giovedì 29 novembre 2007

U panu ca meusa (il panino con la milza)


(foto da internet)

Cari chiodini, dopo il nostro viaggio gastronomico fiorentino, alla ricerca del piatto perduto, oggi vorremmo proporvi di visitare Palermo, specialmente le stradine attorno ai mercati più popolari della città siciliana: Vucciria, Ballarò e il Capo (vedi>>). Ancora oggi simpatici venditori decantano le qualità superbe de u panu ca meusa, ovvero il panino con la milza.
Questo è lo spuntino di molti palermitani: la milza calda viene usata per farcire un panino con il sesamo con strutto bollente e caciocavallo tagliato a scaglie, che, a causa del calore, fonde. La milza non è nient'altro che le interiora del vitello. I ventidori-imbonitori, armati di una lunga forchetta, tirano fuori da un pentolone d’alluminio delle sottili fette di carne di milza soffritta nello strutto (vedi
>>). Il tutto viene condito da alcune gocce di succo di limone. Il panino ha origini antichissime ed è attribuibile alla comunità ebraica, presente a Palermo fino al 1492. U panu ca meusa presenta una variante: il panino maritato che può essere accompagnato dalla ricotta (sono per gli affamati!).

U panu ca meusa si può degustare dal famosissimo venditore Rocky Basile, presente al mercato della Vucciria (vedi>>), e, a due passi dai Quattro Canti, presso l'Antica Focacceria di S. Francesco.



(foto da internet)


Vi diamo un altro consiglio gratis: godetevi Palermo a piedi (vi consigliamo di visitare i mercati, il Palazzo dei Normanni, la chiesa di S. Giovanni degli eremiti e la Cattedrale), e sempre con la cartina in una mano, ma, con l'altra, tenete stretta questa prelibatezza.



Buon viaggio e buon appetito!





7 commenti:

Anonimo ha detto...

Un panino molto strano! Come mi piacerebbe andare in Sicilia.

Anonimo ha detto...

La Sicilia è molto bella. Non ho visto questi venditori che dicete.

BertoBB ha detto...

Ay Ay! Hai troppa predilezione per il cibo grasso, poi ti lamenti delle tue maniglie...
A differenza dal Galego il trocamento "ca" siciliano, ho visto che lo scrivono "cà"
Saluti

Anonimo ha detto...

Caro Alberto, non so molto bene come si scriva in siciliano ca. Anch'io ho visto la forma accentata. Speriamo che qualche siciliano ci aiuti.
Le maniglie (dell'amore) devono essere potenti, altrimenti che maniglie sono!

Anonimo ha detto...

Purtroppo non sono mai stata a Palermo, ma questa settimana abbiamo fatto la lezione della geografia italiana. Abbiamo conosciuto un po’ meglio le città più importanti di Italia, sopratutto i capoluoghi di qualcune regione. Abbiamo visto fotografie sue e mi è piaciuta, sebbene mi sembra che ha un problema di traffico che non merita il suo passato arabo-normanno. Spero trovarmi un giorno nelle sue strade e così potere parlare di questa città e anche di tutta questa bell’isola. E naturalmente, di u suo panu ca meusa, ma per caso porterò un protettore di stomaco...

Peppe ha detto...

ciao ragazzi
io sono palermitano.
esattamente, a palermo, si dice
"pani cà mìevusa", non "meusa"
meusa si dice in tutta la sicilia tranne che a palermo
a proposito, un'altra cosa,
a palermo si dice Arancine, non arancini.
tra l'altro sono anche due cose leggerissimamente diverse,
gli arancini sono piu simili ai supplì e sono del messinese mentre le arancine hanno il ripieno abbastanza concentrato al centro della "palla" e non mischiato con tutto il riso come in arancini e supplì

Davide ha detto...

Che stomaco forte ci vuole poi per digerirlo,al mattino dopo stà ancora li che non và giù