con sé e che minano il microclima della Cappella", spiega il direttore.


 






Cosa fare quindi? Per evitare di limitare l'accesso con numero chiuso e contingentamento, le autorità vaticane, informa Paolucci, hanno incaricato una ditta, specializzata in impiantistica ambientale, di progettare un sistema di climatizzazione per mettere al riparo gli affreschi. Perché a non dare più sufficienti garanzie sono gli impianti attuali, installati vent'anni fa.

 
 
(foto da internet)


I nuovi impianti, secondo Paolucci, "dovranno essere installati entro il prossimo anno, altrimenti occorrerà pensare a soluzioni drastiche che limiterebbero l'accesso, una soluzione complicata e forse difficile da realizzare per un sito come la Sistina che, oltre a essere un tesoro d'arte di prima grandezza, è anche luogo di culto e di celebrazioni presiedute dal Papa, e sede del Conclave per l'elezione del nuovo pontefice". Tre, comunque, saranno gli obiettivi che si dovranno raggiungere: abbattere le polveri, ricambiare costantemente l'aria e stabilizzare la temperatura.



lunedì 29 ottobre 2012

Polpette (di saggezza linguistica VIII)




(foto da internet)


Cari lettori, la polpetta di questa settimana è l'espressione essere alla frutta. L'espressione in questione fa appello ad abitudini comuni agli italiani. Letteralmente significa essere al termine del pranzo, e figuratamente essere alla fine delle proprie risorse ed energie.

I titoli dei giornali italiani traboccano, quasi sempre, di frutta: "La carta stampata è alla frutta", "Il governo è alla frutta", "Il Pd è alla frutta", "Il Pdl è alla frutta", "La democrazia è alla frutta", "Berlusconi è alla frutta...".
Negli USA, invece, l'abitudine di mangiare frutta alla fine dei pasti è una pratica quasi del tutto sconosciuta, preferendo i commensali terminare con un dolciume. Il che permette quindi di dire che mentre gli italiani sono tutti alla frutta, altri popoli sono, ad esempio, al dolce. 
Ecco a voi un esempio recente tratto della stampa italiana (clicca qui>>).

venerdì 26 ottobre 2012

La vera pizza (?)

La vera pizza dovrebbe essere fatta così:


E fin qui va tutto bene. Il problema sorge, però, quando si deve attribuire a qualche pizzaiolo e/o ristorante il primato alla miglior pizza.
I lettori penseranno, quasi subito, a qualche locale di Napoli (o dintorni) che dovrebbe sfoggiare l'agognato titolo. 
Ebbene, no! A soffiare il primato alla città partenopea c'è, attenzione, nientemeno che una città del freddo Nord: Verona. Sì, Verona. Quella della «pasta e fasoi», della polenta, dei «risi e bisi» e delle nebbie. 
Lo "schiaffo" a Napoli arriva da San Bonifacio, paesino nella provincia che, a quanto pare, con la pizza ci sa fare. A decretarlo è il prestigioso Gambero Rosso, che ha assegnato i suoi «Tre Spicchi» 2013 alla pizzeria I tigli capitanata da Simone Padoan. 
A Napoli qualcuno probabilmente è caduto dalla sedia, alla notizia. E così, all’ombra del Vesuvio, è scoppiata la protesta. Per i maestri della pizza si può trattare solo di una cosa: cospirazione politica, altrimenti detto «razzismo culinario», secondo il quotidiano L’Arena
Nella fattispecie, questa pizza avrebbe una farcitura verde leghista. Detto fatto: si è passati subito al contrattacco ed è stata indetta un’iniziativa di protesta al «Sorbillo dei Tribunali», storico locale di Napoli. 
Il processo si è svolto alla presenza di cittadini e pizzaioli: una decisione «surreale e incredibile», hanno sentenziato in molti. Il signor Padoan, dal canto suo, ha reagito alla polemica ed ha affermato di non capire il motivo di tutte queste polemiche da parte dei suoi colleghi napoletani. Secondo il pizzaiolo veneto, infatti, sono già quattro anni che il suo locale viene indicato tra i migliori d’Italia. 
La rabbia passerà. Forse. E chissà se qualche chef napoletano non stia meditando la rivincita. Stavolta, a suon di lesso e pearà.
Chissà se il signor Padoan, come il compianto Aurelio Fierro, canticchia, soddisfatto, la famosa canzone ma tu vulive a pizza?!

mercoledì 24 ottobre 2012

E tu, che oggetto sei?



(foto da internet)
Qual è l'oggetto che più vi rappresenta? La storia non sta soltanto nei libri. Al contrario, sta scritta perlopiù nella materia delle cose, degli oggetti, dei documenti superstiti. Attraverso la trasmissione radio della BBC, MacGregor, direttore del Brish Museum, in 100 puntate da 15 minuti ciascuna, ha «presentato al mondo una storia del mondo». Le 20 epoche che hanno attraversato erano caratterizzate dagli oggetti che rappresentavano le preoccupazioni e i problemi quotidiani dell'uomo. Il suo lavoro era caratterizzato da un continuo paragone tra società totalmente diverse tra loro, concludendo che non basta più solo la storia per capire il resto del mondo.
Secondo l'autore gli oggetti di epoche diverse possono dare continuità, e un aspetto sempre presente e costante nella storia è l'amore, in tutte le sue sfumature. Il primo oggetto, infatti, è una piccola statuetta (di undicimila anni fa), ed è la prima a rappresentare un rapporto intimo tra uomo e donna: è la prima rappresentazione dell'amore umano ed è testimone di un cambiamento, infatti all'epoca l'uomo cominciava ad essere sedentario, e questo gli dava tempo per riflettere.
 
 
«Non so se esiste un movente più importante dell'amore. Se esiste è il denaro.», afferma MacGregor, visto che il successivo tema trattato è l'economia, e dopo una citazione a re Creso di Lidia, si passa all'introduzione della cartamoneta in Cina nel 1400 d.C., che, però, dopo quarant'anni venne sospesa.
Gli oggetti, hanno una propria biografia, e grazie a questi, si scoprono vari aspetti nascosti: un'ascia di giada, ritrovata cento anni fa in Inghilterra, e creata cinquemila anni fa è un "testimone" dei commerci passati: la giada infatti viene dalle Alpi, e questo è «il primo passo del love-affair tra Regno Unito e Italia». «La storia è sempre scritta dai vincitori che sanno scrivere, mentre la storia del mondo viene scritta dagli oggetti». Dalle  trasmissioni radiofoniche, in cui i manufatti nella collezione del British sono stati sviscerati, quasi radiografati, è nato ora un libro dal titoloLa storia del mondo in 100 oggetti, edito in Italia da Adelphi.
 
 
(foto da internet)
Questo libro di oltre settecento pagine è una specie di monumento alla materialità delle cose, quella che il racconto teorico della storia vorrebbe far dimenticare. Materialità intesa come una visione mistica dove la vita, la società e la cultura sono perfettamente incarnate, fuse con il mondo.
Il libro, infatti, usa gli oggetti come un trampolino per spiccare grandi salti e stabilire vertiginose liaisons. Il cronometro della Beagle (la nave con cui Darwin fece il celebre viaggio che lo portò a scrivere L’origine delle specie), per esempio, serve non solo per parlare di come si è imparato a calcolare le ore e la longitudine, ma anche del senso stesso del tempo prima e dopo che Darwin spingesse «le origini dell’uomo in un passato remoto al di là di ogni immaginazione». Ancora: uno dei cento oggetti è una carta di credito, ma è islamica, e serve anche a sottolineare il peso che le differenti credenze religiose continuano ad avere perfino in ambito economico.
 
(foto da internet)
Potrebbe diventare una moda. Lo suggerisce, fra l’altro, il New York Times del 2 settembre che dedica copertina e tre pagine della sezione Metropolitan a una Storia di New York in 50 oggetti, dove si trovano il bagel e una casa originale del 1947 di William Levitt, che divenne il prototipo per l’espansione dei sobborghi intorno a una sempre più affollata metropoli. Il giornale fa del servizio un’opera aperta, invitando i lettori a dire quali oggetti, per loro, rappresentano meglio New York.  
 
Vogliamo aggiungere una variante? Raccontatevi scegliendo tra i 20 oggetti proposti da Repubblica quelli che meglio sintetizzano chi siete. Rispondete e consegnatevi alla vostra storia familiare!



lunedì 22 ottobre 2012

Polpette (di saggezza linguistica VII)






(foto da internet)

Cari lettori, la polpetta di oggi è la parola bufala.
Bufala, in italiano, è sì la femmina del bufalo, ma designa anche una notizia infondata, una panzana o errore madornale.
Attenzione! In un recente studio realizzato presso l'University of West Australia si dimostra che le informazioni che ci raggiungono restano attaccate alle nostre menti, influenzando comportamenti e scelte. E anche quando ci rendiamo conto che il loro contenuto è falso, e quindi sappiamo che ci stanno raccontando una bufala, può risultare molto difficile riuscire a modificarle. 
La situazione descritta non vi ricorda, per caso, il comportamento di certi governanti? 
Per altri tipi di bufale, guardate qui>>.

venerdì 19 ottobre 2012

Visti da lì

Come vedono i nordici norvegesi i maschi italiani? Mammoni e viziati, senza dubbio. Una società immobiliare norvegese ha lanciato uno spot in cui li descrive proprio così. La Obos, che si occupa di vendita o affitto di immobili, ha realizzato una serie di divertenti spot pubblicitari che invitano a non prendere esempio dagli italiani. Come? In questo modo:

mercoledì 17 ottobre 2012

le buone regole del ciclista urbano



(foto da internet)


Il sito Bicisnob, ha appena pubblicato delle regole di comportamento per i ciclisti urbani. C'è di tutto: dai consigli per innamorarsi, alle tattiche per non litigare mai.
Secondo il suddetto portale «il ciclista metropolitano ha l’obbligo di trasmettere agli altri utenti della strada un’immagine di superiorità, fascino, alterità, bellezza, eleganza». 
Ed ecco pronti i «10 comandamenti del bravo ciclista urbano»:

1) Abbigliamento. Sono vietati gonne e pantaloni multitasche così come casacchine catarifrangenti e altri utensili che fanno tanto dipendente incaricato della pulizia e della manutenzione delle strade. Gli abiti devono essere ricercati, informali e nello stesso tempo raffinati, la mise si deve notare senza dare cafonamente nell’occhio, deve essere adatta a un aperitivo tra amici così come a una cena elegante. Bisogna essere cool e controfighetti. 

2) Relazioni sociali. La capacità di rimorchiare deve apparire innata e straordinaria. Se ci si imbatte in uno strafigo/strafiga che cammina per strada, bisogna puntarlo/a e chiedergli/le un’informazione qualsiasi. Si deve convincere chi guarda la scena senza sonoro che due vecchi amici si ritrovano per caso. Allontanandosi bisogna salutare calorosamente e fare gesti che lascino intendere che ci si rivedrà  al più presto. 

 3) Sudore. E’ rigorosamente bandito il sudore. La pelle deve essere sempre fresca e rilassata. Il viso asciutto e tonico esprime la leggerezza della pedalata. Chi soffre di sudorazione eccessiva deve mascherarla utilizzando una mtb e indossando capi tecnici pre-macchiati di fango in modo da convincere l’osservatore che si è reduci da un’escursione chilometrica nei boschi. Il sudore diventerà così testimonianza di una straordinaria forma fisica. 

4) Respirazione. Vietato respirare a bocca aperta, mostrare affanno o spossatezza. Anche se stanno esplodendo i polmoni si deve mantenere un certo aplomb. Chi fuma, nel bel mezzo di una salita al 12%, può accendersi una sigaretta, senza naturalmente perdere il ritmo fluido della pedalata. 

 5) Espressione. Sorridere con intelligenza, senza inciampare in sguardi beoti. Il volto deve comunicare serenità, spensieratezza, compiacimento. Bisogna incutere invidia. 



(foto da internet)


6) Sorpassi. Sorpassare un’automobile è la cosa più normale che può accadere durante uno spostamento: compiere l’operazione con naturalezza. E’ fatto obbligo di non indugiare con lo sguardo beffardo verso il finestrino delle auto, di tirare avanti dritti e fieri senza curarsi di chi è impantanato nel traffico. Inventare occasioni per fermarsi di tanto in tanto lungo il tragitto così da superare più volte gli stessi automobilisti. 

 7) Generosità. La superiorità del ciclista urbano deve renderci più generosi e disponibili verso il prossimo. Ad esempio, pur essendo privi del parabrezza, si possono dispensare mance ai lavavetri al semaforo. 

8) Gentilezza. Fermiamoci con ostentazione davanti alle strisce pedonali e sorridete a chi attraversa. Poi manifestiamo complicità col pedone e scuotiamo il capo in maniera da redarguire con quel semplice gesto l’arroganza dell’automobilista che non rispetta le zebre. 

9) Meteo. Bisogna apprezzare, senza esagerare, i repentini cambiamenti meteoclimatici. Utilizzare uno scroscio di pioggia improvviso per lasciar intravedere intriganti trasparenze o per esibire muscoli bestiali sotto pantaloni resi attillati dall’acqua. 1

10) Rapporti coi motorizzati. Mai dare confidenza agli automobilisti, mai reagire a provocazioni, a colpi di clacson, a urla e a offese.

Amen!

domenica 14 ottobre 2012

Polpette (di saggezza linguistica VI)


(foto da internet)

La polpetta che vi proponiamo oggi è la locuzione a scrocco, che denota l'usufruire di qualcosa a spese altrui. 
Un sinonimo sarebbe a sbafo
Si parla, in questi giorni di bufera politica nella Regione Lazio, di una presunta gita a Ponza, avvenuta nel giugno u.s., dell'ex governatrice Polverini.
La signora Renata avrebbe utilizzato due motovedette delle Fiamme Gialle per lei e per  i suoi quattro amici. 
Sembra addirittura che alcune ore prima dello sbarco tre pescherecci siano stati fatti spostare dalle Fiamme Gialle per garantire un attracco rapido. 

venerdì 12 ottobre 2012

Far la spesa 24 ore su 24



E' nato in Italia, a Milano per l'esattezza, un supermercato aperto 24 ore su 24, sette giorni su sette: è il Carrefour di piazzale Principessa Clotilde. Dal 10 settembre 2012 è l'unico supermercato sempre aperto in città. E' diventato il punto di riferimento, specialmente di notte, dei lavoratori dei locali della zona, tassisti, giovani e turisti stranieri che entrano per fare la spesa o concedersi uno spuntino fuori orario. I clienti dimostrano di apprezzare molto la novità, finalmente in linea con le altre metropoli nel mondo.

mercoledì 10 ottobre 2012

La vite più antica del mondo

(foto da internet)
 
A proposito di vendemmie, sapete dove si trova la vite più grande ed antica del mondo?
Si trova in Alto Adige e cresce sul pendio settentrionale di Castel Katzenungen, dove si è appena conclusa la vendemmia del "Versoaln", la cui parola potrebbe derivare da "Faxoal" o da "Frason", un antico termine agreste che indicava una fila di strisce parallele di terra, lunghe e strette. Tuttavia, "Versoaln" potrebbe anche riferirsi alla posizione della coltivazione della vigna: vale a dire ai pendii ripidi su cui si doveva assicurare il raccolto e trasportarlo per mezzo di corde (l'espressione dialettale "versoaln" significa, appunto, "assicurare con corde"). 

 
 
(foto da internet)
 
 
La particolare vite Versoaln, a foglie estremamente frastagliate, è una qualità autoctona, coltivata su una pergola tradizionale di castagno. Cresce sul pendio settentrionale di Castel Katzenzungen, a ridosso di un muro, su un terreno porfirico molto povero, dove per secoli si è accumulato materiale alluvionale. La veneranda età rende la vigna un monumento naturale unico. Proprio per questa ragione il tronco e le attaccature delle prime ramificazioni erano continuamente coperte di terra. 
 
 
 
 
 (foto da internet)
 
La vite Versoaln produce piccoli grappoli d'uva con chicchi trasparenti di media grandezza. Il mosto che si produce ha un contenuto zuccherino tra il 16 e il 19%, equivalente a circa 80-95 gradi Öchsle. Il vino che ne deriva è solitamente fruttato con riflessi verdognoli, dalla struttura delicata e con un'accentuata acidità.



(foto da internet)
 
I Giardini di CastelTrauttmansdorff ne hanno assunto la paternità dal 2006 e da allora l'uva raccolta viene pigiata e lavorata dal Podere Provinciale Cantina Laimburg. Dall’ uva raccolte viene prodotta una serie limitata di circa 300 bottiglie di vino, che si possono acquistare nel pacchetto sensoriale "Giardini &Vino". Una proposta che ogni anno affascina gli amanti di questo nettare,  che, tramite la vite, patrimonio storico e culturale, approfondisce molti aspetti legati al vino, dalla storia della viticultura in Alto Adige, all'aspetto organolettico e multisensoriale.



lunedì 8 ottobre 2012

Polpette (di saggezza linguistica V)

La polpetta di oggi è fare il palo.
Nel linguaggio figurato fare il palo o da palo, significa vigilare che non arrivi qualcuno, mentre i complici (ladri) rubano in un determinato posto.
Enzo Jannacci, in una famosissima canzone intitolata, appunto, Faceva il palo, narra le peripezie di un palo guercio e sordo (poveretto!).
Buon ascolto!



venerdì 5 ottobre 2012

Pigri di tutto il mondo unitevi!


(foto da internet)


Si è tenuto a Ferrara, in questi giorni, un raduno assai curioso: l'orgoglio pigro.

Siamo ormai giunti al nono (che sforzo!) raduno universale dei pigri. Il primo era stato nel lontano 2004. 
Per due giorni, nel parco di Pigroland, i pigri di tutto il mondo hanno illustrato le gioie di una vita nel segno dell'inerzia. 
Lo slogan di quest'anno, coniato dal comico Gianni Fantoni è stato il seguente: "Pigri di tutto il mondo unitevi: più siamo meno sforzo facciamo". 
I colti pigri riuniti a Ferrara, hanno rivendicato, con un certo orgoglio, Oblomov, il mitico protagonista del romanzo di Ivan Goncharov, il quale trasformò la pigrizia in un'ossessione e si tenne in disparte anche dall'amore. 
Un altro punto di riferimento è stato Bertrand Russel, che pigro non lo era affatto, autore di Elogio dell'ozio, la bibbia dei pigri di Ferrara. 


Sul versante cinematografico, invece, il personaggio cult è il Grande Lebowski, protagonista del film dei fratelli Coen: Jeffrey Lebowski è un quarantenne disoccupato la cui fascinosa indolenza ispira il movimento del Dudeismo. Un anti eroe che condanna lo stress e le competizioni made in USA. 



(foto da internet)

La pigrizia, però, piuttosto banalmente si manifesta con l'assenza di movimento fisico e così, a rimetterci, è la salute. La rivista scientifica The Lancet ha lanciato l'allarme: il fenomeno della pigrizia cronica, secondo un gruppo di 33 ricercatori, colpisce un terzo della popolazione mondiale che sarebbe praticamente sedentaria. E in Italia le cose vanno anche peggio: per la Società Italiana di Diabetologia la pigrizia, che danneggia un italiano su due, sarebbe la causa dei chili di troppo del paese. 
Gli italiani, avvertono i medici, rischiano di trasformarsi in un popolo di grandi obesi a causa delle troppe ore alla scrivania. E, peggio ancora, lo stile di vita sedentario ucciderebbe 28 mila persone l'anno. In pratica più del fumo. Nel settembre di quest'anno, poi, si è registrato un calo delle iscrizioni nelle palestre del 40% rispetto al settembre 2011. Dato singolare poiché l'autunno è tradizionalmente il mese dei buoni propositi. 
Per non parlare degli adolescenti. Un'indagine sul loro stile di vita (realizzata dalla Società italiana di pediatria) dimostra come il 60% dei ragazzi passino circa 10 ore seduti tra i banchi di scuola, televisione e computer.




(foto da internet)

Ma c'è chi la pigrizia la difende. Il sociologo Domenico De Masi, ha elaborato il concetto dell'Ozio creativo, una sorta di sintesi tra piacere e dovere. E sono in molti, soprattutto tra letterati e filosofi, a ritenere che la pressione degli impegni non ci rende liberi di creare. Di più: addirittura infelici. Mentre la forma più spirituale di ozio, la meditazione, sarebbe una sicura fonte di serenità. 
I rimedi di fronte ad un mondo che ci vuole tutti in continuo movimento? Qualcuno, forse, si può trovare al raduno ferrarese tra chitarre ad una sola corda, tazzine con tre manici e cubi di Rubik semplificati... (clicca qui senza sforzo>>).

mercoledì 3 ottobre 2012

Può diventare la fotografia democratica?

 (foto da internet)

Gli smartphone e la rete sembra che stiano cambiado le regole del gioco.
Il celebre settimanale sportivo americano «Sports Illustrated» nel numero di luglio, a corredo di un lungo reportage dedicato al baseball, ha pubblicato molte immagini scattate con un iPhone e modificate con Instagram, fotografie che sono state scattate da un fotografo professionista. 
Sì, un professionista, certo, ma, in realtà, quelle fotografie avrebbe potuto farle quasi chiunque: basta avere uno smartphone nella mano e un po’ di estro creativo nella scelta di uno dei 17 filtri che questa «applicazione» fotografica da 100 milioni di utenti nel mondo mette a disposizione.


(foto da internet)

È rivoluzione? Forse. Una risposta hanno cercato di darla la settimana scorsa a Torino i partecipanti all’evento «Fotografie a confronto», organizzato nell’ambito della Social media week.

I professionisti sono convinti che la fotografia professionale non verrà sostituita da quella degli amatori. Si difendono:  «È un po’ come confrontare Facebook con una testata giornalistica», dice. «I contenuti del primo interessano me e a una ristretta cerchia di amici che mettono “like” o fanno dei commenti. Nella seconda, invece, sono presenti temi che interessano più o meno tutti». Lo stesso vale per le fotografie. «I professionisti, quelli che lavorano per le agenzie, comunicano a un pubblico più ampio, idealmente a tutti, mentre gli Instagramers o chi pubblica i propri scatti su Flickr lo fa per pochi, per chi condivide gli stessi interessi».





(foto da internet)

Eppure è proprio la Rete il punto di forza di Instagram. «Ciò che conta è la condivisione e con essa la possibilità, grazie ai commenti negativi o positivi degli altri utenti, di avere un riscontro istantaneo delle proprie abilità di fotografo – spiega Nicola Pasianot di Instagramers Italia -. È come se si creasse un dialogo intorno all’immagine». Già, l’immediatezza. 



(foto da internet)


Era proprio questo il bello delle vecchie Polaroid, a cui l’applicazione per iPhone e Android, nata nell’ottobre 2010 da un’idea di Kevin Systrom e Mike Krieger e acquisita quest’anno da Facebook, si ispira. Con la differenza che nel mondo digitale ciò che conta non è tanto tenere tra le mani lo scatto appena uscito dalla macchina, ma piuttosto spararlo subito sul web.



 Insomma: fotografi no, ma quasi.

lunedì 1 ottobre 2012

Polpette (di saggezza linguistica IV)

La polpetta di oggi è sgamo, termine gergale e giovanile, usato prevalentemente al nord, che ha valore di dritta, soffiata, consiglio buono...
Spopolano sul web gli sgami di una simpatica signora milanese, nonna Lea, la quale, in un linguaggio originalissimo, infarcito di termini gergali, di slang, e con un sostrato dialettale, offre consigli su tematiche assai diverse: da come difendersi dai cani in calore (per i proprietari di cagnette) alla preparazione di un buon caffè.
Vi proponiamo un video, in cui nonna Lea ci offre uno sgamo semplicissimo: digerire dopo un pasto abbondante.


In italiano: 

Ragazzi, quante volte mangiate così tanto che neanche gli amari vi fanno digerire. Provate a far bollire, 40 grammi di cicoria in un mezzo litro di latte. E bevetelo in tranquillità. Sì certo, fa un po' schifo ma fidatevi ragazzi! Vi fa riprendere di brutto.
Una soluzione meno schifosa, ma da sfigati? Un chilo di fragole come pasto il giorno dopo. Ma è da sfigati!

Nota: il termine bobas, significa sfigato, e cioè sfortunato, iellato.
Nonna Lea usa dei termini quali loki, foschi, che bisogna invertire: loki = kilo, foschi= schifo.