sabato 12 gennaio 2008

Un ponte pieno di buche

(foto da internet)

Ogni anno questo dipartimento si vede sorpreso da tanti studenti che portano con sé il seme di abilità straordinarie che sono per noi irraggiungibili. Questo fa parte della gioia del nostro vilipendiato mestiere.

Tre anni fa una giovane insegnante d’arte decise di cominciare a studiare italiano con noi, ci si è mostrata a poco a poco e oggi ci ha permesso di condividere con tutti i lettori del blog una sua creazione letteraria. Si tratta di un racconto che preparò per i bambini della scuola Santa Anna a Quartell, studenti di lingua italiana anche loro, i nostri chiodini piccini, piccini. Non fu possibile la presentazione del racconto direttamente ai bambini e considerata la sua bellezza e assenza di età, oggi vi proponiamo la sua lettura.

Godetevi la fantasia.



UN PONTE PIENO DI BUCHE


C’era una volta una bella villa,

con un fiume, e un vecchio ponte,

con fiori, alberi e un monte,

e con una regina avara e cattiva.

Ma gli abitanti non avevano mai fame

giacché mangiavano frutta e bella carne

perché, da quelle parti, la gente

era molto ricca e attraente.

Ma, purtroppo, c’era un modesto quartiere,

dall’altra sponda del fiume,

con sì questa volta, triste e poverina lume.

Per sfortuna il vecchio ponte li separava,

ma questo ponte aveva molte buche,

buche mai riparate dalla regina avara.

Traversarlo solo a piedi si poteva,

ma faceva proprio paura e

la gente della parte ricca e carina

non l’aveva mai fatto prima.

-Come sarà la gente dell’altra parte?

Chiese una mattina una donna abbondante.

Forse una presenza ascoltò la sua richiesta,

giacché il giorno dopo ci fu una gran festa:

Tutti gli anni, il ventiquattro dicembre

gli abitanti ricchi felici aspettavano

l’arrivo di una camionetta grigia,

veniva essa da un paese lontano

portando veloce belle sorprese in valigia.

Sapevano da sempre che era piena di castagne

che per sé comprava la regina, non per darle.

Le castagne erano carissime

e mangiarle era un piacere in quel villino

le cui persone, gentilissime,

Le arrostivano in un fuochino.

Così fra tutti i ricchi

si faceva un gran falò con tronchi dritti

nella piazza principale della villa

guardando saltare una favilla.

Frattanto la gente triste e poverina

si scaldava le mani su fiamma piccola e tapina.

Un anno, nel buio della sera,

l’aspettato autista sbagliò strada

-Oh peccato! Sarò in ritardo quest’anno!

Pensò contrariato.

-Amici, disse disperato, dov’è la villa

Della cattiva e avara regina?

I poveri del quartiere triste della villa

che si scaldavano con la brace

della fiamma piccina risposero:

-Devi traversare il fiume, ma fa attenzione

alle buche profonde.

-Grazie, rispose con fretta l’autista

senza guardarle ben bene prima.

Quando l’autista iniziò la marcia,

le ruote, schiacciate dal troppo peso,

in una gran buca la carica persero.

L’autista sbatteva la testa contro il muro:

-Oddio! Le castagne sono ora fuoco puro!

Allora, le persone ricche del villino

odorarono delle castagne il profumino,

videro dall’altra parte nel cielo mille luci

e decisero di avvicinarsi pian pianino

cercando le luci e anche quell’odorino…

Tutti i ricchi del villino senza la regina

presero i tronchi dal gran falò,

aiutati dai poverini fecero la traversina

e vi confesso che nessuno si ammalò.

E fu così che grazie alla fortuna

e all’architettura traversarono il ponte

e le castagne mangiarono

tutti insieme in compagnia,

lasciando sola la cattiva e avara regina.

Da allora la gente della villa e quella poverina

diventarono amici del cuore per sempre

e condivisero con altruismo,

senza regina né egoismo,

la carne, la frutta ed ogni ben di Dio.


(Amparo Grafià)

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Mila Risentirti fa bene!
La favola forbita da Amparo non sta male, ho imparato alcune parole nuove.
Compimenti
Alberto

Pilar ha detto...

Sorprendente e carino post.
Prima di leggerlo vedo è pubblicato da Mila, benvenuta!
e dopo penso. Sarà una canzone o forse un poema? e curiosament è un racconto per ai bambini della mia scuola, geniale!. Gradevolissimo modo d'iniziare il fine settimana.
I chiodini saranno felici di ascoltare la storia.
Grazie tante Mila e Amparo.

Anonimo ha detto...

Amparo sei una artista! Auguri!

Anonimo ha detto...

Ciao, Mila! È stupendo che sia già qui, con noi. Ho cercato le parole che non conoscevo. Spero che ci vediamo presto. Benvenuta!

Anonimo ha detto...

Amparo Brava ragazza. Sei la meggio! tua incondizionale
Conxa

Anonimo ha detto...

Bravissima Amparo ! La storia è bellísima (anche se la conoscevo). Mi piace molto questa bella poesia. Sei una meravigliosa scrittrice. Ma sono convinto che devi continuare a scrivere perché le tue parole e le tue storie fanno un po’ più bello il nostro mondo così cattivo. Un gran abbraccio di Ramon.

Anonimo ha detto...

Amparo tu già sai che sono molto orgogliosa di te. Brava!!...come al solito.Baci a tutti.Inma

Anonimo ha detto...

Ciao Amparo,
i chiodini piccini piccine di Quartell vogliamo dirti che ci è piaciuta moltissimo la tua storia, che è un'idea molto buona CONDIVIDERE, che puoi raccontarci di più e venire alla nostra scuola per spiegarci come scrivere così bene, che grazie mille per pensare a noi e che presto avrai una sorpresina...
Baci

Anonimo ha detto...

Grazie mille, chiodini da Quartell. Ormai ho la vostra lettera. Mi piace che vi piaccia il mio racconto. Ci vediamo presto.