mercoledì 30 maggio 2007

Patrimonio culturale a rischio per le variazioni del clima

(Foto da Internet)
Già si sapeva del pericolo dei cambiamenti climatici. Tutti siamo coscienti che in un futuro non tanto lontano il riscaldamento globale sarà causa di inondazioni, siccità, eventi meteorologici estremi, perdita di ecosistemi, desertificazione, aumento incontrollato delle malattie, oltre che migrazione di centinaia di milioni di persone. E per richiamare l’attenzione dei Grandi del mondo sui cambiamenti climatici e stimolarli ad intervenire subito per arrestare quella che rappresenta la prima minaccia globale dei nostri tempi, in Turchia, sul Monte Ararat, a 2.500 metri sopra il livello del mare, volontari di Greenpeace stanno costruendo una nuova Arca di Noè. Una squadra di 20 carpentieri di nazionalità turca e tedesca sta completando la costruzione dell’imbarcazione, che verrà presentata ufficialmente al pubblico domani, 31 maggio, nel corso di una cerimonia durante la quale gli scalatori di Greenpeace saliranno sulla vetta alta 5.137 metri del Monte Ararat per spingere i leader di tutte le nazioni a fare della protezione del clima una realtà.



(Foto da Internet)
Ma c’è dell’altro: salverà un’arca di Noè anche il patrimonio monumentale europeo? Anche chiese, monumenti e palazzi storici sono a rischio a causa dei cambiamenti climatici. Se fino ad oggi era solo un sospetto, ora è diventata una drammatica certezza. Il quadro che ci prospettano è raccapricciante: la Sicilia senza la Valle dei Templi, Praga divisa in due per il crollo del ponte Carlo o lo storico centro di Londra come Venezia a causa delle alluvioni.
La Commissione europea ha finanziato il progetto Noah's Ark, coordinato dall'Istituto di scienze dell'atmosfera e del Clima (ISAC) del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) di Bologna, con la collaborazione di numerosi enti di ricerca specializzati. Noah's Ark sarà oggi oggetto di una conferenza internazionale, a Roma, in cui si esporranno i dati e i parametri ambientali che possono influenzare lo scenario futuro del patrimonio monumentale europeo, così come si cercherà di stimare il danno che questo subirà nei prossimi 100 anni. Il risultato degli studi è un "Atlante di vulnerabilità" con le mappe delle variazioni climatiche che potranno causare danni a materiali lapidei, metalli, legno, nelle aree di probabile rischio evidenziate. Sono state realizzate mappe dell'area europea relative al presente (1961-1990), al vicino futuro (2010-2039) e al lontano futuro (2070-2099) e mappe delle differenze tra le medie per quantificare l'entità delle variazioni. Oltre all'Atlante di vulnerabilità il progetto Noah's Ark ha prodotto anche delle "linee guida", con lo scopo di informare chi gestisce il patrimonio culturale sugli effetti prodotti dai cambiamenti climatici e indirizzare le autorità competenti verso opportuni interventi di adattamento, quali sistemi di monitoraggio dei parametri climatici critici.
Sarà possibile avere un futuro un po' meno grigio?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

A Valencia l'acqua del mare arriverá fino alla Mare de Déu.

Anonimo ha detto...

Attendiamo però al vertice G8 delle superpotenzie italia compresa che si terrà in germania,ma credo che tanto gli usa e cina non hanno impegno su questo.
Saluti
Alberto

Anonimo ha detto...

Tutti sappiamo il pericoli che c’è nei cambiamenti climatici, ma nessuno fa niente. A volte qualche studio che parla di un grido disperato dell’agonia “dell’Amazonas” o quando nel Telegiornale parlano dell’intenzione del Giappone di ritornare a cacciare ballene fa svagliare la coscienza collettiva. Ma, dopo un paio di giorni, tutto si dimentica. Come essempi: la devastazione per la vorace urbanizzacione del bagnasciuga del Mediterraneo (València e Murcia); la sparizione delle foreste; la contaminazione dei fiumi e mari. Però c’è una cosa che mi fa molto male, ed è che tutto questo lo vediamo con indifferenza e imperturbabilità. In quanto al patrimonio monumentale penso che, il suo fine sia già annunciato, e va parallelo al fine di questo pianeta, e se la Terra è condenata, il bel patrimonio dei nostri antenati sparirà con l’accesa delle acque per i cambiamenti climatici; e se non sbrighiamo subito sarà troppo tardi.