giovedì 30 ottobre 2008

Scusi, sale o scende?

(foto da internet)



Siamo arrivati a destinazione: a casa, al lavoro o in un ufficio pubblico. Ci pensiamo un po’ su. Sarà mica il caso di andare per le scale? Osserviamo la persona accanto a noi, e allora in batter d’occhio ci troviamo a chiedere o a rispondere: «Va su o giù?» «A che piano va?» E subito catapultati in ascensore, senza rendercene neanche conto.
Gli ascensori percorrono chilometri e chilometri -in altezza, e l'Italia detiene un primato, visto che ha più ascensori di qualsiasi altro paese al mondo: 850 mila, contro i 700 mila americani e i 610 mila cinesi. Incredibile ma vero. Probabilmente perché il Belpaese ha più palazzine e meno villette che il resto d'Europa. Anche se non va dimenticato il vero sport nazionale: la pigrizia, che addirittura lo fa montare anche nelle monofamiliari a due piani.
Comunque, dappertutto, scorrazza un sacco di gente, e sembra una delle poche industrie non affette dalla crisi. «L'11 settembre sembrava aver segnato la fine dei grattacieli, e quindi di un certo tipo di ascensori» conferma Luciano Mozzato, amministratore delegato di Otis Italia «e invece è tutto ripartito, e adesso è una gara a chi li fa più alti. In Cina stanno ultimando il grattacielo del Guanzhou Financial Center che monterà un ascensore con una corsa di 432 metri su 103 piani che sale e scende a 6-7 metri al secondo».



(foto da internet)


Se tutti ne fanno uso ed abuso, sarà che la claustrofobia, o ascensorofobia, è solo un mero ricordo? Eh no, proprio per coloro che al solo pensiero di essere intrappolati in un abitacolo opprimente cominciano a sudare, i produttori di ascensori dimostrano una tendenza ad ingrandire le cabine, ad usare colori chiari, una luce diffusa e, come no, lo specchio, che allarga gli spazi e offre un po’ di distrazione (non fa mai male dare uno sguardo alla propria persona!).
Tra le fantasie sessuali questa location è dappertutto un sempreverde, ma l’Italia anche in questo caso si distingue, infatti qui vengono fuori altre pulsioni: «Una nostra specialità sono gli atti vandalici» constata l'amministratore di Otis, che fatica a spiegarlo ai suoi colleghi stranieri, «quasi inesistenti negli altri paesi».





(foto da internet)


Ma, attenzione, l’ascensore è anche un momento di riflessione sul mondo: molta vita, immagini e metafore si consumano in questo marchingegno meccanico.
E che fare se ci rimaniamo intrappolati??? (guardate una scena di Così parlò Bellavista ed avrete un’idea di cosa può succedere in un condominio napoletano tra un signore partenopeo ed un milanese d’hoc!)

Se avete ancora dei dubbi perché non leggete Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, romanzo di Amara Lakhous, scrittore algerino di adozione romana, che racconta, in bilico tra la commedia e il giallo, la convivenza tra diverse etnie. L’ascensore di un condominio romano di piazza Vittorio è visto come la mini-arena dove gli inquilini del palazzo - gente varia per quanto riguarda etnia, estrazione sociale, livello culturale e aspetti caratteriali - si incontrano, si criticano, si sparlano, fanno amicizia, come una sit-com, ovviamente all'italiana.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

La cosa più assurda sono le convesazioni che si fanno.

Lluna ha detto...

In un ascensore possono succedere molte cose per questo io preferisco andare per le scale. In questo modo faccio dello sport.

Amparo Santaúrsula

BertoBB ha detto...

Giuli, nella vita stessa tutti siamo una spola, un viavai che non finisce mai.
Saluti

Anonimo ha detto...

Il tempo è un'argomento sempre buono.

veva ha detto...

sono una metafora della propia vita.
a volte ti va salire e altre volte ti vanno le scale...che sono piú faticose
saluti a tutti