sabato 24 maggio 2008

Per non archiviare la memoria

(foto da internet)


È ormai un rituale la “nave della legalità” che, il 23 maggio, attracca nel porto di Palermo per accompagnare nel capoluogo siciliano oltre 1.200 studenti delle scuole di tutta Italia che partecipano alle commemorazioni della strage di Capaci, in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie, Francesco Morvillo e gli agenti della scorta.
Anche quest’anno, nel giorno del sedicesimo anniversario, erano presenti oltre duemila giovani e giovanissimi, assiepati nell'aula bunker dell'Ucciardone di Palermo, dove 22 anni fa erano rinchiusi centinaia di boss mafiosi e loro gregari. In quest’aula si celebrò il primo grande processo alla mafia. Il maxiprocesso ha detto la sorella del giudice assassinato «dimostra che la mafia non è invincibile, è stata punita e ancora più oggi possiamo guardare con speranza a una Sicilia senza Cosa nostra». Anche quest’anno, come sempre, sono gli studenti i protagonisti: hanno appeso alle gabbie i loro striscioni e i loro cartelloni multicolore. «Nessuno può uccidere i nostri sogni» si legge in uno di questi, mentre altri si fanno beffe della mafia rappresentata come una piovra non più cupa e incombente, ma tramortita.

Quest’anno, però, la strage è stata commemorata anche in un altro modo. In occasione del “Festival di letteratura e illustrazione per ragazzi”, nato a Parma otto anni orsono, grazie all’iniziativa della Libreria Fiaccadori e dell’Associazione Minimondi, e felicemente trapiantato in Sicilia, nella giornata di ieri, 23 maggio, in ricordo della strage sono stati organizzati incontri e dibattiti con esponenti della cultura dell’antimafia.
In collaborazione con gli organizzatori di Parma, tre librai siciliani hanno messo a punto un ricco calendario di incontri, laboratori, dibattiti e letture animate intorno al libro e ai suoi protagonisti. Il festival ha una particolare importanza nella regione, giacché il primo, e fondamentale, obiettivo è quello di avvicinare il maggior numero di ragazzi alla lettura, educarli ai comportamenti, alle emozioni e alla convivenza con gli altri anche attraverso il gioco e l’ascolto. Infatti la Sicilia è al penultimo posto per lettura nel tempo libero tra i giovani, con solo il 37,5%, mentre la media italiana è del 52, 9%.

Sempre nel nel segno di “Non vogliamo solo ricordare”, nell’Istituto Penale per Minori di Catania ha preso il via un progetto per la “convivenza civile” collegato ai 60 anni della Costituzione italiana, basato sull’esame e lo studio dei 12 principi fondamentali.
Con questo spirito l’autore/attore Bruno Stori ha dialogato con i ragazzi dell’Istiuto Penale sul tema della democrazia ed ha presentato lo spettacolo Siamo qui riuniti… o della democrazia imperfetta. È la politica nel senso etimologico della parola: non la gestione della cosa pubblica o, peggio, del potere, ma l’essere o il saper diventare cittadini autentici, protagonisti attivi e critici del luogo abitato dagli uomini: la polis. Politoi quindi, uomini all’altezza dell’identità di animali sociali, destinati dalla natura a superare la dimensione individualistica per affrontare coraggiosamente il rapporto con l’altro.
Un’occasione diversa per non dimenticare!

1 commento:

Anonimo ha detto...

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/10/05/089la.html