(foto da internet)
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Nel post di ieri abbiamo parlato delle città visibili e abbiamo accennato a un famoso testo di Italo Calvino. Oggi vorremmo parlarvi di quelle invisibili e della nostra cittadina, seguendo il percorso tracciato dal famoso scrittore italiano. Nel 1972 l'editore Einaudi diede alle stampe un libro di 170 pagine. La copertina ha come illustrazione un dipinto di Magritte. Il titolo è Le citta invisibili. Calvino ritornava alla pubblicazione dopo tre anni, reduce da un altro libro anomalo che, nel 1969, comparve con il titolo de Il castello dei destini incrociati. E a distanza di tre anni l'autore sorprende i suoi lettori ancora una volta, proiettando la sua creatività verso una dimensione narrativa del tutto inedita per le lettere italiane. Le città invisibili era allora una novità assoluta, un'opera capace di disorientare ma nello stesso tempo di affascinare il lettore. Il libro non ebbe però il successo che meritava. Tuttavia, nel tempo, questo testo anomalo è entrato nel cuore di tanti lettori. Il testo propone più domande che risposte, procede discutendo se stesso e interrogandosi, si può percorrere in più direzioni, si costruisce come una forma compiuta che ogni lettore può scomporre e ricomporre seguendo il filo delle sue ragioni e dei suoi umori. Ogni città porta un nome di donna. Il libro rimanda a un oriente favoloso, quasi da Mille e una notte che poi si mescola, con una suggestione senza pari, con le città d'oggi. Da un capitolo all'altro è come se Calvino tracciasse una rotta, o meglio rintracciasse il senso d'un percorso, d'un viaggio. Forse dell'unico viaggio ancora possibile: quello che si svolge all'interno del rapporto tra i luoghi e i loro abitanti, dentro i desideri e le angosce che ci portano a vivere le città.
(foto da internet)
Ma torniamo alla nostra cittadina: la prossima settimana si terrà a Sagunt la Setmana de cultura i animació lectora, organizzata dal Cefire di Sagunt. Nel programma (vedi>>) sono previste molte sorprese creative per l'applicazione didattica della letteratura con la partecipazione di contastorie, musicisti, registi e attori valenzani. Nell'ambito di questa manifestazione la casa editrice Bromera presenterà le cosiddette valigie didattiche elaborate dalla Fondazione omonima e si terrà una mostra dei laboratori didattici che si svolgeranno durante tutta la settimana.
Se volete iscrivervi alle Jornades, fate click qui>>.
In una delle attività proposte, il contastorie valenzano Domingo Chinchilla terrà un'interessante attività che ha un rapporto diretto col discorso sulle città (in)visibili con cui abbiamo aperto questo post: Allò que ens ensenyen les ciutats, una sorta di rivista orale itinerante sulla memoria della nostra cittadina, gli angoli segreti di Sagunt, le pietre ricche di storia che comunicano, un passato-presente che si fonde in un solo elemento orale narrativo. Sagunt, allora, come città del desiderio (letterario), alla stregua di Dorotea, Anastasia, Despina, Zobeide e Fedora, le città raccontate magistralmente da Calvino. Da non perdere!
Buon divertimento!
P.s. Se non avete ancora letto Le città invisibili, correte subito in libreria a comprarlo: è senz'altro un'ottima lettura per l'estate!
5 commenti:
Non l'ho letto, vale la pena?
L'ho letto in spagnolo (Siruela); è molto bello!
E' difficille di leggere in italiano? Si trova a Valencia?
E' un bel libro. Non è una lettura facile. Si può cominciare dalla traduzione in spagnolo (Siruela). Buona lettura!
Grazie Gianpiero! Ma che bel riasunto hai fatto della idea del corso e anche del libro di Calvino.
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