(foto da internet)
"Io sono innamorato di tutte le signore che mangiano le paste nelle confetterie”, confessava Guido Gozzano ne Le golose (1907). Inebriate da aromi “di cedro, di sciroppo, di creme, di velluti, di essenze parigine”, sognava di baciarle una a una “nel sapore di crema e cioccolatte”. Voluttuosa, per profumi e delizie, l’atmosfera di ogni pasticceria. Soprattutto, se la cornice è d’epoca.
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C’è un supplemento di piacere nel sedersi, per esempio, da Pfatisch a Torino agli stessi tavoli di Cesare Pavese, Primo Levi, Mario Soldati, ad assaporare il famoso Festivo, la meringata al cioccolato simbolo della casa, tra interni Decò intatti dal 1915. Oppure, sempre a Torino, accomodarsi tra le pregiate boiserie ottocentesche della Farmacia del Cambio (in un’autentica farmacia!) per gustare un nuovo classico come la torta Jessica, che ha consacrato nel mondo il pastry chef Fabrizio Galla.
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In questo tour di dolci tentazioni nelle pasticcerie e confetterie storiche più belle d’Italia, impossibile non fare una sosta da Romanengo a Genova per scegliere tra quei frutti canditi che deliziarono pure Giuseppe Verdi e Fabrizio De André; alla Bomboniera di Trieste, interni Liberty e tradizione austro-ungarica, per le sue squisitezze dal sapore di una volta realizzate conmacchinari non più in produzione o da Gemmi a Sarzana, respiro fin de siècle per ricette senza tempo come la Spungata, già diffusa tra i pellegrini in cammino lungo la Francigena.
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Niente stucchi, affreschi, specchiere o boiserie invece alla premiata gelateria Just Peruzzi a Bogliasco, ma terrazze e verande a picco sul mare che incorniciano tutto l’incanto del Golfo Paradiso. Tentazioni golose con vista per una sosta che vale il viaggio.
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