venerdì 9 novembre 2018

Libera nos a malo


(foto da internet)


La Festa del Soccorso è la festa patronale di San Severo, in provincia di Foggia, in Puglia. L’evento celebra la solennità liturgica della Madonna del Soccorso, patrona principale della città e della diocesi. Alla Vergine sono associati, nei festeggiamenti della terza domenica di maggio e del lunedì successivo, i santi Severino abate e Severo vescovo, le cui statue affiancano quella della Madonna. La festa è caratterizzata da due sontuose processioni, in cui si portano a spalla numerosi simulacri di santi, tra i quali gli Angeli Custode, Gabriele, Raffaele e Michele, che sono scandite da fragorose batterie pirotecniche, dette anche fuochi, incendiate negli oltre venti rioni al passaggio dei cortei (vedi>>). La festa è caratterizzata anche dai cosiddetti fujenti: un gruppo di ragazzi che si misurano in una corsa dietro o davanti le batterie dei fuochi.



(foto da internet)




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L’evento, che ogni anno attira a San Severo migliaia di visitatori, è in costante aumento, anche grazie al rilievo dedicatogli, negli ultimi anni, dalla stampa locale, dalla tv e da siti internet specializzati in pirotecnica.
Il culto della Madonna del Soccorso, una Madonna nera, è legato agli Agostiniani, che a San Severo ebbero un monastero attestato sin dal 1319. Quando il monastero agostiniano venne definitivamente soppresso nel 1652, la devozione alla Madonna fu tenuta viva dai possidenti locali.


(foto da internet)

La festa è una delle celebrazioni più folli d'Italia. San Severo conta quasi 55mila abitanti e nel percorso dei fuochi, che va da piazza dell'Incoronazione a Porta Lucera, passando per le strade più strette della cittadina, tutti i suoi abitanti, grandi e piccini, giovani e vecchi, partecipano ai botti. 
I più coraggiosi corrono sotto le scariche di polvere pirotecnica per liberarsi dal male, in una tradizione che ebbe inizio '700. La Vergine Nera del Soccorso, protettrice dei campi, venne invocata più volte nel corso del XVIIII secolo: i sanseveresi del tempo portarono la statua sui terreni coltivati per scacciare la siccità e le tempeste: il miracolo, a quanto pare, avvenne ogni volta e da allora si iniziò a diffondere il culto dello scoppio, esorcizzante e salvifico. 




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