(foto da internet)
Il nostro viaggio continua verso nord, quasi al confine con la Francia, per visitare la splendida Apricale (in ligure Avrigà), in provincia di Imperia.
Apricale deriva da apricus, cioè luogo soleggiato, esposto al sole. Il borgo si snoda intorno alla
piazzetta, con una miriade di scale che immettono nei vecchi edifici. La piazza, con la fontana di origine gotica e i sedili in pietra, è il
cuore del paese: attorno ad essa sorge un groviglio di case, vicoli,
scalinate, sottopassi e orti. Da ammirare il reticolo dei
vecchi carugi in pietra: vicoli
lastricati che serpenteggiano tra ripide scalinate.
Dietro alla piazza si trova l'Oratorio di S. Bartolomeo, che ospita un polittico rinascimentale raffigurante la Madonna
della Neve (1544).
(foto da internet)
La parte più alta del borgo è circondata da una
magnifica cinta muraria con tre porte ad arco.
Da vedere anche la Pieve di S. Maria
degli Angeli, con pregevoli affreschi rinascimentali e barocchi e, appena
fuori, la Chiesa di S. Antonio Abate, del XIII secolo, con facciata barocca, e le
rovine di S. Pietro in Ento, una pieve romanica di origine benedettina, il più
antico edificio di culto del territorio.
(foto da internet)
Apricale è nota anche per i suoi statuti che risalgono al XIII secolo. In essi si regolarizzò la vita degli abitanti del borgo con norme e fondamenta
ben precise. Ogni aspetto è minuziosamente contemplato, spaziando dalla regolarizzazione
delle principali attività di sostentamento, al pagamento delle tasse e dei
tributi e ovviamente nelle scelte di condanna per i reati più gravosi, come, ad esempio, l'amputazione di un piede o della mano per i ladri di bestiame.
Ad Apricale si produce un olio extravergine di oliva di eccezionale qualità. Siamo nella terra dell'oliva taggiasca, così chiamata perché arrivò a Taggia, portata dai
monaci di San Colombano. E', attualmente, una delle più rinomate olive per produzione di olio extravergine e una
delle migliori olive da mensa, poiché il frutto, nonostante le ridotte
dimensioni, è molto gustoso.
(foto da internet)
L'oliva taggiasca matura tardivamente in gennaio. Il frutto ha altissimo
contenuto in olio (circa il 25-26%).
Si utilizza in gastronomia in molti dei piatti liguri a base
sia di carne sia di pesce, in particolare gli umidi.
Da degustare anche la sardenaira, i tagliarini al pesto, il coniglio con le olive e, per finire, le magnificha pansarole da accompagnare con lo zabaione.
Buon viaggio!
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