Qual è l'oggetto
che più vi rappresenta? La
storia non sta soltanto nei libri. Al contrario, sta scritta perlopiù nella
materia delle cose, degli oggetti, dei documenti superstiti. Attraverso la trasmissione radio
della BBC, MacGregor, direttore del Brish Museum, in 100
puntate da 15 minuti ciascuna, ha «presentato al mondo una storia del mondo».
Le 20 epoche che hanno attraversato erano caratterizzate dagli oggetti che
rappresentavano le preoccupazioni e i
problemi quotidiani dell'uomo. Il suo lavoro era caratterizzato da un
continuo paragone tra società totalmente diverse tra loro, concludendo che non
basta più solo la storia per capire il resto del mondo.
Secondo
l'autore gli oggetti di epoche diverse possono dare continuità, e un aspetto
sempre presente e costante nella storia è l'amore, in tutte le sue sfumature.
Il primo oggetto, infatti, è una piccola
statuetta (di undicimila anni fa), ed è la prima a rappresentare un
rapporto intimo tra uomo e donna: è la prima rappresentazione dell'amore umano ed è testimone di un
cambiamento, infatti all'epoca l'uomo cominciava ad essere sedentario, e questo
gli dava tempo per riflettere.
«Non so se
esiste un movente più importante dell'amore. Se esiste è il denaro.», afferma
MacGregor, visto che il successivo tema trattato è l'economia, e dopo una
citazione a re Creso di Lidia, si passa all'introduzione della cartamoneta in Cina nel 1400 d.C.,
che, però, dopo quarant'anni venne sospesa.
Gli oggetti,
hanno una propria biografia, e grazie a questi, si scoprono vari aspetti nascosti:
un'ascia di giada, ritrovata
cento anni fa in Inghilterra, e creata cinquemila anni fa è un "testimone"
dei commerci passati: la giada infatti viene dalle Alpi, e questo è
«il primo passo del love-affair tra Regno Unito e Italia». «La storia è sempre
scritta dai vincitori che sanno
scrivere, mentre la storia del mondo viene scritta dagli oggetti». Dalle trasmissioni radiofoniche, in cui i manufatti
nella collezione del British sono stati sviscerati, quasi radiografati, è nato
ora un libro dal titoloLa storia del mondo in 100 oggetti, edito in Italia da
Adelphi.
(foto da internet)
Questo libro di oltre settecento pagine è
una specie di monumento alla materialità delle cose, quella che il racconto teorico
della storia vorrebbe far dimenticare. Materialità intesa come una visione
mistica dove la vita, la società e la cultura sono perfettamente incarnate,
fuse con il mondo.
Il libro, infatti, usa
gli oggetti come un trampolino per spiccare grandi salti e stabilire
vertiginose liaisons. Il cronometro della Beagle (la nave con cui Darwin
fece il celebre viaggio che lo portò a scrivere L’origine delle specie), per
esempio, serve non solo per parlare di come si è imparato a calcolare le ore
e la longitudine, ma anche del senso stesso del tempo prima e dopo che Darwin
spingesse «le origini dell’uomo in un passato remoto al di là di ogni
immaginazione». Ancora: uno dei cento oggetti è una carta di credito, ma è islamica, e serve anche a
sottolineare il peso che le differenti credenze religiose continuano ad avere
perfino in ambito economico.
(foto da internet)
Potrebbe diventare
una moda. Lo suggerisce, fra l’altro, il New York Times del 2 settembre che
dedica copertina e tre pagine della sezione Metropolitan a una Storia di New
York in 50 oggetti, dove si trovano il bagel e una casa originale del 1947 di
William Levitt, che divenne il prototipo per l’espansione dei sobborghi intorno
a una sempre più affollata metropoli. Il giornale fa del servizio un’opera aperta,
invitando i lettori a dire quali oggetti, per loro, rappresentano meglio New
York.
Vogliamo aggiungere una variante? Raccontatevi
scegliendo tra i 20 oggetti proposti da Repubblica quelli che meglio sintetizzano
chi siete. Rispondete e consegnatevi alla vostra storia familiare!
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