sabato 5 aprile 2008

A rischio la mozzarella di bufala

(foto da internet)
"Piove sul bagnato": espressione che indica che le disgrazie spesso non vengono mai sole o, almeno, così appare a chi soffre o crede di essere tormentato dalla sfortuna.
È questo il caso della regione Campania, dove sembra non esserci mai fine al peggio. Infatti, durante le vacanze pasquali, è scoppiata la bufera “mozzarella di bufala”, direttamente collegata con il problema dei rifiuti, una never ending story. Adesso è la volta della diossina che potrebbe aver contaminato il latte usato dai caseifici durante i roghi dell'immondizia abbandonata, negli ultimi mesi, per le strade delle città campane.

(foto da internet)

Riflettendoci, però, diossina nella mozzarella di bufala vuol dire, innanzitutto, diossina nell'aria che si respira e nell'acqua che cade sui suoli, che irriga l'erba e i vegetali di cui si nutrono le bufale. Con l'esclusione del consumo diretto di erba, tutti gli altri elementi riguardano allo stesso modo anche noi persone. Adesso solo ci si preoccupa della diossina se questa ha l'impudenza di compromettere l'export e il buon nome del made in Italy, ergendosi a simbolo del fallimento istituzionale.
Il primo paese a non volere più la mozzarella è stata la Corea del Sud, poi il Giappone ha fermato le mozzarelle alla dogana per analizzarle. Infine la Ue ha chiesto alle autorità italiane di fornire i risultati delle analisi sulla presenza di diossina e PCB (policlorobifenili, sostanze altamente inquinanti che possono essere sprigionate nell'aria quando viene bruciata immondizia) negli alimenti e nei mangimi prodotti in Campania. Bruxelles, però, non ha ricevuto una risposta immediata da parte di Roma, ed esige ulteriori controlli.

(foto da internet)
Il ministro per le Politiche agricole Paolo De Castro definisce «eccessiva» la posizione dei Paesi importatori e invita «a non generalizzare e a non creare pericolosi allarmismi, anche perché le indagini in corso in Campania dimostrano che i controlli ci sono, funzionano e garantiscono il consumo sicuro della mozzarella di bufala italiana». Adesso tutti a difendere l’esportazione, ma come si è salvaguardato il capitale fino a questo momento?
Il modello di sviluppo sta catastroficamente mostrando tutta la sua inadeguatezza, ma intanto, per il momento, si è mangiato il futuro della Campania, che oggi non sa come riemergere dal pantano civile e istituzionale in cui è stata lasciata sprofondare, anche per ignavia e indifferenza della società civile.
Sarà che la storia sta presentando il conto, ma, forse, però a pagare i piatti rotti sono le persone sbagliate, cioé quegli agricoltori che, pur producendo secondo il rispetto delle norme vigenti, lavorano con la terra e la natura che hanno a disposizione e si ritrovano il prodotto rifiutato da un mercato internazionale dove i controlli si fanno e i risultati non si minimizzano.

2 commenti:

veva ha detto...

Tutta questa preocupazione sta superando i limiti della logica. la terra completa sta inquinata, non capisco come si può fermare l´exportazione di mozzarella per questi motivi. Magari i rovinati sono tutti quelli que non hanno cura del nostro pianeta.

Anonimo ha detto...

Incredibile. Ho letto che anche il vino è contaminato (il Brunello).