lunedì 26 febbraio 2007

COM' ERAVAMO


Carosello nacque il 3 febbraio 1957, e fu il primo spazio televisivo dedicato alla pubblicità, nonché una trasmissione televisiva cara agli italiani, che andava in onda la sera verso le 21.00. Le scenette dovevano tutte essere in bianco e nero e in 35 millimetri. I limiti pubblicitari imponevano che su due minuti e quindici secondi di ogni Carosello, la réclame del prodotto ne durasse al massimo trentacinque. E questo era il "codino" che differenziava Carosello da tutta la pubblicità mondiale e faceva impazzire i pubblicitari, i quali cercavano di fondere armoniosamente scenetta e réclame rispettando i vincoli della censura dell'epoca.
Il titolo del programma evocava un celebre film musicale da poco uscito, Carosello napoletano, il teatrino era costruito sul modello di quelli napoletani, mentre la musica riadattava una vecchia melodia popolare napoletana di autore sconosciuto, I pagliacci, a cui si aggiungevano un rullo di tamburi e una bella tarantella. In realtà la sigla era la musica che accompagnava l’entrata dei pagliacci nel circo, visto che il titolo del programma sarebbe dovuto essere “Luna Park”.
Carosello è andato in onda per vent’anni, dal 1957 al 1977, e, nella sua lunga storia, venne sospeso solo una volta, nel 1969, per la strage di piazza Fontana.
E’ ormai storia antica, ma ancora si sentono gli echi della sindrome di carosello nella pubblicità italiana: una malattia che consiste nel non riuscire a staccarsi definitivamente dal modello pubblicitario proposto, con la scenetta e, poi, la réclame staccata dal tutto. Ma gli addetti ai lavori considerano anche che troppi badarono allo “spettacolo” e dimenticarono il "messaggio", con il risultato che le marche pubblicizzate non ne trassero alcun beneficio. Infatti, quali siano state le campagne che davvero funzionarono non è facile dirlo, visto che molti personaggi, che si ricordano con affetto come favole dell’infanzia, furono, probabilmente, gli innocenti colpevoli del fallimento pubblicitario e commerciale proprio di quelle marche che rappresentavano. Forse il più famoso personaggio di carosello è Calimero, il pulcino nero, (famose le sue parole : “...loro sono grandi e io sono piccolo e nero...è un’ingiustizia...”) ma non tutti sanno che il magico pulcino diede uno scarsissimo contributo all’identità di marca del detersivo Ava, che sul piano della comunicazione e del mercato fu pesantemente sconfitto dai suoi concorrenti, anche se con campagne meno famose. Nonostante i suoi valori, in alcuni casi (diciamolo pure), ingiusti, esclusivamente urbani (non esistevano contadini), e spesso un po’ bigotti (non andava in onda il venerdì santo -non dimenticate la cattolica Rai), è una realtà che numerosissimi slogan e personaggi inventati in quello spazio televisivo sono diventati dei veri e propri "modi di dire" e restano ancora oggi nella memoria collettiva degli italiani, come p.es. “dopo Carosello tutti a nanna”...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Era bello fare un filmetto con dentro la publicità. Oggi la publicità fa pena.

Anonimo ha detto...

Topo Giggio era anche un personaggio di carosello?

Gianpiero Pelegi ha detto...

Ciao Vicente, se non ricordo male Topo Gigio faceva la pubblicità dei Pavesini (dei biscotti).

Anonimo ha detto...

Questo post è molto particolare: cosi anche il fatto della pubblicita che non vende ma tiene sucesso come opera creativa. Da ripensarci. Figuratevi il caso contrario: un'opera creativa che tiene sucesso come pubblicita. Mica sto parlando di un best-seller? Nessuno ha pensato a Dan Brown ed il suo codice vende Parigi.
Bravi, chiodini.