martedì 13 novembre 2007

Avvocato di strada




In Italia, mentre da una parte si discute sul decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri, che prevede la norma sulle espulsioni dei cittadini comunitari per ragioni di pubblica sicurezza (in realtà una misura tarata per rispondere all'emergenza della criminalità romena, come si legge nella relazione che accompagna il provvedimento), dall’altra, proprio nella tanto vilipendiata professione forense (ricordate come Alessandro Manzoni chiamava l’avvocato de I promessi sposi: Azzeccagarbugli -un avvocato cavilloso e intrigante ma di scarsa dottrina?) ci si inorgoglisce che lo studio legale più grande d’Italia sia Avvocato di strada, un progetto il cui obiettivo fondamentale è la tutela dei diritti delle persone senza fissa dimora.
Quattrocento avvocati, coadiuvati da laureati in legge e operatori sociali. Non solo è il più grande, è anche il più esteso: nato a Bologna nel dicembre del Duemila per iniziativa dell'associazione “Amici di Piazza Grande Onlus”, ha uffici da Verona a Bari, da Venezia a Taranto, da Bolzano a Napoli. Altri stanno per essere aperti a Milano e Palermo, Firenze e Caserta. La storia del progetto Avvocato di strada è ora raccontata in un libro collettivo pubblicato dall'editore Arena il cui titolo è I diritti dei minori. Minori non sono solo i minorenni ma tutti quelli che si trovano in condizione di minorità rispetto agli altri: per condizioni fisiche e mentali, per condizione sociale. Avvocato di strada sembra farsi carico di rendere effettivo il principio di uguaglianza. L'esperienza nasce dalla necessità, sentita da più parti, di poter garantire un apporto giuridico qualificato a quei cittadini oggettivamente privati dei loro diritti fondamentali. La tutela legale viene prestata presso un ufficio, il cosiddetto “sportello” organizzato come un vero e proprio studio legale nell’accoglienza, nella consulenza e nell'apertura delle pratiche.


Benché sia un concetto banale, che ognuno nel corso della propria vita ha modo di sperimentare, tra i diritti solennemente affermati nella Costituzione e la loro applicazione concreta c'è un labirinto di leggi all'interno del quale anche le persone più avvedute rischiano di perdersi. Figuriamoci un immigrato o un cittadino italiano privo di titolo di studio! A complicare le cose, l'atteggiamento spesso sbrigativo e liquidatorio dei funzionari pubblici ai quali è affidato il compito di dare applicazione concreta alle leggi.
Qual è la differenza tra l'avvocato di strada e l'avvocato tradizionale? L'avvocato di strada, da quanto si può capire, non solo decide di difendere una persona, ma prima la cerca per strada, poi la incontra e per ultimo la difende.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

al paese dove è nato il diritto è il minimo che si aspetta degli avvocati.

BertoBB ha detto...

Mi pare che la regola del tre si palesa in questo quanto più clienti più uffici e spero che continui così per rendere più umani quelli che spesso sono mal chiamati scarti sociali (o conseguenze di certe politiche adescate da p.e La Lega), anzi certe leggi si varano pensando nella sua popolarità anzichè di indagare nel nocciolo delle situazioni e risolverle
Saluti

Anonimo ha detto...

Questo avvocato di strada, a chi difenderebbe: Chavez o il re Juan Carlos?