Mai una volta che il Belpaese scelga la strada normale: la vicenda dei «redditi in Rete» ne è la prova.
L'Agenzia delle Entrate ha messo sul suo sito le dichiarazioni dei redditi 2005 di tutti i contribuenti italiani: tutti hanno potuto leggere le dichiarazioni dei redditi altrui, dal vicino di casa al vip. E allora via libera ai guardoni!!!
L'Agenzia delle Entrate ha messo sul suo sito le dichiarazioni dei redditi 2005 di tutti i contribuenti italiani: tutti hanno potuto leggere le dichiarazioni dei redditi altrui, dal vicino di casa al vip. E allora via libera ai guardoni!!!
Per scoprire quanto hanno guadagnato i vip o i vicini di casa bastava andare sul sito dell’Agenzia, cliccare su un po’ di pagine ed il gioco era fatto. Ovviamente bisognava conoscere la regione della persona, la provincia e il comune. I server sono subito saltati, il sito irraggiungibile, e la polemica è stata subito servita.
Il comico genovese, Beppe Grillo, ha dichiarato quattro milioni di reddito, ed è su tutte le furie. Sul suo blog ha lanciato un’invettiva contro la lista definendola “colonna infame”: «Follia, questa è una follia, chiunque può accedere senza essere identificato, mafia, 'ndrangheta, camorra, sacra corona unita hanno suggerito e Prodi, Visco, Padoa Schioppa hanno eseguito con la benedizione del centrosinistra unido che mai serà vencido». Insomma, per Grillo «questa è follia. [...]questo ex governo di imbelli, presuntuosi e deficienti fornisce ai criminali le informazioni sul reddito e l'indirizzo di casa dei contribuenti. Pagare le tasse così è troppo pericoloso, meglio una condanna per evasione fiscale che una coltellata o un rapimento. Il rapporto fiscale è tra il privato cittadino e lo stato e tale deve rimanere».
Ma c’è anche chi non è così contrario. Commenta Matteo Colaninno, esponente del Partito Democratico: «È una cosa che non mi sorprende», commenta. «Sono abituato - prosegue - visto che è da anni che vedo le dichiarazioni mie e della mia famiglia pubblicate regolarmente sui giornali. Siamo gli imprenditori più radiografati. Certo - aggiunge - le norme sulla privacy funzionano davvero molto poco ma se il fine è quello di scoraggiare l'evasione allora ben venga».
Conclusione: gli elenchi con le dichiarazioni dei redditi di tutti i cittadini sono una violazione della privacy. La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta. Il reato ipotizzato è la violazione dell’articolo della legge sulla privacy che punisce il trattamento dei dati personali.
Il Codacons ha denunciato il vice-ministro Visco presso 104 Procure della Repubblica italiane per violazione della legge sulla privacy. Secondo il presidente dell’associazione Carlo Rienzi, «è da escludere la possibilità di pubblicare tutte le denunce dei redditi su internet in modo generalizzato, e ciò innanzitutto perché tale pubblicazione non garantisce più né sui soggetti che ne vengono in possesso, né sul rispetto dei limiti temporali della pubblicità degli atti».
(foto da internet)
Il Codacons ha anche diffuso una sorta di decalogo per chiarire quando la diffusione di una denuncia dei redditi non costituisce reato. «Laddove si tratti di redditi di soggetti che in vario modo sono alimentati da danaro pubblico o comunque destinati a finalità pubbliche - spiega Rienzi- è sicuramente ammissibile l’accesso alla denuncia dei redditi e la sua pubblicazione. Ancora sono pubblicabili i redditi di soggetti dello spettacolo, della politica,dello sport, della società civile, la cui notorietà e rilevanza e interesse sociale e faccia scattare il diritto-dovere di cronaca. E altrettanto accessibili sono le denunce dei redditi quando esse servono al cittadino per difendersi in giudizio». «In pratica - conclude Rienzi - chi vuole mettere il naso negli affari altrui deve avere un interesse qualificato e concreto, e deve in ogni caso lasciare traccia della sua domanda di accesso e del suo interesse.
Che dire? L’Italia è l’unica, tra le grandi democrazie, dove l’evasione è epidemica.
La maggioranza degli italiani, seppur a malincuore, probabilmente sono a favore della pubblicazione dei redditi!!!
7 commenti:
Io sono d'accordo. Questa è la democrazia.
Sono completamente d'accordo. Ottima iniziativa.
Anche io sono d'accordo. Noi non dobbiamo nasconderci. Con la nostra "nómina" (come si dice in italiano?). La vergogna è dei evasori.
La "democrazia" italiana continua a dare argomenti agli ormai famosi autori dei seriali libri "La cassta", "La deriva" "Il Gruzzolo dei politici??"; Posssono rischiare la galera coloro che hanno sbirciato la "svista" della "agenzia delle uscite"?
http://www.downloadblog.it/post/6549/rischia-larresto-chiusa-i-dati-delle-dichiarazioni-dei-redditi
Saluti
Sara, "nomina" in italiano è la busta paga.
Ciao
Giuliana
Anche io sono d'accordo. Chi ha paura della transparenza?
Credo che è una misura giusta. Anche in Spagna si deve fare.
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