(Tratto da La Stampa)
mercoledì 31 gennaio 2007
La merenda va fatta così
(Tratto da La Stampa)
martedì 30 gennaio 2007
A QUALCUNO PIACE GIALLO
lunedì 29 gennaio 2007
La donna che non c'è

Insomma l’immaturità della politica in rosa di casa nostra rappresentata tra pizzi e merletti della couture. «Ci abbiamo pensato tanto ma non abbiano trovato nessuna italiana all’altezza di stare accanto a Ségolène, Condolezza e Hillary», spiega il direttore creativo della maison, Guillermo Mariotto. Si tratta, forse di una provocazione per denunciare il maschilismo imperante e le difficoltà per le donne di farsi strada nel bel paese?
domenica 28 gennaio 2007
EGO TE ABSOLVO A PECATIS TUIS
sabato 27 gennaio 2007
Ancora... Battisti
Cosa può aver portato una studentessa di Scienze della Comunicazione poco più che ventenne ad intitolare la propria tesi di laurea (Battisti) È ancora vivo? Probabilmente la stessa ragione che avrà ispirato Andrea Mingardi a scrivere le parole “sotto questo cielo solo tu resisti, sei come una canzone di Mogol e Battisti”. Sicuramente lo stesso motivo avrà spinto Ramazzotti, Zucchero, Ligabue, Baglioni, De Gregori e Vasco Rossi ad ammettere apertamente che Lucio Battisti è stato per loro esempio e fonte di ispirazione.
Risulta praticamente impossibile enumerare i cantanti e i cantautori dell’attuale panorama musicale italiano il cui modo di cantare o di comporre ricorda, volutamente o meno, Battisti: la critica ha indicato in particolare Massimo Di Cataldo, Gianluca Grignani, i Tiromancino, Tiziano Ferro, Max Gazzè, Daniele Silvestri, Audio 2 e Francesco Renga.
Numerosissime anche le cover di sue canzoni interpretate da famosi artisti italiani, alcune bellissime ed altre assolutamente prescindibili: La canzone del sole (Ligabue), Emozioni (Elisa), Acqua Azzurra, Acqua Chiara (Raffaella Carrà), Nessun dolore (Giorgia), Pensieri e Parole (Fiorello e Massimo Ranieri), I giardini di Marzo (Eugenio Finardi), E penso a te (Iva Zanicchi e Dolcenera) ed infine Il mio canto libero (Laura Pausini).
E voi, quale di queste cover preferite?
venerdì 26 gennaio 2007
"Le figurine dei vip"

Dopo gli scandali di Tangentopoli, Calciopoli, Paparazzopoli e Vallettopoli si credeva che l’odierna società italiana avesse già dato abbastanza. E invece no: dopo le intercettazioni, i ricatti, gli scoop ecco ora il vero colpo di teatro: “le figurine dei vip”.
All’inizio dell’estate bellezza, monarchia e sport equivalevano a scandalo, ma, poi, la nazionale azzurra, con la coppa del mondo, ha fatto dimenticare l’indecenza a cui tutti abbiamo assistito, i rappresentanti di casa Savoia sono andati nel dimenticatoio, e quel marchio d’infamia si era stampato su una larga categoria femminile, caratterizzata dalla desinenza in 'ine': veline, letterine, vallettine, soubrettine etc. Ma Giugno era un’estate fa e la la morale degli italiani è sempre precaria: ha un contratto a tempo determinato. Quindi, dopo l’abisso delle intercettazioni, ecco le "ine" di nuovo in ballo. L’ideatore di questo colpo di scena, Lele Mora, così spiega questa trovata: "La società è cambiata. Oggi la gente è sempre più attratta dai volti che vede in tv".
E così dal 5 Febbraio sbarca in edicola lo star system. Vi ricordate le figurine panini che si barattavano a scuola? Ormai, al posto dei calciatori ci saranno i vip e le veline della televisione: tutti insieme nel nome del business. Vi immaginate il rituale di “ce l’ho-ce l’ho-manca” con Briatore, Sabrina Ferilli, Valeria Marini etc. E chi potrai mai essere il pezzo da novanta, ovvero la figurina più appetitosa?
Cose dell’altro mondo o cose da pazzi!
Che ve ne pare?
giovedì 25 gennaio 2007
Il Bidone di Fellini su Punt 2
Il bidone di Federico Fellini
mercoledì 24 gennaio 2007
ZAPATERO(mania)?
martedì 23 gennaio 2007
CONFERENZA
lunedì 22 gennaio 2007
Buon compleanno Fellini!

sabato 20 gennaio 2007
Muccino sbarca a Hollywood

FILM di Vittorio De Sica, come "Ladri di biciclette" e "Umberto D.", erano già intrisi del grande sogno americano. Parola di Will Smith, che ha presentato a Roma "La ricerca della felicità", diretto da Gabriele Muccino, prodotto da Columbia, campione d’incassi in Usa, dove in meno di un mese ha realizzato 130 milioni di dollari. «In questi film di De Sica - ha spiegato Smith - c’è gente che lotta per la propria famiglia e per un futuro migliore: questo è il sogno americano. Poi vedendo le pellicole di Muccino, ho capito che era proprio lui il regista adatto a raccontare le emozioni e i sentimenti di una storia vera come quella di Chris Gardner che io ho interpretato... (Tratto da www.iltempo.it)
Diteci un po', credete che Umberto D. e Ladri di biciclette abbiano qualcosa a che vedere con il "grande" sogno americano?
venerdì 19 gennaio 2007
LEONARDO (con webquest) E LA MONNA LISA
giovedì 18 gennaio 2007
NUOVOMONDO ESCLUSO DAGLI OSCAR
IN GARA - Per la Spagna l'ha invece spuntata «Volver» di Pedro Almodovar, già vincitore del riconoscimento nel 2000 con «Tutto su mia madre». Tra i prescelti spiccano poi «Il labirinto del fauno» del messicano Guillermo del Toro, «Black Book» dell'olandese Paul Verhoeven e «La vita degli altri» del tedesco Florian Henckel von Donnersmarck. Clamorosa invece l'esclusione di «The Curse of the Golden Flower» del grande regista cinese Zhang Yimou, che molti davano addirittura come scontato vincitore dell'ambito riconoscimento.
PROSSIME TAPPE - Almodovar e i suoi colleghi dovranno comunque attendere il 23 gennaio per sapere se le rispettive opere faranno parte o meno della cinquina che si contenderà l'Oscar straniero. La cerimonia di consegna dei premi è in programma per il 25 febbraio prossimo. Il cinema italiano in una certa misura può comunque consolarsi giacché sa già che una statuetta la riceverà: per merito del maestro Ennio Morricone, al quale è stato assegnato l'Oscar alla carriera.
(Tratto da Il corriere della sera)
mercoledì 17 gennaio 2007
Quando i bambini fanno oh
Ascoltando i più grandi cantautori della musica italiana per tanti anni, si scopre anche lui autore di testi e di canzoni.
Insegue il suo sogno con i piedi per terra e cioè mantenendosi con un lavoro parallelo: il cameriere, che lo aiuta ancora di più nella ricerca della comunicazione attraverso i testi.
Dopo essersi iscritto a varie manifestazioni canore in una di queste conosce Giancarlo Bigazzi che insieme ad Angelo Carrara produce il primo singolo dal nome "È vero".
Nel 2003 Giuseppe vince la quattordicesima edizione del premio Recanati ,questo gli dà l'opportunità di realizzare il suo primo album "Evviva i pazzi che hanno capito cos'è l'amore" che uscirà poi nel marzo del 2005 dopo la partecipazione fuori gara a Sanremo con il brano "I bambini fanno oh" che rimarrà primo in classifica per un anno intero nel quale Povia ritirerà molti premi per la solidarietà e parteciperà allo storico Live 8.
Nel 2006 vince Sanremo con il brano "Vorrei avere il becco" (clicca qui per leggere il testo della canzone) e pubblicherà il suo secondo album " I bambini fanno oh la storia continua... "attualmente Giuseppe Povia è in studio a realizzare un nuovo lavoro che si chiamerà " i bambini fanno oh la storia continua.. Terza puntata.
Questo sarà il titolo che lo accompagnerà per sempre.
(Tratto da www.povia.net)
martedì 16 gennaio 2007
La febbre della Formula 1

(Foto dal sito http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?IDmsezione=11&IDalbum=1205&tipo=FOTOGALLERY)
lunedì 15 gennaio 2007
Enzo Jannacci: "The best"
domenica 14 gennaio 2007
Non ci resta che... mangiarci su


Cristo si è fermato ad Eboli è una testimonianza di una preveggenza e saggezza straordinarie per capire la situazione non solo del Mezzogiorno, e della questione meridionale, ma di tutta l'Italia. Il romanzo è, infatti, un reportage degli anni in cui Levi, medico intellettuale, fu confinato tra il 1935 ed il 1936, durante il regime fascista, prima a Grassano e poi ad Aliano, (da qui Galiano del libro) provincia di Matera, in Basilicata, ex-Lucania. Levi associa la geografia della città con l’anima della gente: "Nelle grotte dei Sassi si cela la capitale dei contadini, il cuore nascosto della loro antica civiltà. Chiunque veda Matera non può non restarne colpito, tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza".
Il libro, metà diario, metà romanzo, ritratta l’esperienza di un torinese a contatto con una popolazione abbandonata dalla storia, che viveva in condizioni di vita disumane. Era gente schiacciata dalle ingiustizie sociali e dalla indifferenza politica, poveri contadini dimenticati ai margini dello Stato, ai quali neppure la parola di Cristo sembrava essere mai giunta. Il perché del titolo lo spiega lo stesso Levi nelle prime righe, riportando le parole di un uomo del posto: “Noi non siamo Cristiani. Cristiano vuol dire, nel loro linguaggio, uomo”.
sabato 13 gennaio 2007
Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur
venerdì 12 gennaio 2007
DANTE ALIGHIERI (VOLTO E MUSICAL)
I ritratti che ci sono pervenuti volevano far emergere lo spirito del poeta; erano più psicologici che reali. Furono realizzati a partire dalla descrizione del Boccaccio che fornì lo stereotipo per tutta l'iconografia successiva: "Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccoli, le mascelle grandi, e dal labbro di sotto era quel di sopra avanzato (...) e sempre nella faccia malinconico e pensoso".
b) La Divina Commedia diventa un musical! Monsignor Frisina, direttore della cappella lateranense ha firmato lo spartito della "Divina Commedia" in scena in autunno in un teatro romano. Ha utilizzato delle musiche punk, rock, jazz e metal per raccontare l'Inferno; il Purgatorio viene descritto con note ispirate in prevalenza alla mistica gregoriana, ma che con l'avvento del Paradiso esplodono in un trionfo di arie di musica lirica e sinfonica, sia classica che moderna.
Questa, in estrema sintesi, la colonna sonora della Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione musical di monsignor Frisina, autore, tra l'altro, delle colonne sonore di alcune delle più note fiction trasmesse negli ultimi tempi da Rai e Mediaset ("Papa Luciani, il sorriso di Dio"; "Giovanni Paolo II"; "Callas e Onassis"; "San Pietro", "Don Bosco", "Abramo").
La Divina Commedia musical, non è un'opera nel senso classico del termine e, tantomeno, un'opera rock, ma una rappresentazione teatrale in grado di raccontare i canti del poema dantesco attraverso una commistione di più generi artistici che, accanto alla danza, alle scenografie, alla recita e al canto, avrà il suo motivo conduttore in un commento sonoro ispirato a più generi musicali, plasmati sui momenti più significativi del poema dantesco.
Sottotitolo dell'opera: "L'uomo che cerca l'amore". La prima assoluta sarà rappresentata - col patrocinio del Vaticano, del Senato e della Camera dei deputati - in autunno in un grande teatro di Roma. Dopo, inizierà una lunga tournée attraverso i più grandi teatri italiani e che toccherà anche importanti città europee. Due gli atti composti da Frisina, il primo con il prologo e l'Inferno; il secondo con il Purgatorio e il Paradiso.
Agli ordini della regista Elisabetta Marchetti opererà un team teatrale formato da 20 cantanti attori, 30 ballerini diretti dalla coreografa Anna Cuocolo, oltre 50 comparse.
Colossale sarà anche lo spazio entro cui agiranno gli attori: 18 metri per 24 per un totale di 650 metri quadrati. Tutto il racconto dantesco sarà rappresentato da un totale di 150 immagini, proiettati da sei impianti grazie ai quali tutto il pubblico avrà la sensazione di agire accanto agli attori e ai ballerini.
La scelta dei protagonisti (Dante, Virgilio, Beatrice, ma anche personaggi come Paolo e Francesca, Pia dè Tolomei, San Bernardo, Ulisse, Caronte..) è ancora top secret.
giovedì 11 gennaio 2007
A caccia di saldi!

Ma... se il Corte Inglés diventa tra i locali pù affollati di tutta la Spagna, con fiumi di persone che si recano nello stabilimento sin dalle 10.00 del mattino per paura che il tanto agognato affare lo possa portar via qualcun altro, (manco se i saldi fossero sinonimi di regali!) e ne escono alcune ore più tardi con in mano le inconfondibili buste rosse, sapete che cosa è successo a Milano, nel tempio della moda? A via Montenapoleone gli show room, come Gucci, Versace, Valentino, Hogan sono stati i più affollati: in coda anche tanti stranieri, molte giovani russe e giapponesi desiderose di comprare borse e altri oggetti di pelletteria. Addirittura in molte boutique l'ingresso dei clienti è stato regolato da body guard...
Anche il Vaticano, più moderno che mai, ha iniziato gli sconti di fine stagione; ma, attenzione, per l’ingresso ai magazzini d'Oltretevere è necessario un apposito tesserino che viene rilasciato dal Governatorato solo ai dipendenti vaticani, al personale del corpo diplomatico o alle congregazioni religiose.
mercoledì 10 gennaio 2007
MARIA MONTESSORI
La Montessori non era una donna comune. Quando fondò la prima "Casa dei bambini" era già nota per essere una delle prime donne laureate in medicina in Italia, per le sue lotte femministe e per il suo impegno sociale e scientifico a favore dei bambini disabili. Roma celebra l'evento dell'apertura del primo asilo con una convention internazionale di due giorni in corso all'Auditorium, che raduna montessoriani di tutto il mondo. Ricordiamo che i metodi della Montessori furono fermamente combattuti sia dal regime fascista che da quello nazista, costringendola all'espatrio e aiutandola così a diffondere anche all'estero le sue teorie innovative.
Due volte candidata al premio Nobel per la pace, Maria Montessori nacque a nacque a Chiaravalle (Ancona) il 31 agosto 1870. Trascorse infanzia e giovinezza a Roma dove decise d'intraprendere studi scientifici per diventare ingegnere. Ma questa strada era preclusa alle donne. Le fu però concesso di iscriversi alla facoltà di Medicina e chirurgia dove si laureò nel 1896 con una tesi in psichiatria. Intorno al 1900 cominciò un lavoro di ricerca presso il manicomio romano di S. Maria della Pietà dove, tra gli adulti malati di mente, si trovavano bambini con difficoltà o con turbe del comportamento. Erano rinchiusi e trattati alla pari degli altri, in stato di grave abbandono affettivo. Generosa ed energica, Montessori decise di dedicarsi al loro recupero e ottenne, con l'aiuto di materiali adatti, risultati inaspettati. Con calore si battè per i loro diritti nei congressi di quegli anni e al tempo stesso lanció il primo asilo, il 6 gennaio 1907, creando una scuola armoniosa e a misura del fanciullo, anche nell'arredamento - con i piccoli banchi bianchi fra pareti colorate, librerie e lavandini ad altezza di bambino - e introducendo nuovi materiali di sviluppo. Nel 1924 fondò l'Opera Nazionale Montessori per l'attuazione e la tutela del metodo ma nel 1936, ostile al regime fascista che tentò di farne uno strumento di propaganda politica, lasciò l'Italia per seguire lo sviluppo delle scuole montessoriane in diverse parti del mondo, in particolare negli Stati Uniti. Al rientro in patria, nel 1947, la Montessori si preoccupò innanzi tutto di ricostruire l'Opera. Nel 1952 morì in Olanda, a Noordwijk, dove si era ritirata. E sempre in Olanda, 14 anni fa, morì il suo unico figlio Mario. Se infatti molti ricordano il suo volto stampato sulle vecchie mille lire, quando sostituì l'immagine di Marco Polo e dove rimase fino all'avvento dell'euro, pochi sanno che la Montessori ebbe una relazione con un suo giovane assistente di psichiatria all'università, Giuseppe Montesano, da cui nacque un bambino che la pedagogista fu costretta a dare in affido per evitare lo scandalo. Alla sua storia, le sue ricerche scientifiche, è ispirata una miniserie in onda nei prossimi mesi su Mediaset dove la parte della pedagogista è interpretata da Paola Cortellesi.
martedì 9 gennaio 2007
Neffa
Dagli esordi come cantante, al punk rock e al rap degli anni ‘90, fino alle produzioni degli ultimi album, la carriera di Neffa è caratterizzata da una costante ricerca e sperimentazione musicale.
Il suo nuovo album si intitola "Alla fine della notte", un piccolo capolavoro in cui l'autore esibisce le più diverse fonti di ispirazione: l'electropop ne Il mondo nuovo, l'urban blues ne La notte, il funk in Luna Nuova...
Diteci un po', Il mondo nuovo non vi ricorda il sound di un famoso gruppo musicale spagnolo? Se è così, diteci quale. Ah, e se volete cantare la canzone, cliccate qui.
lunedì 8 gennaio 2007
COCHI E RENATO
Ha affermato Renato Pozzetto: "siamo stati riscoperti da un pubblico giovane che, mischiato a quello del nostro zoccolo duro, riempie regolarmente i teatri dove ci esibiamo. È questo che ci ha convinti a tornare sul video, perché il popolo televisivo può essere sterminato, anche se quello del teatro ti fa subito capire se ti vuol bene".
Cochi e Renato sono nati artisticamente nel 1964, prima in un locale popolare che si chiamava Osteria dell’oca, poi trasferita in un cabaret, il Cab 64 di Milano, fino al trionfo nel mitico Derby.
"Stiamo lavorando per noi", è ambientato nella piccola piazza di una città qualunque, dove si esibisce una compagnia stravagante che recita a soggetto; una strada percorre la piazza per tutta la sua lunghezza e vi passano auto, taxi, biciclette, tifosi urlanti e persino un carro funebre. Ci sono anche due botteghe, una panetteria (gestita da Stefano Chiodaroli) e un ortolano (l’insegna è "Non solo cachi" e il titolare è Bebo Storti) e abitanti che non sempre sono disposti a sopportare gli artisti della piazza. È proprio sulla miscela di queste situazioni, ciascuna di per sé normale, ma in un insieme del tutto anormale, che Cochi e Renato puntano per coinvolgere gli attori che interpretano i bottegai, gli inquilini e il portinaio, l’attore Maurizio Milani, un vigile urbano, Sergio Sgrilli, tutti reduci da Zelig.
Mano a mano la piazza si anima e si fa un tuffo in quella Tv fatta più con l’intelligenza che con i miliardi. Arriva Massimo Boldi col suo telegiornale da Cipollino, ci sono il Mago Silvan con il suo "doppio" Raul Cremona, Lino Toffolo riemerge dal passato come una piacevole sorpresa, Renzo Arbore viene a suonare le sue canzoni senza tempo, Gene Gnocchi porta con sé la sua comicità al vetriolo, mentre Enzo Jannacci, il terzo "cochierenato", gioca con le sue canzoni strampalate, come la sigla finale Italiani, uno spaccato di come siamo fatti ma non ci vediamo. La sigla iniziale, invece è di Dario Fo, Cosa aspettate a batterci le mani, rielaborata nel testo da sembrare scritta oggi. C’è anche un’orchestra, quella dei Good Fellas, specialista in musica degli anni Cinquanta-Sessanta.
Cochi e Renato, sono, a nostro avviso, tra i migliori esponenti del cabaret made in Italy. Sono stati definiti dalla stampa come i "gemelli diversi": amici d'infanzia, compagni di scuola a Gemonio, sul Lago Maggiore; Aurelio "Cochi" Ponzoni era impiegato all'aeroporto di Linate; Renato Pozzetto era titolare di una ditta di raffreddamento. Si sono conosciuti per caso all’Osteria dell’oca ed è stato subito feeling; insieme hanno fatto buona parte della storia del nostro cabaret.
domenica 7 gennaio 2007
IL TINTORETTO A MADRID
La mostra includerà 49 tele, 13 disegni e tre sculture ed evidenzierà le dimensioni del Tintoretto como pittore narrativo religioso.
(foto da internet)
sabato 6 gennaio 2007
Ricominciamo con Mameli!

E se cominciassimo l’anno lavorativo come se fosse una partita di calcio, cioè, cantando o, forse meglio in questo caso, ricordando l’inno d’Italia? Magari ci portasse la stessa fortuna che ai calciatori azzurri nella finale del Mundial in Germania contro la Francia!...
Ma sulla scia della polemica che in Italia nessuno conosce le parole, che cosa rappresenta l’inno? Ormai collegato quasi esclusivamente a una partita di calcio, l’inno d’Italia è stato scritto, nel 1847 da un ragazzo genovese, Goffredo Mameli, e musicato da Michele Novaro, nel Risorgimento, periodo in cui sotto la guida di personaggi come Garibaldi, Mazzini, Cavour, l'Italia comincia la lotta che la porterà alla sua definitiva unificazione, avvenuta nel 1861. Il canto di Mameli-Novaro, ovvero "Fratelli d'Italia", fu subito accettato dai giovani combattenti del Risorgimento come il loro Inno Nazionale.
Ai tempi moderni il testo sembra molto retorico e la musica sembra una marcetta non troppo solenne, specialmente se suonata da una banda militare. Ma quel testo scritto di getto, spontaneo, appassionato e composto poi da un giovanissimo combattente per la libertà, sembrava il più adatto a simboleggiare la giovane Italia rivoluzionaria. Nonostante sia sempre stato considerato provvisorio, è rimasto definitivo (in un paese come l’Italia non è strano!), ed ha assunto una maggiore importanza, da quando è entrata in politica la Lega Nord, partito che ha sempre ripudiato i simboli del tricolore e dell’unità d’Italia. Allora Carlo Azeglio Ciampi, ex-presidente della Repubblica, ha affidato a dei grandi musicisti quali Salvatore Accardo, Giuseppe Sinopoli, Claudio Abbado, Zubin Mehta, il compito di dirigere l'Inno di Mameli...
venerdì 5 gennaio 2007
Pomi d'ottone e manici di scopa...

Le teorie su questo misterioso evento sono diverse: secondo la versione cristiana la Befana è la vecchia che si rifiutò di seguire i Re Magi nel cammino verso Betlemme, e dopo, pentita, iniziò a vagare per le case portando ai bambini i doni che non riuscì mai a portare a Gesù; la versione pagana invece associa il culto della Befana sia alla Dea genitrice primordiale, signora della vita, della morte e della rigenerazione della natura, sia alla Dea antenata custode del focolare, luogo sacro della casa.
Le origini di questo personaggio risalgono all’antica Grecia: il mito della Befana sarebbe infatti collegato alle tre Moire che determinavano il destino dei bambini che nascevano. I loro nomi erano Clotho, Lachesi e Atropo: la prima filava il filo della vita, la seconda lo legava e la terza lo tagliava. Secondo la mitologia, le Moire appaiono nei tre momenti più importanti della vita: la nascita, le nozze e la morte. Gli antichi Romani le conoscevano con il nome di Parche, antenate delle tre Fate che arrivano il giorno dell’Epifania, per portare regali ai bambini buoni e carbone a quelli cattivi: la Befana, la Maratega e la Rododesa. Le tre Fate, alte circa 90 cm., sono vecchissime, brutte e vestite di stracci: la Maratega è anziana e fragile, così elastica da raggiungere un’altezza incredibile, la Rododesa può trasformare le sue dita in dolci da distribuire ai bambini; la Befana invece è una vecchia che si cala nei camini delle case a giudicare i buoni e i cattivi e a riempire le loro calze di doni: caramelle e giocattoli, ma anche carbone, aglio e cenere. La si può vedere solo il 6 gennaio, perché il resto dell’anno tesse il suo filo in qualche remoto focolare o in qualche oscura caverna.
(Foto da Internet)