Signori si nasce, ed io lo nacqui, modestamente. La celeberrima frase di Totò corrisponde a realtà o no? Ormai non ci si raccapezza più!
Come ci si deve comportare in società è un enigma: se perfino i reali hanno reazioni plebee, cosa ci si può aspettare dai comuni mortali, che di sangue blu non hanno tracce nelle vene?
Incuriositi da questo argomento, mentre il tormentone «¿Por qué no te callas?» (tradotto in italiano «ma basta, stai zitto») continua, abbiamo rovistato nei vari ricordi e abbiamo trovato la definizione di bon ton della giornalista Lina Sotis la quale, da più di vent’anni, si occupa di cronaca al Corriere della Sera e firma pezzi riguardanti il costume e la società osservati dal punto di vista di chi, della società, della cosiddetta «buona società», ne fa parte, e ne conosce pregi e difetti.
Nel 1984 uscì il suo libro Bon Ton (un manuale di buona educazione), un successone. A circa vent’anni di distanza è uscito Il Nuovo Bon Ton, edito da Rizzoli, che testimonia i tempi che cambiano.
Ecco la definizione di Bon Ton della giornalista: «La prima impressione, il ricordo che uno lascia di sé sono importantissimi per creare nuovi rapporti sociali, di affari o d'amore. Il bon ton è un irrinunciabile segreto di vita che consente di viverla con più facilità. Perché avere dei dubbi? Perché avere delle indecisioni? Ogni occasione deve essere affrontata con grazia e semplicità».
(foto da internet)
Nella versione attuale si è allargata la sezione, «Cose da non fare mai». Le 44 voci dell’84 sono diventate 78, con dei significativi cambi di classifica. Per esempio, passa dal primo al secondo posto, leggete bene, «Dire “piacere” quando uno si presenta o viene presentato». (Un momento: ci domandiamo cosa dovremmo dire agli alunni o cosa dovrebbero scrivere i manuali di insegnamento della lingua italiana, al posto di "piacere" quando si fanno le presentazioni? Non sarà che siamo tutti maleducati, e non lo abbiamo mai saputo?).
Esagerazioni a parte, abbiamo scoperto un bel po' di cose. Nel Nuovo Bon Ton ci sono molte note sull’abbigliamento e sull’aspetto corporeo (da evitare assolutamente: stivali d’estate, look leopardato, sfoggiare calzini corti, o penduli e slabbrati per lei; gel basette, l’abbinamento canotta-tatuaggio a croce sul bicipite-rosario al collo e mutande griffate per lui), sull’abuso del cellulare, sulle case che assomigliano a una pagina di rivista d'arredamento, etc.
In questi ultimi anni, Lina Sotis ha battezzato alcuni tipi contemporanei con nomi tremendi e difficili da dimenticare: il Fighetta con la fibbietta alle scarpe, Los Pacchianos, ovvero i cafoni arricchiti.
(foto da internet)Cosa c'è al primo posto? “Sperare che cambi”. In realtà una vera e propria utopia, giacché ci saranno sempre signore che continueranno a portar fuori il cane a fare i suoi bisogni senza raccoglierli con la paletta; che i fighetta terranno comunque la suoneria del cellulare altissima; che qualcuno che ha fatto fortuna si presenterà a qualunque ora del giorno nel suo blazer blu con sfavillanti bottoni d’oro.
Un'ultima cosa: affinché uno straniero non abbia cadute di stile nel Belpaese, leggete i consigli del Wall Street Journal per chi visita l'Italia:
1. la "scarpetta" si fa solo in famiglia;
2. mai usare il coltello per mangiare la pasta;
3. meglio dire "arrivederci" che "ciao";
4. non dire "buon appetito", perché il galateo lo vieta;
5. non arrivare puntuali, perché tanto nessuno lo fa!
Ma, attenzione, nel caso in cui succeda quello che non dovrebbe accadere, bon ton è anche il modo di saper reagire a chi, a tavola, dice buon appetito, che dice salute se qualcuno starnutisce. Ricordate, è grazia, semplicità.
Che ve ne pare?
2. mai usare il coltello per mangiare la pasta;
3. meglio dire "arrivederci" che "ciao";
4. non dire "buon appetito", perché il galateo lo vieta;
5. non arrivare puntuali, perché tanto nessuno lo fa!
Ma, attenzione, nel caso in cui succeda quello che non dovrebbe accadere, bon ton è anche il modo di saper reagire a chi, a tavola, dice buon appetito, che dice salute se qualcuno starnutisce. Ricordate, è grazia, semplicità.
Che ve ne pare?
4 commenti:
Io credo che il re ha esagwerato. La scarpetta la faccio m a casa, la pasta seb mangia con la forchetta e aspirando, io dico ciao quasi a tutto il mondo, anche dico sempre buono apetito ma qui dicete che non va bene e sono puantalisimo.
Comitato per la scarpetta in ogni luogo!
Sono sempre puntuale, ma scarpetta è è la scarpetta!
Sono lieto di risentirla madama Giuliana spero che il post di oggi che Lei ha scritto mi serva per avere galanteria davanti agli avatar femmine senza essere uno screanzato.
Arrivederci
Posta un commento