(foto da internet)
Dopo la mozzarella di bufala, scoppia in Italia il caso del Brunello taroccato: una grande truffa ai danni del miglior made in Italy. Da un'indagine condotta dalla Guardia di Finanza sembra, infatti, che quasi il 9% del celeberrimo vino sia completamente irregolare.
Com'è noto il Brunello di Montalcino è uno dei vini più famosi al mondo. Pressoché sconosciuto al di fuori della zona di produzione e di una ristretta cerchia di intenditori sino alla metà degli anni '60, è divenuto sempre più conosciuto fino a diventare il più quotato vino italiano di qualità. Nell'annata 1975, ad esempio, furono imbottigliate circa 800.000 bottiglie da circa 25 aziende, mentre nell'annata 1995 ne sono state imbottigliate circa 3.500.000 da circa 120 aziende.
Questi numeri fanno comprendere la preziosità di questo vino, ricercato per le tavole più raffinate di tutto il mondo. Le ragioni del fenomeno vanno ricercate nelle obiettive qualità organolettiche del vino, nella rotondità ed armonia del gusto , negli intensi profumi e nelle grandi possibilità di evoluzione con l'invecchiamento.
Il Brunello di Montalcino è prodotto esclusivamente con uva Sangiovese secondo le norme di un severo disciplinare che, oltre a fissare limiti di resa ad ettaro, periodo di invecchiamento, caratteristiche del prodotto, stabilisce che prima della commercializzazione, il vino sia sottoposto all'esame di un'apposita commissione per il riconoscimento dei requisiti di particolare pregio per potersi fregiare della Denominazione di origine controllata e garantita, secondo i seguenti parametri:
Zona di produzione: Comune di Montalcino
Vitigno: Sangiovese
Resa massima dell'uva: 80 quintali per ettaro
Resa dell'uva in vino: 68%
Affinamento in legno obbligatorio: 2 anni in rovere
Affinamento in bottiglia obbligatorio: 4 mesi (6 mesi per il tipo Riserva)
Colore: rosso rubino intenso tendente al granato per l'invecchiamento
Odore: profumo caratteristico ed intenso
Sapore: asciutto, caldo, un po' tannico, robusto ed armonico
Gradazione alcolica minima: 12,5% Vol.
Acidità totale minima: 5 g/lt
Estratto secco netto minimo: 24 g/lt
Imbottigliamento: può essere effettuato solo nella zona di produzione
Immissione al consumo: dopo 5 anni dall'anno della vendemmia (6 anni per il tipo Riserva)
Confezionamento: il Brunello di Montalcino può essere posto in commercio solo se confezionato in bottiglie di forma bordolese.
(foto da internet)
Secondo le inchieste svolte dalla Procura della Repubblica di Siena, quasi il 40% del vino prodotto con il prestigioso marchio, dell’annata 2003, non potrebbe utilizzare né il marchio, né il nome. Perché? Perché i produttori avrebbero mischiato l’uva di qualità Sangiovese doc ad altre qualità quali il Merlot, il Cabernet Sauvignon, il Syrah. Con questi vitigni si sarebbe prodotto circa il 20% del prodotto finale.
Ma perché i produttori avrebbero agito in questa maniera? In primo luogo la scarsa quantità di Sangiovese per far fronte alla grande domanda e in secondo luogo il palato del consumatore USA che preferirebbe un bouquet più addolcito e più morbido, rispetto al gusto robusto del Brunello doc.
Risultato? Quattro grosse imprese indagate, migliaia di bottiglie bloccate ed ettari di terreno sotto sequestro.
L’Unione Europea ha già chiesto lumi sulla faccenda alle autorità italiane. Ma il danno d’immagine per la nostra economia, dopo il colpo della mozzarella di bufala, è gravissimo (vedi>>).
Il prossimo giro sarà per il parmigiano??
2 commenti:
Un golpe muy duro para el prestigio de los vinos italianos.
leggete qui: http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/olio-sofisticato/olio-sofisticato/olio-sofisticato.html
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