La celebrazione di Capodanno è la più antica festa di cui vi sia traccia, iniziarono i Babilonesi a festeggiarlo 4000 anni fa. L’anno babilonese iniziava in corrispondenza della prima Luna Nuova dopo l’equinozio di primavera.
I Celti invece, seguendo un calendario agricolo legato al ciclo delle stagioni, festeggiavano il Capodanno esattamente nella notte fra il 31 ottobre e il 1° novembre, per celebrare il periodo dell’anno in cui la terra ha dato i suoi frutti e si prepara all’inverno.
Per arrivare al Capodanno attuale, in inverno, bisogna risalire agli antichi Romani che all’inizio celebravano l’anno nel tardo marzo, sulla scia della tradizione orientale; ma il loro calendario era continuamente manomesso dai vari imperatori, per cui si scelse di sincronizzarlo con il sole. Giulio Cesare, nel 46 a.C., creò quello che ancora oggi è conosciuto come il “calendario Giuliano” che stabiliva che l’anno nuovo iniziasse il primo gennaio.
Il 1º giorno dell’anno i Romani invitavano a pranzo gli amici e si scambiavano un vaso con miele, datteri e fichi, accompagnato da ramoscelli d’alloro, come augurio di fortuna e felicità. I rametti benauguranti venivano staccati da un bosco della via sacra a una dea di origine sabina: Strenia, dea dei doni (portatrice di fortuna e felicità, da cui “strena” = “presagio fortunato”). Ecco l’origine della strenna!
Per salutare l’anno vecchio che se ne va e per festeggiare 12 nuovi mesi che arrivano, ci sono tante tradizioni che si tramandano da anni. Se le portate del cenone cambiano da regione a regione, alcuni elementi invece sono comuni a tutte le regioni italiane:
- Le lenticchie simboleggiano l’abbondanza ed il denaro; ogni lenticchia è una moneta, quindi più ne mangeremo e più soldi avremo!
- Anche l’uva propizia secondo la tradizione l'arrivo di molti denari, infatti è diffuso in tutt'Italia il proverbio "chi mangia l'uva per Capodanno conta i quattrini tutto l'anno".
- L'usanza di appendere del vischio sulle porte delle abitazioni italiane ci è stata tramandata dai Druidi che gli attribuivano il potere di scacciare gli spiriti cattivi dalla casa.
- In quasi tutti i dolci che si consumano in questo periodo compaiono l’uva passa e le mandorle, ingredienti che avevano a che fare con il buon augurio, simbolo la prima, come già detto, del denaro, le altre del nucleo familiare e della fecondità.
- A proposito dell’indossare qualcosa di rosso sembra derivi dalle antiche usanze cinesi che, nelle feste tradizionali, sono ancora soliti appendere alle porte di casa degli striscioni augurali rossi, il colore del matrimonio, della gioia, della felicità.
- Il rito di gettare via oggetti vecchi, rotti o inservibili simboleggia invece il desiderio di scacciare le negatività, così come quello di sparare colpi d'arma da fuoco o fuochi d'artificio servirebbe a fare chiasso per allontanare gli spiriti maligni.
- Il primo dell’anno, secondo la tradizione, non bisogna uscire mai di casa con le tasche vuote, così facendo l’anno che inizia non sarà magro.
E per finire, una filastrocca di buon augurio per l’anno nuovo.
(Foto da www.romaviva.com)
4 commenti:
Oggi San Silvestro mi capita questo proverbio via mail dallo Zimgarelli:
"San Silvestro mette il capestro"
San Silvestro conclude l'anno (in senso letterale lo uccide mettendogli il "capestro", la fune usata per le impiccagioni)
Non so s'è una concidenza, ma oggi siamo in molti gli atleti che usciranno alle strade per ricorrerle.
Buona Fortuna!
Alberto
Interessante informazione. Mi piace moltissimo conoscere le tradizione e le sue origini. Felice anno a tutti e tutte. Bacci.
Spero che lenticchie ci daranno soldi (e saluti). Auguri.
Sperem
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