martedì 12 giugno 2007

E la Ducati vola...

(Foto da Internet)

I giornali e i telegiornali, da domenica, bombardano con lo sport: una primavera-estate bizzarra e anomala che domenica, per coloro che sono rimasti a casa, ha offerto una giornata pazza pazza pazza dedicata allo sport.
Certo, per quanto riguarda lo sport ci sono tre categorie di persone: i disinteressati, i dilettanti, e gli amanti dello sport visto in televisione. Ebbene, per i pantofolai di domenica scorsa è stato un giorno molto impegnato. Senza alcun bisogno di parabolica, ci sono stati tre appuntamenti importanti: Gran Premio di Montmeló (Motociclismo), finale del Roland Garros e Formula 1 in Canada. Il motociclismo di mattina, Nadal e Federer, come al solito, ci hanno impiegato un po’ più di tre 3 ore per proclamare il vincitore e dopo, in tardo pomeriggio, la folle corsa che, questa volta, ha coronato Hamilton. Insomma circa 10 ore in cui (coloro della terza categoria) sono rimasti incollati di fronte agli schermi. E per la prima volta il calcio non l’ha fatta da padrone: nel campionato italiano è già tutto definito, e la Liga è una pura follia, con un presidente (del Real Madrid) che, sabato sera, ha fatto il giro del campo, da solo, senza aver vinto ancora niente.
Ma, tornando alle cose di casa nostra, la notizia sportiva della settimana riguarda il Motocilismo, in particolare la Ducati italiana. Le parole di Valentino Rossi, espresse all’inizio della competizione: «Sinceramente in tutta la mia carriera non ho mai corso con una moto che va così forte, tanto forte più delle altre», sono indicative. Rossi e Pedrosa a parte, la superiorità Ducati è impressionante, quasi incredibile per certi versi. E per la prima volta a memoria di aficionados al motociclismo, il che significa dai tempi della MvAgusta e Giacomo Agostini, i giapponesi sono alle corde. E cercano di capire come diavolo abbiano fatto i bolognesi a fare una moto così veloce.
Ebbene sì, le origini della Società Scientifica Radio Brevetti Ducati (questo era il nome originario della Società) risalgono al 4 luglio 1926 e vanno cercate in un piccolo quartiere di Bologna.
Adesso, le vecchie generazioni stanno rivivendo i fasti di un’epoca che sembrava scomparsa, mentre le nuove scoprono quanto vasta, ricca e importante sia la storia della Ducati. Eccola, la moto che Casey Stoner fa tremare è italiana, e, ci scusi The Doctor, ci fa piacere. Dopo tutto si tratta di una storia di casa nostra.
Ormai, al posto della partita di pallone, le signore si dovranno rassegnare con la televisione!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Secondo me è truccata.

Anonimo ha detto...

Questo che adesso sta facendo la Ducati non è una casualità, è il risultato di un bel lavoro che è cominciato nel momento che la Ducati ha deciso di ritornare alla competizione, nella categoria di Superbike. La marca di Bologna è stata la dominante in parecchi campionati . Il salto alla Moto GP era una questione di tempo. Le prime corse in moto GP non sono stati una meraviglia, ma l’anno scorso già abbiamo visto qualcosa interessante nella Ducatti. Questo anno, penso che sia il anno nel qualle il bravo pilota australiano e la sua moto possano essere campioni del mondo.Il dottore ha riconosciuto che non c’è nessuna moto così forte come la Ducati. Valentino ha fatto quello che fa meglio, frenare nell’ultimo momento e cosí ha fatto qualche sorpasso a Stoner, ma la Ducati è più veloce che la Yamaha e nell’ultima volta Stoner non ha lasciato passare al pilota italiano. Dani ha fatto una bella corsa ma è troppo dificile lottare con una moto meno competitiva che la Ducati e superare la genialità del dottore