venerdì 28 novembre 2008

Il vero e il falso

(foto da internet)

Nata come strumento di pagamento, la «moneta» in senso lato, è da sempre oggetto di falsificazione. La storia dei falsari è lunga 2000 anni: è iniziata nell'antica Roma repubblicana con la contraffazione di denari d'argento e non è mai finita, neanche con l'avvento delle banconote e fino a quella che più genericamente viene definita come «moneta elettronica».
Il grande business dell'industria criminale attuale è proprio la falsificazione degli euro e la clonazione delle carte di credito.
Tra monete di età antica e moderna arriva, a Roma, la mostra «Il vero e il falso», presentata dalla Guardia di Finanza, all'interno del museo storico delle Fiamme Gialle, dal 26 novembre al 20 gennaio 2009. L’esposizione guida i visitatori tra esemplari di collezioni reali, come quella di epoca medioevale appartenuta a Vittorio Emanuele III, o le banconote emesse dalla Banca d'Italia dal 1861 a oggi.

(foto da internet)

Un'efficienza organizzativa straordinaria quella dei falsari che parte dalla creazione della carta filigranata e arriva alla stampa e che solo in questa sede espositiva si può ammirare, confrontando i fasi agli originali, vista l'accuratezza tecnica con cui viene contraffatto il denaro. Che, una volta in circolazione, comporta in Europa 100 milioni di transazioni fraudolente presso 500mila esercizi commerciali.
Oggigiorno i più "taroccati" sono i 20 euro, che costituiscono il 38,78 % dei biglietti falsificati al meno nel primo semestre dell’anno in corso. Fra le monete, invece, il primato è dei pezzi da 2 euro: sono il 90 % degli esemplari metallici contraffatti. Seguono in graduatoria i tagli da 100 e da 50.

Guardate cosa succedeva con le diecimila lire, quando non uscivano direttamente dalla Zecca!!!

giovedì 27 novembre 2008

Tu vuo' fa' l'italiano...

(foto da internet)


Come definirlo? Il profeta dell'itagnolo? Può darsi; però ci piace lo stesso. Parliamo di Tonino Carotone, ovviamente, l'autore di Me cago en el amor, uno dei tormentoni più famosi degli ultimi anni.
Carotone ha presentato in questi giorni -dopo alcuni anni di silenzio- il suo ultimo disco, registrato in collaborazione con artisti quali Manu Chao, Gogol Bordello e Bandabardò. Il titolo, of course, in italiano: Ciao Mortali.
Tonino Carotone, al secolo Antonio de la Cuesta, è venuto su in un quartiere popolare di Pamplona ascoltando la radio, guardando la tv e assimilando tutte le melodie degli spettacoli e degli spot televisivi. Ha lavorato per alcuni anni alla guida di un furgoncino e, durante gli spostamenti, ascoltava cassette di cantanti italiani come Mina, Rita Pavone e Celentano...
Imboccata la via artistica, ha scelto il cognome Carotone, in omaggio al grandissimo Renato Carosone, e il look l'ha preso da un altro grande: Fred Buscaglione (vedi>>).
Ha reso, in più occasioni, espliciti omaggi alla canzone italiana, come, ad esempio, nella sua particolarissima versione di Tu vuo’ fa' l'americano.

Congratulazioni Tonino!!

mercoledì 26 novembre 2008

Vino e parole

(foto da internet)

Gli antichi Romani dicevano: «esistono quattro ragioni per bere vino: l’arrivo di un amico; la sete; l’eccellenza del vino; qualsiasi altra ragione». Mentre un paralogismo medioevale attribuito a un monaco tedesco, non certo astemio, recitava così: "Qui bene bibit bene dormit, qui bene dormit non peccat, qui non peccat vadit in caelum, ergo qui bene bibit vadit in caelum!" (Chi beve bene dorme bene, chi dorme bene non pecca, chi non pecca va in cielo, quindi chi beve bene va in cielo!).

In vino veritas, invece, è un proverbio latino, attribuito a Plinio il Vecchio, dal significato letterale: «nel vino c'è la verità». Il significato di questo proverbio è che quando qualcuno ha bevuto un po’ troppo, può rivelare cose che da sobrio non direbbe mai.
Centinaia sono
i detti legati al vino, in ogni periodo storico: tutti testimoniano il legame della “bevanda sacra”, protetta nell’antichità dal dio Bacco con la qualità e i piaceri della vita.
Adesso tocca a voi! Potreste scriverci cosa significano i seguenti proverbi?

  1. La migliore medicina è il decotto di cantina.
  2. Amicizia stretta dal vino non dura da sera a mattino.
  3. Il vino rosso fa buon sangue.
  4. Il vino è buono per chi lo sa bere.
  5. L’acqua fa male e il vino fa cantare.
  6. Il vino buono sta nelle botti piccole.
  7. Pane finché dura, ma il vino a misura.
  8. Vino non è buono che non rallegra l’uomo.
  9. Il vino in casa non ubriaca.
  10. Il vino fa ballare i vecchi.

Conoscete qualche altro proverbio, in italiano o nella vostra lingua, relativo al vino?

martedì 25 novembre 2008

Un minuto di spesa gratis

(foto da internet)



Una volta era l’epoca più cara dell’anno, stagione in cui, per i negozianti, i guadagni erano sicuri. Adesso… le cose sono un po' cambiate...
Così Novembre gioca d'anticipo: dopo le luci natalizie anche le vendite promozionali bruciano sul tempo i classici saldi, nel tentativo di dare una spinta a quello che già si prospetta come il Natale della crisi. Sulle vetrine dei negozi fioccano cartelli di vendite al ribasso, con sconti che variano dal 20% in su.

Il Belpaese si distingue, perché, com'era da aspettarsi, qui manca una regolamentazione che metta ordine in quest'anarchia di offerte: ognuno fa come gli pare!!! E se un negoziante non si adegua dovrà pagarne le conseguenze!!!

Ma, se credete che questo possa interessare solo i negozi di beni superflui, sbagliate!!!.

(foto da internet)

Perché la crisi comincia a toccare anche i negozi di alimentari, impensabile fino a poco tempo fa, soprattutto in questo periodo dell’anno, con tutte quelle delikatessen in agguato che tentano sia lo stomaco che il portafoglio.
La catena LIDL ha lanciato un antidoto contro la crisi: “Un minuto di spesa gratis". La ragione ufficiale, però, è stata l'apertura del 500esimo punto vendita in Italia, anche se il comunicato con cui si è indetto il concorso sottolinea che Lidl, da sempre, è in prima linea per fornire una risposta concreta al problema del caro vita con una politica commerciale basata sull'offerta di prodotti e servizi low cost .

(foto da internet)

Si è trattato di un vero e proprio concorso che ha visto premiati 500 vincitori estratti a sorte. L'unico requisito, la velocità, per correre all'impazzata tra le corsie del supermercato, fare razzia di prodotti e riempire il carrello della spesa il più possibile e alla velocità della luce.
E, com’era da scommettere, in tempi di crisi anche gli italiani, pigroni, hanno riacquistato le forze pur di vedere piena la propria dispensa, a costo zero.

Ma, mentre i commerci in Italia sono invasi dalle “promozioni autunnali", il premier si illude, invoca l’ottimismo, e fa fatica ad ammettere che queste iniziative fuori stagione sono legate al crollo dei consumi. Non sarebbe mica vergognoso ammettere che è tutta colpa della crisi?

lunedì 24 novembre 2008

La Maremma toscana



(Maremma toscana. Foto da internet)

Cari chiodini vicini e lontani, vi annunciamo che stiamo lavorando, in collaborazione con i nostri colleghi delle Eoi di Ciudad Real e di Esplugues del Llobregat, al nuovo numero di Kairòs. Il secondo numero della rivista sarà dedicato ai viaggi in Italia (in special modo ai centri minori e ai posti meno noti).
Come anticipo vi proponiamo di seguirci nella provincia di Grosseto, nella Maremma toscana, in un viaggio per le strade minori, senza fretta. Un viaggio alla ricerca del buon vino e dell'arte, di antichi borghi e di magnifici panorami.
La Maremma è stata una terra ostile, liberata dal morso della palude e della malaria solo nella prima metà dell’800, grazie all''opera di bonifica voluta iniziata dal Granduca Leopoldo II, per rendere accessibile il terreno alla produzione agricola. Si compiva così il passaggio dalla pastorizia all’agricoltura grazie alle schiere di braccianti che, con il loro sforzo, resero vivibili e coltivabili queste zone. Di quel cambiamento resta, nella memoria collettiva delle popolazioni del centro Italia, un canto straziante, intitolato Maremma amara (vi proponiamo la particolarissima interpretazione di Nada >>; leggi il testo>>): un canto di disperazione contro il destino avverso, con il quale cominciamo la nostra visita alla Maremma toscana.
Il tour che vi proponiamo, parte da nord, al confine con la provincia di Pisa, per visitare Montepescali, il Lago dell'Accesa e Massa Marittima.
Montepescali è nota come il Balcone della Maremma. Vale la pena di vedere il Palazzo dei Priori e la Torre dell'Orologio, la chiesa dei SS. Stefano e Lorenzo con gli affreschi del ‘ 300.
Il piccolo Lago dell'Accesa, nasconde, tra querce e lecci, i resti di un villaggio etrusco. Dal laghetto è facilmente raggiungibile la splendida Massa Marittima. La città, a lungo contesa tra Pisa e Siena, offre al viaggiatore il Duomo romanico-gotico con la facciata della scuola di Giovanni Pisano; all'interno, un crocifisso dello stesso autore e una Madonna delle Grazie attribuita a Duccio di Buoninsegna.


(Pitigliano. Foto da internet)

Qui siamo nell'Alta Maremma, cuore della Strada del Vino Monteregio, dove si produce il Monteregio rosso e bianco.
Cominciamo a scendere verso sud, alla volta di Sticciano, Roccastrada, Sassofortino, Roccatederighi e Tatti. In questa parte della Maremma si possono ammirare delle splendide chiese.
A Sticciano, si trova la Pieve di S. Mustiola del XII secolo. Gli altri borghi: Roccastrada, Sassofortino, Roccatederighi e Tatti, presentano al viaggiatore il loro passato medioevale ricco di fascino.
Spingendoci ancora un po' più a sud, verso il confine laziale, troveremo Scansano, Montemerano, Pitigliano, Sovana e Sorano.
Scansano si trova nel cuore della Strada del Vino e dei Sapori Colli di Maremma; sono i luoghi di produzione del celebre Morellino. Da non perdere lo splendido borgo di Montemerano, non lontano da Saturnia -famosa per le sue terme-, e le tre splendide Città del Tufo: Pitigliano, Sorano e il bellissimo borgo di Sovana.

Se volete collaborare al numero 2 di Kairòs, vi preghiamo di mandarci i vostri itinerari, proposte di viaggio e quant'altro a : revistaeoisagunt@gmail.com

venerdì 21 novembre 2008

Alla ricerca della pietra filosofale

(William Fettes Douglas, L'alchimista)

Il termine alchimia deriva dall'arabo al-kimiya o al-khimiya (الكيمياء o الخيمياء), dall'articolo al- e la parola greca khymeia (χυμεία) che significa "fondere", "colare insieme". Un'altra etimologia lo collega con il termine cinese kim-iya che significa "succo per fare l'oro". Gli alchimisti furono i precursori degli attuali chimici e perseguivano la pietra filosofale che li avrebbe portati a creare la panacea universale, a conquistare l'onniscienza e a trasmutrare i metalli in oro e argento.

La trasmutazione dei metalli in oro simbolizza un tentativo di arrivare alla perfezione. Gli alchimisti credevano che l’universo stesse tendendo verso uno stato di perfezione e l'oro era considerato la più perfetta delle sostanze, in quanto incorruttibile. Era anche logico pensare che riuscendo a svelare il segreto dell'immutabilità dell'oro si sarebbe ottenuta la chiave per vincere le malattie ed l’invecchiamento. La scienza dell'alchimia ebbe una notevole evoluzione nel tempo, iniziando quasi come un'appendice metallurgico-medicinale della religione, trasformandosi nel misticismo ed alla fine fornendo alcune delle fondamentali conoscenze empiriche nel campo della chimica e della medicina moderne. Il declino dell'alchimia fu causato dalla nascita della scienza moderna con i suoi richiami a rigorose sperimentazioni scientifiche.

Ma l’alchimia non è sparita del tutto, nel corso degli anni è stata uno dei temi letterari preferiti da molti autori come Gabriel García Márquez che in Cent’anni di solitudine racconta le vicende di un alchimista chiamato Melquíades, Paulo Coelho ha intitolato un suo famoso romanzo L’alchimista, anche Umberto Eco parla di questa pseudoscienza ne Il pendolo di Focault e, infine, J.K.Rowling ha intitolato il suo primo libro Harry Potter e la pietra filosofale (vedi).

Ma l’alchimia persiste soltanto nelle opere letterarie? Se cliccate qui, scoprirete che la pietra filosofale non è poi tanto lontana...

giovedì 20 novembre 2008

Tempo di calendari

(foto da www.corriere.it)
Ancora non è iniziato il bombardamento mediatico pre-natalizio, ma l’anno nuovo è alle porte, e i calendari di uomini, animali, pianeti, uniti da uno stesso destino, attirano la nostra attenzione e ci fanno riflettere, con un bel po' di malinconia e tanto amaro in bocca, sulle pecche e le virtù del tempo in cui viviamo.
Ci sono molti calendari di organismi internazionali o associazioni, piccole e/o grandi, che hanno in comune l’impegno per un mondo dove si rispettino diritti e principi.
E se ancora non avete scelto il calendario da appendere nella vostra casa per l’anno che verrà, date un po’ uno sguardo a quello di Emergency, con le vignette di Vauro Senesi.


(foto da www.corriere.it)

“Un calendario di vignette. Qualche tratto e qualche parola. Tutto lì. Ma lì, a volte, c’è tutto davvero”. Così si apre il calendario 2009 di Emergency. La matita di Vauro mette a punto un Calendario il cui ricavato andrà all’Associazione di Gino Strada. I disegni raccontano l’impegno per la pace e per l’attuazione dei diritti umani di Emergency: dalla lotta alle mine antiuomo all’impegno per l’accesso a una sanità gratuita e di qualità per tutti i cittadini del mondo.



(foto da www.corriere.it)


“Il sorriso è su noi stessi e ci impedisce di archiviare ricordi, paure, bisogni e speranze. Ci fa presenti al nostro tempo, al mondo”. Mese dopo mese, le vignette di Vauro ci racconta il tempo in cui viviamo.
I sorrisi che ci strappano Vauro ed Emergency sono amarissimi ma fanno tanto, tanto bene!!!.
A noi e alle popolazioni che subiscono la guerra!!!

mercoledì 19 novembre 2008

L'arte di (non) fare le valigie


(foto da internet)

Odiate far le valigie? Siete terrorizzati dai bagagli ingombranti? Vi ripetete, ad alta voce, poco prima della partenza: "Avrò preso tutto?" o "Se mi smarriscono la valigia che cosa farò?".
Se avete risposto affermativamente alle domande sopraccitate, niente paura: qualcuno ha già trovato la soluzione giusta. Dagli USA arriva il primo servizio al mondo di gestione del guardaroba; si chiama Flylite e funziona da circa un anno.
Per adesso è riservato esclusivamente al turismo d'élite americano e, stando ai benefici della ditta, i clienti non mancano. Flylite lava i vestiti ai clienti, li imbarca su un aereo e li fa trovare stirati e spazzolati nella camera d'albergo del viaggiatore.
Funziona così: tramite internet, il cliente fissa un appuntamento con la ditta. Un impiegato di Flylite consegnerà al cliente una valigia vuota. Il cliente in questione dovrà riempirla con tutto l'occorrente. La valigia verrà ritirata a domicilio da Flylite e il gioco è fatto.
Da quel momento, infatti, la ditta penserà a tutto e il cliente ritroverà la sua valigia nella camera d'albergo. Il sito web di Flylite è una valigia virtuale: il cliente potrà scegliere, sino a dodici ore prima della partenza, quali indumenti farsi portare.


(foto da internet)

I costi del servizio sono elevati: solo l'iscrizione costa 500 dollari. Il costo per ogni viaggio è di circa 100 dollari. Per adesso Flylite lavora solo con viaggiatori in partenza dagli USA ma, visto il successo dell'iniziativa, la ditta sta pensando di aprire a nuovi mercati.
Per ora, noi comuni mortali siamo ancora condannati a far forza con le ginocchia per chiudere i bagagli ingombranti, a lavare la biancheria intima nei bagni degli alberghi e a leggere siti como questo per poter fare le valigie...

martedì 18 novembre 2008

Poesie ermetiche

(foto da internet)

Agli inizi del ‘900 un gruppo di scrittori italiani fu costretto dalla censura fascista a scegliere tra due possibili strade: o scrivere propaganda anti-regime per il grande pubblico, o chiudersi in un proprio mondo esclusivo e raffinato di parole e di sentimenti, espressi in un linguaggio giocato sull’allusione, destinato a pochi lettori. Così nacque l’ermetismo, uno fra i più importanti movimenti poetici italiani del ventesimo secolo, fondato da Eugenio Montale (ascolta alcune poesie >>, >>, >>) e Giuseppe Ungaretti (ascolta alcune poesie >>, >>). Il suo nome procede dalla definizione, coniata in senso dispregiativo, che diede titolo al saggio La poesia ermetica di Francesco Flora. Questo critico la definisce una poesia volutamente oscura e di difficile comprensione, dovuto soprattutto all’uso eccessivo di analogie.
Per gli ermetici la letteratura era un modello di vita assoluto, atemporale, lontano dalle tematiche tradizionali e perseguivano un’espressione poetica di forte carica espressiva, libera da ogni vincolo comunicativo. La guerra aveva distrutto la fiducia negli uomini e nel mondo e i poeti si rinchiusero in un mondo personale, fatto di parole scelte accuratamente per esprimere ciò che volevano trasmette. Opere brevi, ma dense di significato. Indifferenti alle regole, ripudiano la poesia classica e costruiscono poesie che distano poco dalla prosa. Eppure non si tratta di prosa, ma di poesia pura che si esprime con termini essenziali. Il risultato è di una bellezza sorprendente.

Uno dei principali esponenti di questo movimento è Salvatore Quasimodo, che nella sua opera Oboe sommerso mostra le principali caratteristiche formali di questo nuovo modo di fare poesia: un linguaggio evocatore, l’uso di sostantivi assoluti senza articolo, i plurali indeterminati e le immagini oniriche.
(foto da Mymovies)

L’ermetismo esercita un fascino notevole ancora oggi ed ha lasciato tracce in opere di alcuni autori odierni. Il musicista Jan Kaczmarek, ad esempio, ha musicato Fatica d’amore, un poema di Quasimodo, per la banda sonora di Washington Square (vedi), trasposizione cinematografica del capolavoro letterario di Henry James.
Fatica d'amore, tristezza,
tu chiami una vita
che dentro, profonda,
ha nomi di cieli e giardini.
E fosse mia carne
che dono di male trasforma.
Neanche Franco Battiato è riuscito a sottrarsi alla bellezza di questa poetica ed in una sua canzone, Scalo a Grado (vedi), parafrasa un poema di Ungaretti a cui si allude nel video che potete vedere in seguito. Potreste scriverci il paragrafo della canzone in cui l’autore siciliano allude al famoso, nonché brevissimo, poema? Se volete saperne di più su questo autore, vi consigliamo di dare un' occhiata a questo video, in cui Giovanni Bivona (alias Il Dotto) parla non poco del suo ammirato (l)Ungaretti.

E voi che ne dite? Vi piace la poesia ermetica?

lunedì 17 novembre 2008

La barba..., ma non dal barbiere!


(foto da internet)

Che barba! L’espressione, in questo caso, va presa alla lettera e non come sinonimo di noia.
A guadagnarsi il punto esclamativo, infatti, è la folta peluria che si sprigiona dalle guance e dal mento di Karl Marx. Una singolare classifica pubblicata sul sito del quotidiano britannico Times la elegge la “barba più famosa della storia”. Il giudizio, ovviamente, è opinabile. Ma se l'idea sembra scherzosa, l’occasione che ha spinto a redigere una simile graduatoria è serissima: l’esposizione della barba di Charles Darwin, a una mostra al National History Museum di Londra, in celebrazione del bicentenario della nascita del grande naturalista. La mostra arriverà anche in Italia.


(foto da internet)

Nel corso dei secoli è sempre stata considerata un simbolo di saggezza e ancora oggi grandi intellettuali nostrani come Umberto Eco e Luciano De Crescenzo continuano a portarla. La barba, naturalmente, si allunga o si restringe, e qualche volta scompare del tutto, a seconda dei periodi storici e delle mode. Quella lunga e grigia alla Marx non si vede più in giro, tranne che fra i musulmani convinti; quella di tre giorni che appena incornicia il volto, viceversa, è stata indicata recentemente da un sondaggio come il massimo della sensualità maschile, secondo le donne.

(foto da internet)

Come un uomo comincia la sua giornata? Azzardiamo: con farsi la barba. Dal libro che racconta la storia del rasioi e della rasatura, Rasoi e lame, barbe e baffi, l'autore (Franco Lorenzi) fa notare quanto la barba occupi una parte importante della vita di ogni uomo. Ma, attenzione, se la maggior parte degli uomini si fa la barba a casa, c'è ancora un'esigua fetta di popolazione che non vuole rinunciare ai riti e alle usanze di un tempo e quindi preferisce il vecchio e caro barbiere.
L'antico mestiere del barbiere, l'artigiano della barba, l'arrotino dei baffi o lo stilista del capello brillantato, quel mestiere, appunto, che un tempo era considerato un lavoro di tutto rispetto, in uno scalino intermedio, poco sotto il medico condotto e il sindaco del paese e sopra i ceti sociali più umili, al giorno d’oggi quasi non esiste più, forse per la mancanza di “maestri dell’arte della barba” o per una certa “repulsione” al servizio barba da parte dei “nuovi” parrucchieri, o meglio stilisti, che lo vedono come un servizio accessorio, non necessario, da offrire alla clientela.

venerdì 14 novembre 2008

Non solo musica

(foto da internet)

Il giorno del suo diciottesimo compleanno riceve da suo padre un regalo bellissimo ed insolito, una frase:

Quando entro in casa e sento musica, so che ci sei, perché sei fatto di musica. Come per sua madre, tua madre era di jazz; e per mio padre, io teatro e penna. Tua madre è ancora jazz, io sono ancora penna: spero che tu resti musica ogni giorno.

Daniele Silvestri non ha mai smesso di essere musica. Ma non è solo musica, come il padre è anche penna. Perché lui, come afferma in quest'intervista rilasciata a Katia Ricciarelli, si sente soprattutto scrittore, un giocoliere di parole:


Il linguaggio, le frasi e il modo di utilizzarle è qualcosa che ho ereditato da mio padre. Da quando ero piccolo, è stato lui che con il suo modo di giocare con le parole mi ha abituato alla mobilità e alle mille possibilità che la lingua permette. Non mi considero un 'cantante' e sicuramente non un bravo cantante. Mi piace scrivere, in qualunque forma, non necessariamente solo quella musicale, anche per il teatro, il cinema o altro ancora.

Nonostante sia dichiaratamente di sinistra, addirittura comunista, impegnato e per niente leggero, quando pubblica un disco o si presenta al Festival di Sanremo, conquista tutti, vince premi di critica e giuria e occupa le vette delle classifiche e i palinsesti di tutte le maggiori radio commerciali. Il suo stile inconfondibile, versatile ed ironico, si materializza nell'eterogeneità dei temi trattati nelle sue canzoni e nei diversi ritmi, con una chiara preferenza per le sonorità latinoamericane, che fanno da sottofondo alle storie:

Il mio nemico (leggi), sui diritti umani cantata insieme al gruppo Inti Illimani, icona della canzone di lotta;

Gino e l'Alfetta (leggi, vedi), inno ufficiale del Gay Pride 2007; La paranza (leggi, vedi), surreale sfogo autobiografico; A me ricordi il mare, (leggi, vedi) leggera e malinconica, in collaborazione con Andrea Leuzzi, in arte Bove, cantante dei bravissimi Otto Ohm; la coinvolgente ed autoironica Salirò (leggi, vedi). Per vedere altri video di questo cantautore, clicca qui,

giovedì 13 novembre 2008

Quelo (e altri)


(foto da internet)

Cari chiodini, attenzione: adesso c'è Quelo... Chi è Quelo? Quelo (sì, con una sola elle) è una specie di divinità di legno, con quattro o cinque chiodi che, all'occorrenza, può diventare un telefono! Quelo è la risposta alla crisi, alla violenza, all'incomprensione... Quelo dà una speranza al genere umano...
Di chi stiamo parlando? Di Corrado Guzzanti, ovviamente; fratello della famosa Sabina (la regista del film Viva Zapatero) e figlio del senatore del Popolo delle libertà, Paolo Guzzanti.
Attore, sceneggiatore e comico, Corrado Guzzanti ha dato vita a personaggi divertentissimi, quali
E ha imitato personaggi reali, quali

Nel 2006 Corrado Guzzanti ha girato il film Fascisti su Marte.
Vi lasciamo con una divertentissima parodia de Il Sorpasso con Tremonti e Bossi come attori protagonisti (vedi>>).

Buon divertimento!!

mercoledì 12 novembre 2008

Carinerie da presidente


(foto da internet)
Ieri ricordavamo lo slogan di mamma Rai: Di tutto di più. E la notizia di oggi non fa che affondare il dito nella piaga.
Se vi facessimo questa domanda, ci prendereste sul serio o ci guardereste di sottecchi e vi fareste una risatina che si tradurrebbe in «Non ho tempo da perdere con queste sciocchezze inverosimili!»?
Domanda: Ci credereste se vi dicessimo che in un incontro politico bilaterale, un presidente del Consiglio, per rendere omaggio al suo omologo oltreoceano, si è presentato al summit con i calciatori che vivono nel paese ospite però originari del paese visitante?




Ebbene non ve ne stupiate, perché sono cose che succedono davvero nella terra delle barzellette. Il presidente Silvio Berlusconi, nella sala stampa di Villa Madama, ha sfoggiato la panchina della Seleçao. Infatti alla conferenza stampa congiunta con il presidente brasiliano Luis Ignazio Lula, il premier di casa nostra si è presentato con tutti i giocatori milanisti del Brasile seduti in prima fila. Da Kakà a Pato, dalla star Ronaldinho a Dida, da Emerson al direttore tecnico Leonardo, i brasiliani del Milan erano tutti ad ascoltare le parole del presidente rossonero-presidente del Consiglio.
«Ho fatto questa sorpresa a Lula perchè lui sa tutto di calcio. [...]I campioni che sono qui sono dei maestri di vita. Sia fuori che dentro al campo. Portano prestigio al Brasile. Sono felice di avere tanti campioni in una squadra di cui ho qualche...responsabilità». Per carità, ne è solo il presidente!!!

(foto da internet)
Lula è stato apparentemente al gioco, ricordando che «in Brasile ci sono così tanti italiani che c'era pure una squadra chiamata la "palestra Italia", poi diventata Palmeiras».
Berlusconi, non contento di far parlare mezzo mondo per l’ennesima gaffe degli ultimi giorni su Obama, non finge neanche più di essere un politico e sfodera in tutte le occasioni i suoi interessi di uomo d’affari.
Tra una carineria e l’altra addirittura fa credere di avere l’antidoto per risolvere l’attuale crisi.
Cose dell'altro mondo!!!

martedì 11 novembre 2008

Somari e furbetti della scuola italiana

(foto da internet)


In Italia, com'è noto, si potrebbe adottare, per ogni aspetto della vita civile e politica, il vecchio slogan pubblicitario della Rai: Di tutto, di più.
Ad esempio, la signora Gelmini, il ministro della Pubblica Istruzione del nostro paese, lombarda doc, ha sostenuto l'esame da avvocato in Calabria, e cioè nel posto dove si passava di più. Quisquilie, direbbbe Totò. Il sud serve anche a questo: ai furbetti.
Passiamo ai somari. Filippo Andreatta, docente presso l'Università di Bologna, ha raccolto i risultati dei test d'ammissione degli studenti del suo ateneo in una specie di preoccupante stupidario.
Un giovane aspirante scienziato politico, alla domanda: "chi uccise Giacomo Matteotti?". Risponde: "Le Brigate Rosse"!!!
Afferma Andreatta: "Nessuno degli studenti intervistati aveva una conoscenza dettagliata dell’evoluzione politica della Repubblica e la maggior parte non ne ha nemmeno un’idea generale". E ha ne fornito qualche piccola prova.
Piazza Fontana è stata scambiata per un luogo dove vedersi il prossimo fine settimana e i fratelli Rosselli sono stati confusi con dei costruttori di scarpe!


(foto da internet)

Alla domanda: "cos’è stato il Movimento sociale italiano?". Si risponde: "un’azienda di stato".
Ad altri erano sconosciuti "quali partiti si sono fusi nel Pdl, o nel Pd".
Vuoto assoluto sulla crisi nel Caucaso, le tensioni in Pakistan (attribuite a Gheddafi che -poveretto- qualcosa c’entra sempre!), le elezioni americane o il crac finanziario negli Stati Uniti.
Alcuni studenti universitari sono convinti che il Pci di Palmiro Togliatti sia stato il partito che ha governato l’Italia "per gran parte della storia repubblicana" (in linea con le tesi che compaiono nell’opuscolo "Italia Forza", spedito nelle case degli italiani per le ultime elezioni dal partito di Berlusconi).
P.s. c'è stata un'aspirante giornalista che, alla prova di ammissione al corso organizzato da La Stampa, alla domanda: "Chi è il Dalai Lama?" Ha risposto: "E' un vulcano".

Auguri vivissimi!

lunedì 10 novembre 2008

Juno generation


(foto da Trovacinema)
Si è scritto molto di Juno, premio Oscar per la migliore sceneggiatura, che affronta il delicato argomento delle gravidanze giovanili. E non è certo una sorpresa, perché si tratta del film indipendente di maggior successo della storia. Juno è il nome della protagonista, una ragazzina sedicenne anticonformista, brillante e sicura di sé che riesce a mantenere il controllo sulla sua vita con apparente indifferenza, mentre vive tutti i turbamenti di una gravidanza indesiderata che la farà diventare improvvisamente adulta.


Il film è stato campione d’incassi in America, dove ha raggiunto 71.250.000 $ in soli 28 giorni. La ragione del successo del film negli U.S.A. non è soltanto l’impeccabile fattura della pellicola, ma soprattutto l’interesse che l’argomento suscita nei cittadini americani. La preoccupazione arriva a tal punto da indurre la Rand Corporation a pubblicare sul numero di novembre della rivista Pediatrics, il giornale ufficiale dell'Accademia americana dei pediatri, uno studio sui possibili motivi dell’apparizione della Juno Generation.
Ma a quale conclusione sono giunti i pediatri che hanno portato a termine l’investigazione? Secondo i ricercatori i programmi televisivi in cui si affrontano tematiche sessuali raddoppierebbero il rischio di gravidanze indesiderate fra le adolescenti.
Per arrivare alla questa conclusione la Rand Corporation, ha condotto, dal 2001 al 2006, un sondaggio telefonico longitudinale su un campione di adolescenti tra i 12 e i 17 anni. Il sondaggio, misurando il tempo trascorso davanti alla televisione, le conoscenze sessuali, l'attitudine, il comportamento e una vasta scala di variabili demografiche e psicologiche, ha cercato di prevedere le abitudini e il comportamento sessuale degli adolescenti. Se volete saperne di più, leggete l’articolo pubblicato da La Repubblica.
E voi, che ne pensate? Credete che impedire ai ragazzi di vedere troppo la tv possa essere una soluzione valida al problema delle gravidanze indesiderate?

venerdì 7 novembre 2008

Pinturicchio

(foto da internet)
In Spagna c’è Raúl, in Italia Pinturicchio. Quando si nomina Pinturicchio una buona fetta di italiani non pensa a Bernardino di Betto, ovvero uno dei più originali pittori rinascimentali italiani, bensì al calciatore Alessandro Del Piero.
Il nome “artistico” gli fu attribuito dall'Avvocato (Giovanni Agnelli), per le sue pennellate con il pallone. Del Piero ha sempre giocato con la Vecchia Signora (squadra di calcio, Juventus). Dopo Obama sui quotidiani italiani e spagnoli è il più nominato, per la ovation con cui è uscito dal Bernabeu mercoledì scorso dopo la partita Real Madrid-Juve.

(foto da internet)
Storia diffficile di un campione sportivo. Era considerato l’astro nascente del calcio, a 24 anni. Nel 1998, però, si infortunò e da allora sembrava finito, non era più lo stesso incredibile giocatore che metteva la palla dove voleva, nascondendola al difensore di turno. Non saltava più l’uomo come un tempo e, fondamentale per un attaccante, non segnava più.
Dal binomio Baggio-DelPiero nei Mondiali del ’98 alla sciagurata finale negli Europei del 2000 al binomio con Totti nei Mondiali del 2002 fino alla panchina dei Mondiali del 2006. Nel suo Club era diventato il terzo incomodo tra Trezeguet e Ibrahimovic, considerati gli attaccanti più forti del mondo. Dopo Calciopoli, lui e la sua Signora sono andati addirittura in serie B, e Pinturicchio, da vero capitano, è rimasto al timone del naufragio e, nonostante la vergogna e la sconvenienza, ha tenuto duro.

(foto da internet)
Il numero 10 della Juventus è il più grande cannoniere della società di Torino, ha raggiunto il prestigioso traguardo delle 525 presenze con la maglia juventina ( a sole 27 presenze dal recordman Scirea), è stato il primo giocatore che nel momento più difficile della Vecchia Signora le è rimasto accanto, rifiutando prestigiose offerte d’oltremanica.
È l’icona della società in cui gli si prospetta un futuro da dirigente quando smetterà di giocare. Amatissimo dai tifosi, nella buona come nella cattiva sorte, Alex ha legato il suo nome alla Signora. Un matrimonio indissolubile. Mercoledì scorso Del Piero ha incantato il Bernabeu con un’impresa storica: due gol in uno stadio in cui la Vecchia Signora non vinceva dal 1962. Ed un bellissimo regalo per il suo capitano che domenica compirà 34 anni: prima un gol di sinistro su azione e poi nella ripresa il raddoppio con una delle sue spettacolari punizioni di destro.
Il Santiago Bernabeu ammutolito di fronte al campione bianconero. Alla fine Alex è stato sostituito ed è uscito dal campo nel tripudio dei duemila juventini andati fino a Madrid per assistere al big match, che gridavano «Un capitano, c’è solo un capitano».
Fra le mani che s’agitavano c’erano pure quelle del pibe de oro: «Non c’è niente da dire, Del Piero non invecchia mai», ha detto Maradona lasciando il Bernabeu. Lui, che tra le varie specialità, era maestro di punizioni. Quelle che, se mai possibile, ha ulteriormente affinato Del Piero: «Non è che mi alleno in maniera particolare sui calci piazzati - spiega - io mi alleno come ho sempre fatto. Tutto qui, solo che è un periodo che va bene».
Un eroe sbagliato, ma pur sempre un eroe.

giovedì 6 novembre 2008

Stefano Bollani e la Banda Osiris


(foto da internet)

Cari chiodini vicini e lontani, abbiamo il piacere di farvi conoscere dei musicisti non molto noti in Spagna: Stefano Bollani e la Banda Osiris.

Stefano Bollani è un pianista e compositore un po' sui generis. Con una formazione classica, Bollani si è dedicato, con grande succeso, alla performance teatrale, uno spazio in cui il pianoforte entra in diretto rapporto con il pubblico. Bollani ha rivolto, in questi ultimi anni, la sua attenzione al mondo del jazz, rivisitandolo da maestro, con pieghe d'ingegno e d'umore. Bollani canta e parodia, intrattiene il pubblico, fonde culture diverse, sotto-culture, contro-culture, sui tasti del suo pianoforte. Pianista di grandissimo talento, mescola l'altissimo livello tecnico con l'improvvisazione in un fantastico equilibrio tra il serio e il faceto a metà strada tra il jazz e il ragtime, la canzone italiana e la musica popolare. I suoi spettacoli sprigionano ironia e intelligenza, il riso arguto e il surrealismo. Vi proponiamo alcuni brani interpretati da Stefano Bollani:


(foto da internet)


Un altro percorso interessante è quello proposto dalla Banda Osiris.
La formazione - il cui nome rimanda ad una famosa soubrette italiana- nasce a Vercelli nel 1980. Nei primi anni di attività si dedica prevalentemente a spettacoli di strada. La proposta della banda, che fonde insieme musica, teatro e comicità, riscuote un immediato successo. La musica è l'asse portante del discorso teatrale del gruppo che spazia su tutti i generi musicali, accompagnata dall'ironia e dalla dissacrazione. Molto interessante è la collaborazione sorta tra la band e Stefano Bollani che qui vi proponiamo.
La Banda Osiris è composta da Giancarlo Macrì (percussioni, basso tuba), Gianluigi Carlone (sax soprano, flauto, voce), Roberto Carlone (basso, trombone, tastiere) e Sandro Berti (chitarra, trombone).
Ecco a voi alcuni brani tratti dagli spettacoli della Banda Osiris e di Stefano Bollani:

Buon divertimento!!!!

mercoledì 5 novembre 2008

Efferato delitto... virtuale

(foto da Tecnoblog)

Si può uccidere qualcuno nel mondo virtuale e finire in carcere nel mondo reale? Sembra una follia, ma è successo davvero! Una quarantatreenne giapponese ha scoperto che l'uomo che aveva sposato all'interno del videogioco Maplestory, versione manga di Second Life, aveva appena divorziato da lei. Separarsi nel mondo virtuale è semplicissimo: basta un click e sei single di nuovo... La donna scaricata, però, l'ha presa veramente male e, siccome era in possesso dell'account e della password dell'ex-marito virtuale, ha eliminato il personaggio che lui aveva creato con non poche difficoltà. In fondo, uccidere qualcuno nel mondo virtuale è facilissimo: basta un semplice click per eliminare l'avatar della persona odiata.

Nel mondo reale però possono succedere cose altrettanto incredibili: l'uomo l'ha denunciata per "Essersi intromessa illegalmente all'interno di un computer e aver manomesso dati elettronici" e lei, dopo mesi di indagini, ha confessato. "Spero che la mia ex-moglie vada in prigione", ha detto il marito "assassinato" virtualmente. E il suo desiderio è stato esaudito: lei è finita in carcere, in uno reale.

Pare che si tratti del primo caso in assoluto in cui un reato compiuto in una relazione su Internet venga punito con un arresto reale. Ma i quotidiani inglesi ne citano un altro: due ragazzi sono stati condannati per avere picchiato e derubato virtualmente un compagno di classe.


Se volete saperne di più, leggete l'articolo che ha pubblicato La Repubblica.

martedì 4 novembre 2008

Novità in Vaticano!!!

(foto da internet)

Fannulloni in Vaticano? Impossibile, visto che ormai anche Oltretevere è arrivato il cartellino. Si timbrerà in entrata e in uscita con un modernissimo «badge» elettronico a banda magnetica di colore blu. Timbreranno tutti, dai minutanti ai capiufficio, laici, ecclesiastici o religiosi.
E dal prossimo primo gennaio entreranno in funzione anche le schede di valutazione per misurare il rendimento e collegare le retribuzioni al merito.
In Vaticano dunque entra la meritocrazia, sarà l’effetto Brunetta???
No, qui sembri non aleggiare alcun fantasma del ministro italiano. Pare che gli «orologi» siano stati predisposti da tempo e le schede di valutazione applicheranno il regolamento approvato a fine 2007.

(foto da internet)
Com’è la scheda di valutazione in Vaticano? In copertina ci saranno i dati identificativi del lavoratore, e all’interno sarà divisa in quattro paragrafi: dedizione, professionalità, rendimento, correttezza. Per ognuna delle quattro voci si può barrare su «ottimo», «buono», «sufficiente» o «insufficiente», e poi seguono sei righe in bianco per le note. Il quinto paragrafo, la valutazione complessiva, prevede sempre i quattro giudizi ma specifica che «qualora la valutazione complessiva risultasse insufficiente, essa potrà determinare l’avvio di procedure disciplinari in conformità al Regolamento Generale per il personale».

(foto da internet)
Le reazioni tra i dipendenti sono molto diverse. Le schede di valutazione sembrano apprezzate, mentre il «segnatempo» rappresenta un problema per alcuni prelati i quali ritengono che un controllo troppo rigido dell’orario di lavoro, specialmente dei due ritorni pomeridiani a settimana, non si concili con le loro attività pastorali fuori del Vaticano.
Nel 1960 papa Giovanni abolì il «segnatempo» proprio perché non consono agli ecclesiastici. Niente è eterno, neanche nell’impero dove non tramonta mai il sole!!!