(foto da internet)
Una meta imprescindibile, per chi visita l'Italia centrale, è senza dubbio Bomarzo, un comune in provincia di Viterbo, nel Lazio nord-occidentale, nel cuore dell'affascinante Tuscia.
A Bomarzo si erge un complesso monumentale, denominato Parco dei Mostri, situato alle pendici di un vero e
proprio anfiteatro naturale. Nel parco vi sono monumenti che raffigurano animali mostruosi e
mitologici che lo scrittore argentino Manuel Mujica Lainez descrisse nel suo romanzo omonimo.
(foto da internet)
Le decorazioni del Parco dei Mostri si sostanziano
in grandi statue e sculture in peperino integrate nella natura
del bosco circostante.
Il Parco dei Mostri fu fatto costruire da Vicino
Orsini, uomo d'armi e letterato, probabilmente tra il 1552 ed il 1580 su progetto dell'architetto Pirro Ligorio, il quale, dopo la morte di Michelangelo, fu chiamato a lavorare
in San Pietro.
Vicino Orsini chiamò il parco Sacro Bosco e lo dedicò a sua moglie, Giulia Farnese.
Da secoli, scienziati, storici e filologi hanno cercato di spiegare il labirinto di simboli in esso presenti, e hanno potuto legarli a interessanti motivi della letteratura rinascimentale italiana.
(foto da internet)
Numerose sono anche le iscrizioni che accompagnano il visitatore, e le sedute disposte lungo l'itinerario ne fanno un luogo di passeggio e di meditazione.
Varcato l'attuale ingresso del parco, sormontato dallo stemma degli Orsini, si incontrano due sfingi (vedi le altre statue e sculture>>).
Il visitatore, passerà poi, di sorpresa in sorpresa, per l'improvviso apparire di
animali e figure di pietra.
(foto da internet)
Queste sculture scolpite nei grossi blocchi di peperino sembrano sorte dal suolo all'improvviso.
Il bosco ha ispirato molti artisti del tempo, i quali per esprimere la loro meraviglia, vollero lasciare incisi sul posto epigrafi e versi che il viaggiatore potrà ammirare.
Un esempio:
Il bosco ha ispirato molti artisti del tempo, i quali per esprimere la loro meraviglia, vollero lasciare incisi sul posto epigrafi e versi che il viaggiatore potrà ammirare.
Un esempio:
voi che pel mondo gite errando vaghi - di veder maraviglie alte et stvpende - venite qva dove son faccie horrende - elefanti leoni orsi orche et draghi.
Nel 1585, dopo la morte dell'ultimo principe Orsini, il parco fu abbandonato e, nella seconda metà del '900, fu restaurato da Giancarlo e Tina Severi Bettini, i quali sono sepolti nel tempietto interno al parco, che forse è anche il sepolcro di Giulia Farnese, moglie di Vicino Orsini.
Il parco è aperto tutti i giorni dell'anno.
Buon viaggio!
Buon viaggio!
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