(Foto da Internet)
La storia della polenta è molto antica e già nell’epoca romana era chiamata con un nome molto simile all’attuale: pultem. Ciò viene testimoniato da Marco Apicio nel suo De Re Coquinaria dove distingue la puls punica, fatta con farina, formaggio fresco, miele e uova, dalle pultes julianae, le polente friulane e venete con la spelta o il panico, con l’aggiunta di olio o latte, formaggio e sughi di carne. Ma fu solo dopo la scoperta dell’America e quindi del mais che il biniomio polenta e mais divenne indissolubile.
Il nuovo cereale, chiamato granoturco a causa del fatto che nel primo ‘500 tutto ciò che era straniero veniva definito “turco”, risolse i problemi di fame e miseria che subiva il Friuli Venezia Giulia.
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Ben presto la polenta diventò il piatto preferito non solo nel Friuli e nel Veneto, ma anche in tutta l'Italia settentrionale e risolse enormi problemi alimentari della popolazione povera, tanto che l'eccessivo ed esclusivo consumo di questo cibo portò in Europa la pellagra.
Per fortuna oggi questo pericolo è scongiurato, grazie ad un’alimentazione moderna ed equilibrata, e la polenta non solo continua ad occupare un posto di rilievo nella gastronomia italiana ma è molto apprezzata anche all'estero, dove è considerata una vera prelibatezza.
1 commento:
En Bergamo probé un tipo de polenta, la llamada polenta taragna, con queso fundido. Estaba riquísima.
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