(foto da internet)
A proposito di Fellini, Dolce vita riecheggia innanzitutto il suo mitico film del 1960. Poi la vita romana mondana fatta di feste e locali all’aria aperta che duravano fino alle ore piccole, in Via Veneto, con gli storici bar, i cui tavolini, ogni notte, erano animati da attrici e star del cinema, da re in esilio e da rampolli della nobiltà romana, da registi e da intellettuali. Tutte vittime, più o meno consenzienti, degli implacabili appostamenti dei paparazzi.
Ed è ancora il film a immortalare il maglioncino di lana a collo alto del bellissimo Mastroianni nel “dolcevita” (il sostantivo è maschile) che tutti conosciamo.
Nel film Mastroianni è un giornalista romano che si occupa di cronache scandalistiche, nonostante coltivi l'ambizione di diventare scrittore. È incaricato di ricevere all'aeroporto una famosa stella del cinema, di cui poi si invaghisce e si offre di farle da Cicerone tra i lustrini della lasciva vita notturna. Il loro piccolo viaggio si conclude con un bagno nella Fontana di Trevi, dove Marcello, stupito dalle eccentriche maniere della ragazza, confessa alla stella la sua puerile ammirazione.
Fu proprio Federico Fellini a coniare il termine “paparazzo” per indicare i reporter d'assalto, che a tutti i costi, cercavano di carpire “scatti” ai Vip. Eh sì, all’epoca, non esisteva solo Hollywood, c’era anche Cinecittà, dove persino le stelle americane passeggiavano alla luce del sole. Federico Fellini, che, a Cinecittà, girò tanti capolavori, ammise più volte la sua “affinità psicologica” ( a detta sua) con gli studios: «Vi si respira il processo misterioso della creazione[...]».
Sergio Leone raccontò, davanti alle telecamere, la sua love story con il luogo incantato del cinema italiano: «La prima volta che venni a Cinecittà, avevo tredici anni: quando mi si è aperto il cancello, è stato come entrare nella porta della fabbrica dei sogni».
Oggi, però, la dolce vita non c’è più, e al posto di Cinecittà c’è Vallettopoli. Il mestiere del fotografo è profondamente cambiato, è passato dall'avventurosa vita dei paparazzi della dolce vita alle grandi agenzie fotografiche in continua ricerca dello scandalo a tutti i costi. Lo scoop fotografico si confonde sempre di più con arresti e provvedimenti della magistratura.
Anche gli obiettivi del gossip sono mutati. Se una volta le indiscrezioni e le foto scandalistiche riguardavano quasi esclusivamente personaggi dello spettacolo, oggi sono entrati nel tritacarne mediatico anche i personaggi dello sport, della finanza, della politica se non addirittura quelli della cronaca nera.
Infatti, le foto e gli scandali, più o meno veri, non sono più prerogativa delle pagine dei “rotocalchi” specializzati ma di tutti i media. I quotidiani, i settimanali, i siti internet, i telegiornali, i programmi d'intrattenimento fanno a gara nel riprendere, fino all'ultima indiscrezione, il mondo dei Vip, dei reali (o presunti tali). E tutti ci sguazzano dentro, salvo poi prendere le distanze e gridare allo scandalo quando la magistratura interviene e la patata diventa troppo bollente: violazione della privacy, estorsione e/o associazione a delinquere?
Ma che cosa è successo a quegli "scattini" (che oggi sembrano così ingenui) della dolce vita?
4 commenti:
il dolcevita è anche un maglione??
trini
Come ha cambiato tutto! Oggi c'è una grande volgaritá. Molto meglio la Dolcevita.
Santi
Oggigiorno guardare la tv è un'attività noiosa perché quasi tutti i programmi sono di quelli che mostrano la vita privata della gente.
Amparo Santaúrsula
Sì Trini, è un maglioncino attillato a collo alto, proprio quello che indossava Mastroianni nel film.
Grazie
Ciao
Giuliana
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