giovedì 15 maggio 2008

Musei e mostre su internet

(foto da internet)

Somiglianze, combinazioni e contaminazioni fra memoria e nuove tecnologie saranno al centro di Memoria 2.0, un seminario internazionale organizzato a Torino, in questi giorni, per tracciare il percorso che sta portando sempre più la concezione di memoriale da una dimensione “monumentale” ad una “virtuale”. La memoria collettiva, infatti, antico fenomeno di social-networking, nonché fondamento ed espressione delle identità dei gruppi sociali, ha trovato nel linguaggio dei nuovi media la giusta espressione e, negli ultimi anni, le iniziative web di musei e associazioni si sono moltiplicate.
Organizzato da Museo Diffuso della Resistenza, da ACMOS e dall'Istituto Giorgio Agosti, con il patrocinio del Politecnico di Torino, l'evento ha il sostegno della Commissione Europea, della Regione Piemonte e della Città di Torino.

(foto da internet)

Sono sempre di più le istituzioni prive di una collezione o di documenti, che cercano di suscitare emozioni attraverso un'attenta scelta del formato museografico. Musei di memorie, di pensieri, di idee. Allestimenti sempre più tecnologici e scenografici che suppliscono all'assenza di oggetti e materiali. In realtà, si tratta di creare servizi alternativi, e in alcuni casi sostitutivi, del classico museo, come il Tech Virtual Museum Workshop, il museo virtuale che permette agli utenti di creare i propri progetti espositivi, entrare in gruppi di lavoro e creare le proprie esposizioni online. «I musei attraverseranno una evoluzione simile a quella che ha radicalmente cambiato internet - spiega Nina Simmons, curatrice del blog Museum 2.0, che esplora opportunità e difficoltà dell'integrazione tra web 2.0, musei e memoriali -. Fino ad ora sono stati come i siti tradizionali: fonti autoritarie di contenuto, che vedono gli utenti come consumatori. La sfida è trasformarli in piattaforme dinamiche di generazione e condivisione dei contenuti».


Un obiettivo condiviso da "Stories on geographies", l'iniziativa web che verrà presentata da PerformingMedia lab di Acmos nell'ultimo dei tre giorni di lavoro del seminario. A cavallo tra Google Maps e un atalante storiografico, il progetto è un «geoblog europeo della memoria», ovvero una mappa partecipativa on-line dei luoghi della memoria dell'Europa. Il servizio, già sperimentato a Torino nella primavera del 2006, si configura come un nuovo spazio pubblico virtuale, dove a parlare sono i luoghi e le persone che li attraversano. Lo scopo di Stories on Geographies, è contribuire a creare «una memoria sociale europea, condivisa, che possa rimanere intatta con il trascorre del tempo» utilizzando il linguaggio dei nuovi media. «Il geoblog è una piattaforma collaborativa, perché stimola alla collaborazione, non solo tra utenti, ma anche tra media, storia, cittadinanza e tra docenti, studenti, istituzioni». Sottolinea la presentazione del geoblog: «un ambiente interattivo in cui esplorare e sperimentare l'idea di Europa unita nei linguaggi e con le sensibilità dei nuovi media». Sulle mappe satellitari sono segnalati i luoghi della memoria storica dell'olocausto e della resistenza ai nazifascismi di tutta Europa. Musei, associazioni e semplici utenti potranno associare ad ogni luogo commenti, media e link, come in una mappa di Google.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Quasi come il Muvim!!!?? ja, ja

Anonimo ha detto...

L'arte è sempre interessante.È un'altra possibilità de trobarla.
Encarna

Anonimo ha detto...

MI SEMBRA UNA BUONA IDEA IL PROGETTO DEI MUSEI VIRTUALI,È PROPRIO BUONO PER I ARTISTI MA PER I SPETATORI PENSO È MEGLIO IL MUSEO TRADIZIONALE. LA IDEA DEL GEOBLOG È BUONA, MAGARI QUESTA MEMORIA STORICA NON SIA SELETIVA E NON "TENGA LAGUNAS"( NON SO COME SI DICE QUESTO).