lunedì 5 febbraio 2007

MANGIARE PER STRADA

Quando si viaggia, senza lo stress della routine, ci guardiamo attorno e, ovunque, in quasi tutte le città del mondo, si incontrano chioschi che partecipano all'immagine e alla vita della strada: alcuni sono squallidi container trasformati, alla buona, in punti di ristoro, altri sono tristi baracchini in vetro o alluminio, che, addirittura fanno paura al viaggiatore per la scarsa qualità e igiene, ma, poi, ci sono quelli che attirano il turista perché sembrano al posto giusto nel momento giusto, e, persino, decorano lo scenario urbano. Perciò, in giro per la città, quando si ha fame, uno pensa: «Come sarebbe bello assaporare un piatto mordi e fuggi con lo scenario del Colosseo, o Piazza San Marco o osservando i panni stesi di una stradina nel cuore di Napoli, e sentirmi parte di questa città!».
La cucina di strada esercita un certo fascino sul viaggiatore: si è da soli e, allo stesso tempo, insieme agli altri, visto che si crea spesso un’atmosfera di complicità, per cui sovente si scambiano due parole, una battuta, perchè la situazione induce un senso di confidenza non comune. (Ricordiamo il modo di dire: non abbiamo mai mangiato nello stesso piatto, per indicare la mancanza di confidenza con tal persona). Ovvero, la cucina di strada come arte della comunicazione; è al tempo stesso un fatto privato (spesso ci si ciba da soli, contrariamente a quando si va al ristorante o al bar, accompagnati da amici o parenti), e un evento pubblico, perchè avviene per strada o in locali aperti agli sguardi di tutti.
Cucina da strada o cibo da strada, o street food (che suona più chic): modi diversi di chiamare la pratica culinaria basata sulla preparazione, esposizione, consumo e vendita di prodotti alimentari in strade o mercati, realizzata da venditori ambulanti: classiche sono le immagini ottocentesche degli scugnizzi napoletani che mangiavano con le mani per strada maccheroni o pizza, pasta o fritti (dolci e salati), frutta o verdura. Frutti di mare crudi pugliesi, spuntature marchigiane alla brace (budellini di vitello o agnello), piadina romagnola, focacce liguri, gnocchi fritti emiliani, castagnacci toscani, porchetta romana, crepes piemontesi. A Firenze ancor oggi i panini imbottiti di lampredotto vengono venduti per strada. A Palermo, a parte il pane ca'meusa (pane con la milza), ci sono altri alimenti caratteristici offerti nei quartieri popolari o nei mercati della città: polipo bollito, stigghiole (budella di capretto, agnello o vitello alla brace), sfincione etc. A Cagliari mangiare ricci di mare è un vero e proprio rito, e un po’ ovunque fioriscono chioschi all’aperto dove gustarli in piedi. In Sicilia e Sardegna i fichidindia sono cibo di strada sin dal Settecento. Questi alcuni tipi di cibo da strada tradizionale italiano: come vedete esempi ce ne sono a bizzeffe... se vi va scopritene ancora!
(Foto da Internet)

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Comprar un bocadillo de porchetta en la plaza Campo dei Fiori de Roma y comerlo despacio, paseando hasta la plaza Navona, es una experiencia única.

Anonimo ha detto...

Buona la pizza al taglio. Che è la grattachecca della foto?

Anonimo ha detto...

Conosco un locale a Roma che si chiama DAR FILETTARO A SANTA BARBARA, Largo dei Librari, 88. Il menu consiste solo in filetti di baccalà (si possono mangiare fuori).

Anonimo ha detto...

A Padova, a Piazza delle Erbe c'è una signora che vende panini buonissimi con tante erbe e sapori vari.

Anonimo ha detto...

Mi piacciono molto i supplí e i calzoni che vendono a Roma (take away)

Anonimo ha detto...

A Roma in inverno sempre ci sono posti con le castagne.

Anonimo ha detto...

Giuli dove sono i gelati? Credo ricordare che furono gli italiani a surgelane, portando il gelato entro un'altro continente del ghiaccio e SALE per così portarli in strada a lungo.
Nel Venezuela anche si possono trovare dappertutto la vendita ambulante dei "raspados" sormontati secondo i gusti con "leche condensada".
In Spagna si possono chiamarne "Granizados" o "Sorbetes"
Saluti
Alberto

Anonimo ha detto...

Mangiare in strada soprattutto quando fai il turista è un vero piacere. Ricorodo come esperienza quasi metafisica, mangiare un bel gelato, (per me al cocco e d'arancia) e passegiare sulle le pietre dell'Antica Roma. Due meraviglie che solo si danno a Roma.

Anonimo ha detto...

La grattachecca, ovvero la granita dei romani, si ottiene "grattando" del ghiaccio da un blocco unico, annaffiato con sciroppo a piacere e decorato con frutta.