(foto da internet)
Il nostro viaggio prosegue verso sud, in Abruzzo, alla volta di Civitella del Tronto, in provincia di Teramo..
Civitella, è la volgarizzazione di civitas, e il termine Tronto si riferisce all’importante fiume delle Marche, che nasce in Abruzzo.
Il borgo è sospeso su un cucuzzolo tra mare e monti. Elevato su un possente masso granitico sulla strada che congiunge Ascoli e Teramo, il borgo è capace di stupire in ogni stagione, sia quando i boschi presentano colori decisi, sia quando l’inverno imbianca le tegole.
Da vedere i resti della cerchia muraria del XIII secolo che caratterizza questa città-fortezza, baluardo settentrionale del Regno di Napoli al confine con lo Stato Pontificio.
Da qui inizia il nostro itinerario: la Fortezza fu edificata dagli spagnoli nella seconda metà del XVI secolo e incastonata in cima al paese come un’acropoli.
(foto da internet)
Importante opera d’ingegneria militare, è tra le fortificazioni più grandi d’Europa.
La fortezza faceva anche da guardia al sottostante borgo, dove oggi ci si può perdere nelle stradine – chiamate alla francese rue – tra le quali pare vi sia la più stretta d’Italia: la ruetta. Tra gli edifici di culto, è da vedere innanzitutto la Collegiata di San Lorenzo della fine del XVI secolo, all’interno della quale vi sono notevoli dipinti del XVII secolo.
Quasi contemporanea è la chiesa di San Francesco.
Quanto agli edifici civili, spicca su tutti il Palazzo del Capitano del XIV secolo, che mostra in facciata le cornici intagliate a soggetto naturalistico con lo stemma degli Angiò.
Fuori le mura, merita una visita il Convento di Santa Maria dei Lumi, così detto per i misteriosi avvistamenti di luci, eretto nella prima metà del Trecento dai francescani e ancora condotto dai Conventuali, fu uno dei primi centri benedettini d’Abruzzo
Notevole l’artigianato locale: ferro battuto, legno tornito e ceramica.
Civitella è nota anche per i suoi salumi, i formaggi, le patate, i legumi, l'olio e i biscotti, ma anche i tartufi neri, i funghi e il cinghiale.
(foto da internet)
Il piatto
tipico sono le cosiddette ceppe: una sorta di maccheroni ottenuti all’inizio con un impasto di sole farina e acqua, cui nel tempo si sono aggiunte le uova. Il nome fa riferimento al bastoncino - la ceppetta, oggi sostituita da un fil di ferro - intorno alla quale si avvolgevano piccole porzioni d’impasto per poi sfilarle in forma di maccheroni.
Tra i secondi piatti segnaliamo il filetto alla Borbonica, una fetta di pane e una spessa fetta di carne, mozzarella e acciughe.
Buon viaggio!
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