sabato 10 novembre 2007

Mangiarsi le parole

(foto da internet)

Appuntamento a Livorno questo fine settimana: il 9, il 10 e l'11 novembre, torna il Festival Gastronomico Letterario Mangiarsi le parole, un festival nato e cresciuto per esplorare la cultura del cibo attraverso la letteratura. Livorno è una città bizzarra e cosmopolita: fondata dai Medici ai primi del Seicento, la sua mentalità è frutto delle vocazioni portuali, ma anche delle Leggi Livornine, che per secoli hanno favorito la convivenza tra razze, lingue e religioni. In centro, infatti, si trovano a poca distanza l’uno dall’altro i luoghi di culto di quasi tutte le confessioni: ad esempio la chiesa armena sorge accanto a quella greco-ortodossa. Per conoscere la città nella sua parte più vera occorre iniziare la visita dalla zona del porto, l’antichissimo Porto Mediceo. Proprio qui, un tempo, approdavano i mercanti spagnoli, turchi, armeni e tedeschi, i cui passaggi hanno lasciato numerose tracce nella toponomastica cittadina: esistono ancora il borgo dei Greci e gli scali Olandesi.


(foto da internet)

E proprio nel quartiere emblematico della città toscana ha luogo la kermesse letterario-gastronomica. Il quartiere, secentesco, per l’intricato reticolo di viuzze, canali e ponti si è meritato l’appellativo di Venezia Nuova (si può visitare persino in battello). Questo fine settimana ci saranno tre giorni fitti di appuntamenti con scrittori, poeti, chef, appassionati di letteratura e di enogastronomia. L'edizione del 2007 darà ancora più spazio del solito alla degustazione dei cibi: oltre agli incontri a tema gastronomico, in molte presentazione letterarie e poetiche si potranno assaggiare cibi in tema all'argomento trattato.


(foto da internet)

La lettura delle fiabe sarà accompagnata da pane e Nutella; insieme alla poesia, che com'è noto "non dà pane", saranno serviti sandwich e brioche. Naturalmente non mancheranno gli appuntamenti con la migliore gastronomia locale, dal cacciucco che, con il suo sugo denso e saporito, ricorda i piatti della tradizione orientale, al ponce, una bevanda eccezionale con una storia affascinante. Sono, insomma, tutti cibi che testimoniano le reminiscenze degli antichi viaggiatori.

(foto da internet)

Il caciucco, perché si chiami non è sempre chiaro. Le leggende sulla sua origine si perdono nella notte dei tempi: potrebbe derivare infatti dal turco küçük; c’è chi dice sia nato sui banchi delle galere come nutrimento per i vogatori alla catena, mentre altri sostengono sia stato inventato dal custode del Faro di Livorno, nel periodo in cui la costa era quasi disabitata a causa delle febbri. Un’altra fonte, invece, lo fa derivare da una zuppa tipica dei Fenici, che si sarebbe poi diffusa attraverso i contatti tra i pescatori mediterranei. Stando sempre alle leggende, pare che Napoleone amasse così tanto questo piatto da mescolarsi ai portuali livornesi per mangiarlo e invitarli poi a corte affinché insegnassero la ricetta ai suoi cuochi. Quel che è certo è che oggi questo piatto, tradizionalmente cucinato con il pesce che non veniva venduto, è l’emblema culinario della città.


P.S.: se vi è venuta voglia di assaggiare cibi toscani, oggi, sabato, potete degustare delikatessen toscane facendo un salto al ristorante Pitti di Valencia, (c. J.J. Domine, 11) che presenterà Intoscanacafé, un progetto finanziato dalla Regione Toscana per promuovere i prodotti tipici regionali: dal vino agli insaccati, passando per l’olio d’oliva etc. Buon appetito!

4 commenti:

BertoBB ha detto...

Se siete in vacanza per la mia zona sarò lieto di invitavi ad assaggiare le nostre cozze (siamo il secondo produttori di cozze dopo Cina e ne esportiamo perfino alla Italia) e proprio nel mio paese le vongole alla marinaia
Saluti

Anonimo ha detto...

¡Unas iniciativas muy interesantes!
Lástima que esté tan lejos.

Anonimo ha detto...

Gràcies per la xerrada d'avui. Parles molt bé el valencià. M'ha agradat molt el teu bloc. Salutacions.

Gianpiero Pelegi ha detto...

Hola Imma, gràcies (per una vegada escriuré en valencià). El bloc és de tot el departament, però m'agrada que t'haja agradat. Ciao.