(foto da internet)
La Val d'Orcia è in Toscana, a cavallo tra le province di Siena e Grosseto. E' stata inserita nella
World Heritage List dall'Unesco nel 2004. E' un felice connubio di arte e paesaggio, spazio
geografico ed ecosistema, ed è l'espressione di meravigliose caratteristiche
naturali ma è anche il risultato e la testimonianza della gente che vi ha
abitato.
Secondo l'Unesco questa valle è un eccezionale esempio di
come il paesaggio naturale sia stato ridisegnato nel Rinascimento e rispecchia
gli ideali del buon governo tipici della
città-stato italiana, i cui splendidi luoghi sono stati celebrati dai pittori
della Scuola Senese, fiorita tra il XIII ed il XV secolo.
Le
immagini della Val d'Orcia, ed in particolar modo le riproduzioni dei suoi
paesaggi, in cui si raffigura la gente vivere in armonia con la natura, sono
così divenute icone dell'epoca rinascimentale.
(foto da internet)
Ne è un esempio perfetto il ciclo di affreschi di Ambrogio
Lorenzetti Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo (1338-1339),
conservato nel Palazzo Pubblico di Siena.
Si tratta di opere d’arte capaci di andare al di là del
valore artistico per trascendere in quello architettonico, ambientale e
sociale.
Dolci colline ricoperte da una fitta vegetazione di vigneti,
oliveti, cipressi, faggeti e castagneti, interrotta da antichi abitati di
origine medievale, case rurali e rocche con torri impervie che si disperdono
nell'isolata e tranquilla natura dei luoghi: è questo lo scenario che si
presenta agli occhi del visitatore della Val d’Orcia, scenario suggestivo,
proprio come ritratto dai maestri della Scuola Senese.
Cinque milioni di anni di storia geologica hanno lasciato il
segno su questo territorio che oggi presenta una peculiare varietà di specie
vegetali ed animali.
(foto da internet)
Anche i depositi di lava dei vulcani ormai spenti di
Radicofani e del monte Amiata hanno contribuito a delineare le forme di quest’area;
la lava, induritasi, ha dato vita alle pietre scure conosciute come trachiti.
Le rocce laviche si susseguono accompagnando il corso del fiume Orcia che
taglia la valle e ne esce attraverso una profonda spaccatura.
La Val d’Orcia ha legato i suoi destini alla via Cassia, la
grande strada romana che metteva in comunicazione Roma col nord Italia e che
attraversa per intero la valle.
Una strada che, per gran parte del suo percorso, ricalca la
storica via Francigena, dove il senso del viaggio ha lo spirito del
pellegrinaggio.
Il transito continuo di uomini e merci lungo tale
fondamentale via di collegamento decretò l’importanza di alcuni centri abitati
dell’area fino a suscitare l’interesse della Repubblica di Siena nel XV secolo.
(foto da internet)
Dopo la metà del '500, la Val d’Orcia entrò
nell'orbita fiorentina insieme ai domini senesi, conservando il solo valore di
area agricola.
Castiglione d'Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani e San
Quirico d'Orcia sono i cinque splendidi comuni che hanno scelto di dare vita al
Parco della Val D’Orcia per tutelarne l’ambiente e il territorio e per
promuoverne il marchio.
Contignano, Monticchiello, Bagno Vignoni, Rocca d'Orcia,
Campiglia d'Orcia, Bagni San Filippo, Vivo d'Orcia, sono altre magnifiche
località che in questa zona costituiscono anche un tuffo in un passato
affascinante e ricco di suggestioni.
La ricchezza e la varietà del paesaggio non sono gli unici
elementi che caratterizzano questo territorio incontaminato, anche la
produzione enogastronomica è infatti uno dei punti di forza della Val d'Orcia:
il cacio pecorino di Pienza, il miele della Val d'Orcia, l'olio extra-vergine
di oliva di Castiglione d'Orcia, i salumi di Cinta Senese.
(foto da internet)
E ancora funghi e tartufi, e uno dei vini più famosi al
mondo: il Brunello di Montalcino.
Ebbene, per chi volesse visitare la Val d'Orcia, le Ferrovie dello Stato mettono a disposizione dei turisti un treno d'epoca che percorre la tratta tra Asciano e
Monte Antico per 51 km.
L'itinerario fu inaugurato nel 1872 e venne chiuso al servizio
regolare nel 1994. Il percorso si snoda tra le crete senesi e la Val d’Orcia ed è uno
dei quattro prescelti dalle Fondazione FS per il progetto di riqualificazione
delle linee storiche. L’obiettivo è permettere lo sviluppo di una particolare forma
turistica, che possa, valorizzare l’Italia
come un museo diffuso. Il treno utilizzato per il percorso turistico è
composto da alcune carrozze risalenti agli anni ‘20 e ‘30, con interni in legno
e finiture d’epoca e da due locomotive degli anni ‘60 e ‘70.
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