(foto da internet)
Una volta Roma era caput mundi, oggi, con l'arietta che tira, ci si accontenta del più prosaico Rome is more, una pagina che alcuni giovani romani hanno creato su Facebook e che vuol essere un dizionario della romanità. Vi si possono trovare modi di dire, slang e frasi in dialetto che vengono tradotte in inglese in senso letterale, con tanto di pronuncia corretta e spiegazioni pragmatiche su quando e come usarle.
Il risultato è divertente: si va da nerdare (giocare ai videogiochi), salire il crimine (arrabbiarsi moltissimo), acchittarsi (vestirsi bene), essere una ceppa (essere brutto/a). E poi ancora averci la strizza (avere paura), averci l'abbiocco (essere stanco, spossato), mobbasta (ora basta!), se lallero (sì, certo, ma usato in senso ironico), che gianna! (che vento gelido!) e il noto daje! (dài! Forza!).
(foto da internet)
Questi fenomeni linguistici sono da collegare al cosiddetto giovanilese, cioè un italiano zeppo di parole e locuzioni filtrate dalle varietà di lingua parlate originariamente soltanto dai giovani. Circa vent'anni fa la studiosa Augusta Forconi incluse, nel suo Dizionario dello «slang» italiano, il termine figata, che definì come "cosa, situazione, fatto, ecc. riusciti bene, che piacciono molto, che danno eccitazione, emozione, divertimento. Es.: la festa di ieri è stata una gran figata", considerandolo esclusivamente connotato in senso generazionale. Ma oggi si potrebbe dire che il termine figata è una parola di esclusivo ambito giovanile? Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un consistente travaso dal linguaggio giovanile all'italiano colloquiale e ad un fenomeno nuovo: i giovani non abbandonano più il loro vocabolario quando diventano meno giovani, ma sempre più lo adottano anche le persone d'età più avanzata.
(foto da internet)
Il linguaggio giovanile influisce direttamente sulla lingua italiana con l'immissione di elementi nuovi che tendono a perdere col tempo la marcatezza diagenerazionale. È il caso del sopraccitato figata.
Un altro elemento del linguaggio giovanile è il cosiddetto parlar comodoso: si rafforzano tendenze già presenti nell'italiano contemporaneo. Il suffisso -oso, ad esempio, di lunga e tradizionale produttività. Se ne fa un uso abbondante, rafforzato anche dalla ripresa della pubblicità televisiva (scattoso, risparmioso, comodoso, sciccoso) che esercita un influsso crescente sui giovani e ne promuove la frequenza d'uso anche nell'italiano non marcato generazionalmente.
(foto da internet)
Parimenti, vanno ricordati una serie di fenomeni presenti nel linguaggio giovanile, spesso caratterizzati da intenti espressivi o espressivo-ludici:
a. Prelievi da linguaggi settoriali, come il lessico dell'informatica e della rete: un bit (un attimo), è stato un floppy (è andata male);
b. Tendenza a creare serie parallele di anglicismi, ispanismi e latinismi che coabitano con le corrispondenti forme italiane: boy - ragazzo (fidanzato), girl - ragazza (fidanzata), hola (ciao, salve), domus (casa);
c. Tendenza a creare ibridi e pseudo-anglicismi, pseudo-ispanismi: paninaro, drugatero (tossico);
d. Uso di ideofoni americanizzanti, prelevati dal mondo dei fumetti (yum, slurp, smack, gasp);
e. L'uso di slogan, riciclando tormentoni lanciati in tv dagli spot pubblicitari o dai comici, con un effetto di parlato stereotipato.
f. Organizzazione sintattica caratterizzata da frammentazione e ricorso a particelle deittiche che hanno valore di rafforzamento ed enfatizzazione (non è che...; no, niente).
Si sta affermando, in certe situazioni comunicative, un italiano sub-standard caratterizzato da informalità e crescente espressività; esso è sempre meno marcato da differenze di strato sociale e dall'influsso dialettale e locale.
(foto da internet)
Un gruppo di studenti della facoltà di Scienze della Comunicazione della Lumsa ha raccolto più di 500 nuove parole in un libro dal titolo Bella cì! Piccolo glossario di una lingua sbalconata. I ragazzi di oggi non si amano ma “si lovvano”, non fumano una sigaretta ma “un drummino”, quando litigano “flammano” e se gli piace una ragazza sono “charmati”. E ancora: "rinco" significa imbecille; "smella" cattivo odore, puzza; "a palla de foco" velocemente e "ma che ne sanno i 2000" indica l’ignoranza di coloro i quali sono nati nel XXI secolo.
Nessun commento:
Posta un commento