(foto da internet)
C'era una volta il mitico Totò, il quale, con l'intervento complice di Nino Taranto, vendette la Fontana di Trevi al signor Decio Cavallo -nel film Totòtruffa 62 di Camillo Mastrocinque-, un malcapitato turista americano che mangiò la foglia e diventò, per qualche minuto, il proprietario della mitica fontana.
Ebbene, molti anni dopo, le situazioni ingannevoli e truffaldine -lontane dall'eleganza di Totò-, per ingannare i turisti che visitano il nostro Paese e derubarli, sono diventate più sofisticate. Alcuni giornali italiani hanno stilato una specie di l’elenco con i tipi di truffe più comuni. Eccole:
1. Le stampe a olio: sono fogli stesi a terra. Si finge di venderli. In realtà vengono messi apposta in punti strategici per fare in modo che i turisti li calpestino per poi incolpare gli ignari malcapitati, così presi dalle bellezze della città. Subito dopo si chiede loro un risarcimento danni: dai 25 a 300 euro.
(foto da internet)
2. I falsi mimi: girano vestiti di bianco con il volto gessato; si avvicinano a bambini e famiglie e tra un sorriso e l'altro cercano di derubare i malcapitati.
3. La truffa dell’abbraccio: ancora vestiti di bianco, con il cappello in testa; puntano il malcapitato, si avvicinano, scherzano, sorridono e lo abbracciano, con la mira al portafogli. Qualche volta l’abbraccio permette di sfilare anche l’orologio.
(foto da internet)
4. Il foglietto: si tratta di finti sordomuti che girano per i bar, locali e ristoranti. Si lascia un gadget sul tavolino o solo un semplice biglietto con la richiesta di un piccolo contributo. La tecnica del foglietto è però un trucco dei borseggiatori: sono diversi, infatti, i turisti derubati all’interno di locali pubblici, o anche sui tavolini all’esterno dei bar, da finti sordomuti che passando tra i tavoli, poggiano sui cellulari dei biglietti con la richiesta d’aiuto, e, al momento del ritiro, approfittando della distrazione del cliente, portano via anche il telefonino nascosto sotto il foglietto.
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