venerdì 5 aprile 2013

A Enzo Jannacci (in memoriam)






(foto da internet)


Ci ha lasciato, all'età di 77 anni, Enzo Jannacci, poeta-medico-musicista, cantautore dal sorriso beffardo, stralunato, assurdo, protestatario, malinconico, venato di profonda tristezza. E' stato autore di canzoni che formano parte del nostro immaginario collettivo, dal celebre Vengo anch’io, a Quelli che, diventata una sorta di inno,  all’Armando, a Ci vuole orecchio, a Ma mi, scritta con Strehler, a Ho visto un re, scritta con Dario Fo
Personaggio originale, anomalo e fuori dal coro, Jannacci faceva il musicista con lo spirito del dilettante, pronto a cambiare, a distinguersi sempre dagli altri. 
Se ne va con lui una certa Milano, forse una città che non esiste più; quella Milano raccontata da Vittorio De Sica, in Miracolo a Milano, ma anche da Mario Monicelli nel film Romanzo Popolare, con Ornella Muti e Ugo Tognazzi, quella Milano della Vita Agra di Luciano Bianciardi. 
Artista poliedrico e senza schemi fissi, nella sua lunga carriera artistica, Jannacci ha cantato in dialetto milanese, quando nessuno si sarebbe azzardato a farlo, ha fatto lo stralunato in  tv  tra gli anni '60 e '70, e ha raccontato come nessun altro gli ultimi, i perdenti, i barboni, le prostitute e la gente di malavita, creando uno stile particolarissimo
Ciao Enzo!

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