mercoledì 22 gennaio 2020

Una cucina sociale

(foto da www.lastampa.it)
«Ho raccontato a papa Francesco della tazza di latte e pane che mia madre raccomandava di non zuccherare troppo». E anche «delle anziane cuoche che nei nostri laboratori insegnano ai ragazzi autistici a fare i tortellini e le tagliatelle». Non solo: «Abbiamo parlato dei refettori per i poveri in Messico e ad Harlem». Massimo Bottura, lo chef più premiato del mondo, racconta con la voce incrinata dall’emozione l’incontro con Jorge Mario Bergoglio. «È stato un confronto splendido: apre la mente sentirlo parlare di ospitalità, accoglienza, attenzione agli ultimi, muri da abbattere». La star della cucina ha dato al Papa «la completa disponibilità per realizzare progetti per i giovani in difficoltà. Fare qualcosa con il Pontefice per chi ha bisogno è per me un sogno che si realizza».

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(foto da internet)


È stato don Marco Pozza a portare Massimo Bottura, e con lui altri vip, in un’udienza privata da papa Francesco. Prete veneto, Pozza è soprannominato “Don Spritz” da quando ha iniziato a trascorrere il tempo libero incontrando i giovani, nei locali della movida padovana, all’ora dell’aperitivo. Tv2000, l’emittente della Cei, ha trasmesso le sue interviste con il Pontefice in due programmi sulla preghiera, che stanno per diventare una trilogia: dopo «Padre nostro» e «Ave Maria», toccherà a «Io credo», a cui interverranno vari personaggi celebri fra cui Bottura. «Don Pozza mi ha fatto diventare rosso davanti al Papa - sorride Bottura - Mi ha presentato come un genio della creatività, un nuovo Michelangelo». Alla fine dell’udienza «sono rimasto a conversare a tu per tu con Francesco e ho potuto riferirgli ciò che stiamo riqualificando a New York per farne strutture al servizio degli indigenti e dei ragazzi che vanno tolti dalle strade». La sollecitazione di «un patto tra le generazioni per trasmettere conoscenza ai giovani si tramuterà in nuovi progetti. Mi ha chiesto di rivederci. Tornerò presto a Roma», spiega. Lo chef dell’Osteria Francescana suscita interesse tra molti prelati Oltretevere grazie alle sue mense per i poveri, alla sua onlus “Food For Soul”, all’esperienza dei “Tortellanti” di Modena, laboratorio didattico in cui studenti e ragazzi con autismo apprendono il mestiere della cucina, e ai progetti di recupero dei cibi di scarto. E in questo pontificato che ha messo la povertà al centro dell’evangelizzazione, ora c’è chi nei sacri palazzi prevede una futura collaborazione con il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski, testa pensante e braccio operativo della carità del Papa. Dalle docce all’ambulatorio al nobiliare Palazzo Migliori diventato dormitorio, le sue iniziative benefiche dimostrano «efficace inventiva, che potrebbero trovare una straordinaria sintonia in qualche progetto comune con la generosa creatività di Bottura», dice un monsignore. Da ieri questo sogno diventa più realizzabile.

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