lunedì 22 gennaio 2007

Buon compleanno Fellini!

Sabato, 20 Gennaio, sarebbe stato il compleanno di Federico Fellini, e, in clima di nomination agli Oscar e di cocenti esclusioni per il cinema italiano, ricordiamo il regista e la sua città, Rimini, con I Vitelloni, film determinante nella sua carriera, e rappresentativo del cinema italiano con echi di autori della generazione precedente come De Sica, Rossellini e Visconti.
I Vitelloni, perla anomala nello stile del riminese è, probabilmente, la sua unica opera realista: racconta storie di gente comune, piccole storie di provincia, senza trasfigurazioni di colori e di caratteri. Fellini si fa interprete di una borghesia italiana di fine guerra (1953): un interprete malinconico e nostalgico, come malinconica e nostalgica, appunto, è la borghesia italiana dell’epoca. Ma un interprete a cui l’ironia e la beffa non dispiacciono, anzi, se ne vale ogni qualvolta malinconia e nostalgia sembrano portarlo troppo in là, verso le soglie del sentimentalismo e della retorica. I suoi personaggi riflettono il suo stesso animo, quel ragionato oscillare fra i due opposti sentimenti di allegria e di tristezza. Si chiamano “i vitelloni”, quei giovani di famiglia borghese, che, in provincia, passano le loro giornate nell’ozio più completo, dividendosi accuratamente le ore fra il caffè, il biliardo, la passeggiata e la piccola festa mondana. La vita monotona di provincia ha steso su di loro una coltre opaca di noia e li ha velati di tristezza. Non sono ancora sposati (il matrimonio trasforma necessariamente l’inutile in un uomo su cui pesano responsabilità più precise) e i loro amori hanno sempre il sapore dell’avventura che non lascia tracce, salvo non accada qualcosa di serio. E in tutto questo il clima cittadino e borghese della provincia italiana giunge quasi a diventare un altro personaggio per l’incisività di ogni suo elemento: sia che si tratti di case e piazze notturne, di un veglione di carnevale, di un’alba, di un caffè fuori moda, di un treno che parte, di una spiaggia o di un teatro di terz’ordine. Il film è un autentico poème en prose della provincia italiana, una testimonianza felice di un costume, di un ambiente e di un’epoca passati.
Per ricordare, appunto, questo scorcio di Italia, vi proponiamo la degustazione di un’appetitosa piadina romagnola, in omaggio alla terra di Fellini.
(Foto da Internet)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

La piadina es muy fácil de hacer y está muy buena. Ahora mismo no recuerdo cómo se tradujo en español "I vitelloni", pero me parece que llevaba un título rarísimo.

Anonimo ha detto...

Io credo che in spagnolo il film "I vitelloni" si chiamava "Los inútiles". Può essere?

paolo gimmelli ha detto...

sì, si chiamava "los inútiles"

Anonimo ha detto...

Non ho ancora visto questo film del Fellini, ma dalla descrizione che ce ne ha fatto Cris mi viene in testa quello di J.A. Bardem "Calle Mayor" in 1955 con personaggi scherzosi e con molto tempo di svago.
Saluti
Alberto

Anonimo ha detto...

I VITELLONI è un film di OTTO E MEZZO