(foto da internet)
Qualche tempo fa una fiction, adesso alla scoperta della capitale europea della Cultura è la volta di un libro, perché i sassi hanno emozioni: "I sassi hanno una doppia valenza: destabilizzano come l'amore e sono come i cuori dei miei protagonisti. La prima volta che li vedi non ci credi, il magnetismo del Mediterraneo rupestre ti rapisce e ti fa innamorare di loro. E i sassi dormienti sono come i cuori dei miei protagonisti che tornano a battere, a danzare".
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Quel battito è il ritmo che si ascolta lungo tutta "La Ballata dei Sassi" (Sperling & Kupfer, , romanzo del giovane scrittore, fotografo e artista Carlos Solito. Un libro che parla di scelte, d'amore per la propria terra, di poesia e silenzi, ritorni e sorrisi che non "potranno cambiare mai", ma soprattutto di Matera, cittadina del Sud, di tutte "quelle contrade, quei borghi fantasma" che compongono "la bellezza dell'assenza" racconta Solito, scrittore nato a Grottaglie in provincia di Taranto, che dopo il successo di Sciamenesciá (2016) da cui sarà tratto un film torna in libreria a pochi mesi dalle celebrazioni di Matera capitale della cultura 2019.
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L'amore per Matera, per il tufo, per quei paesaggi di "Cristo si è fermato a Eboli" intaccano ogni pagina di un romanzo dove l'autore lascia come sassolini tante tracce della sua vita, fatta di "carne, ossa, vuoti" raccolti nei paesi dove è cresciuto.
La Ballata è l'incrocio di due storie, quella di Ettore, esperto di finanza, poeta cresciuto fra i sassi a pane (o meglio dolci, quelli dei forni paradisiaci) e semplicità, che a 40 anni dopo una vita passata a viaggiare, accumulare esperienze e lasciare piccoli versi su bigliettini incastrati negli anfratti delle città affinché altri possano fruirne, ha la mancanza dei silenzi in cui è cresciuto. Lo stesso viaggio lo compirà Maria, cuore pietrificato da un amore perduto, direttrice editoriale cresciuta al Nord ma destinata, per inseguire il suo battito, a ritrovarsi fra i Sassi e incontrare l'amore.
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È un ode a un luogo, quello che nell'anno a venire celebrerà la Cultura d'Italia, che "50 anni fa era la vergogna del Paese ed oggi è il simbolo della bellezza e dei silenzi. I calanchi, i paesini, le grotte, hanno il valore aggiunto della lentezza, del silenzio. E' così difficile arrivare in Basilicata - dice l'autore -. Il nostro hub rimane Bari, è da lì che ci si sposta per Matera. Perché Matera rimane un posto ai margini, è un luogo dove arrivare è scomodo, dove devi ridurre le marce, per entrarci non puoi andare alla stessa velocità di Roma o Milano: ecco, è un luogo di lentezza, che come l'assenza è il lievito madre dei nostri paesaggi. Serve l'assenza, il silenzio per contemplare un'opera d'arte: lo stesso vale per i Sassi di Matera".
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Nel romanzo, che scorre fra le vicissitudini di un gruppo di ragazzini cresciuti nelle grotte e ora adulti, fra i profumi dei dolci della Basilicata e i campi di grano, c'è infatti spesso un racconto con dettagli geografici, dato dall'impronta di un autore-reporter.
Dettagli che si trasformano in riferimenti storici, come per quel "bisogno che è diventato un sogno. Nelle cave che oggi milioni di visitatori osservano a Matera c'è tutto il sudore e la sofferenza di uomini e donne che scavarono per ottenere le loro case, i loro rifugi. Quelle fatiche oggi ci hanno dato un luogo incredibile da contemplare, i Sassi".
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Perché in qualunque luogo della Ballata e della Basilicata chiunque possa rivivere l'emozioni sprigionate dai sassi: "Vento in faccia, a superare pietre incerte, tappeti di rosmarino e uno due e tre salti fino all’ultimo centimetro di terra prima del vuoto assoluto, prima del grande spettacolo della Gravina".
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