(foto da internet)
Una tappa d'obbligo per chi visita Roma è, senza dubbio, la via Appia Antica, nota col nome di regina viarum, un'antica strada romana che collegava Roma a
Brindisi, il più importante porto per la Grecia e l'Oriente nel mondo
dell'antica Roma.
Si iniziò a costruire nel 312 a.C., per
volere del censore Appio Claudio Cieco che fece ristrutturare ed ampliare una strada preesistente
che collegava Roma alle colline di Albano. I lavori di costruzione si
protrassero fino al 190 a.C., data in cui la via completò il suo percorso fino
al porto di Brindisi.
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, la strada
cadde in disuso per molto tempo, fino a quando Papa Pio IX ne ordinò il restauro e la riportò in attività.
(foto da internet)
Ampie parti della strada originale si sono preservate fino
ad oggi, ed alcune invece, sono usate per il traffico automobilistico. Lungo la parte di strada più vicina alla capitale si
possono ammirare numerose tombe e catacombe romane delle prime comunità
cristiane.
La strada fu costruita con perizia e precisione tanto da essere percorribile con ogni tempo e mezzo
grazie alla pavimentazione che la ricopriva. Le grandi pietre levigate, che costituiscono il fondo della via, permettevano, infatti, la
circolazione in qualunque condizione meteorologica.
(foto da internet)
La via Appia Antica era quasi sempre
rettilinea, aveva una larghezza di circa 4,1 metri, a
circolazione nei due sensi, ed era affiancata sui lati da marciapiedi per
il percorso pedonale. Sulla Via Appia apparvero, per la prima volta, le cosiddette pietre miliari.
Nel 1988, fu istituito il Parco naturale regionale Appia antica, con un'area di circa 3,5 km² ed esteso nei
comuni di Roma, Ciampino e Marino.
All'Appia Antica, il musicista Ottorino Respighi, dedicò, nel 1924, uno dei quattro movimenti che compongono il poema sinfonico I Pini di Roma.
Nel movimento I pini della Via Appia, Respighi raffigura i pini lungo l'antica
consolare romana in un'alba nebbiosa. Una legione avanza lungo la
via Appia nel fulgore del sole appena sorto. La
terra trema sotto i passi dell'esercito e l'organo ha il compito di
descriverne il passaggio. Il pezzo si conclude con
un trionfo di trombe delle legioni sul Campidoglio.
(foto da internet)
Recentemente, per raccontare la Via Appia Antica, con i suoi 2300 anni di storia, e con i segni di un passato illustre e affascinante ancora ben visibili, la Soprintendenza ai beni archeologici di Roma, ha lanciato un film intitolato Via (Elegia dell’Appia) (vedi>>).
Protagonista del corto è (attenzione!) Napoleone, o meglio il suo spirito guida, dato che fu proprio lui il primo che, all’inizio dell’Ottocento, ebbe l’idea di un parco archeologico dell’Appia Antica.
Lo spirito di Napoleone si aggira fra i monumenti più belli e significativi della strada, nella pace della campagna circostante. Nel film, lo si vede comparire al galoppo di un cavallo bianco...
Ci salverà?
Ci salverà?
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