(foto da internet)
Cari chiodini vicini e lontani, innanzitutto buon anno! Riprendiamo le nostre pubblicazioni di lunedì, giorno in cui le nostre pagine ospitano la sezione dedicata alle polpette linguistiche.
Quest'oggi vorremmo parlarvi del neologismo bersanema, termine linguistico recentemente coniato da Umberto Eco.
Iniziamo col dire, per chi non lo sapesse, che Pier Luigi Bersani è il candidato alla presidenza del Consiglio per il Pd.
Dal punto di vista linguistico, Bersani colpisce per l'uso di particolari metafore che sono state ben presto copiate e/o arricchite anche dai comici nazionali, quali, ad esempio:
asciugare gli scogli, rimettere il dentifricio nel tubetto, smacchiare i leopardi, spalmare la brillantina sul petto, tagliare i bordi ai toast, mettere i pannelli fotovoltaici alle lucciole, far l'elemosina all'uranio impoverito, cambiare gli infissi al Colosseo, pettinare le bambole, rompere le noci a Cip e Ciop, fare il parmigiano col latte di soia, innaffiare l'orto con la cedrata Tassoni, ecc.
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Secondo il Nostro, il suo modo di parlare vuol avvicinarsi, in maniera democratica, a tutti i possibili elettori, e vuole rendere, in parole semplici, un ragionamento, a volte, più complesso.
Perché, allora, le metafore bersaniane hanno incuriosito il professor Eco?
Perché, come segnala lo scrittore semiologo, la metafora è un tropo in cui a un termine letterale se ne sostituisce un altro che tende certamente a definire meglio ciò di cui si parla, ma che se fosse preso alla lettera sarebbe una falsità. Affermare, quindi, che una persona è una volpe è letteralmente falso, perché una persona non è un animale, ma vuole creare l'idea che quella persona sia astuta, furba.
Dire, invece, come fa Bersani, che qualcuno pettina le bambole e taglia i bordi al toast non suona letteralmente falso, ma potrebbe esprimere un'attività complessa ma fondamentalmente inutile e contraria al buon senso!
Secondo Eco, un bersanema è quindi un costrutto X nel quale, in ogni sua occorrenza, sia fondamentale la premessa: non stiamo a perdere tempo a fare qualcosa di complicato e stupidamente inutile come nel costrutto X.
Quindi, conclude Eco, un bersanema è un esempio, e cioè una figura retorica per cui, invece di definire una serie molto vasta di cose, si ricorre alla citazione di un caso singolo, anche se gli esempi dei bersanemi rappresentano azioni che per la loro faticosità e inutilità appaiono paradossali, e per questo fanno ridere. Quindi un bersanema è un esempio paradossale, dove l'azione citata contrasta con l'opinione diffusa o universalmente accettata, con il buon senso e l'esperienza comune.
Quindi, attenti nel tagliare i bordi ai toast!
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