venerdì 4 maggio 2007

Il ritorno di Enzo Biagi


(Foto da Internet)




Mica succede tutti i giorni che un signore di 86 anni si rimetta al lavoro? E’ il caso di Enzo Biagi, notissimo giornalista, che ritorna in Rai, l’azienda in cui ha lavorato per più di quarant'anni, dopo esserne stato licenziato per obbedire all'"editto bulgaro" di Silvio Berlusconi, allora presidente del Consiglio. All'epoca Biagi conduceva con grande successo di audience, in prima serata Il Fatto, che tutti i giorni, per circa dieci minuti analizzava fatti di cronaca e di politica del belpaese. Colpevole tra le tante, la puntata-show in cui Roberto Benigni parlava liberamente dell'ex-premier. Cinque anni sono passati dal 31 maggio 2002 quando Biagi chiuse l'ultima puntata de Il Fatto, con un «arrivederci, speriamo in autunno», e una citazione di Bergman: «Lo spettacolo è finito e i suonatori se ne vanno».
E' tornato dall'esilio con RT, rotocalco televisivo, lo stesso titolo del suo primo programma di giornalismo tv diretto nel lontano 1962. Tutto come sempre, salvo che, stavolta, la Rai gliel'hanno portata a casa: «È stato un riguardo, una gentilezza», dice Biagi: nell’ex-cameretta delle figlie hanno allestito lo studio, tutto bianco, come quello de Il Fatto. Gli ospiti da intervistare anche loro a domicilio. È cambiata la rete, che è la Tre, perché, a detta sua, è la rete che più gli assomiglia e da cui, dopo l'epurazione, gli sono venuti segnali di affetto. Così com’è cambiato l’orario: non più in prima serata, bensì in seconda serata del lunedì (va in onda alle 23.15. E per gli orari italiani è tardi, certo non appartiene alla fascia di massima audience). Sarà un rotocalco senza politici, «a meno che la cronaca non renda indispensabile dare la parola». Molti racconti di cronaca, molta gente, fedele all'idea che il il compito della televisione sia quello di parlare alla gente e della gente.
Così comincia la prima puntata: «Scusate, sono tanto contento di rivedervi. E confesso che sono anche commosso. Ma c'è stato qualche inconveniente tecnico che ci ha impedito di continuare il nostro lavoro. L'intervallo è durato cinque anni. Mi aveva avvolto la nebbia della politica». Poi, il via al programma: c'è la realtà che bussa, i fatti, le storie da raccontare. Biagi ostenta assoluta tranquillità, e nessun rancore o evidente senso di rivalsa. «Sì, siamo in uno stato d'animo di assoluta serenità, [...], facciamo il nostro lavoro che può piacere o non piacere. Guai se piacessimo poi a tutti, ci sono di quelli che non ci piacciono e la nostra preoccupazione è di farglielo sapere». Quindi, avanti col lavoro. Enzo Biagi è tornato, e il suo unico proclama è questo: «Abbiamo contro solo l'anagrafe».

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Incredibile! Che cose succedono in Italia! Comunque, ricordate che qui Aznar non voleva andare alla Ser quando c'era Gabilondo.

Anonimo ha detto...

Dopo la prima puntata del nuovo programma, Berlusconi ha ammesso di aver esagerato allora quando fece chiudere Il Fatto. Ha ragione il Cavaliere, eccome. Lo ricordo perché all'epoca abitavo in Italia. Esagerato, esageratissimo. E quando no?

Anonimo ha detto...

Divertente la canzone di Benigni.

Anonimo ha detto...

Oggo il post ci porta una bella notizia, il ritorno di Enzo Biagi.Bentornato Enzo! Ricordo ancora il post che avete messo, tempo fa, nel quale Enzo intervistava a Roberto Benigni, di tanto ridere è cominciato a piangere, che meraviglia di spettacolo. Dopo ho guardato la prima puntata di Rotocalco Televisivo (23/04/2007) e mi hanno colpito le situazioni tan dramatiche che ci sono nelle telecronache . Berlusconi ha detto che essagerava quando ha fatto licenziare a Enzo; e che cosa succederà si torna al potere?