sabato 6 gennaio 2007

Ricominciamo con Mameli!


Speriamo che abbiate trovato tante leccornie nella calza della Befana o che i Re Magi abbiano soddisfatto i desideri dei più grandi e dei più piccini, ma... oggi, a parte “la lotería del niño”, non ci resta che pensare che l’Epifania tutte le feste porta via..., quindi, con in bocca un sapore un po’ amaro, torniamo inevitabilmente alla realtà, e da domani si ritorna alla routine...
E se cominciassimo l’anno lavorativo come se fosse una partita di calcio, cioè, cantando o, forse meglio in questo caso, ricordando l’inno d’Italia? Magari ci portasse la stessa fortuna che ai calciatori azzurri nella finale del Mundial in Germania contro la Francia!...
Ma sulla scia della polemica che in Italia nessuno conosce le parole, che cosa rappresenta l’inno? Ormai collegato quasi esclusivamente a una partita di calcio, l’inno d’Italia è stato scritto, nel 1847 da un ragazzo genovese, Goffredo Mameli, e musicato da Michele Novaro, nel Risorgimento, periodo in cui sotto la guida di personaggi come Garibaldi, Mazzini, Cavour, l'Italia comincia la lotta che la porterà alla sua definitiva unificazione, avvenuta nel 1861. Il canto di Mameli-Novaro, ovvero "Fratelli d'Italia", fu subito accettato dai giovani combattenti del Risorgimento come il loro Inno Nazionale.
Ai tempi moderni il testo sembra molto retorico e la musica sembra una marcetta non troppo solenne, specialmente se suonata da una banda militare. Ma quel testo scritto di getto, spontaneo, appassionato e composto poi da un giovanissimo combattente per la libertà, sembrava il più adatto a simboleggiare la giovane Italia rivoluzionaria. Nonostante sia sempre stato considerato provvisorio, è rimasto definitivo (in un paese come l’Italia non è strano!), ed ha assunto una maggiore importanza, da quando è entrata in politica la Lega Nord, partito che ha sempre ripudiato i simboli del tricolore e dell’unità d’Italia. Allora Carlo Azeglio Ciampi, ex-presidente della Repubblica, ha affidato a dei grandi musicisti quali Salvatore Accardo, Giuseppe Sinopoli, Claudio Abbado, Zubin Mehta, il compito di dirigere l'Inno di Mameli...
In bocca al lupo!
(Foto da Internet)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Giuli per me l'inno è sempre diventado un impegno pesante e difficile di capirlo pieno di metofore storiche sull'italia pre-unionista,quindi bisognarebbe avere un'ampia formazione di storia. Vi segno 2 collegamenti:

http://www.quirinale.it/simboli/inno/inno.htm
http://cronologia.leonardo.it/2001cron.htm
Alberto

Anonimo ha detto...

Io credo che l'inno italiano deve essere "Volare".

Denis ha detto...

"Va pensiero" dal Nabucco di Giuseppe Verdi. Ecco un inno perfetto che fa accapponare la pelle e un compositore italiano immortale conosciuto in tutto il mondo.