giovedì 24 maggio 2007

Per non dimenticare

(Foto da Internet)

Quindici anni fa una strage lasciò attonita l’Italia: la strage di Capaci, che costò la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli uomini della scorta. Oggi c'è una targa sul tratto dell’autostrada Palermo-Mazzara (che collega il capoluogo siciliano con l'aeroporto di Punta Raisi). Ma al 23 maggio del 1992 risale, probabilmente, la svolta nella storia della lotta alla mafia: il mafioso Giovanni Brusca premette il pulsante che fece esplodere il tritolo e uccise Falcone. Ma non è finita: pochi mesi più tardi, il 19 luglio, la stessa sorte sarebbe toccata all'altro magistrato in prima linea nella lotta a Cosa Nostra, Paolo Borsellino.
A quindici anni di distanza i protagonisti di quelle stragi sono finiti tutti in carcere: il mandante Brusca; Totò Riina, il gran capo di Cosa Nostra; così come Bernardo Provenzano, catturato lo scorso anno, dopo una latitanza quarantennale, nel paesino di Corleone, luogo simbolo della mafia siciliana.
La lotta alla mafia non si è certo conclusa, ma quella stagione è forse alle spalle.«La violenza efferata con cui si colpì uno dei più combattivi e moderni magistrati impegnati nella lotta alla criminalità organizzata - ha scritto Giorgio Napolitano in una lettera a Maria Falcone, sorella del giudice, e si è poi riferito all’altro attentato criminale, a Paolo Borsellino- innescò nel Paese una reazione ferma e diffusa, avviando con il concorso della magistratura e delle Forze dell'Ordine una feconda stagione di contrasto alle vecchie e nuove forme di penetrazione e di presenza della mafia. Questa battaglia -aggiunge il Capo dello Stato- va ripresa e sviluppata, con l'impegno di tutte le forze politiche e sociali e con la partecipazione convinta dei cittadini».
In occasione del quindicesimo anniversario della strage di Capaci sono state organizzate diverse iniziative commemorative: a Palermo è attraccata la «nave della legalità», partita il giorno prima da Civitavecchia, con migliaia di giovani studenti provenienti da tutta Italia sbarcati in Sicilia per testimoniare il loro no alla mafia. Erano circa mille e duecento: giovani siciliani e di ogni parte d'Italia per mostrare il loro appoggio alla manifestazione organizzata dalla Fondazione Falcone e dal ministero della Pubblica Istruzione. Tutti insieme si sono poi spostati a piedi fino all'aula bunker del carcere dell'Ucciardone: qui, nell'aula bunker del «maxiprocesso», luogo simbolo dell'attacco dello Stato alla mafia, si è discusso di lotta a Cosa Nostra ed educazione alla legalità insieme al presidente del Senato, Franco Marini, al ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni e al procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso. Nel frattempo un altro corteo si è recato a Corleone sui luoghi dell'arresto di Bernardo Provenzano: sulla strada che porta al rifugio del boss, recentemente ribattezzata via 11 Aprile 2006, in ricordo del giorno della cattura di Bernardo Provenzano, sono state stese le «lenzuola della legalità», realizzate proprio dalle scuole, mentre per le vie del paese le scuole corleonesi hanno organizzato una «festa della legalità». Poi, alle 16 è partito il corteo dall'Ucciardone fino all'"Albero Falcone", un albero-simbolo, cresciuto di fronte a quella che fu la casa del magistrato. Alle 17,58, ora esatta della strage, si è osservato il silenzio e il raccoglimento in memoria delle vittime. Infine, ultimo appuntamento, alle 21, a piazza Politeama, con il concerto gratuito, "Mille note contro la mafia".

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Una pagina triste della storia d'Italia. Non bisogna dimenticare.

Anonimo ha detto...

Sugli striscioni dei ragazzi ci sono scritte che testimoniano la voglia di ricordare. "C'è bisogno di memoria, c'è bisogno di pensare, c'è bisogno di coraggio, c'è bisogno di sognare"
http://eoiquartit.blogspot.com/

Anonimo ha detto...

Una iniziativa importante. E´un dovere ricordare i due magistrati.

Anonimo ha detto...

Bella anche l'iniziativa dei ragazzi.

Anonimo ha detto...

Una setiimana fa nel mio paese è stata realizzata la seconda "Panni Bianchi" dove si appendono lenzuole bianchi sui balconi delle case con diciture nere contro la droga e narcotraffico, questa iniziativa è stata importata dall'italia è fu avviata l'anno scorso con un convegno in cui participò un giudice italiano.
La strage e morte di Falcone ha qlc di possitivo innescando p.e. questi cortei.
Saluti e coraggio
Alberto