venerdì 8 maggio 2009

Piccolo è bello

(foto da internet)
Gli italiani siamo abituati a considerare il nostro paese il fanale di coda dell'industria mondiale. Ci vergognamo tanto delle facezie del nostro premier che a 72 anni suonati ancora insegue le bellezze femminili sfruttando la sua posizione pubblica per attirare l'attenzione e, rassegnati, per non dire mortificati, ci dobbiamo sorbire sui giornali le critiche pubbliche della moglie, Veronica Lario.
Date le premesse sembra strano e suscita molto stupore pensare che la creatività italiana possa essere considerata un possibile salvataggio per la potenza americana. Stiamo parlando dell'accordo Fiat-Chrysler. La Fiat, in Italia, è un monumento nazionale e i suoi veicoli sono il simbolo della potenza industriale di casa nostra. L'ultimo ricordo di un'auto italiana in America è la duetto dell'Alfa Romeo in Il Laureato con Dustin Hoffman.

(foto da internet)

Sembra andare all'aria il concetto dell'automobile americana che ha sempre privilegiato la potenza alla grazia, la forza alla bellezza. Potranno mai le giganti macchine USA essere sostituite o, anche solo, accompagnate dalle piccolezze italiane? Sarà che il futuro dell'auto è così incerto tra l'auto elettrica, a idrogeno o a vecchio combustibile che per il momento converrebbe accontentarsi delle auto piccole che consumano meno, magari in attesa di ricominciare a farne di colossali a impatto zero. Per quanto riguarda la velocità siamo tutti d'accordo che vedere un macchinone a trecento all'ora in autostrada provoca ribrezzo.

(foto da internet)

La rinascita della Fiat di Sergio Marchionne, in Italia, si è basata, in gran parte, sulla capacità di ri-immaginare, ri-progettare e ri-lanciare i modelli del passato particolarmente amati, in primis la mitica 500. Ovviamente le stile italiano, la sua reputazione non sono garanzia che la scommessa di Marchionne funzioni oltre-oceano. Ma il merito dell'Italian style è quello di rendere il bello e l'innovazione oggetti di consumo alla portata di tutti.
Avranno una chance le scatolette italiane e le soluzioni fashion in questa America devastata dai subprime? Che impatto potrà avere la griffe dei grandi disegnatori del made in Italy, insomma de Il Diavolo veste Prada sul simbolo del Novecento, ovvero l'auto?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La 500 è bellissima, ma è troppo cara.
Maria

sara ha detto...

La Fiat 500 mi piace molto. Per la città va bene.

Pepe ha detto...

Io preferisco la Smart.