(foto da internet)
Il cipresso (Cupressus sempervirens) è un albero dalla forma tipica a fiamma, è molto longevo e il legno è resistente e profumato. È un simbolo di vita e di morte che lo ha reso sacro presso gli antichi popoli del Mediterraneo. In Italia è un elemento inconfondibile del paesaggio delle regioni centrali. Si trova nei cimiteri, per abbellire i parchi, segna crocevia, viali, cappelle, tabernacoli, chiese, cime di colline, fontane, i limiti di un podere, ecc. Famosissime sono le foto dei cipressi delle strade collinari della campagna senese. Della sua presenza parlano Plinio e Cicerone e si trova raffigurato negli affreschi pompeiani. In arte sono celebri i cipressi del Beato Angelico, di Benozzo Gozzoli, di Paolo Uccello e di Leonardo da Vinci.
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In tempi più vicini il pittore Ottone Rosai ha raffigurato i cipressi soprattutto nelle stradine di collina attorno a Firenze. Il cipresso appartiene alla famiglia delle Cupressacee, sottoclasse delle Conifere, il cui tronco si ramifica sin dalla base e la corteccia grigio cenere presenta lunghe fessure verticali. Il cipresso esiste in due varietà: una è la varietà horizontalis, detta comunemente cipresso femmina, dalla chioma irregolare e piuttosto aperta; l'altra, la pyramidalis, è nota come cipresso maschio; dalla chioma affusolata e aderente al fusto. Il legno di quest'albero viene usato per fare cassapanche e armadi, perché profumato e tarmicida.
Probabilmente i cipressi più maestosi d'Italia si trovano a Castegneto Carducci, un borgo in provincia di Livorno, in piena Maremma toscana. Si estendono lungo circa 4,2 km nella strada che da San Guido porta a Bolgheri (vedi>>).
(foto da internet)
Purtroppo, alcuni cipressi del lungo viale di San Guido sono malati e la Provincia di Livorno è intervenuta per curare le piante care al poeta Giosuè Carducci che sono meta, ogni anno, di migliaia di turisti. L'intervento prevede la riduzione della vegetazione intorno alle piante che, da tempo, sono malate di un cancro della corteccia. Verrano abbattuti 80 cipressi, si prevede la potatura di 130 piante e il reimpianto di 135 esemplari di cloni, resistenti al cancro corticale, allevati in un vivaio sperimentale del Cnr. La malattia che ha colpito i cipressi di Bolgheri è stata causata da un fungo patogeno, il Coryneum cardinale, scoperto nel 1928 in California, e sparsosi più tardi anche in Europa.
(foto da internet)
Il cipresso è comunemente ritenuto simbolo della mestizia, del raccoglimento e del ritiro in se stessi, e, come abbiamo detto poc'anzi, è assai comune nei vialetti dei cimiteri e attorno ai cancelli d'ingresso. Questa presenza nei luoghi tristi ha prodotto alcune locuzioni nella lingua italiana, quali: andare ai cipressini (a Roma si dice, invece, andare agli alberi pizzuti) e cioè, finire al cimitero (morire), e con lo stesso significato: andarsene col cappotto di cipresso.
In letteratura ha ispirato celebri testi poetici: il Foscolo comincia così il suo carme Dei sepolcri:
All'ombra de' cipressi e dentro l'urne / confortate dal pianto è forse il sonno / della morte men duro?
Il testo venne scritto dopo l'editto napoleonico di Saint-Cloud, del 5 settembre 1806, che aveva imposto di seppellire i morti al di fuori delle mura cittadine e aveva regolamentato, per ragioni democratiche, che le lapidi dovessero essere tutte della stessa grandezza e le iscrizioni controllate da una commissione apposita...
I cipressi che a Bolgheri alti e schietti (...)
a rendere un originale tributo ai cipressi e allo splendido viale maremmano (ascolta>>).
(foto da internet)
E ancora in Mario Luzi si possono ascoltare i discorsi di un particolare tipo di cipresso che il poeta chiama equinoziale (leggi>>):
Parla il cipresso equinoziale, oscuro / e montuoso esulta il capriolo (...)
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