mercoledì 19 settembre 2007

A Pizza Hut


(Foto da Internet)

Com’è possibile che fino ad oggi Villa Taverna (residenza dell’ambasciatore USA a Roma), nel lussuoso quartiere dei Parioli, non avesse una pizza hut? (Traduzione per i puristi della lingua di Dante: una "casa della pizza"). Il rappresentante di Bush nel Belpaese ha trovato strano che, al suo arrivo in Italia, due anni fa, non ci fosse un forno a legna nella dimora che lo ospita. Ma, non potendo chiedere a Condoleezza Rice i soldi per dotare di pizzeria la sua esclusiva e super blindata casa (il budget dell'Us State Department non lo prevede!), Spogli ha deciso di ricorrere a una donazione di sponsor privati. Così, con gli euro in mano, nel patio, ha fatto costruire un bel forno con parete di mattoni in grado di raggiungere una temperatura di 400 gradi, (quelli necessari per rendere la pizza croccante fuori, morbidissima dentro: una pizza elastica e resistente, né troppo alta né troppo bassa, né umida né secca, né cruda né cotta). Il forno, nuovo di zecca, è stato inaugurato in occasione di una riunione riservata a tutti i giornalisti americani di Roma.The pizza - ha sentenziato - brings people together”, fa riunire e incontrare le persone perché piace a tutti. "Userò il forno a legna - ha poi annunciato - per le colazioni di lavoro, molto frequenti nella vita di un ambasciatore americano". Dallo speech ai fatti: il pranzo ai giornalisti americani è stato servito a base di pizza, una miscellanea di gusti: dalla classica Margherita alla più sofisticata gorgonzola e sedano.


(Foto da Internet)

Simbolo planetario dell’italian food, di matrice napoletana, da una diffusione senza confini, "nu 'ncantesimo": ne fu conquistato Alessandro Dumas già nel 1835, e ne rimase entusiasta la regina Margherita di Savoia alla quale i pizzaioli napoletani dell'800 consacrarono la più popolare delle pizze...

P.S.: A parte le ricette classiche delle pizze, i chiodini vi consigliano anche una pizza casareccia made in Spain.
Non vi preoccupate per il forno: la potete fare tranquillamente in un Balay.
Invece dei prodotti made in Italy, per l’impasto: la farina El Gallo e il lievito di Mercadona. Poi, al posto del fior di latte o della mozzarella di bufala, la mozzarella danese di Mercadona o quella Copirineo (tagliate a fettine) di El Corte Inglés. Il pomodoro -chissà la parte più difficile: i barattoli Cidaco, però, hanno quasi il profumino del filetto di pomodoro Annalisa. Infine, non dimenticate una bella foglia di basilico!
Provateci, osate e diteci com’è venuta la vostra pizza!

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Al supermercato si trova la pizza di Buitoni. Non è male.

Anonimo ha detto...

Un consejo: comprad la masa Buitoni en el supermercado. Podéis añadirle los ingredientes que más os gusten. Sale riquísima. ¡No hay que cocerla mucho!

Anonimo ha detto...

Sì, Xosé, quella con la masa Buitoni è molto buona. Anche quella della Casa Tarradellas è pasabile.

Anonimo ha detto...

Io non mi sfido a farne una è molto lavorioso!
Preferiscco centellinarne di fronte alla tv e senza scorta le precotte, in speciale le di "Casa Tarradelas".
Ne parlando anche al Corte Ingles c'è i bicchierini commemorativi dai 250 anni di Cinzano vedete:
http://www.elmundo.es/yodona/albumes/2007/09/10/aniversario_cinzano/index_11.html
Saluti
Alberto

Anonimo ha detto...

Quella con la base di Buitoni è molto buona e si può fare alta come vuoi.

Anonimo ha detto...

Tempo fa, a casa dei miei genitori (prima di sposarmi); io e mio fratello, ce l’abbiamo fatta a fare la prima (e l’ultima) pizza. La pizza era squisita , ma , che disastro di cucina abbiamo lasciato! Mia mamma si è arrabbiata un sacco! Dopo aver vissuto questa esperienzia, preferisco le pizze del ristorante. Ah……quasi dimentico di dire che a me piace di più le pizze di “Casa Terradellas”, sono abbastanza buone e molto economiche.